martedì 7 aprile 2015

Sassano verso il rinnovo del consiglio comunale IV

Quarta puntata

Nel 2006 c’è stata una novità che ha rinsaldato la maggioranza unica: viene eletto al Parlamento, in quota Verdi, il dott. Pellegrino Tommaso, che l’anno precedente aveva caldeggiato la candidatura del dott. Cammarano Vincenzo al Consiglio Regionale. L’insuccesso del dott. Cammarano non aveva quindi precluso l’ascesa del dott. Pellegrino al Parlamento: un mancato sindaco, ma un parlamentare in più. E il bilancio sembra essere positivo. La seconda avventura di Prodi dura il tempo necessario a far maturare i diritti di pensione ai parlamentari della legislatura troncata dalle dimissioni dell'indultante" guardasigilli Mastella. Nel 2008 il centro-destra dilaga in tutta Italia: Mister B torna al governo. Nel 2009 (storia più recente) il centro-sinistra perde la provincia di Salerno; Sassano perde un assessore provinciale (il vice-sindaco Arenare). Intanto si fanno strada degli astri nascenti o risorgenti. Il dott. Calandriello, primario presso l’ASL unica di Salerno, collega del sindaco por-tempore di Sassano, il dott. Rubino Domenico, si riaffaccia, dopo anni di presente assenza, nel mondo della politica locale. Presidente della BCC di Sassano, egli veniva eletto in quegli anni nell'Assemblea nazionale del PD, rappresentando così la corrente di Franceschini del Vallo, che però non è risultata vincente nelle primarie di partito a livello nazionale. Avversario politico di Arenare nel corso delle legislature antecedenti al 2000 (il termine “avversario” si usa in senso lasco, naturalmente, come abbiamo visto), adesso è chiamato a ingrossare (facciamo bene attenzione all’uso delle vocali!) le file del PD sassanese con i suoi uomini. Il duo Arenare-Calandriello (A-C), una volta strenua coppia di oppositori, forse solo per quel gioco delle parti del potere a due facce, per metà politico (anche qui l’accezione lasca ci sembra la più appropriata), per metà fatto di affari locali, adesso sembra non avere rivali, anche perché, nel frattempo, anche i sostenitori del dott. Pellegrino stanno veleggiando verso il PD. E così i colori si sbiadiscono e si confondono in una danza dettata soprattutto da convenienze e da amicizie, più che da idee e convincimenti politici.  


Un’altra novità stava emergendo nello scenario politico locale: Valentino Di Brizzi, fratello minore del compianto arch. Ottavio Di Brizzi, che ha lasciato in moltissimi un buon ricordo si sé e una sua interessante opera per i caduti di Sassano, della quale abbiamo parlato anche in questo blog. Sostenuto da un numero non esiguo di persone, a Sassano riporta un discreto successo alle elezioni provinciali del 2009 vinte dal centro-destra. Non è però eletto. In quel frangente in contrasto con l’amministrazione comunale, anche per la questione della natura dei suoli utilizzati dalla sua impresa, nel 2010 dà vita ad una cosiddetta “terza lista”, che, paradossalmente, avrebbe potuto avvantaggiare proprio l’amministrazione uscente. Ed è in questo difficile contesto che si gioca la partita del dott. Cammarano, anch'egli ritornato in  gioco dopo la parentesi di cinque anni della quale abbiamo già detto: in quel periodo di assenza dalla vita politica avrà certamente maturato il convincimento che i Verdi non sono una formazione politica a lui confacente e, da mastelliano pentito, ha optato per un partito più moderato, l’UdC appunto. Già amico di Mastella, poi candidato con i Verdi su suggerimento del dott. Pellegrino, abbandona il suo temporaneo mentore per diventare referente locale del partito di Casini. Appronta una lista contro Arenare, destinata alla sconfitta, nonostante una variabile di non poco conto a suo favore: il consigliere uscente Petrizzo Francesco, operatore sanitario molto ben voluto localmente, tanto da riportare, nel 2005, un numero di preferenze addirittura maggiore a quelle dell’allora vice-sindaco, all’epoca anche assessore provinciale (Arenare, chi altri). Il buon Petrizzo aveva tentato di conquistare per sé uno spazio più ampio all'interno dell’amministrazione “unica”, ma dovette prima accontentarsi di un assessorato, poi, a seguito di contrasti interni, dovette rinunciare anche a questo incarico. Nemmeno alla fine della legislatura ebbe a formare un gruppo consiliare di opposizione, anche se la sua posizione sembrava essere di contrasto (ma sempre in senso lasco, per carità!) rispetto all'amministrazione “unica”. Riepilogando, allora, le liste in ballo, nel 2010, erano ben quattro, quasi tutte gemmate dal listone del 2005: la lista Pellegrino-Calandriello, la lista Arenare, la lista Cammarano e la lista Di Brizzi (quest’ultima con simbolo partitico del PDL e unica a non essere propaggine diretta della listone) . Elencate nell'ordine di successo elettorale, le quattro liste hanno dato l’impressione di voler fornire un nuovo impulso alla vita sociale e politica del paese: impressione che fu subito smentita dall’acquiescenza durata per altri cinque anni. Il dott. Tommaso Pellegrino diventa sindaco, promettendo una stagione di rinnovamento. Qualche cosa inizialmente si vede, ma il paese resta fermo al palo del progressivo spopolamento del centro storico, delle difficoltà socio-economiche che affliggono il Vallo di Diano e l’Italia tutta, di uno scollamento sempre più evidente tra la classe dirigente del paese e una parte della cittadinanza, così come mai si era visto prima. La partenza della sesta tappa del Giro d’Italia da Sassano nel 2014 e le varie iniziative (alcune encomiabili, alcune solo di facciata) che dovevano creare fermento socio-culturale sul territorio, poco hanno inciso su un sostrato sociale non omogeneo, a volte dilaniato da forti e insanabili contrasti personali. Sassano è stato al centro di una tragedia collettiva nel settembre del 2014, quando il mandato del dott. Pellegrino stava volgendo al termine: la morte di quattro giovani davanti al bar del centro di Silla, frazione di Sassano. Un evento vissuto in modo drammatico dall'intera comunità. Un evento che ha segnato la vita di ogni singolo cittadino di questo paese dell’entroterra del Salernitano. Un evento che giovani e meno giovani non dimenticheranno mai.

Finora abbiamo parlato di uomini e non di idee e di programmi.  E qui ci dobbiamo accontentare, come avrete potuto capire. Eppure Sassano è un paese con buone potenzialità di sviluppo. E così dovremmo anche dire che, se finalmente rinunciassimo al sacco della vallata, portato avanti con determinazione scientifica e con connivenze ai più alti livelli istituzionali, la valorizzazione ambientale e un forte impulso all’agricoltura di qualità e alla zootecnia tradizionale potrebbero ancora offrire buone opportunità occupazionali nel futuro. Qui non pensiamo solamente alla filiera agricola e pastorale, ma a un più vasto indotto, che va dall’allevamento ittico in acqua dolce alla ristorazione e alla ricezione turistica in senso più ampio, alla ricreazione e allo sport. In queste ultime due attività, non si pensi solo alla pesca, ma anche al “bird watching” (l’osservazione degli uccelli nel loro habitat naturale), all'escursionismo, e a sport quali la canoa, il ciclismo, la marcia, tutti praticabili lungo il corso dei tanti fiumi che attraversano Sassano e il Vallo di Diano. L’abbandono delle attività agricole tradizionali ha purtroppo lasciato campo libero alla speculazione e al conseguente impoverimento ambientale della nostra vallata e ora è urgente accoppiare queste attività in dismissione ad altre più attuali, armonizzando il tutto in un contesto di collaborazione tra i residui piccolissimi imprenditori, incentivando la cooperazione. Qualcuno si chiederà perché di questo non si parli in questi tempi di imminenti elezioni comunali. La risposta è abbastanza semplice. La politica, oppure, più semplicemente, la pseudo-politica locale, non ha mai affrontato, per incapacità o per convenienza, questi temi. Sono temi scomodi, che intralciano il libero mercato dei terreni agricoli, soggiogati alle volontà speculative di investitori con pochi scrupoli. Ma non è da pensare che siano solo le attività private ad avere fatto scempio di terre da coltura, anche per fini criminosi. Basti pensare a quello che è successo a Teggiano, dove, in una località denominata Pantano, per via delle frequenti inondazioni, si vanno a costruire le infrastrutture per un’improbabile zona industriale, proprio laddove la Comunità Montana aveva individuato un’area di pregio ambientale: l’areale della cicogna (Carta di destinazione d’uso del territorio, febbraio 2003). E, per fortuna, la cicogna nidifica ancora; e purtroppo lo fa nell'indifferenza totale di chi potrebbe ricavare da questa presenza grandi vantaggi di immagine. E cosa dire proprio di Sassano, dove, in località Ponte Cappuccini, esiste una residua traccia di quella che era la vegetazione originaria della vallata, una stupenda macchia mediterranea denominata “boschetto paleo-palustre”: indicato anche questo sito come area di pregio ambientale dalla Comunità Montana, là vi si costruisce un’area industriale di cui abbiamo parlato nel post “Una brutta storia”. Ancora, San Pietro al Tanagro: una vasta area agricola completamente urbanizzata e mai completamente utilizzata. E allora le oasi di bellezza naturale locali scompariranno? Tra breve, forse sì. E tra queste vogliamo menzionare un sito conosciuto solo per caso, i poco noti “pozzi”, degli acquari cilindrici naturali di una profondità di svariati metri e di raggio di un metro circa, conficcati nel terreno ai confini del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano in località Valle a Sassano. Sì; forse queste oasi scompariranno, perché le indicazioni che promanano dalle istituzioni locali su questo patrimonio ambientale sono poche, se non del tutto assenti.


Altre due puntate alla fine. Nella prossima alcune considerazioni sul “boschetto paleo-palustre”, nell'ultima alcuni fatti sulla gestione locale del ciclo dei rifiuti.

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