L'avventura
Collodiana è cominciata nel 2001,
quando la giunta del Comune di Sassano, una parte della quale è
ancora presente nell'attuale compagine amministrativa, non trovava
migliore soluzione alla questione del fango che sgorgava dai
rubinetti delle frazioni di Silla, Varco e Caiazzano che quella di
cedere la gestione della rete idrica alla ditta Consac S. p. A. di Vallo
della Lucania. Dalla Casa Municipale, allora, partì, il 19 luglio
2001, una strana lettera: tutti gli utenti, i cui contratti erano
stati ceduti al CONSAC, erano tenuti – in virtù di non meglio
specificate leggi del paese di “Acchiappacitrulli”, per le quali
il truffato Pinocchio va in galera - a effettuare la stipula di un
nuovo contratto (in bollo!) con il CONSAC e a versare un nuovo
anticipo di consumo, sempre al CONSAC. E che cosa si leggeva in
questa meravigliosa lettera?
“A
decorrere dal 1 gennaio 2001
[si voleva forse intendere 2002, n.d.r.] eventuali
prelievi idrici effettuati senza la preventiva stipula del contratto
di somministrazione con il CONSAC saranno ritenuti abusivi a tutti
gli effetti civili per il ristoro del danno e penali per
l'accertamento del reato di furto”.
Proprio
così: i cittadini di
Sassano sarebbero stati considerati ladri di acqua
se non avessero obbedito ai dettami di quella nota. Sarebbero quindi
andati in galera, proprio come successe al povero Pinocchio, se
avessero osato aprire un rubinetto senza aver prima accondisceso
all’assurdo diktat. E tutto ciò veniva riportato su carta
intestata del Comune di Sassano. Con amministratori che poi hanno
governato (?) il paese, dal 2005 al 2010, con una lista unica. Con
amministratori che hanno dato via libera a quella missiva, oggi
ancora bellamente seduti in giunta. Naturalmente, solo attraverso
l'intervento del CODACONS si fece presente che ”le
richieste [di
stipula di un nuovo contratto, n.d.r.]
sono
assolutamente infondate e contrarie alle norme del codice civile”.
In questo modo, fu evitata la migrazione di circa 500 milioni di
lire di allora dalle tasche dei cittadini alle casse della ditta CONSAC S. p.
A. di Vallo della Lucania. Queste cose sono state dette, da chi
localmente rappresenta il CODACONS, in Consiglio Comunale a Sala
Consilina, in quella famigerata serata del 2 dicembre 2011, quando –
appellandoci al diritto di tribuna – prendemmo la parola, non senza
resistenze da parte del Presidente del Consiglio Comunale, per
avvertire i consiglieri di maggioranza del rischio a cui stavano
sottoponendo i cittadini di Sala Consilina per i successivi
quarant'anni. Ma le Cassandre non vengono mai ascoltate: la storia ce
lo insegna. E così, per i prossimi quarant'anni, l'acqua di Sala
Consilina sarà gestita da CONSAC S. p. A. di Vallo della Lucania,
se non si farà svanire questo incantesimo con un referendum, i cui
quesiti sono già stati presentati all'attenzione del Sindaco.
La
questione di Sassano, adesso, si ripropone in una veste solo
apparentemente diversa a Sala Consilina.
In questo nuovo caso si vorrebbe far cessare la validità del
contratto stipulato con il Comune, oggi in essere, con un nuovo
fantastico metodo. Si legge, infatti, nella letterina inviata dal
CONSAC agli utenti di Sala Consilina quanto segue: “Le
facciamo ancora presente che il Comune di Sala Consilina ci ha
richiesto di rateizzare l’anticipo fornitura
in tre rate uguali che sarà dunque compreso nelle prossime tre
fatture. Questa somma serve a garantire i pagamenti, rispetto ai
prelievi idrici che anticipatamente il Cliente effettua ed è
restituita all’atto della disdetta del contratto.
Nelle
prime tre fatture sarà dunque fatturato l’anticipo fornitura il
cui ammontare comparirà in ogni bolletta da noi emessa, in modo da
ricordarle sempre l’esistenza del suo credito”.
Un
capolavoro, dobbiamo ammetterlo.
Pensiamo che la fantasia di Collodi non avrebbe mai potuto
raggiungere tale raffinata levatura. Per capire il perché,
dobbiamo entrare nel vivo della cessione del contratto e degli
articoli 1406 e successivi del Codice Civile della Repubblica
Italiana. In questi articoli, di questa Repubblica (la nostra?), si
dice che una cessione del contratto si può effettuare se il
contraente ceduto acconsente. Hanno acconsentito i cittadini di Sala
Consilina? La maggioranza dei cittadini di Sala Consilina? Poi si
afferma che il contratto ceduto continua a valere e che il contraente
cedente, in questo caso il Comune di Sala Consilina, è obbligato a
farsi garante della validità dello stesso contratto. Ma questo non
conviene né al Gatto né alla Volpe. Infatti, quella famosa “Carta
dei servizi” (ultimo termine da non interpretare attraverso
fuorvianti semantiche partenopee) potrebbe essere più penalizzante,
per il cittadino, rispetto al contratto originario che il Comune è
tenuto a garantire. Allora, conviene che, per effettuare il servizio
al cittadino (come sopra), si adottino le clausole previste nella
Carta dei Servizi del CONSAC, per la quale, se chiedi la verifica del
contatore (ad esempio), paghi l'intervento. Evidentemente, allora, il
Gatto e la Volpe sono consapevoli che queste condizioni non sono
presenti nel contratto originario ed escogitano il seguente balletto
a tre: Gatto, Volpe e Pinocchio. Per fissare le idee, diciamo che il
Gatto sia il Comune, la Volpe il CONSAC e Pinocchio il comune
cittadino. Il Gatto dà via libera alla seguente operazione: tu
Pinocchio paghi alla Volpe un anticipo di fornitura sulle bollette da
subito; se poi vuoi ricevere l'anticipo di fornitura che avevi
versato al Gatto, deve prima disdire il contratto stipulato con
quest'utimo. In questo modo, senza quel vecchio contratto, dovrai,
gioco forza, stipularne uno col CONSAC. Facile no? E
perché non mantenere in vita il vecchio contratto senza questo
balletto? Facile
dedurre la risposta a questa domanda: bisogna rendere un ottimo
servizio (ancora come sopra) al cittadino, secondo quanto prevede la
Carta dei Servizi del CONSAC, che il Sindaco di Sala Consilina ha
indicato come bussola o carta di navigazione (per il paese di
“Acchiappacitrulli”, forse).
A
questo punto, i cittadini di Sala Consilina, se non vogliono girare
in tondo, così come prevederebbe il balletto escogitato dal Gatto e
dalla Volpe, dovranno da subito negare il consenso a questa
operazione: il
contratto c'è, esiste, e va onorato.
Il Comune di Sala Consilina, inoltre, dovrà garantire la continuità
dello stesso. La lettera da far protocollare al Comune è riportata di seguito. In bocca al lupo!
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Mitt.: _______________________________________
Via ________________________________, n______
84036 Sala Consilina (SA)
Codice Fiscale _______________________________
Al Sindaco pro tempore del Comune di Sala Consilina
Via Mezzacapo - Sede Municipale
84036 Sala Consilina (SA)
Sala Consilina, __________________ 2012
Il sottoscritto________________________________, nato a________________________ il ______________, residente a Sala Consilina alla via _________________________ N.___, avendo ricevuto notizia che l'Ente Comunale intende cedere al CONSAC S. p. A. il contratto di fornitura idrica n. ____________________________________ intestato al sottoscritto,
nega il consenso
alla cessione del proprio contratto di fornitura idrica alla CONSAC S.p.A. ai sensi e per gli effetti dell’art. 1376 c.c. e art. 1406 c.c., atteso che il rapporto contrattuale originario non rimane immutato a seguito della cessione al CONSAC S.p.A.
Distinti saluti,
_______________________________
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