Repubblica
Italiana, Tribunale di Salerno (aula 16), 31 gennaio 2018
Ore 9.20 In attesa dell’inizio
della seconda udienza dibattimentale del cosiddetto processo Chernobyl. La
prima “vera” udienza è stata celebrata il 20 ottobre 2017, dopo circa tre anni
di rinvii e dopo un cambio della presidenza. Ricordiamo infatti le date: il 17
dicembre 2014 la prima udienza non fu celebrata per un difetto di notifica. A
questa “prima udienza” si sono succeduti altri nove tentativi di inizio de lprocesso andati a vuoto a causa di vari motivi: altri difetti di notifica,
astensioni degli avvocati penalisti e un allarme bomba (che
sembrava quasi ad orologeria).
Il nono tentativo non è andato a vuoto e il 20 ottobre 2017 il collegio giudicante decideva di ascoltare, nell’udienza successiva, i testimoni indicati dal pubblico ministero sulla questione legata agli sversamenti illeciti di 980mila tonnellate di rifiuti speciali in varie località delle Campania.
Ore 10.00 La prima udienza in calendario riguarda una questione
legata allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Ore 10.45 Terminata la parte dedicata allo spaccio di droghe, la
seconda udienza dibattimentale del processo Chernobyl può iniziare.
Ore 11.45 Si inizia con il lungo appello: l’elenco degli imputati è
lungo, come sappiamo; le parti civili sono rappresentate dai legali di alcuni comuni
del Vallo di Diano e del beneventano, di alcune associazioni, tra le quali Legambiente
e il Codacons, e dai legali incaricati dalla Provincia di Salerno e dal
Ministero dell’Ambiente.
A mezzogiorno circa si procede
all’interrogatorio, da parte del pubblico ministero, dell’unico teste chiamato
a deporre: un maresciallo maggiore del NOE (Nucleo Operativo Ecologico dei
Carabinieri) che aveva artecipato alle indagini. Già prima della deposizione
avevamo assistito a uno scambio di battute tra un avvocato difensore e il
presidente del collegio giudicante. Il senso dell’interlocuzione era il
seguente. L’avvocato si rivolge al presidente facendo comprendere abbastanza chiaramente
che la giustizia italiana potrebbe anche fare a meno di celebrare questi
processi per occuparsi di cose ben più gravi e che un’eventuale rapida
conclusione dello stesso potrebbe concedere più tempo alla giustizia di perseguire
reati gravi. Ma nulla faceva presagire quanto era da venire.
Nell’interrogazione abbiamo
sentito distintamente che si faceva
riferimento soltanto a rifiuti speciali non pericolosi ed esclusivamente alla
matrice liquida. Intanto, nella richiesta di rinvio a giudizio dei 38
indagati nell’ambito dell’inchiesta denominata Chernobyl condotta dalla Procura
di Santa Maria Capua Vetere tra gennaio 2006 e giugno 2007, si legge:
… smaltimento illecito di imponenti quantitativi di rifiuti speciali
pericolosi e non pericolosi, allo stato solido, liquido e semiliquido, rifiuti
costituiti in particolare da fanghi da depurazione delle acque reflue urbane e
sabbie provenienti dal trattamento delle acque reflue, nonché rifiuti liquidi
provenienti dal porto di Napoli, da ospedali e lidi balneari del litorale
domizio, e da una pluralità di fosse settiche di impianti ospedalieri e
strutture private, per una quantità di rifiuti illecitamente smaltiti stimabile
in circa 980.000 [tonnellate, n. d. r.]
in circa 18 mesi…
e ancora
venivano smaltiti illegalmente fanghi tossici…fanghi assolutamente
pericolosi in quanto rifiuti speciali da smaltire in discarica…
È poi vero che la stessa Procura
della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, il 16 agosto del 2007, spediva ai
sindaci dei Comuni, nei quali ricadevano i terreni interessati dagli
sversamenti, una comunicazione in cui si chiedeva alle Amministrazioni
competenti di intervenire. Il testo della missiva viene di seguito testualmente
riprodotto.
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Procura della Repubblica
Santa Maria Capua Vetere
Quest’Ufficio accertava
smaltimenti illeciti di imponenti quantitativi di rifiuti su aree, terreni e
fondi agricoli in numerosi comuni della Regione Campania e Puglia, attività
criminali messe in atto da un’articolata e pericolosa organizzazione criminale
stabilmente dedita alla perpetrazione di numerosissimi reati ai danni dell’ambiente,
nonché di truffa a pubbliche amministrazioni.
Ai sensi degli artt. 197, 239,
245 e 305 e segg. del D. Lgs. 152/06, la presnete vale come richiesta di
interventi da parte delle Amministrazioni competenti, attesa l’estrema
pericolosità derivante dalle attività criminali accertate in tema, in
particolare, di smaltimenti illeciti di rifiuti.
Tanto si comunica per quanto di
competenza; in attesa di riscontro alla presente si porgono distinti saluti.
S. Maria C. V. 16/08/2007
Il Sostituto
Procuratore Il Procuratore della Repubblica
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Con questa testimonianza e con la
rinuncia da parte del pubblico ministero ad ascoltare altri testi, si poteva
già ipotizzare l’esito del processo, ossia che si stava andando verso la
prescrizione (tutti i reati contestati, tranne quello di disastro ambientale
sono prescritti: tra i capi di imputazione ricordiamo quello di distruzione e
deturpamento delle bellezze naturali). Così come un avvocato difensore aveva
poi fatto notare in aula, si poteva già ipotizzare che il capo di imputazione di
disastro ambientale non sussistesse. In questo modo, con la conclusione rapida
del processo nell’interesse dell’amministrazione della giustizia, si avrebbe
avuto più tempo per affrontare questioni di ben più grave portata. Pertanto, il
14 febbraio 2018 (giorno deggli innamorati) si sarebbe potuto prendere atto che
980mila tonnellate di rifiuti illecitamente smaltiti non costituiscono un danno
così ingente per l’ambiente da dar luogo a un cosiddetto “disastro ambientale”.
Tanto più che il solo teste interrogato, alla domanda da parte del pubblico ministero
se risultasse che questi sversamenti avessero prodotto dei danni alla salute
dei cittadini, aveva prontamente risposto che ciò non risultava. Saranno quindi
stati fatti studi epidemiologici i cui risultati sono davvero confortanti e di
cui non siamo mai venuti a conoscenza. Intanto un avvocato chiede il
dissequestro di tutti i terreni agricoli.
Repubblica
Italiana, Tribunale di Salerno (aula 16), 14 febbraio 2018
Si può ascoltare la requisitoria
del pubblico ministero che ricalca i timori da noi espressi in un comunicato
del giorno 1 febbraio 2018: si chiede l’assoluzione per il solo capo
d’imputazione sopravvissuto agli 11 lunghi anni dalla chiusura delle indagini,
ossia, il disastro ambientale (tutti gli altri reati contestati sono già
prescritti). Si prende effettivamente in considerazione il fatto che, non
esistendo un impianto accusatorio solido, le 980mila tonnellate di rifiuti
illecitamente smaltiti non dovrebbero costituire un danno così ingente per l’ambiente
da dar luogo a un cosiddetto “disastro ambientale”. In ogni caso il pubblico
ministero chiede al presidente di inoltrare ai comuni interessati dagli sversamenti
una richiesta di intervento, per la salvaguardia della salute dei cittadini.
Dopo il clamore sullo smaltimento
dei rifiuti in Campania, dovuta all’inchiesta di Fanpage, forse l’opinione
pubblica potrà finalmente trovare un momento di conforto rispetto ai fatti
legati ai processi quali, ad esempio, il processo Cassiopea. Potranno così
essere smentiti, almeno in questo caso, i toni allarmistici della brava
giornalista Rosaria Capacchione che in un suo articolo su Il Mattino del 5
luglio 2007 così esordiva: «Rifiuti tossici, Campania come Chernobyl».
Sottotitolo: Smaltimento fuorilegge dei fanghi, scorie utilizzate come concime:
38 arresti, sequestrati 4 depuratori. Infatti, le inchieste e i successivi
processi denominati Cassiopea e Chernobyl non possono essere considerati alla
stessa stregua. Nonostante il fatto che entrambi i processi siano stati
incardinati– inizialmente – a Santa Maria Capua Vetere, a seguito del rinvio a
giudizio di due diversi gruppi di persone che si occupavano di smaltimento di
rifiuti. Tanti rifiuti, a leggere le carte della Procura. E nononstante il
fatto che il capo di imputazione più grave in entrambi i processi sia proprio
il disastro ambientale (prescrizione: 12 anni). Per Cassiopea, infatti, le
indagini si chiudono nel 2001 e il processo da Santa Maria Capua Vetere viene
spostato a Napoli per un’eccezione della difesa. Dal Tribunale di Napoli il
processo viene poi di nuovo trasferito a Santa Maria Capua Vetere, dove si
estingue nel 2013. Per Chernobyl non è così. Dopo 11 anni, infatti, c’è una
richiesta di assoluzione a Salerno, dove il processo è stato trasferito da
Santa Maria Capua Vetere. Dal 7 marzo 2018, giorno in cui verrà letta in aula
la sentenza, sarà quindi possibile far nascere un nuovo futuro fatto di
consapevolezza, di sostenibilità dei processi produttivi, di rispetto per
l’uomo e per l’ambiente, e di partecipazione vera ai processi democratici del
Paese. Pur tuttavia, un avvocato delle parti civili richiede che si effettui un’indagine
sui terreni ancora sottoposto a sequestro. Un altro avvocato di parte civile fa
presente l’incongruenza tra quanto affermato dall’unico teste e quanto
riportato nella richiesta di rinvio a giudizio dei 38 indagati. Si dà infine la
parola a uno degli imputati il quale, dopo essersi professato innocente,
dichiara in aula di aver fatto eseguire analisi del sangue ai suoi vicini di
casa e parenti: stanno tutti bene. Il solito avvocato difensore chiede il
dissequestro di tutti i terreni agricoli.
Repubblica
Italiana, Tribunale di Salerno (aula 16), 7 marzo 2018
Si è votato da pochi giorni. Gli
Italiani hanno chiesto un cambiamento di rotta alla politica italiana. Arriviamo
in aula con tanti scatoloni disseminati qua e là: le nostre schede elettorali.
La volontà del popolo italiano è ben custodita in quelle scatole, mi dico. In
scatole simili, per anni, sono state custodite le ossa dei Trecento a Padula.
La lettura della sentenza è rinviata, per l’acquisizione di un certificato di
morte di uno degli imputati, al 28 marzo 2018.
Repubblica
Italiana, Tribunale di Salerno (aula 16), 28 marzo 2018
Ore 14:00 circa Dopo una
camera di consiglio che dura poco più di mezz’ora si può ascoltare la sentenza,
letta dal presidente del collegio giudicante. In sintesi: capo d’imputazione f)
disastro ambientale: assoluzione perché il fatto non sussiste; capi d’imputazione
a), b), c) d), e): non si deve procedere per avvenuta prescrizione. Tutto come
previsto. Il solito avvocato chiede il dissequestro di tutti i terreni
agricoli.