Quarta puntata
Nel
2006 c’è stata una novità che ha rinsaldato la maggioranza unica: viene eletto
al Parlamento, in quota Verdi, il dott. Pellegrino Tommaso, che l’anno
precedente aveva caldeggiato la candidatura del dott. Cammarano Vincenzo al
Consiglio Regionale. L’insuccesso del dott. Cammarano non aveva quindi precluso
l’ascesa del dott. Pellegrino al Parlamento: un mancato sindaco, ma un
parlamentare in più. E il bilancio sembra essere positivo. La seconda avventura
di Prodi dura il tempo necessario a far maturare i diritti di pensione ai
parlamentari della legislatura troncata dalle dimissioni dell'indultante" guardasigilli Mastella. Nel 2008 il centro-destra dilaga in tutta Italia:
Mister B torna al governo. Nel 2009 (storia più recente) il centro-sinistra
perde la provincia di Salerno; Sassano perde un assessore provinciale (il
vice-sindaco Arenare). Intanto si fanno strada degli astri nascenti o
risorgenti. Il dott. Calandriello, primario presso l’ASL unica di Salerno,
collega del sindaco por-tempore di Sassano, il dott. Rubino Domenico, si riaffaccia,
dopo anni di presente assenza, nel mondo della politica locale. Presidente
della BCC di Sassano, egli veniva eletto in quegli anni nell'Assemblea
nazionale del PD, rappresentando così la corrente di Franceschini del Vallo,
che però non è risultata vincente nelle primarie di partito a livello
nazionale. Avversario politico di Arenare nel corso delle legislature
antecedenti al 2000 (il termine “avversario” si usa in senso lasco,
naturalmente, come abbiamo visto), adesso è chiamato a ingrossare (facciamo
bene attenzione all’uso delle vocali!) le file del PD sassanese con i suoi
uomini. Il duo Arenare-Calandriello (A-C), una volta strenua coppia di
oppositori, forse solo per quel gioco delle parti del potere a due facce, per
metà politico (anche qui l’accezione lasca ci sembra la più appropriata), per
metà fatto di affari locali, adesso sembra non avere rivali, anche perché, nel
frattempo, anche i sostenitori del dott. Pellegrino stanno veleggiando verso il
PD. E così i colori si sbiadiscono e si confondono in una danza dettata
soprattutto da convenienze e da amicizie, più che da idee e convincimenti
politici.
Un’altra
novità stava emergendo nello scenario politico locale: Valentino Di Brizzi,
fratello minore del compianto arch. Ottavio Di Brizzi, che ha lasciato in
moltissimi un buon ricordo si sé e una sua interessante opera per i caduti di
Sassano, della quale abbiamo parlato anche in questo blog. Sostenuto da un
numero non esiguo di persone, a Sassano riporta un discreto successo alle
elezioni provinciali del 2009 vinte dal centro-destra. Non è però eletto. In
quel frangente in contrasto con l’amministrazione comunale, anche per la
questione della natura dei suoli utilizzati dalla sua impresa, nel 2010 dà vita
ad una cosiddetta “terza lista”, che, paradossalmente, avrebbe potuto
avvantaggiare proprio l’amministrazione uscente. Ed è in questo difficile
contesto che si gioca la partita del dott. Cammarano, anch'egli ritornato in gioco dopo la parentesi di cinque anni della
quale abbiamo già detto: in quel periodo di assenza dalla vita politica avrà
certamente maturato il convincimento che i Verdi non sono una formazione politica
a lui confacente e, da mastelliano pentito, ha optato per un partito più
moderato, l’UdC appunto. Già amico di Mastella, poi candidato con i Verdi su
suggerimento del dott. Pellegrino, abbandona il suo temporaneo mentore per
diventare referente locale del partito di Casini. Appronta una lista contro
Arenare, destinata alla sconfitta, nonostante una variabile di non poco conto a
suo favore: il consigliere uscente Petrizzo Francesco, operatore sanitario
molto ben voluto localmente, tanto da riportare, nel 2005, un numero di
preferenze addirittura maggiore a quelle dell’allora vice-sindaco, all’epoca
anche assessore provinciale (Arenare, chi altri). Il buon Petrizzo aveva
tentato di conquistare per sé uno spazio più ampio all'interno dell’amministrazione
“unica”, ma dovette prima accontentarsi di un assessorato, poi, a seguito di
contrasti interni, dovette rinunciare anche a questo incarico. Nemmeno alla
fine della legislatura ebbe a formare un gruppo consiliare di opposizione,
anche se la sua posizione sembrava essere di contrasto (ma sempre in senso lasco,
per carità!) rispetto all'amministrazione “unica”. Riepilogando, allora, le
liste in ballo, nel 2010, erano ben quattro, quasi tutte gemmate dal listone
del 2005: la lista Pellegrino-Calandriello, la lista Arenare, la lista
Cammarano e la lista Di Brizzi (quest’ultima con simbolo partitico del PDL e
unica a non essere propaggine diretta della listone) . Elencate nell'ordine di
successo elettorale, le quattro liste hanno dato l’impressione di voler fornire
un nuovo impulso alla vita sociale e politica del paese: impressione che fu
subito smentita dall’acquiescenza durata per altri cinque anni. Il dott.
Tommaso Pellegrino diventa sindaco, promettendo una stagione di rinnovamento.
Qualche cosa inizialmente si vede, ma il paese resta fermo al palo del
progressivo spopolamento del centro storico, delle difficoltà socio-economiche
che affliggono il Vallo di Diano e l’Italia tutta, di uno scollamento sempre
più evidente tra la classe dirigente del paese e una parte della cittadinanza,
così come mai si era visto prima. La partenza della sesta tappa del Giro
d’Italia da Sassano nel 2014 e le varie iniziative (alcune encomiabili, alcune
solo di facciata) che dovevano creare fermento socio-culturale sul territorio,
poco hanno inciso su un sostrato sociale non omogeneo, a volte dilaniato da forti
e insanabili contrasti personali. Sassano è stato al centro di una tragedia
collettiva nel settembre del 2014, quando il mandato del dott. Pellegrino stava
volgendo al termine: la morte di quattro giovani davanti al bar del centro di
Silla, frazione di Sassano. Un evento vissuto in modo drammatico dall'intera
comunità. Un evento che ha segnato la vita di ogni singolo cittadino di questo
paese dell’entroterra del Salernitano. Un evento che giovani e meno giovani non
dimenticheranno mai.
Finora
abbiamo parlato di uomini e non di idee e di programmi. E qui ci dobbiamo accontentare, come avrete potuto capire. Eppure
Sassano è un paese con buone potenzialità di sviluppo. E così dovremmo anche
dire che, se finalmente rinunciassimo al sacco della vallata, portato avanti
con determinazione scientifica e con connivenze ai più alti livelli
istituzionali, la valorizzazione ambientale e un forte impulso all’agricoltura
di qualità e alla zootecnia tradizionale potrebbero ancora offrire buone
opportunità occupazionali nel futuro. Qui non pensiamo solamente alla filiera
agricola e pastorale, ma a un più vasto indotto, che va dall’allevamento ittico
in acqua dolce alla ristorazione e alla ricezione turistica in senso più ampio,
alla ricreazione e allo sport. In queste ultime due attività, non si pensi solo
alla pesca, ma anche al “bird watching” (l’osservazione degli uccelli nel loro
habitat naturale), all'escursionismo, e a sport quali la canoa, il ciclismo, la
marcia, tutti praticabili lungo il corso dei tanti fiumi che attraversano Sassano
e il Vallo di Diano. L’abbandono delle attività agricole tradizionali ha
purtroppo lasciato campo libero alla speculazione e al conseguente
impoverimento ambientale della nostra vallata e ora è urgente accoppiare queste
attività in dismissione ad altre più attuali, armonizzando il tutto in un
contesto di collaborazione tra i residui piccolissimi imprenditori,
incentivando la cooperazione. Qualcuno si chiederà perché di questo non si
parli in questi tempi di imminenti elezioni comunali. La risposta è abbastanza
semplice. La politica, oppure, più semplicemente, la pseudo-politica locale,
non ha mai affrontato, per incapacità o per convenienza, questi temi. Sono temi
scomodi, che intralciano il libero mercato dei terreni agricoli, soggiogati
alle volontà speculative di investitori con pochi scrupoli. Ma non è da pensare
che siano solo le attività private ad avere fatto scempio di terre da coltura,
anche per fini criminosi. Basti pensare a quello che è successo a Teggiano,
dove, in una località denominata Pantano, per via delle frequenti inondazioni,
si vanno a costruire le infrastrutture per un’improbabile zona industriale,
proprio laddove la Comunità Montana aveva individuato un’area di pregio
ambientale: l’areale della cicogna (Carta di destinazione d’uso del territorio,
febbraio 2003). E, per fortuna, la cicogna nidifica ancora; e purtroppo lo fa
nell'indifferenza totale di chi potrebbe ricavare da questa presenza grandi
vantaggi di immagine. E cosa dire proprio di Sassano, dove, in località Ponte
Cappuccini, esiste una residua traccia di quella che era la vegetazione
originaria della vallata, una stupenda macchia mediterranea denominata
“boschetto paleo-palustre”: indicato anche questo sito come area di pregio
ambientale dalla Comunità Montana, là vi si costruisce un’area industriale di
cui abbiamo parlato nel post “Una brutta storia”. Ancora, San Pietro al Tanagro: una vasta area agricola
completamente urbanizzata e mai completamente utilizzata. E allora le oasi di
bellezza naturale locali scompariranno? Tra breve, forse sì. E tra queste vogliamo
menzionare un sito conosciuto solo per caso, i poco noti “pozzi”, degli acquari
cilindrici naturali di una profondità di svariati metri e di raggio di un metro
circa, conficcati nel terreno ai confini del Parco Nazionale del Cilento e Vallo
di Diano in località Valle a Sassano. Sì; forse queste oasi scompariranno,
perché le indicazioni che promanano dalle istituzioni locali su questo patrimonio
ambientale sono poche, se non del tutto assenti.
Altre
due puntate alla fine. Nella prossima alcune considerazioni sul “boschetto
paleo-palustre”, nell'ultima alcuni fatti sulla gestione locale del ciclo dei
rifiuti.
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