domenica 3 luglio 2011

Se manca il "solido tramezzo"

Roberto Saviano, in un opportuno intervento sui tentativi di inquinamento del voto da parte della criminalità organizzata, ha scritto: “Il senso del "è tutto inutile" toglie speranza nel futuro, e ormai sono sempre di più coloro che abbandonano la propria terra per andare a vivere al Nord o in un altro paese. Lontano da questa vergogna. Io non voglio arrendermi a un'Italia così, a un'Italia che costringe i propri giovani ad andar via per vergogna e mancanza di speranza”.


Il pm Raffaele Marino, procuratore aggiunto nella “trincea giudiziaria” di Torre Annunziata, parlando all'Istituto studi filosofici di Via Monte di Dio a Napoli lo scorso anno, ha detto: “La mia esperienza professionale mi ha portato a verificare che nelle pubbliche amministrazioni e nelle istituzioni di molti enti pubblici in Campania c'è un'assenza preoccupante del rispetto delle regole e del diritto”. Ha poi aggiunto: “Il futuro è della camorra”. Spiegando che “la camorra… ha il solo scopo di guadagnare sempre di più e di far guadagnare persone che altrimenti non potrebbero sostentarsi”.



Sono parole, quelle di Saviano, che fanno riflettere chi si reca alle urne e vede l'inutilità dell'onestà di fronte alla tracotanza e all'indifferenza, al contempo. La tracotanza di chi, candidato, sta in pianta stabile all’interno del seggio elettorale di fronte all'indifferenza di tutti. L'inutilità dell'onestà di fronte ad una carente attrezzatura delle sale adibite a seggio elettorale. Per legge dovrebbero essere provviste di un solido tramezzo, per permettere al cittadino (questo sì!) di restare al suo interno per seguire le operazioni nel seggio, durante l’attesa prima del voto, e dello spoglio delle schede, dopo la chiusura delle urne. Pertanto, il cittadino non deve essere tenuto fuori dalla porta, anche metaforicamente parlando. Nonostante questa deficienza nell’arredo sia stata da me segnalata, in occasione delle elezioni politiche del 2008, per quanto concerne il seggio dove mi reco al voto, si continua a far finta di nulla (vedi elezioni amministrative del 2010 ed elezioni referendarie del 2011). Per chi non volesse capire ecco il riferimento di legge:



DPR del 16 maggio 1960, n. 570

Testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle amministrazioni



Art. 37

1. La sala dell’elezione ... deve essere divisa in due compartimenti da un solido tramezzo con un’apertura nel mezzo per il passaggio.





Chi, da cittadino, non ha il compito di far rispettare le regole, è stanco di questa indifferenza. L'inutilità dell'onestà anche di fronte alle gigantografie elettorali illegali che proliferano sulle strade: nella più completa indifferenza e nel più completo dispregio delle regole, sono state erette, ex novo, delle strutture in legno su di una strada statale per ospitare i cartelloni “pubblicitari” dei candidati nel 2010. E i manifesti elettorali illegalmente affissi sotto i viadotti ancora ci ricordano i faccioni e i nomi di chi ha partecipato alle competizioni elettorali nel recente passato. L’assenza del solido tramezzo, la presenza inopportuna dei candidati nei seggi elettorali e la pratica odiosa del manifesto selvaggio possono anche essere considerati degli indici metaforici: il cittadino tenuto fuori dalla porta già dal momento del voto; il candidato legittimato al controllo della vita pubblica già prima della propria elezione; lo spreco di carta, l’imbrattamento dei luoghi pubblici e il dispregio delle regole sempre a vantaggio del più forte e del più furbo. 



Sono parole, quelle del pm Marino, che fanno raggelare il sangue a quel genitore che vede i propri figli crescere in Campania. Bisogna allora scappare quanto prima? Bisogna dunque fare in fretta, prima che la malapianta alligni anche nelle coscienze di queste giovani vite? A chi fa finta di nulla, a chi chiude gli occhi non solo davanti ai rifiuti tossici ma davanti a tutte quelle miriadi di atti illegali che hanno contribuito a regalare, forse in modo irreversibile, queste terre alla camorra, dobbiamo infine dire grazie. Eppure bisognerebbe forse fuggire proprio per non ringraziare, anche domani, chi dovrebbe accettare i nostri figli nel mondo del lavoro. Da queste parole, tuttavia, dobbiamo comprendere che anche l'onestà più severa sarà una pratica inutile, se non saremo in grado (tutti, nessuno escluso) di ricondurre i nostri comportamenti all'osservanza di un rigoroso codice etico secondo il quale chi ha interessi locali non deve ricoprire cariche pubbliche. A volte si nota che c’è gente che fa affari con la politica e fa poi politica con gli stessi affari che porta a compimento: anche questo è camorra. Prima che sia troppo tardi, quindi, bisogna cambiare rotta. Prima che la vita dei nostri figli sia contaminata dall'omertosa indifferenza di una fetta della popolazione ormai definitivamente - anche se inconsapevolmente - allineata ai metodi della camorra, che potrebbe diventare regina incontrastata del futuro di queste terre, bisogna reagire.

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