La notizia del trasferimento a Polla di 2000 tonnellate di
frazione umida di rifiuti non è una buona notizia. Tuttavia, sarebbe il
caso di sapere con quali motivazioni la Provincia di Salerno ha deciso il
trasferimento di queste sostanze proprio a Polla, presso l’impianto gestito dal
Consorzio Centro Sportivo Meridionale - Bacino SA3 (un nome, ossia due, un
programma). Non sarà per caso perché, proprio a Polla, esiste un impianto di
compostaggio “perfetto”?
Infatti, la storia di questo impianto parte da
lontano. Era il 2008, quando su La Città si leggeva: L’assessore Ganapini chiede lo sblocco dell’impianto di compostaggio e
i comuni di Sala e di Atena sollecitano un’altra soluzione. Per l’assessore
regionale all’Ambiente Walter Ganapini l’impianto di compostaggio di Polla “è
perfetto“, ma il sito non funziona e i comuni sono costretti a pagare 200 euro
a tonnellata per trasportare la frazione umido-organica dei rifiuti in Sicilia.
“Ho trovato gli impianti di Santa Maria Capua Vetere e Polla perfetti, ma gli
impianti non funzionano. Una situazione spaventosa a cui bisogna trovare un
rimedio”.
Il tutto è documentato al seguente link https://codacons.it/il-sito-di-polla-perfetto-ma-chiuso/.
E per non incorrere
nell’autocitazione, lasciamo che parlino solo i protagonisti della vicenda legata all’impianto di compostaggio di Polla.
Seguendo perciò la lettura di questo formidabile pezzo sul quotidiano locale,
si legge ancora: Una situazione di
stallo, per molti versi imbarazzante e difficile da comprendere, che qualche
mese fa ha portato i comuni di Atena e Sala Consilina a chiedere un nuovo
impianto, mentre quello di Polla sembra sará inutilizzato, nonostante sia
perfetto. È uno dei tanti misteri nella gestione dei rifiuti in Campania che,
forse, meriterebbe anche l’attenzione della magistratura.
Ecco, l’ultima
frase non era affatto pleonastica. Infatti, nel 2015 il Corpo Forestale dello
Stato intervenne con un sequestro dell’area dell’impianto. Oggi, forse anche
grazie alla scomparsa del Corpo, la Provincia
può liberamente ordinare l’utilizzo della stessa area. E la protesta così
può essere incarnata proprio da chi avrebbe dovuto e potuto porre rimedio a
queste e altre situazioni relativamente alla gestione dei rifiuti. Figuriamoci!
Ma così va il mondo, cosicché diventa inutile elencare luoghi, fatti e
personaggi, tanto più che siamo idealmente
proiettati, almeno la maggioranza di noi lo è, verso il Nord, ma
miseramente ancorati alle criticità di questi luoghi.
Un vecchio sito di trasferenza nel Vallo di Diano. |
E veniamo alle 2000
tonnellate e cerchiamo di quantificare il numero di viaggi, effettuati da un
TIR, necessari a trasportare questi rifiuti. Si stima che ogni TIR possa
trasportare circa 18 tonnellate. In questo modo, saranno necessari circa 111
viaggi di un TIR per trasportare 2000 tonnelate di rifiuti; ossia, 19 viaggi di un TIR in un mese, qualora
il trasferimento dovesse avvenire in sei mesi.
Ma la domanda non è
la quantità, che abbiamo visto potrebbe risultare eccessiva anche se fosse
trasferita in un impianto funzionante, poiché bisognerebbe tener conto
dell’umido prodotto localmente, ma la qualità. Ossia, quali sostanze potrebbero
essere presenti nel rifiuto-regalo FUTA (Frazione Umida Trattata
Aerobicamente)? A questa aggiungiamo un’ultima domanda: dopo lo stoccaggio a Polla quale sarà il destino del rifiuto-regalo
FUTA? Cosicché, se avessimo usato la testa nel far funzionare le strutture
dedite al compostaggio dei rifiuti e nel dedicare più attenzione alla pratica
dello sport (ma chi fa cosa in questa landa?), forse oggi avremmo dovuto
affrontare una criticità in meno, tra le tante (la sanità in primis) che si stanno delineando all’orizzonte. E forse la maggioranza dei cittadini del
Vallo oggi non sognerebbe la nebbia di Milano, ma solo la solita stupenda
California.