Scrive il prof. Giordano nell’Introduzione: “Queste pagine si presentano come uno sguardo non certo distratto sull’Italia di Depretis che – senza saperlo – si avviava a diventare crispina, uno sguardo che nasceva appunto dall’osservatorio privilegiato di un piccolo paese del nostro Meridione. La diagnosi era davvero impietosa, a tratti colma del più nero pessimismo, mentre l’autore descriveva tutti i mali, i paradossi di una democrazia che continuava a essere tale soltanto a parole. L’avvocato Marone ricordava così la “crescente incompetenza negli amministratori comunali e provinciali”, da cui una “confusione e uno sperpero che reclama l’intervento del potere centrale e spesso della magistratura penale”, con il conseguente “aumentarsi dei partiti puramente personali, senza concetti e programmi”. E poi, l’esistenza di un dannoso voto di scambio, “un sistema a trattative private, un conciliabolo da frati o da speculatori”, con la conseguente scelta di uomini “mediocri, infingardi od incapaci” come rappresentanti politici, e di una stampa non libera (“Sì, la stampa, questo quarto potere, ch’è il più schiavo di tutti”). E ancora: le classi dirigenti non all’altezza, incapaci di comprendere la reale portata di una questione sociale riguardante gli strati più poveri del Paese, sedotti perciò da discorsi più radicali e rivoluzionari (il moderato avvocato evocava, con timore, il prossimo avvento di “un Proudhon del pensiero e un Robespierre dell’esecuzione”). In tale contesto di un deprimente vuoto della politica, come si direbbe oggi, Marone notava e denunciava il sorgere di un nuovo clericalismo, sempre più subdolo e minaccioso, favorito dall’azione pastorale del papato di Leone XIII.
E dopo la diagnosi, una terapia possibile. Per salvare la società italiana dal suo veloce declino, il medesimo Marone pensava alla nascita di nuove associazioni politiche formate da gente illuminata e onesta, che dovevano diventare luoghi di discussione e di selezione delle nuove classi dirigenti, di elaborazioni di idee e proposte per il governo del Paese, insomma strumenti importanti per la crescita non solo economica, ma anche morale e civile dell’intera nazione”.
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