mercoledì 1 giugno 2011

Dal convegno “ZANZARE - DISINFESTAZIONI - INFORMAZIONE”

CNR

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

Rachel Carson
Il Consiglio Nazionale delle Ricerche, avvertita l’esigenza di rispondere a quesiti e dubbi di cittadini che hanno manifestato interesse e preoccupazioni sui metodi usati per la lotta agli insetti (in particolare alla “zanzara tigre”), ha organizzato un convegno, chiamando a riferire su tale problematica, scienziati, tecnici, giornalisti ed ambientalisti. Le ricerche e le novità presentate al convegno, di cui si riporta una sintesi dei risultati, hanno suscitato un rilevante interesse anche nei media.

Dr. Vincenzo Francaviglia
Dirigente di Ricerca - CNR

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Dal convegno “ZANZARE - DISINFESTAZIONI - INFORMAZIONE” Esperienze e Indagini, tenutosi il 16/05/2005 presso l’Aula Marconi del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) di Roma, è emersa la volontà dei Relatori di sottoscrivere un Documento comune affinché il problema in oggetto venga affrontato nel modo più opportuno e meno aggressivo possibile nei riguardi sia dell’Ambiente che della Salute.

Durante i lavori è stata criticata la facilità estrema con la quale chiunque desideri liberarsi da “insetti molesti” è autorizzato a diffondere nell’ambiente, in ogni ambiente (Aree protette e Parchi Naturali compresi), prodotti chimici tossici, ad alta residualità dichiarata, che rimangono nel suolo per 10, 20 anni e passano quindi nelle falde acquifere, inquinandole. I piretroidi e gli esteri fosforici nebulizzati nell’ambiente e comunemente usati per la lotta alle zanzare, inoltre, non sono selettivi, uccidono tutti gli insetti tra i quali, anche esemplari adulti di zanzare, ma non risolvono il problema: oltre ad avvelenare il nostro habitat, rendono più aggressivi e resistenti ai trattamenti i vari insetti non desiderati, superstiti, che, prima o poi, non saranno più eliminabili.

Il tossicologo molecolare, prof. Claude Reiss del CNRS di Parigi, ha riferito che, con la Tossicogenomica (Ricerca, su cellule umane) sono stati testati vari insetticidi, ed è risultata una inaspettata pericolosità per la salute, anche di quelli comunemente ammessi ed usati per combattere le zanzare e fino ad oggi ritenuti poco pericolosi e a basso impatto ambientale (permetrina ed altri)

Da più voci è stato ribadito che l’allarme per la pericolosità della Aedes albopictus (la zanzara Tigre) è ingiustificato, poiché, seppure di importazione, e più aggressivo, l’insetto è innocuo nei nostri climi. Le sue punture procurano solo ponfi un po’ più rilevanti perché, il nostro sistema immunitario ancora non le conosce. Per limitarne l’azione è sufficiente usare gli stessi rimedi tradizionalmente impiegati per le altre 60 specie di zanzara, presenti nel nostro Paese.

Le disinfestazioni, giustificate solo in caso di effettiva emergenza, sono dannose all’ecosistema in generale, in particolare per gli insetti utili, le specie protette (tra cui le api, sempre più decimate dalle irrorazioni chimiche, con gravi ripercussioni sui raccolti) e per gli uccelli, predatori naturali degli insetti nocivi.

La produzione di orti e frutteti, raggiunta dagli insetticidi, non può essere raccolta e consumata prima che sia trascorso il periodo di tempo necessario al decadimento della tossicità del principio attivo, che varia a seconda dei prodotti usati, ma non sempre i cittadini ne sono avvisati e i trattamenti, ripetuti, trasformano i prodotti coltivati in pericolosi veicoli di malattie, anche a lungo termine.

Nonostante ciò, ogni condominio o Comune, senza emergenze, senza alcun controllo da parte delle Autorità Sanitarie, senza bonifiche dei focolai può, attualmente, a suo piacere, far intervenire una ditta privata che nebulizzi insetticidi, con cannoni o pompe a lunga gittata, per cercare di liberarsi da punture moleste sì, ma non pericolose. Ogni cittadino, con grande leggerezza, può far irrorare le sostanze di sintesi nelle sue proprietà, anche all’aperto, senza tenere conto dei diritti di chi non vuole che il suo habitat venga inquinato.

Ormai ciò che dovrebbe essere applicato solo in gravi emergenze, è divenuta una sorta di moda, una “pratica igienica” preventiva, mentre dal Convegno è emerso che il vero pericolo non sono le zanzare, ma i veleni che vengono, con grande abbondanza e leggerezza, irrorati dappertutto. L’alta temperatura dei muri, in estate, continuerà, inoltre, a diffondere le sostanze nell’ambiente, per evaporazione e nebulizzazione aerosolica.

I Relatori, per favorire l’equilibrio naturale e per evitare pericoli per la salute e per l’ambiente, sono stati unanimi sulla necessità di liberare  risorse ed idee nel settore della Ricerca nell’ambito delle biomolecole (molecole di derivazione naturale) per sostituire gli attuali pesticidi di sintesi.

Nel frattempo, invece di continuare a permettere di irrorare sostanze chimiche, sarebbe opportuno divulgare, applicare ed incentivare tecniche naturali e selettive già sperimentate come, ad esempio:

-          l’impiego dell’olio di Neem, insetticida naturale selettivo (non uccide gli insetti utili e non è tossico per persone e animali) che interviene sia sugli adulti che sulle larve, ostacolando la riproduzione delle zanzare. (“Studio e sviluppo di bioinsetticidi per il controllo di Aedes albopictus  (Zanzara tigre) - Ricerca congiunta ENEA BIOTEC - Università di Roma “La Sapienza” – per l’utilizzazione e valorizzazione del pannello esausto di Neem (Neem-cake).

-          la sterilizzazione mediante raggi Gamma e conseguente liberazione nell’ambiente dei maschi della Zanzara tigre. Le femmine si accoppiano una  volta sola e se ciò avviene con i maschi sterili, non ci saranno larve. (CAA - Centro Agricoltura Ambiente “G. Nicoli” di Crevalcore (Bo)

-          dove possibile, (in centri residenziali, zone di campagna, parchi, giardini, cimiteri, periferie, ecc) favorire l’impianto di una rete di “giardini acquatici” con l’introduzione delle Gambusia affinis (i pesciolini delle zanzare) capaci di predare, ciascuno, fino a 150 larve di zanzara al giorno (Giardini di Ninfa).

-          l’introduzione nei tombini di microcrostacei ciclopoidi, ottimi predatori di larve. (CAA - Centro Agricoltura Ambiente “G. Nicoli” di Crevalcore (Bo)

-          l’impiego, in stagni e risaie, del Bacillus thuringiensis israelensis che, predato dalle larve dei culicidi, le uccide in poche ore.

-          l’impiego, nelle zone costiere, dell’Aphanius fasciatus, altro pesce eccellente distruttore di larve. Nelle fascie sperimentali in cui è stato introdotto ha azzerato la popolazione larvale. (CAA - Centro Agricoltura Ambiente “G. Nicoli” di Crevalcore (Bo) )

-          il favorire l’aumento della popolazione degli uccelli insettivori (rondini, balestrucci, pipistrelli, ecc), agevolandone la nidificazione, anche sorvegliando o impedendo le attività venatorie.

Poiché la lotta agli adulti si è rivelata oltretutto parziale e non risolve il problema, i metodi da continuare ad applicare e sperimentare, sono soprattutto, oltre la prevenzione, quelli che intervengono direttamente sulla distruzione delle larve e, nell’attesa di altre novità da parte dei Ricercatori, occorrerà far applicare i tanti altri metodi naturali conosciuti e sperimentati come efficaci, continuando ad informare la popolazione ed a richiederne la fondamentale collaborazione, in ambito domestico, per prevenire e arginare la proliferazione degli insetti.

Opinione comune è stata inoltre la necessità di vietare qualsiasi forma di disinfestazione chimica nei Parchi Naturali e nelle Aree protette.

Roma, 16 luglio 2005

1 commento:

  1. http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/10/francia-petizione-contro-i-pesticidi-cancerogeni-il-governo-li-proibisca/772631/

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