Il prof. Domenico De Masi(1), durante il breve periodo di presidenza dell’Ente Parco, ha provveduto a dare una descrizione della realtà sociale del Cilento molto cruda, ma allo stesso tempo molto vicina al vero, citando dati precisi che si riferiscono, tuttavia, solo all’area cilentana. L’analisi dello studioso, prestato alle istituzioni pubbliche, è apparsa su La Repubblica di Napoli del 29-07-08. Apprezziamo quanto è stato scritto con coraggio e professionalità sul Cilento dal prof. De Masi. E proprio per una certa continuità territoriale tra il Cilento ed il Vallo di Diano credo sia possibile ribadire alcuni concetti particolarmente illuminanti, contenuti nell’articolo dell’ex presidente del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
Mousse al cioccolato |
“In mezzo, tra cittadino e Stato, vi è una mousse politica prevalentemente screditata, unita e divisa da interessi contingenti, sradicata da qualunque ideologia, senza piani precisi per il futuro”.
Come non riconoscere questa sostanza gelatinosa anche nel nostro territorio. Col tempo, la credibilità istituzionale della mousse è andata man mano scemando, anche se l’appeal che essa esercita sul cittadino medio si è accresciuto, per via della gestione diretta del potere locale, diventata, con gli anni, una sorta di investitura a vita. Il termine gastronomico non è scelto a caso. La mousse va intesa sia nel senso della sua consistenza fisica, sia nell’assenza di una sua propria connotazione politica.
“Questa mousse ha sperperato gli aiuti pubblici impiegandoli in imprese insensate; ha devastato il territorio con una speculazione demenziale, parimenti efferata nei centri costieri e in quelli interni; ha assicurato al Cilento un reddito pari alla metà di quello veneto; ha creato un patrimonio edilizio fatto per il 36 per cento di case vuote; ha desertificato un paesaggio collinare che copre con le sue imprevedibili bellezze il 67 per cento dell’intero territorio; ha invaso le zone balneari con un turismo massificato che riesce a saturare i posti letto solo per il 26 per cento”.
Capo Palinuro |
“E’ dunque persa ogni battaglia di modernizzazione? Tutt’altro! Il Cilento rappresenta l’area campana con i maggior potenziale di sviluppo. Le sue coste, benché mortificate dalla speculazione rapace, riservano ancora tesori di bellezze incontaminate, disponibili per un turismo di alta qualità. Il suo associazionismo culturale mette ancora a disposizione del territorio una “università invisibile” che fa del Cilento l’area più intellettualizzata della regione. La sua rete di imprenditori e di professionisti, esasperata dal prezzo finora pagato al clientelismo miope, è impaziente di novità e di trasparenza. Tutto è pronto, dunque, per un salto del Cilento dal torpore rurale allo sviluppo postindustriale”.
Veduta del Vallo di Diano in una zona sgombra da orribili capannoni |
Come non apprezzare l’analisi fatta da De Masi e, soprattutto, non abbracciare la stessa speranza di una futura rinascita anche per il Vallo di Diano. E’ importante, però, dare voce anche a queste “università invisibili” del nostro territorio e non solo a quelle asservite, per il solito piatto di lenticchie, all’imperatore, al re, al satrapo, al tiranno di turno. Alcuni giullari di corte, intanto, sembrano stiano già celebrando (ruolo in verità a loro poco consono!) le esequie per la linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro, mentre continuano a cantare, imperterriti, le gloriose gesta della mousse politica locale.
(1) Per una biografia: http://www.domenicodemasi.it/biografia/
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