Utilizzo, sperando di fare cosa gradita anche alla giornalista, le parole di
Filomena Chiappardo per descrivere l'evento che si è tenuto a Padula il 29 marzo scorso. Un'idea simile era stata umilmente espressa nel
"post" del lavoro. In questo incontro il tema è stato affrontato in modo rigoroso dagli
ingegneri Cantalupo, Langone e Manzolillo, ai quali va il merito di avere illustrato un progetto completo di impresa, così come si può leggere nell'articolo seguente.
Articolo tratto da
ONDANEWS
30/03/2013 - Padula: Ieri convegno “Il valore ecologico, economico e sociale delle biomasse prodotte nel Vallo di Diano”
Si è tenuto ieri, presso l’Aula Consiliare della Certosa di Padula, il convegno “Il valore ecologico, economico e sociale delle biomasse prodotte nel Vallo di Diano”, che ha visto la presentazione di un progetto di un giovane ingegnere originario del Vallo di Diano, Donato Cantalupo, il quale - come argomento di tesi del master sulle energie alternative a cui è iscritto al Politecnico di Milano – ha presentato la fattibilità di un impianto per la produzione di pellet nel Vallo di Diano, attraverso l'uso delle biomasse agro-forestali presenti nel territorio.
Presenti all’incontro l’imprenditore Enzo Manzolillo, Roberto De Luca, docente dell’Università di Salerno, il sindaco di Padula, Paolo Imparato; a dare inizio alle relazioni è stato Beniamino Curcio, responsabile area agricoltura e foreste della Comunità Montana Vallo di Diano, che ha spiegato in modo dettagliato la situazione boschiva del nostro territorio ed ha invitato anche il Consorzio di Bonifica a partecipare al progetto con i residui dei propri lavori di manutenzione degli argini fluviali e stradali.
Curcio ha sottolineato il coinvolgimento dei Comuni e delle ditte boschive e ha dato la piena adesione dell’Ordine degli Agronomi ad un progetto che può rappresentare un’occasione di sviluppo per il Vallo di Diano.
Ad illustrare il progetto sono stati gli ingegneri Donato Cantalupo e Michelangelo Langone: l’impianto è energeticamente auto-sostenibile, grazie ad un cogeneratore a cippati (sottoprodotto del pellet) che produce energia elettrica e calore per l’essiccazione della biomassa. Il pellet presenta una bassa emissione di CO2, aspetto importantissimo dal punto di vista ambientale, ed ha un buon rapporto prezzo/potere calorifico; per quanto riguarda lo stabilimento per la produzione, si può pensare ad un opificio esistente da adeguare localizzato al centro del Vallo di Diano.
Riguardo gli aspetti normativi, l’ingegnere Langone ha fatto riferimento ai DM 6 luglio 2012 e 28 dicembre 2012. Il progetto, che è “un progetto di comunità” perché vede la collaborazione di entità locali, pubbliche e private, sfrutta le risorse del nostro Vallo in modo rispettoso dell’ambiente e può dare un’occasione di crescita economica del territorio, può inoltre aiutare il recupero di zone agricole abbandonate e la bonifica di siti degradati, contrastando il dissesto idro – geologico ed incoraggiando la creazione di consorzi di agricoltori. Ora il Vallo di Diano è chiamato a dare la propria adesione a questa idea di sviluppo sostenibile per realizzare un progetto considerato di grande valore ecologico, economico e sociale.
Filomena Chiappardo - ondanews -
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