sabato 31 marzo 2012

Modulo cumulativo

Sulla questione dell'anticipo del consumo sulla bolletta dell'acqua degli utenti di Sala Consilina, riporto qui uno stralcio del comunicato a firma del prof. Enrico Marchetti, responsabile del CODACONS Campania, del 18.02.02 sulla vicenda idrica del 2001 di Sassano:

Il Sindaco [di Sassano, n.d.r.], in una riunione pubblica del novembre 2001, dice che l'acqua [quel liquido che, all'epoca, somigliava di più a qualche altra cosa, n.d.r.] si deve pagare a prezzo pieno e, nella stessa sede, il CONSAC afferma che il contratto ex-novo deve essere stipulato in bollo da tutti gli utenti, versando l'anticipo di consumo come previsto dai nuovi allacciamenti. In seguito a tale posizione, il CODACONS presenta ricorso al TAR sulla questione

Nell'incontro del 15 febbraio u.s., richiesto dal CONSAC in seguito alla notificazione del ricorso giurisdizionale promosso dal CODACONS, il CONSAC stesso ha presentato una bozza di proposta, dalla quale si evince l'intenzione di recedere dalle posizioni iniziali, emerse durante la riunione pubblica del novembre 2001. In particolare, il CONSAC si è impegnato a considerare il nuovo rapporto d'utenza quale cessione di contratto, così come veniva interpretata dal CODACONS nella diffida del 20-09-2001 e a non richiedere la sottoscrizione di un nuovo contratto, assumendo a base del rapporto il contratto già stipulato con il CONSAC medesimo o con il Comune di Sassano.

Il parallelo tra quella situazione e quella di Sala Consilina (e Teggiano) è palese. 

Riporto di seguito una lettera cumulativa, per coloro i quali non hanno già protocollato la lettera di diniego del consenso alla cessione del proprio contratto alla ditta CONSAC S. p. A. di Vallo della Lucania, in modo da consegnare una sola letterina al Comune di Sala Consilina ed una al CONSAC S. p. A. nella sede "impropria" ubicata presso la sede Municipale, anche per economizzare carta e tempo.   

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Mitt.: _______________________________________

Via ________________________________,   n______

84036 Sala Consilina (SA)



Codice Fiscale _______________________________




Al Sindaco pro tempore del Comune di Sala Consilina
Via Mezzacapo - Sede Municipale
84036 Sala Consilina (SA)

Alla ditta CONSAC S. p. A.
c\o uffici ubicati all’interno della Sede Municipale
84036 Sala Consilina (SA)


Sala Consilina, __________________ 2012 



La/Il sottoscritta/o_________________________________________, nata/o a________________________ il______________, residente a Sala Consilina  alla via _________________________ N.___, ha ricevuto una bolletta di fornitura idrica da parte della CONSAC S. p. A. con sede legale in Vallo della Lucania. Essendo la/il sottoscritta/o titolare del contratto n. ________________________________, stipulato con il Comune di Sala Consilina, dichiara di non accordare il consenso di trasferimento del proprio contratto di fornitura idrica alla ditta CONSAC S. p. A. con sede legale in Vallo della Lucania.
La/Il sottoscritta/o, essendo cosciente – da cittadina/o rispettosa/o delle leggi - che i consumi idrici devono essere debitamente pagati, invita il Comune di Sala Consilina ad emettere, sulla base dei consumi rilevati (e non su quelli presunti) una nuova bolletta, con le stesse modalità e tariffe previste dal contratto originaramente stipulato con l’Ente. Diffida, infine, la ditta CONSAC S. p. A., con sede legale in Vallo della Lucania (SA), a non emettere ulteriori fatture e pretendere, in modo illegittimo, pagamenti di forniture e servizi richiesti dall’utente solo al Comune di Sala Consilina, giammai alla ditta CONSAC S. p. A. con sede legale in Vallo della Lucania.


Distinti saluti,

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martedì 27 marzo 2012

Ai cittadini di Sala Consilina


Dedico questo spazio ai cittadini di Sala Consilina che, pur avendo inoltrato il proprio diniego alla cessione del contratto, hanno ricevuto le bollette della ditta CONSAC S. p. A., che non era legittimata, per via della mancanza di consenso, a pretendere alcunché. 

La letterina da far recapitare, adesso, sia al Comune di Sala Consilina, sia alle sede “impropria” della ditta CONSAC S. p. A. presso la sede Municipale è la seguente.



Mitt.: _______________________________________

Via ________________________________,   n______

84036 Sala Consilina (SA)


Codice Fiscale _______________________________




Al Sindaco pro tempore del Comune di Sala Consilina
Via Mezzacapo - Sede Municipale
84036 Sala Consilina (SA)

Alla ditta CONSAC S. p. A.
c\o uffici ubicati all’interno della Sede Municipale
84036 Sala Consilina (SA)


Sala Consilina, __________________ 2012 



La/Il sottoscritta/o_________________________________________, nata/o a________________________ il______________, residente a Sala Consilina  alla via _________________________ N.___, pur avendo comunicato, in data ____________, alla S. V. di non intendere accordare il consenso di trasferimento del proprio contratto di fornitura idrica alla ditta CONSAC S. p. A. con sede legale in Vallo della Lucania, ha ricevuto una bolletta da parte della suddetta ditta.
La/Il sottoscritta/o, essendo cosciente – da cittadina/o rispettosa/o delle leggi - che i consumi idrici devono essere debitamente pagati, invita il Comune di Sala Consilina ad emettere, sulla base dei consumi rilevati (e non su quelli presunti) una nuova bolletta, con le stesse modalità e tariffe previste dal contratto originaramente stipulato con l’Ente. Diffida, infine, la ditta CONSAC S. p. A., con sede legale in Vallo della Lucania (SA), a non emettere ulteriori fatture e pretendere, in modo illegittimo, pagamenti di forniture e servizi richiesti dall’utente solo al Comune di Sala Consilina, giammai alla ditta CONSAC S. p. A. con sede legale in Vallo della Lucania.


Distinti saluti,

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domenica 25 marzo 2012

Acqua meno salata



Acqua un po' meno salata in questi giorni: l’amministrazione di Sala Consilina prima chiede al Consac S.p.a. di rateizzare un anticipo di consumo non dovuto, poi fa marcia indietro. E si urla al populismo? Una storia lunga che vale la pena seguire con molta attenzione. Ecco l'estratto da un lungo comunicato della sede CODACONS del Vallo di Diano.


QUESTA LA STORIA PREGRESSA  - Nel 2001, la giunta del Comune di Sassano, non trovando migliore soluzione alla questione del fango che sgorgava dai rubinetti delle frazioni di Silla, Varco e Caiazzano, cedette la gestione della rete idrica alla ditta Consac S. p. A. di Vallo della Lucania. Dalla Casa Municipale, allora, partì, il 19 luglio 2001, una strana lettera: tutti gli utenti, i cui contratti erano stati ceduti al CONSAC, erano tenuti – in virtù di non meglio specificate leggi di paesi di Collodiana memoria - a effettuare la stipula di un nuovo contratto (in bollo!) con il CONSAC e a versare un nuovo anticipo di consumo, sempre al CONSAC (qui usiamo il genere maschile, per via della vecchia denominazione: Consorzio Acquedotti Cilento; anche l'uso del genere femminile è corretto, tuttavia). In questa lettera si leggeva, inoltre: “A decorrere dal 1 gennaio 2001 [si voleva forse intendere 2002, n.d.r.] eventuali prelievi idrici effettuati senza la preventiva stipula del contratto di somministrazione con il CONSAC saranno ritenuti abusivi a tutti gli effetti civili per il ristoro del danno e penali per l'accertamento del reato di furto”.
Proprio così: i cittadini di Sassano sarebbero stati considerati ladri di acqua se non avessero obbedito al diktat di quella nota redatta su carta intestata del Comune di Sassano. Un paradosso?
Forse solo normale amministrazione in un territorio dove gli amministratori si ritengono “unti dal Signore”. E solo attraverso l'intervento del CODACONS si fece presente che ”le richieste [di stipula di un nuovo contratto, n.d.r.] sono assolutamente infondate e contrarie alle norme del codice civile”. In questo modo, fu evitata la migrazione di circa 500 milioni di lire di allora dalle tasche dei cittadini alle casse della ditta CONSAC S. p. A. di Vallo della Lucania.
Queste cose sono state dette, da chi localmente rappresenta il CODACONS, in Consiglio Comunale a Sala Consilina, nella serata del 2 dicembre 2011, quando la stessa persona – appellandosi al diritto di tribuna – prese la parola nella discussione sulla cessione della gestione della rete idrica integrata del Comune di Sala Consilina al CONSAC S. p. A. di Vallo della Lucania. Tutti i consiglieri presenti, quindi, erano al corrente di quanto successo a Sassano. 



NON MOLTO TEMPO FA - La questione di Sassano, si è riproposta, in una veste solo apparentemente diversa, a Sala Consilina. In questo nuovo caso ci è sembrato che si volesse far cessare la validità del contratto stipulato con il Comune, oggi in essere, con un nuovo metodo.
Si leggeva, infatti, in una lettera inviata dal CONSAC agli utenti di Sala Consilina, quanto segue: “Le facciamo ancora presente che il Comune di Sala Consilina ci ha richiesto di rateizzare l’anticipo fornitura in tre rate uguali che sarà dunque compreso nelle prossime tre fatture. Questa somma serve a garantire i pagamenti, rispetto ai prelievi idrici che anticipatamente il Cliente effettua ed è restituita all’atto della disdetta del contratto. Nelle prime tre fatture sarà dunque fatturato l’anticipo fornitura il cui ammontare comparirà in ogni bolletta da noi emessa, in modo da ricordarle sempre l’esistenza del suo credito”.
Ricordiamo a noi stessi che, a norma dell’art. 1406 e successivi del C.C., una cessione del contratto si può effettuare se il contraente ceduto acconsente. Queste stesse norme prevedono che il contratto ceduto continui a valere e che il contraente cedente, in questo caso il Comune di Sala Consilina, si faccia garante della validità dello stesso contratto.
Non vi era quindi obbligo alcuno di versare un nuovo anticipo di consumo. Queste cose noi le abbiamo dette chiaramente. Il Comune di Sala Consilina ha però fatto affiggere, a spese dei cittadini, numerosi avvisi riportanti un parere della Commissione Nazionale per la Vigilanza sulle Risorse Idriche. Con dati errati. Come se fossimo in campagna elettorale, il numero di manifesti è stato proporzionale alla forza che si voleva mostrare di fronte ai cittadini, che avrebbero così dovuto sentirsi obbligati a credere vera l’esistenza di un articolo 153 comma 2 del D.Lgs.vo 252/2006. Forse si voleva citare un’altra norma; noi possiamo però immaginare che si volesse citare il D.Lgs.vo 152/2006. E poi si dice che si ignorano le leggi… Nulla si diceva, tuttavia, sull’anticipo di consumo. Si diceva, invece, che questo parere configurasse la “successione ex-lege” del contratto (ah, quanto ci manca, oggi, la limpida prosa Manzoniana per definire queste finezze giuridiche!). 
Uno studio tardivo di un “parere”, forse indotto dalla giusta rimostranza dei cittadini di Sala Consilina che avrebbero visto la migrazione (illegittima, lo vogliamo dire?) di alcune centinaia di migliaia di euro dalle loro tasche alla casse della ditta CONSAC S. p. A. di Vallo della Lucania. Da Sala Consilina a Vallo della Lucania, con la benedizione di questa Amministrazione, si sarebbero trasferiti tanti bei soldini freschi freschi.


OGGI – Come se cadesse dalle nuvole, avendo ignorato le leggi italiane in materia di cessione di contratti per così lungo tempo, nonostante il 2 dicembre scorso la storia di Sassano fosse stata raccontata per intero in sede consiliare, l’Amministrazione di Sala Consilina ci viene adesso a dire che la somma di anticipo di consumo non è dovuta. Bella scoperta! Intanto, la sede CODACONS locale si è premurata di esporre al Procuratore della Repubblica, l’intera vicenda, che va dai giorni di Sassano (2001) ai giorni nostri (2012). In questi lunghi anni ci hanno ignorato, a volte deriso, poi ci hanno combattuto, anche tentando di mettere sotto scacco la rappresentanza locale della sede. Ci hanno apostrofato con termini poco consoni (ricordate il “populismo”, i “cinque minuti di popolarità” e “l’ignoranza delle leggi”?). 
Oggi lasciateci godere – insieme a tutti i cittadini di Sala Consilina – questa bella vittoria di civiltà giuridicaAbbiamo combattutto, in tutti questi anni, nonostante tutto, per la tutela dell’ambiente e dei diritti dei cittadini. Per questo continueremo a combattere, in nome di quella legalità che dovrebbe essere il faro che ci deve guidare al di fuori delle secche della crisi economica in atto. In questo periodo di presa di coscienza collettiva del valore intrinseco della tutela ambientale, in questa nuova primavera, in cui si reclamano i diritti collettivi ad alta voce, è viva la speranza che presto i cittadini di Sala Consilina possano esprimere il loro consenso (o dissenso?) sull’operazione politica messa in atto dall’Amministrazione di Sala Consilina, attraverso il referendum richiesto dal Comitato ABC (Acqua Bene Comune). 
Solo attraverso questo strumento democratico l’Amministrazione potrà sentirsi legittimata alla scelta fatta il 2 dicembre del 2011, ossia, quella di trasferire la gestione del servizio idrico alla ditta CONSAC S. p. A. di Vallo della Lucania. Scelta da noi ampiamente criticata per le ragioni esposte in Consiglio Comunale. Scelta non condivisa, secondo il nostro parere, dalla maggioranza dei cittadini salesi. 

Solo con il referendum, adesso, l’acqua di Sala Consilina, più o meno salata in questi ultimi mesi, tornerà ad essere semplicemente acqua salese 

sabato 17 marzo 2012

Un territorio sotto assedio


Che cosa ci aspetta nel futuro:

“… E la Terza Rivoluzione Industriale ci porta dalle energie derivanti dai combustibili fossili del XIX e XX secolo, alla distribuzione delle energie rinnovabili del XXI secolo. Il sole splende ovunque nel mondo, ogni giorno. Ogni giorno, il vento soffia su tutto il pianeta. Tutti noi abbiamo fonti di calore nel sottosuolo, che possono essere trasformate in energia. Se viviamo in aree rurali possiamo riutilizzare gli scarti agricoli e forestali. Se viviamo in regioni costiere possiamo sfruttare il moto ondoso. Abbiamo i rifiuti che possono essere trasformati in energia, così come le cascate possono generare energia idroelettrica. Il pianeta ha energia sufficiente per sostenere la vita per milioni e milioni di anni a venire. La domanda è se queste nuove generazioni avranno il desiderio e la volontà di conseguire questa nuova rivoluzione industriale” (J. Rifkin, La Terza Rivoluzione Industriale).


Alla semplicità (e all’efficacia) delle parole di Rifkin, associamo uno studio effettuato di recente: Mark Z. Jacobson (Stanford University, USA), Mark. A. Delucchi (University of California at Davis), A path to sustainable energy by 2030, Scientific American, Vol. 35, No. 5, pp. 58-65 (2009).

Fidatevi (se potete) della mia traduzione dall’Inglese:

“Oggi la potenza massima utilizzata nel mondo è pari a circa 12,5 TeraWatt (1TW=1 miliardo di Kwatt) secondo i dati dell’EIA (Energy Information Administration) americana. Questa agenzia stima che la potenza richiesta per l’anno 2030 sarà di circa 16,9 TW… Studi dettagliati portati avanti dai sottoscritti [Jacobson e Delucchi, n.d.r.] indicano che l’energia eolica sfruttabile è di circa 1700 TeraWatt. L’energia solare, da sola, può offrire una potenza di 6500 TW. Naturalmente, l’energia del sole e del vento in alto mare, o su alture scoscese, o nelle regioni protette, non può essere utilizzata. Pur tuttavia, se sottraessimo il contributo di queste aree e di quelle le cui mappe del vento ne sconsigliano l’utilizzo, ci riduciamo solo a 40-85 TW per l’energia eolica e a 580 TW per l’energia solare, ossia, a valori ben al di sopra del fabbisogno energetico mondiale”.

E ancora, ascoltiamo il nostro Carlo Rubbia:

domenica 30 marzo 2008 (http://www.telefree.it)
Solare termodinamico, la conferenza Stato-Regioni dà il via libera al decreto

… Basti pensare che un ipotetico quadrato di specchi, lungo 200 chilometri per ogni lato, potrebbe produrre tutta l'energia necessaria all'intero pianeta


E anche in Campania qualcosa si sta muovendo...



Sul fronte della Shell, invece, che cosa si dice?

CIRCA DIECI ANNI FA: Phil Watts, l’allora presidente della Royal Dutch Shell, pronunciò un discorso sul futuro dell’energia in un convegno sponsorizzato dalle Nazioni Unite e tenutosi a New York nel 2001: annunciava la fine dell’era degli idrocarburi fossili e l’inizio dell’era dell’idrogeno.

TRE ANNI FA: apprendiamo dal WEB (http://sviluppo-sostenibile-italiano.blogspot.it)
VENERDÌ 20 MARZO 2009 - Royal Dutch Shell annuncia che taglierà drasticamente gli investimenti relativi alle energie rinnovabili, come eolico e fotovoltaico, per concentrarsi principalmente su petrolio, gas e biocombustibili.  

OGGI: La Shell è qui da noi a combattere la sua battaglia per appropriarsi delle risorse del sottosuolo. La risposta dei ragazzi della Terza Media di Trinità è la seguente.




sabato 10 marzo 2012

ACQUA SALATA

Nei giorni scorsi è comparso un avviso con dati sbagliati per le strade di Sala Consilina. Ossia, sono stati tappezzati i muri di Sala Consilina con questi manifesti, contenenti un errore marchiano. Chiaro segno che qualche manovratore non vuole essere disturbato con lettere di diniego del consenso del contratto di fornitura del servizio idrico alla ditta CONSAC S.p.A. di Vallo della Lucania (forse stanno diventando troppe queste missive?). Ecco il manifesto ed ecco, segnato in rosso, il madornale errore. Non una singola parola sull'anticipo di fornitura che il Comune intende far pagare ai cittadini (secondo quale "parere" adesso?) nelle bollette che la ditta  CONSAC S.p.A. di Vallo della Lucania si appresta a far giungere nelle case dei cittadini di Sala Consilina.



Ed ecco come abbiamo risposto all'avviso.


CODACONS CAMPANIA ONLUS

Sede del Vallo di Diano, Via Silla 25 84030 Silla di Sassano (SA)

                            http://www.codacons.it  E-mail codaconsvd@yahoo.it fax: 0975 4931194

COMUNICATO 10-03-2012

COPIARE BENE PER INFORMARE MEGLIO: UN PARERE DI UN’AUTOREVOLE COMMISSIONE PRESIEDUTA DA UN INGEGNERE RIPORTATO IN MODO ERRATO SUI MANIFESTI AFFISSI A SALA CONSILINA

Quando si dice la forza delle idee. E non si ha idea della forza che si impiega nell’affiggere, a spese dei cittadini, degli avvisi riportanti un parere della Commissione Nazionale per la Vigilanza sulle Risorse Idriche. Con dati errati. Come in campagna elettorale, il numero di manifesti è proporzionale alla forza che si vuole mostrare di fronte ai cittadini, che devono così sentirsi obbligati a credere che esista l’articolo 153 comma 2 del D.Lgs.vo 252/2006. Forse si voleva citare qualche altra legge, magari la 152/2006. Ma non crediamo che vi sarà un eguale dispiegamento di forze per chiedere scusa ai cittadini di questo errore e, soprattutto, del burocratese con il quale si è tentato di spiegare il “parere” della Commissione. Da tutto questo si evince solo il disturbo di un manovratore che non ha alcuna intenzione di essere disturbato oltre.

Questa lotta di liberazione dell’acqua salese, che da quest’anno sarà ribattezzata acqua salata, per via degli aumenti dell’ordine del 40% delle tariffe e per via dei vari balzelli introdotti dalla Carta dei Servizi (nuova stella polare degli utenti, secondo il Sindaco – ex membro del CdA dell’ATO 4) dovrebbe tuttavia passare attraverso il referendum che il Comitato ABC di Sala Consilina ha proposto. Due quesiti: il primo di caratttere consultivo, per la creazione di un’azienda speciale di diritto pubblico; il secondo abrogrativo della delibera con la quale il Comune di Sala Consilina trasferisce al CONSAC S. p. A. di Vallo della Lucania, senza il consenso dei cittadini, la gestione della rete idrica comunale. E per superare l’impasse del consenso, quella del referendum potrebbe essere la strada maestra. Così anche l’Amministrazione di Sala Consilina potrebbe evitare di arrampicarsi su scivolosi specchi. E, chissà, durante la campagna referendaria, si potrebbero far apparire dei mega-cartelloni, dove si avrà cura di riportare il nome del vero “mandatario elettorale”, riproducenti scene di tripudio per questa bellissima conquista amministrativa.

Eppure, a notare l’impatto visivo dato dal numero dei manifesti sbagliati affissi in paese, ci tornano alla memoria le rappresentazioni iconografiche dei cartelloni Hollywoodiani, visibili a tutti, tranne che ai controllori del buon andamento della campagna elettorale, che intanto si svolgeva in modo scorretto, essendo i manifesti della lista n. 1 sistematicamente occultati da entrambe le liste avversarie (2 e 3). Tiremm’ innanz’! ebbe ad esclamare il patriota Antonino Sciesa, in contesti più drammatici di questo. Ma questo potrebbe esser il nostro motto, perché – per i cittadini salesi – da questo punto in poi si tratterà di mostrare tutta quella dignità e quella compostezza di cui sono capaci per affrontare una lunga e non semplice lotta per l’acqua salese contro l’acqua salata.     


domenica 4 marzo 2012

La primavera che verrà


DAL SITO DI ONDANEWS (una bella realtà editoriale)

26/02/2012 - Il collegamento all’autostrada della zona Industriale di Teggiano e la rabbia degli imprenditori. Una vergogna che dura da oltre 10 anni

Generalmente quando si individua un’area ritenuta adatta per insediamenti produttivi, prima di tutto si provvede a realizzare la strada che ne consenta un accesso adeguato e poi si concede la possibilità di impiantarvi le attività. A Teggiano questo non è successo e da anni si trascina una vicenda che solo il buon senso e la natura mite degli imprenditori che hanno investito i loro capitali in quell’area non ha permesso che la vicenda si trasformasse in lotta ancora più accesa.
E la ragione degli imprenditori? A quali santi si devono rivolgere? Lo spettacolo offerto l’altra mattina, presso l’azienda di Carmine Cardinale, non è stato tra i più edificanti. Ciò che è emerso è la mancanza di un confronto sereno soprattutto tra il comune di Teggiano e la Provincia di Salerno con momenti che sono addirittura sfociati in offese tra l’assessore provinciale Marcello Feola e tecnici ed amministratori del comune nelle persone dell’ingegnere Innamorato e nell’assessore Manzolillo. Un “guardarsi in cagnesco” che ha fatto sbottare l’imprenditore Carmine Cardinale, che come gesto di collaborazione aveva offerto la sua struttura per conciliare l’incontro, il quale ha addirittura detto “ ma mi date l’autorizzazione a costruirla con i miei soldi questa strada? Ma vi rendete conto in che situazione viviamo qui? Ma vi rendete conto che quando vengono persone presso la mia azienda da Milano o da Firenze fanno fatica a trovarmi perché escono dall’autostrada e poi cosa dico? Buttatevi nelle terre attraverso stradine interpoderali? Ma è una vergogna!”.
E’ davvero una vergogna. Se per fare questa strada c’è bisogno che qualcuno faccia uno, dieci, cento passi indietro, per il bene di tutto il territorio compreso soprattutto tra i comuni di Sala Consilina, Teggiano, Sassano e Monte San Giacomo, si proceda. Immediatamente. Gli imprenditori non possono e non debbono più aspettare.



Rocco Colombo - www.ondanews.it -



Da un mio intervento su FB agli Amici di Teggiano.


Cari Amici,

Il depuratore della zona industriale costruito 
nel boschetto paleo-palustre di Sassano. Sullo
sfondo la catena della Maddalena. Visibile tra i
rifiuti di varia natura depositati in questa area 
di  pregio anche una tazza da bagno: 
immancabile souvenir che alcuni sciagurati non 
mancano mai di lasciare a testimonianza del loro 
passaggio.
Grazia Francescato ha parlato delle cicogne che nidificano nel Vallo di Diano nell'aula consiliare del Comune di Sala Consilina, sabato 25 febbraio 2012, nell'incontro organizzato da SEL per dire NO al petrolio nel Vallo di Diano . Almeno un sindaco, che ascoltava la Francescato e che applaudiva, era presente nella stessa aula consiliare. Personalmente, ho condiviso l'impostazione del discorso della Francescato, donna di una coerenza non comune, circa la possibilità di costruire un "futuro sostenibile" nel mondo (non solo nel Diano). Lo stesso sindaco era presente all'incontro con l'assessore provinciale, da quanto riportato sulla stampa e da quanto documentato dalle bellissime foto-ricordo sull'evento, il giorno prima. Ora vorrei farvi riflettere sull'incipit di questo particolare articolo (parole che condivido in pieno) e sul finale (in completa antinomia). Non tanto per sollevare una critica al giornalista (ci mancherebbe altro!) ma per ricordarvi che ho dovuto subire gli strali di un ex-sindaco di Teggiano per aver detto che sull'areale della cicogna, in una località definita Pantano dai nostri avi (nomina sunt consequentia rerum), si voleva costruire una "zona industriale". A questa "infra-stortura" adesso se ne vuole aggiungere un'altra, con buona pace della vocazione agricola e turistica (che a chiacchiere siamo tutti pronti a invocare) del territorio. Ricordo ancora con molto piacere e un tanto di ilarità il tentativo fatto dallo stesso personaggio, forse per neutralizzare la mia opera di dissuasione circa la costruzione della zona industriale in un "pantano" di particolare pregio ambientale. Era il 5 settembre del 2002, Di Pietro visitava il Vallo di Diano e parlò a Sala Consilina su mio invito. Il sindaco si fece presentare e venne a promettere appoggio politico (per quanto riferitomi dallo stesso politico). A pranzo - infatti- mi chiese se conoscessi la persona e se avessi qualche remora nell'accettare un'investitura ufficiale della stessa nel nostro partito (ero responsabile provinciale dell'Osservatorio sulla legalità, oggi trasformatosi in Osservatorio sulla legalità e i diritti). Presi tempo per capire cosa stesso succedendo. Il tempo ci ha detto che questo appoggio politico non c'è mai stato. A voi le conclusioni. Era stata promossa una campagna conoscitiva sulle aree di pregio ambientale (vedi- ad esempio - l'interrogazione n. 4-03702 a pag. 5809 del prezioso documento).
Si legge  nella “Scheda di trasmissione di notizie di reato” del Comando 
del Corpo Forestale dello Stato, inviata alla Procura il 20-01-2011, che 
sono stati distrutti circa 2000 mq. di bosco”, e che il Comune di 
Sassano ha lottizzato, per scopi produttivi, un luogo boscato”, si è 
fatta menzione di “un falso ideologico circa la destinazione reale del 
suolo con elusione dei vincoli conseguenti”. 



L'on. Trepiccione, che aveva scritto una bellissima interrogazione sulla questione delle aree industriali di Teggiano e Sassano, ha poi ritirato la stessa. L'attuale sindaco di Sassano, allora parlamentare, è intervenuto, per sua stessa ammissione, presso l'on. Trepiccione. Ma questi episodi non sono stati gli unici per impedire che alla mia persona venisse dato credito. Tutto forse per neutralizzarne le idee da folle visionario? Era un continuo lavorio alle costole. Ma oggi posso dire di non essere un pugile suonato. Non vi dico dei tentativi fatti per screditarmi come rappresentante locale dell'associazione che attualmente rappresento. A sorreggermi erano le idee, non la voglia di avere un attimo di notorietà. Infatti, a Sala Consilina non sono stato io a promuovere la lista n.1 per parlare di agro-alimentare di qualità, ma un insieme di persone che hanno visto in me un rappresentante, un portavoce, in virtù del mio impegno pregresso nell'IdV (candidatura "silente"-per la stampa locale- nel collegio uninominale di Vallo della Lucania nel 2001). Il motto della campagna politica del 2001 era uno solo: innovazione e tradizione nell'Italia del futuro. Sulla foto del manifesto volli fortemente la presenza di mia figlia ai tasti di un vecchio PC. Dovetti vincere le resistenze di mia moglie, ma non volevo sentirmi solo in quella difficile e infruttuosa impresa. Silenziosamente, in tutti questi anni, queste donne (mia moglie e le mie due figlie) mi hanno sorretto, per quanto hanno potuto, anche con un'insolita comprensione delle "strambe" idee che portavo avanti: il 19 agosto del 2006 vennero con me nel Parco Nazionale in territorio di Monte San Giacomo per vedere lo scempio incredibile fatto da un escavatore cingolato a 1100 m di altezza in piena zona 1. Quell'anno dovemmo rimandare la solita settimana di vacanze al mare: ma senza una sola protesta. A volte, però, la più piccola mi chiede perché - se ritengo di essere nel giusto - alla fine i cittadini non mi votano. Io sorrido, accarezzandole il capo: sarebbe troppo lungo spiegarle i meccanismi - certo inconfessabili, fatti anche di false promesse - che procurano i voti ai nostri rappresentanti istituzionali. Perché vi dico queste cose? Perché voi possiate essere custodi di una verità celata da troppo tempo. Perché la storia di questi luoghi avrebbe potuto prendere una piega diversa se ci fosse stato qualche politico che avesse scritto quello che ha scritto l'on. Trepiccione nella sua interrogazione, alla fine mai presentata. Perché nessuno mai ha parlato di cooperazione in questa vallata dove la proprietà terriera estremamente parcellizzata ha dato la stura al "sacco della vallata", che ancora perdura. 

Amici, per me è stato molto difficile sedere allo stesso tavolo dove erano presenti alcuni personaggi che hanno taciuto quando la nostra vallata veniva presa di mira da speculatori senza scrupolo. Eppure ero là, in silenzio, ad ascoltare chi diceva che nessuna voce si era levata per la difesa del Vallo dall'assalto di una multinazionale del petrolio. Comprendo, amici miei, le perplessità di chi non si sente di dire no al petrolio, solo perché da troppo tempo abbiamo parlato di vocazione agricola e turistica del territorio, facendo poi sorgere capannoni in ogni dove. Eppure, non posso pensare alla mia valle, a quella dei miei figli e dei miei nipoti, completamente devastata dalle trivellazioni. Non mi rassegno. Anche se dovessi pensare che le mie (e non solo mie) lotte per il fiume Cavarelli, per l'areale della cicogna, per il boschetto paleo-palustre, per il Parco Nazionale preso di mira dalle ruspe cingolate a 1100 m sul livello del mare non fossero servite a nulla, proprio non ce la faccio a rassegnarmi all'idea di un territorio completamente snaturato nella sua essenza. E perciò, cari amici: errare humanum est, perseverare diabolicum. Se vogliamo dire no al petrolio, dobbiamo essere coraggiosi e rivedere a fondo il modo di intendere il futuro del nostro Vallo. Nessuno me ne voglia per questo. Perché non possiamo dirci "ambientalisti" se rincorriamo strategie di sviluppo antinomiche, in spregio della logica stessa.

Scusatemi per il lunghissimo post. Prometto di non farlo mai più...