Considerazioni a margine dei risultati delle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo
Ci sarebbe bisogno di un’analisi politica approfondita per
poter spiegare perché un partito che ha fatto del secessionismo e dell’anti-meridionalismo
la propria bandiera possa oggi risultare la compagine politica più votata nei
seguenti paesi del Vallo di Diano:
Atena Lucana, Buonabitacolo,
Padula, Polla, Sala Consilina, San Pietro al Tanagro, San Rufo, Sanza, Sassano,
Teggiano.
Quali sono le
percentuali nel paese più popoloso del Vallo di Diano? Eccole.
SALA CONSILINA –
ELEZIONI EUROPEE
67,22% affluenza
7.929 votanti
367 schede
bianche
186 schede
nulle
0 schede
contestate
LEGA SALVINI PREMIER
Voti 2.319 31,41%
MOVIMENTO 5 STELLE
Voti 1.558 21,11%
FORZA ITALIA
Voti 1.190 16,12%
PARTITO DEMOCRATICO
Voti 1.021 13,83%
FRATELLI D'ITALIA
Voti 608 8,24%
+EUROPA - ITALIA IN
COMUNE - PDE ITALIA
Voti 215 2,91%
LA SINISTRA
Voti 119 1,61%
EUROPA VERDE
Voti 106 1,44%
PARTITO COMUNISTA
Voti 79 1,07%
PARTITO ANIMALISTA
Voti 68 0,92%
POPOLO DELLA FAMIGLIA
- ALTERNATIVA POPOLARE
Voti 40 0,54%
CASAPOUND ITALIA - DESTRE
UNITE
Voti 19 0,26%
POPOLARI PER L'ITALIA
Voti 16 0,22%
FORZA NUOVA
Voti 13 0,18%
PARTITO PIRATA
Voti 11 0,15%
Il partito che è stato la negazione della questione meridionale,
in quanto per anni ha operato per una forte decentralizzazione delle risorse
provenienti dalle regioni settentrionali, erodendo progressivamente la quota di
solidarietà destinata alle regioni del Mezzogiorno, adesso risulta essere la
prima compagine a Sala Consilina. Per lo stesso principio che vale a Sassano,
quindi, gli elettori della Lega potrebbero essersi distribuiti in tutte e tre
le liste che hanno dato vita alla competizione in campo amministrativo, i cui risultati sono riportati sotto. Il Partito Democratico, al quale si ispirano
sia Cavallone, sia Cartolano, risulta essere una sparuta minoranza a Sala
Consilina. A questo partito, tuttavia, riesce un gran colpo: si aggiudica la
maggioranza e una buona fetta della minoranza in Consiglio Comunale. Come sia
potuto succedere tutto ciò, sarebbe difficile da spiegare. Intanto, notiamo anche
come sia le schede bianche sia le nulle hanno conosciuto una flessione nel
passaggio dalle elezioni europee a quelle comunali, così come dai dati riportati sotto.
SALA CONSILINA - ELEZIONI COMUNALI
64,30% affluenza
7.921 votanti
70 schede
bianche
160 schede
nulle
0 schede
contestate
CAVALLONE FRANCESCO
Voti 3.697 48,04%
LISTA VOTI PERCENTUALE
SALA VIVA 3.697 48,04%
CARTOLANO DOMENICO
Voti 3.293 42,79%
LISTA VOTI PERCENTUALE
SALESI 3.293 42,79%
CARRAZZA ALESSANDRO
Voti 705 9,16%
LISTA VOTI PERCENTUALE
EVOLUZIONE SALA 705 9,16%
L’accorato appello di Giulio Pica, affinché si potesse
dibattere pubblicamente, durante la campagna elettorale, sui temi inerenti le
politiche europee, non ha trovato sponda in nessuna lista. Sarebbe forse stato
troppo rischioso, per ciascuna compagine locale, contrariare la predisposizione
al voto di oltre 2300 cittadini? Questi effetti sono stati ben monitorati nel
passato, perché lo stesso consenso oggi tributato al novello Alberto da Giussano veniva precedentemente dato
al cavaliere di Arcore. Nulla di nuovo sotto il sole, quindi? Qualcosa di nuovo
adesso c’è. Infatti, il partito del presidente-imprenditore non ha mai
propugnato (in pubblico) idee anti-meridionaliste. Vero è anche che, durante il
ventennio berlusconiano, non si sono registrati passi in avanti nella risoluzione
della questione meridionale. In concomitanza con questo periodo, poi, il Vallo
di Diano ha conosciuto una rapida involuzione socio-economica. Pertanto, tutta
la fiducia concessa alla compagine dell’ex presidente del consiglio si è quasi
dissolta, favorendo l’ascesa locale del partito di un più giovane ed efficace
comunicatore multi-mediatico. Di contro, esistono caratteristiche locali molto
simili tra il partito di Arcore e il partito di Alberto da Giussano. Nessun
operatore socio-politico locale (o quasi nessuno) è stato in grado di rivendicare il
consenso attribuito, per soli effetti mediatici, prima al partito di
Arcore e poi al partito di Alberto da Giussano. Altra storia è il caso del
Movimento Cinque Stelle, laddove si è tentata un’attribuzione locale dell’immenso
patrimonio di voti immediatamente dopo le ultime elezioni politiche: i fatti
sono ben (tristemente) noti a tutti. Pertanto, questo consenso “liquido”,
attribuito alle due compagine che fanno riferimento al Nord, sembra avere una
consistenza propria della volatilità delle idee in un’epoca in cui la memoria è
una pratica difficile. Difficile per i giovani, troppo ansiosi di mettere le
mani sul futuro, ma difficile anche per chi questo futuro l’ha
definitivamente compromesso con scelte che non si confanno alla realtà locale.
L’appello di Giulio Pica è quindi sempre attuale: una classe
politico-amministrativa che si rispetti deve saper comprendere e interpretare il
consenso politico che promana dalle urne. Ed è qui che l’ossimoro politico si
realizza: un’amministrazione di centro-sinistra dovrebbe comprendere e
interpretare il consenso attribuito alle compagini che guardano al Nord come
modello, dimenticando che il Sud ha bisogno di risorse, investimenti e idee.
Evidentemente, questi stessi processi cognitivi sono talmente distanti dalla realtà
amministrativa che sarebbe forse anche inutile cercare di intessere un
dialogo politico di alto profilo a livello locale. Così Alberto da Giussano e
non Carlo Pisacane potrà ben diventare un punto di riferimento per il Vallo che verrà.