mercoledì 11 novembre 2015

Bomba o non bomba, si arriverà al dunque…

Salerno, 11 novembre 2015

Ore 9.50, aula n. 16 del Tribunale di Salerno. Entra il collegio giudicante (al completo). La quinta prima udienza del processo denominato Chernobyl dovrebbe iniziare tra un’ora circa. In aula pochi avvocati delle parti civili. E’ presente, come in ogni (prima) udienza finora celebrata, l'avv. Alfonso Penna che rappresenta il Comune di Sassano e supplisce all’assenza di vari altri legali che dovrebbero curare gli interessi di altri Comuni del Vallo di Diano. Tra le parti civili sono presenti in aula l'avv. Vera Sticco, che rappresenta Legambiente e Coldiretti, l’avv. Matteo Marchetti per il Codacons e Vincenzo Di Riso, referente del Comitato cittadino Ponte Barizzo di Capaccio. Anche il Ministero dell’Ambiente è rappresentato in aula.

Sono previste altre udienze prima della quinta prima udienza del processo Chernobyl. Colpisce la mancanza quasi totale di attinenza con quanto di grave si dovrebbe trattare in questa quinta prima udienza sullo smaltimento illecito di rifiuti. Telefonate, messaggini e vicende sentimentali tengono banco: l’amministrazione della Giustizia è anche tutto ciò. I fatti, legati ad un’intricata vicenda sentimentale che coinvolge varie persone, risalgono alla fine del 2013. Ma come è celere la Giustizia in alcuni casi! Più di una dettagliata deposizione testimoniale  su un uomo conteso tra due donne riempie il cuore di speranza che quanto accade in questo mondo è anche dettato dall'Amore, la forza attrattiva nel pensiero di Empedocle, e non solo dall’Odio, forza ritenuta repulsiva dallo stesso pensatore di Agrigento.Buongiorno principessa”… questo l’incipit dei messaggini letti in aula. E poi vacanze estive e gite domenicali raccontate con dovizie di particolari. Sembra di assistere ad un’edificante telenovela, di quelle che lasciano una traccia nell'animo. Ed è molto giusto che anche il “non posso vivere senza di terimbombi nelle austere aule dei nostri tribunali, per allietarne l’aulica atmosfera.

Oggi, tuttavia, si dovrebbe decidere sulla costituzione di parte civile di tutti gli Enti e di tutte le Associazioni che hanno fatto richiesta di prendere parte attiva al processo Chernobyl. Oggi si dovrebbe intraprendere un importante cammino per comprendere cosa sia successo negli anni 2006-2007 nei 41mila metri quadrati di terreno agricolo del Vallo di Diano posti sotto sequestro dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. E perciò, finito con le senz'altro formative testimonianze sulle vicende amorose di un fortunato (o sfortunato?) amante, i lavori giudiziari vengono sospesi per una decina di minuti. Sono le undici e con l'avv. Marchetti si pensa di andare al bar nelle immediate vicinanze del Tribunale a prendere il primo caffè della giornata, dopo la rapida colazione della mattina. La giornata è straordinariamente bella; un sole quasi primaverile riscalda le coste del capoluogo di provincia. Ma l'avv. Marchetti si accorge che qualcosa di anomalo sta succedendo: le porte del Tribunale stanno per essere chiuse proprio quando ci accingiamo a bere il caffè. Bevuto in tutta fretta l’agognata tazzina di caffè, si corre verso la porta del Tribunale. Che sta succedendo? Allarme bomba la risposta.

Corso Vittorio Emanuele a Salerno, ore 12:00 del giorno 11-11-2015


Con l’avv. Marchetti si aspetta al di fuori di quella porta, dalla quale escono a piccoli gruppi le persone. Verso le 11 e trenta si riesce a sapere che la quinta prima udienza del processo Chernobyl è stata rinviata al 20 gennaio 2016 (decisione presa in un attimo?). Antonello Venditti cantava “bomba o non bomba, noi arriveremo a Roma. A guardare la scena, anche nei volti delle persone che uscivano (per nulla allarmate, alcune – anzi – visibilmente felici) dalla porte in ferro del Tribunale, nel notare l’assembramento intorno allo stabile (una vera bomba avrebbe dovuto consigliare di allontanarsi ancora di più dal Palazzo di Giustizia), una domanda attraversava la mente: “Chi è Stato”? Di certo non tutti quei bambini e quelle maestre che aspettavano che l’allarme rientrasse nel bel mezzo di Corso Vittorio Emanuele. Essi erano stati distolti dalle attività quotidiane da chi è Stato, da chi decide se si va a scuola, se si celebrano i processi, se questi processi possono essere seguiti oppure no dalla stampa nazionale o locale. Quindi è Stato chi sorride di queste assurde vicende, facendo finta di stare dalla parte degli onesti. È Stato chi si dimostra indifferente, è Stato chi decide di non andare più a votare solo perché si è accorto di non aver votato molto attentamente in passato. È Stato chi non ha il coraggio di essere un cittadino ma preferisce il rassicurante abbraccio di un conformismo locale che porta dritto verso l'anticamera della corruzione e del malaffare, locale e globale. Intanto la prescrizione del reato di disastro ambientale, di cui sono accusati gli imputati, è prevista per il giugno del 2019. La sesta prima udienza si celebrerà nel 2016; un passo in avanti è stato fatto, nell'indifferenza della quasi totalità della stampa.

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