Questo “post” è dedicato a coloro i quali vogliano cimentarsi nella ricerca di nuove idee per l’utilizzo dell’energia solare. Nel 2006 la rivista European Journal of Physics pubblicò un’idea promettente. La propongo ai lettori del blog, essendo in parte padre dell’idea stessa. Formulo, infine, una proposta: una caldaia a energia solare.
Il concetto di trappola di energia solare [1], ovvero
di un sistema costituito da un collettore di luce solare e da un corpo
perfettamente assorbente, può essere adoperato per ideare – come vedremo i
seguito - un generatore di vapore. Innanzitutto, vediamo cosa si intende per “trappola
di raggi solari”. Uno schema di questa “trappola” è dato in figura 1. La luce
che promana dal Sole viene intercettata da uno specchio primario orientabile M1
a forma parabolica. Per le note proprietà della parabola, la
luce “dall’infinito” viene concentrata nel fuoco F1. In prossimità
di F1 viene posto uno specchio M2 a profilo ellittico (ad
esempio). L’ellisse, a differenza della parabola, che ha un unico fuoco,
possiede due fuochi distinti. Costruiamo M2 in modo tale che i suoi
due fuochi corrispondano esattamente con F1 e V1. Lo
specchio a profilo ellissoidale è denominato “Zozzaroide”, in onore del prof.
Zozzaro Paolantonio che ne ha ipotizzato l’uso specifico. Operiamo quindi un
piccolo foro nello specchio parabolico M1 in prossimità del suo
vertice V1. In questo modo, tutta la luce intercettata dallo
specchio primario potrà essere intrappolata in un corpo perfettamente
assorbente B. Come costruire questo corpo B? Un’idea è espressa in figura 2: la
didascalia ne specifica le caratteristiche. A questo punto siamo pronti per costruire
la caldaia solare rappresentata in figura 3.
Nella “caldaia solare” in figura 3 il corpo assorbente è di forma cilindrica e la camicia esterna alla cavità, in cui avvengono le riflessioni della luce mostrate in figura 2, è parzialmente riempita di acqua. L’acqua non solo è riscaldata, ma è portata a ebollizione e il vapore surriscaldato è estratto come in figura 3. Naturalmente, la quantità di vapore generato all’istante di tempo t dipende in modo diretto dall’energia radiante che il sistema riceve, istantaneamente, dal sole. Sebbene questa caratteristica restringa il campo di applicazione dell’apparato, soprattutto per quanto concerne le applicazioni industriali tradizionali, è possibile individuare dei metodi di immagazzinamento dell’energia prodotta, preferibilmente anch’essi rispondenti alle caratteristiche di sostenibilità alle quali il concetto di caldaia solare si ispira, in modo da poter usufruire di questa stessa energia in maniera più controllata.
La presente proposta di caldaia offre
dei vantaggi nel campo della generazione diretta del vapore da fonte solare
attualmente allo studio [2]. In questi sistemi, gli specchi parabolici, molto
simili a quelli concepiti nel progetto Archimede di Carlo Rubbia, concentrano
la luce del sole nel fuoco lineare, dove scorre un tubo in cui viene racchiusa
acqua. Nelle centrali del progetto Archimede, al posto dell’acqua, si utilizza
un liquido ad alta temperatura di ebollizione che possa trasferire calore, per
convezione, ad una caldaia, nella quale viene prodotto vapore. Tra i vantaggi
offerti dalla caldaia concettualmente ideata in questo lavoro, vi è quello che
la temperatura del vapore surriscaldato non è limitata da effetti di
dispersione del calore verso l’ambiente esterno, come avviene nei sistemi a
concentrazione solare, sia che utilizzino un liquido convettivo sia che producano
vapore in modo diretto. Inoltre, l’ingombro sul terreno di questi sistemi, che
si potrebbero sviluppare anche in altezza, è minore rispetto ai tradizionali
impianti a concentrazione, a parità di superficie efficace delle parabole
esposte al sole.
Altre applicazioni del concetto di
trappola di energia solare possono essere ideate, soprattutto nello sforzo di
aiutare le popolazioni del Sud del Mondo, per le quali lo sfruttamento diretto
della luce del sole potrebbe significare un inizio di un processo di sviluppo
diverso da quello conosciuto dai paesi attualmente altamente industrializzati.
Basti pensare alle possibili applicazioni nel campo della dissalazione
dell’acqua marina, processo che potrebbe essere molto più efficace ed
efficiente, se effettuato all’interno di una trappola solare. Proprio per uno
strano destino di queste popolazioni, che sono molto ricche di energia solare,
ma povere, in genere, di acqua, le applicazioni di questi sistemi potrebbero in
parte alleviare le sofferenze prodotte da siccità cicliche o da quelle indotte
dai mutamenti climatici in atto. Non sarebbe nemmeno troppo lontano dalla
realtà ipotizzare, nel prossimo futuro, un processo di sviluppo industriale di
queste aree completamente basato sulle energie rinnovabili, tra le quali
l’energia solare.
[1] R. De Luca,
F. Romeo, P. Zozzaro, Capturing sunlight,
Eur. J. Phys. 27 (2006) 347-352.
[2] E. Zarza, L. Valenzuela, J. León, D. Weyers,
M. Eickhoff, M. Eck , K. Hennecke, J. Solar Energy Eng. 124, 126 (2002).
Il concetto in comincia a farsi strada.
RispondiEliminahttp://www.italia2tv.it/2014/05/20/sala-consilina-sa-premiato-il-liceo-classico-per/
Ancora un altro esempio.
RispondiEliminahttp://www.unotvweb.it/unonews/cultura/71-cultura/3422-progetto-qtrappola-di-luceq-al-mt-cicerone-esemplare-collaborazione-tra-scuola-e-universita.html