Nei prossimi anni il picco [1] della
produzione petrolifera potrebbe essere raggiunto. Dopo questo evento i prezzi
dei carburanti fossili saranno destinati a salire, senza più inversione di
tendenza. Pertanto, è lecito oggi
interrogarsi sul futuro del modello di sviluppo industriale fondato sull’ulteriore
sfruttamento dei residui giacimenti di carbone, petrolio o gas naturale. Lo si è fatto a Sant'Arsenio, grazie al contributo di alcuni giovani (a cui vanno i nostri complimenti per l'iniziativa).
Dal
punto di vista ambientale, la continua immissione nell'atmosfera dei prodotti
di scarto della combustione degli idrocarburi fossili induce un’alterazione
della qualità della nostra atmosfera, producendo varie forme di inquinamento e
mutazioni climatiche locali e globali. Inoltre, eventuali ulteriori sviluppi
industriali di aree non urbanizzate e l’eventuale futura estrazione di petrolio
o gas da giacimenti non ancora sfruttati potrebbero essere considerati in
contrapposizione con le istanze che provengono da una parte della società
sensibile agli equilibri ecologici delle aree in questione.
Pur tuttavia, il grado di dipendenza della
nostra società da questi tipi di combustibili per il trasporto e per l’uso
industriale e domestico, impongono una corretta valutazione della possibilità
di realizzare, nel breve periodo, una transizione ad un modello produttivo
fondato sulle energie rinnovabili. L’energia solare, nella sua accezione più completa, potrà
dare un decisivo contributo al passaggio da una società tecnologica post-industriale, con produzione
di energia attraverso l’utilizzo di combustibili fossili, ad una società eco-tecnologica,
in cui la produzione di energia non è affidata solo a grosse centrali
localizzate in aree industriali, ma è distribuita su tutto l’ecumene. In questo
modo, ogni abitazione, ogni fabbrica, ogni scuola e, in breve, ogni punto di
produzione di beni e servizi, sarà un luogo dove localmente si consumerà
energia (in modo efficiente) e, al contempo, si produrrà energia rinnovabile, il cui flusso o il cui
stoccaggio locale verrà regolato attraverso l’utilizzo estensivo delle
cosiddette “smart grid”. Queste reti intelligenti funzioneranno sulla base del
flusso di informazioni raccolte da sensori distribuiti sulla rete elettrica
nello stesso modo in cui gli attuali “software” di rete regolano il flusso
dell’informazione su “internet”.
Un'immagine dal convegno sulla "green economy" organizzato dall'associazione Monte Pruno Giovani a Sant'Arsenio (SA) [la foto è di G. Stabile]. |
L’energia solare da sola [2] può soddisfare, e di gran lunga, il fabbisogno
energetico dell’intera Umanità. Si dovranno quindi spronare le giovani generazioni,
senza indulgere nella predizione di future condizioni ambientali catastrofiche,
a dare fiducia all'intelligenza dell’uomo che, nel tempo e con il contributo di
tutti, saprà trovare la soluzione al problema energetico ed ambientale,
proseguendo sulla strada dello sviluppo della tecnica e delle tecnologie. Questo
processo di “decarbonizzazione” del sistema produttivo, ottenuto attraverso il
progressivo abbandono delle fonti energetiche inquinanti a favore dell’utilizzo
delle fonti rinnovabili, è attualmente in atto nelle nazioni più progredite e
alcune esperienze locali, anche in Italia, stanno dando i primi risultati
positivi.
Quale comunità locale potremmo allora coltivare la piccola ambizione
di seguire, se non anticipare, questi sviluppi globali, rendendo possibile,
localmente, una “rete intelligente” fatta di persone e di mezzi per la
produzione, l’utilizzo e lo stoccaggio di energie rinnovabili. In questo
ipotizzabile (e auspicabile) processo virtuoso saranno proprio le giovani
generazioni a dare un loro decisivo contributo di idee e di buone pratiche per
la realizzazione di un “futuro sostenibile” locale e globale.
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