mercoledì 5 giugno 2013

Adulti e “delinquenti”


Leggeri e leggiadri frequentavamo gli istituti del paese e discorrevamo per le strade di Sala Consilina e guardavamo con fiducia al futuro. Veloci come gazzelle, elastici come molle (tese) e studiosi. Eravamo giovani e incensurati; ora adulti e “delinquenti”.
 
Con il tempo la spensieratezza ha lasciato il posto all’impegno sociale. E con esso è arrivata la stagione delle lotte per le nostre terre, per il nostro futuro e quello dei nostri figli. E in questa stagione, prima ci hanno ignorato, poi ci hanno deriso, come se il nostro impegno fosse frutto di pura follia. E, mentre tutto intorno a noi si corrompeva, dall’acqua dei fiumi all’assetto urbano dei nostri paesi, abbiamo cercato di fermare la vera follia fatta di devastazione e morte, di saccheggio sfrenato della vallata, di miseria umana e veleni sociali. E proprio per questa nostra attività di volontario e disinteressato impegno, hanno cominciato a combatterci, usando ogni mezzo. Dalla velata calunnia alle mezze frasi che ci dipingono come don Chisciotte inconcludenti, fino all’esclusione dal campo. Si sono oscurate le piazze, chiusi i cancelli, occultati i nostri nomi ai bordi delle strade. E tutto ciò proprio mentre le loro effigie campeggiavano in ogni dove, illegalmente. Abbiamo accettato la sfida e stiamo ancora combattendo, anche nei tribunali, non solo in quelli in via di dismissione. E sembra quasi che la giustizia, presente a tratti sul suolo di questo altopiano, debba ora allontanarsi definitivamente e mestamente da queste terre: prenderà così il volo un altro pezzo di storia di questa martoriata valle, intossicata dalla colpevole inerzia, di cui qualcuno dovrà infine rendere conto, e dalla cattiva politica.

 Hanno mezzi e potere e quindi danaro da spendere anche per false accuse. Hanno entrature in ogni dove. Con la loro influente – ma incerta – loquela, riprodotta a iosa in tutte le reti locali, fanno credere che non esista malaffare nella vallata; raccontano menzogne per coprire ogni loro sporco affare, mentre la terra muore dei danni prodotti dalla non casuale incuria e dal voluto abbandono. Solo il cemento conta, e si fa sì che venga sparso in ogni dove, affinché si lucri e si deturpi.
Ci combattono anche con le parole senza senso, come quella strana definizione di “delinquenti”, come se vivessimo nel mondo alla rovescia, dove chi commette reati è una persona rispettabile e chi denuncia un turpe fatto un malfattore. E molti tacciono e solo pochi esprimono parole di solidarietà. I molti sono fatti della stessa pasta: pensano ai propri affari e, per il resto, che tutto vada in malora. Eppure, se dovessimo prestare fede alle parole del Mahatma Gandhi, alla fine vinceremo. La posta, per il momento, è ancora intatta e non si sa chi prenderà la prossima mano. Ma alla fine vinceremo con la forza delle idee e delle parole e con l’inafferrabile potenza della verità, nonostante gli errori che abbiamo potuto commettere e che – in buona fede e, si spera, in misura minore – ancora commetteremo. E saluteremo la vittoria con il grido rivoluzionario di sempre: “hlvs”.

1 commento:

  1. Solo chi sa combattere è degno di libertà... non ricordo chi l'ha detto, penso però che anche se fossimo in pochi a fare nostra questa espressione, probabilmente un giorno vedremo sorgere il sole della vittoria per noi e per le generazioni che verranno... Coraggio Roberto, te lo ripeto, non sei mai solo!

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