“E’ il periodo [1970-1990, n.d.r.] in cui le risorse naturali della Campania sono state letteralmente saccheggiate ed immolate sull’altare dei profitti mafiosi: dal litorale del Cilento alle pendici del Vesuvio. Vent’anni di ambiente abbandonato all’illegalità sistematica, trasformato in merce di scambio tra criminalità organizzata e potere politico: ai clan veniva assicurata la gestione di attività devastanti (dalle cave ai rifiuti tossici), ai politici corrotti veniva garantita una sorte di potere perpetuo”.
Nel 2008 scrivevo queste poche righe alla rubrica dedicate alle lettere dei lettori su La Repubblica di Napoli.
E sono tornati, grazie alla loro impunità perenne.
Una coraggiosa donna salernitana così scriveva sulla stessa rubrica circa l'affare Chernobyl. Perché coraggiosa? Perché non tutti sanno quello che la Stambelli scrive, forse perché non tutti devono sapere.
Ecco cosa scrive la stessa Stambelli dopo circa sei mesi, il giorno 5 giugno 2008, su L'Unità.
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