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martedì 4 settembre 2012

... nella grande pace che scese su di me, udii batter il cuore del mondo (§)




Ciò che distingue l'uomo immaturo è che vuole morire nobilmente per una causa, mentre ciò che distingue l'uomo maturo è che vuole umilmente vivere per essaWilhelm Stekel, in Jerome David Salinger, Il giovane Holden, 1951.  










Tempo fa, mi sono imbattuto in un saggio dal titolo strano: WTO(*). Sottotitolo: Tutto quello che non vi hanno mai detto sul commercio globale. Scritto nel 2001 da due ricercatrici di Public Citizen, una tra le più importanti organizzazioni ambientaliste e di difesa dei consumatori americani. I nomi delle autrici: Lori Wallach e Michelle Sforza. Riporto solo pochi passi della  prefazione scritta da Ralph Nader, il fondatore di Public Citizen.  

Approvando un accordo forte e inclusivo come il Wto, e altri accordi internazionali sul commercio quali il North American Free Trade Agreement (Nafta), il Congresso degli Usa, e con esso i parlamenti di altre nazioni, rinunciano in gran parte alla facoltà di determinare standard di sanità e sicurezza che proteggano i cittadini, accettando, sul piano legale, pesanti limitazioni alle proprie strategie. L'approvazione di questi accordi istituzionalizza una struttura economica e politica che consegna sempre più i singoli governi nelle mani di un sistema finanziario e commerciale globale, perpetrato per mezzo di un governo internazionale autocratico che favorisce gli interessi delle imprese globali.

Questo nuovo sistema di governo garantisce un immenso controllo sui minuti dettagli della vita di gran parte degli abitanti del pianeta. Questo nuovo sistema non è finalizzato alla salute e al benessere economico dei cittadini, ma all'ampliamento del potere e della ricchezza delle maggiori multinazionali e istituzioni finanziarie mondiali.

All'interno di questo nuovo sistema, molte scelte che coinvolgono la vita quotidiana delle persone vengono progressivamente sottratte alle facoltà dei governi locali e nazionali per essere trasferite a un gruppo di burocrati del commercio non eletti, che siedono nel chiuso delle stanze di Ginevra. Questi burocrati, per esempio, hanno oggi il potere di stabilire se la popolazione in California può intervenire per evitare la distruzione dell'ultimo tratto di foresta vergine sopravvissuto in quello stato, o per vietare la presenza nei propri alimenti di pesticidi cancerogeni; o ancora se i paesi europei hanno il diritto di esigere che non vi siano nei cibi che consumano, tracce di organismi derivanti da biotecnologie rischiose per la salute. Inoltre, una volta che le commissioni segrete del Wto abbiano emanato i propri editti, non può esservi alcun ricorso indipendente: la conformità dev'essere totale.

Sono quindi in gioco le vere e proprie basi della democrazia, e quella facoltà di decidere responsabilmente che è il supporto indispensabile di tutte le battaglie civili per un'equa distribuzione della ricchezza e per un'adeguata difesa della salute, della sicurezza e dell'ambiente. L'erosione della responsabilità democratica, e della sovranità locale e nazionale che ne è l'espressione, è ormai in atto da diversi decenni. La globalizzazione del commercio e della finanza è disegnata dalle multinazionali, che, in assenza di regole universalmente valide, manovrano semplicemente a partire dalle proprie esigenze. L'istituzione del Wto è un passo fondamentale per la formalizzazione e il rafforzamento di un sistema creato espressamente in funzione di questo.

Meglio definito come globalizzazione mondiale dell'economia, questo nuovo modello economico è caratterizzato dall'apposizione di vincoli sovranazionali alla facoltà legale e pratica dei singoli stati di subordinare l'attività commerciale ad altri obiettivi politici. La tattica della globalizzazione è quella di abolire la responsabilità e il potere decisionale su questioni così private quali la sicurezza dei cibi, dei farmaci o dei veicoli a motore, o il modo in cui un paese può usare o preservare il proprio territorio, la propria acqua, i propri minerali e altre risorse.

Oggi non si può aprire un giornale senza avere davanti una miriade di esempi dei problemi che emergono dalla concentrazione del potere: abbassamento del tenore di vita nella maggior parte dei paesi avanzati e in quelli in via di sviluppo; aumento della disoccupazione in tutto il mondo; esteso degrado ambientale e carenze di risorse naturali; scenari politici sempre più caotici; un'impressione di generale pessimismo che sostituisce l'ottimismo e la speranza nel futuro.


E riporto quanto scritto dalle autrici proprio alla fine del loro trattato:

Se anche non impararerete altro da questo libro, speriamo vi sia chiaro almeno il fatto che le centinaia di pagine e le migliaia di norme del Wto hanno poco a che fare con la filosofia liberista del XIX secolo. Anzi, dall’illustrazione di molte delle sue norme appare chiaro che il Wto è solo uno dei modi in cui può essere disegnata una legge.
Questo modello, giustamente chiamato “il sistema delle imprese globali”, non fa gli interessi della maggioranza dei cittadini. Anzi, gli esiti descritti da questo libro sono profondamente indesiderabili e inaccettabili. Ciò che in ogni caso risulta chiaro è che sul piano politico la tollerabilità e quindi la possibilità di sopravvivenza dell’attuale modello di globalizzazione sono assolutamente limitate.
Naturalmente, vi sono altri modelli che potrebbero sfociare in un progetto più equo, più sostenibile sul piano della salute e dell’ambiente e più democraticamente responsabile. Si tratta di sapere se la gente che nel mondo è insoddisfatta della situazione esistente riuscirà a educarsi e a organizzarsi per operare il cambiamento.

Nel 2003 si apriva una sede locale dell’associazione CODACONS, che intendeva (e intende) tutelare i diritti dei consumatori e intendeva (e intende) salvaguardare i beni ambientali della vallata. Ad alcuni è sembrato solo un caso, o l’opera di un folle (e trallallerullerullà e così via...). Ma forse un caso non è stato.

(§) « A Epidauro, nelle quite, nelle grande pace che scese su di me, udii batter il cuore del mondo» 
(Henry Miller, Il colosso di Marussi, 1941.)
(*) World Tade Organization, ossia, Organizzazione Mondiale per il Commercio. Secondo le ricercatrici Wallace e Sforza lo scopo dichiarato del Wto è quello di trovare regole per la liberalizzazione e la diffusione del commercio nel mondo. Ma il vero tema sul tavolo dell’organizzazione è l'espansione dei propri poteri a scapito delle legislazioni nazionali e, al contempo, l'estensione del dominio del commercio a tutta la sfera delle attività umane, al di là di quelle preoccupazioni ecologiche o etiche che possano "frenare" il rullo compressore della mercificazione.

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