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domenica 30 ottobre 2011

LA CICOGNA NEL VALLO DI DIANO

Riporto la lettera, redatta da Paolo Abbate, spedita alle istituzioni per sollecitare un progetto per la salvaguardia dell'habitat della cicogna bianca nel Vallo di Diano.


CODACONS CAMPANIA ONLUS
 Sede del Vallo di Diano, Via Silla 25, 84030 Silla di Sassano (SA)
http://www.codacons.it   E-mail  codaconsvd@yahoo.it  fax: 0975 4931194

A: Comune di SALA CONSILINA,
Comune di TEGGIANO,
Comune di SAN RUFO,
Comune di SASSANO,
Comunità Montana del Vallo di Diano,
Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni,
Provincia di SALERNO, Assessorato all’Agricoltura, Foreste, Incendi boschivi, Tutela degli animali
Regione CAMPANIA, Assessorato all’Ambiente
Ministero dell’AMBIENTE, Direzione generale per la protezione della natura e del mare,

e p.c. alla Stampa nazionale e locale

Oggetto: PROGETTO CICOGNA BIANCA

Spett.li Istituzioni,

Le cicogne bianche, dopo aver per lungo tempo solo transitato sulla nostra penisola nel loro tragitto migratorio, stanno tornando a nidificare in alcune regioni italiane. In particolare, in Campania si sono avuti eventi che lasciano ben sperare circa la futura permanenza temporanea di questi splendidi esemplari nella nostra regione. Tra questi eventi ricordiamo la sosta sulla cattedrale di Policastro, il 19 agosto 2004, di uno stormo di circa 60 cicogne, ripartite il giorno successivo verso la Calabria. L’evento più spettacolare, tuttavia, è avvenuto il 14 aprile scorso, quando 120 cicogne bianche sostarono nella baia di Trentova. Erano, evidentemente, in fase di migrazione verso il Nord e si sono fermate a riposare per riprendere subito il volo; cosa che è avvenuta poco tempo dopo il loro arrivo nella baia.
Il nido della cicogna bianca nel Vallo di Diano

Nel 1996, in area contigua al Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, una coppia di cicogne bianche ha nidificato su un traliccio dell’Enel nella piana del Vallo di Diano, nel territorio del Comune di Sala Consilina. E da allora ciò accade ogni anno. Forse, nel lungo volo verso settentrione, in quell’anno è apparsa loro questa valle dove si stagliava improvvisa una bella piana, attraversata dal fiume Tanagro e da tanti altri canali, ancora abbastanza libera dal cemento e pertanto ricca di cibo come piccoli mammiferi, rettili, anfibi, insetti.


Il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano (denominazione originaria dell’Ente all’epoca), salutando  l’evento di Sala Consilina con entusiasmo più che comprensibile, mise a punto un progetto “per la conservazione e la difesa della natura”, dato che le cicogne avevano trovato nel Vallo “un importante rifugio”. Il progetto era di grande respiro e urgente da realizzare, perché proteggere la cicogna bianca che ritornava in Italia, e il suo habitat, non rappresentava solo una grande iniziativa in difesa della biodiversità, ma anche un fatto etico e di rispetto della natura e del suo diritto a esistere nelle sue molteplici forme di vita.

Paolo Abbate
Alcune associazioni ecologiste, pertanto, presentarono la richiesta di istituire una ZPS (Zona di protezione speciale) per l’area di nidificazione. Ma i comuni interessati non si attivarono per rispondere positivamente alla proposta, malgrado il parere favorevole dell’Assesorato all’Ambiente della Regione Campania. Infatti, altri progetti erano in corso per due aree di “particolare pregio ambientale”, così come individuate dalla Comunità Montana nella Carta di destinazione d’uso del territorio (CDUT, D.C.M. n. 3 del 13-02-2003), che potevano fungere da habitat ideale per la cicogna. La prima area umida, denominata appunto “areale della cicogna bianca” (vedi pag. 252 della suddetta CDUT), veniva interessata da una zona PIP costruita dal Comune di Teggiano. La seconda area umida, denominata “boschetto paleo-palustre” (vedi ancora pag. 252 della suddetta CDUT), veniva interessata da una seconda area industriale. Su parte di quest’ultima area esiste, a tuttoggi, un sequestro da parte della magistratura in seguito ad una nostra circostanziata denuncia. 

Il Vallo di Diano è un’importante area di transito migratorio, essendo una florida vallata attraversata, longitudinalemnte, dal fiume Tanagro. Ribadiamo, poi che, il 19 agosto del 2004, uno stormo di circa 60 cicogne si è fermato sulla cattedrale romanica di Policastro ripartendo la mattina seguente alla volta della Calabria. Ma il fatto ancor più interessante ce lo riferisce un volontario dell’associazione Ataps-Tutela Ambiente, Salvatore della Luna Maggio, che si occupa di monitorare il nido di Sala. Proprio quest’anno un gruppo di 50 cicogne si è riunito in località Termini in Sala Consilina, vicino al luogo di nidificazione, prima della migrazione in Africa.

La centrale fotovoltaica (località Codaglioni di Teggiano)
poco distante dal nido della cicogna. I pannelli in questa
fila sono completamente assenti, ma questo è un dettaglio.
Invitiamo l'attento lettore a riflettere su come vengono spesi
i soldi pubblici, anche per occupare (inutilmente) i nostri
terreni coltivabili.
In Calabria, in provincia di Rende e nella valle del Crati, dal 2003 ad oggi sono nate 150 cicogne bianche, e solo quest’anno ne sono nate trentatrè. Tutto ciò è anche dovuto al grande successo del progetto “Cicogna bianca” che la Lipu-BirdLife Italia ha lanciato nel 2003 nella regione installando piattaforme artificiali sui tralicci dell’Enel. Grazie all’impegno della LIPU di Rende, sono 40 le piattaforme installate sui tralicci dell’Enel, di cui 35 in provincia di Cosenza e 5 in provincia di Crotone. Tutti i tralicci sono stati inoltre isolati per prevenire il rischio di folgorazione (elettrocuzione). Il progetto non ha ricevuto alcun finanziamento economico e si regge unicamente sul lavoro gratuito e la passione dei volontari LIPU e sulla disponibilità dell’Enel che, sin dall'inizio, ha creduto nella forza di questa iniziativa fornendo mezzi e uomini per l’installazioni delle piattaforme.

È attualmente in progetto individuare e preservare una zona umida nel Vallo di Diano, a cura del Consorzio di Bonifica del Vallo di Diano, per destinarlo ad habitat della cicogna. Pur tuttavia, la mera individuazione e tutela di zone umide non basta a garantire la permanenza della cicogna bianca sul nostro territorio. D’altro canto, in modo del tutto paradossale, alcune di queste aree, naturalmente presenti nel Vallo di Diano, così come già visto, sono oggi destinate ad uso industriale. Sarebbero necessarie, pertanto, non solo azioni volte alla preservazione dell’habitat e al monitoraggio del numero di esemplari, ma anche misure di accoglienza per gli esemplari più giovani, così come fatto in Calabria, in modo che il numero di permanenze temporanee possa aumentare di anno in anno.    

Premesso tutto ciò, chiediamo alle Istituzioni tutte di attivarsi, ognuna per le Sue competenze, a promuovere un progetto per la nidificazione della cicogna bianca nel Vallo di Diano, rivolgendosi possibilmente alle associazioni ecologiste che intendono collaborarvi attivamente.

In attesa di cortese riscontro, si porgono cordiali saluti.

Paolo Abbate, responsabile Settore Ambiente
Roberto De Luca, responsabile della Sede

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