SALA CONSILINA - SANTORIELLO (CENTROSINISTRA) DIFENDE I MARÒ
Assessore shock: «Comunisti nei forni e Sgrena in Iraq»
Cosa ci fa in un'amministrazione di centrosinistra un signore che vedrebbe bene i comunisti in un campo di concentramento nazista e che avrebbe lasciato marcire la nostra Giuliana Sgrena nelle mani dei suoi sequestratori iracheni? La risposta affonda in qualche paradosso meridionale difficile da comprendere persino per chi, a Sala Consilina, ci è nato e continua a frequentarla per quanto gli è possibile.
In questa cittadina all'estremo sud della provincia di Salerno ieri teneva banco il caso dell'assessore al Patrimonio Michele Santoriello, che il giorno precedente sulla sua pagina facebook aveva postato - sopra un fotomontaggio con Giuliana Sgrena, i due marò e la scritta «devono essere giudicati in India», evidentemente da attribuire alla giornalista del manifesto - una battuta choc, qui riportata in versione originale, punteggiatura compresa: «Ecco perché i COMUNISTI devono essere sterminati tutti...alla hitler maniera. Ai tempi della guerra in Iraq, fosse stato per me, l'avrei fatta marcire a Bagdad. Si tratta di una ignobile miserabile...».
Non male, per un politico di una giunta sì espressione di una lista civica, ma sostanzialmente di centrosinistra. Il fatto è che Santoriello, quando vede rosso, ha la reazione del toro: sbuffa e incorna. Eppure questo non gli ha impedito di spostarsi da Forza Italia, dopo un paio di candidature alla Provincia finite male, al Movimento per le autonomie di Raffaele Lombardo, con il quale si è spostato tra gli odiati amici della sinistra. Ma basta seguirlo su facebook per capire dove batte il suo cuore: ieri la frase incriminata era sparita, ma si potevano leggere un post in difesa di Dell'Utri («come disse giustamente LUCIANO LIGGIO se esiste l'antimafia esiste pure la mafia»), un altro che denuncia l'assunzione di una nipote di Vendola da parte di Napolitano («vedete cosa sono capaci di fare questi comunisti di merda») e un attacco a Grillo e Bersani («devono andare a casa»)...
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Sento di ringraziare Angelo Mastrandrea per questa plastica descrizione dei fatti. Altri dettagli sono presenti nel suo articolo, reperibile sul sito de Il Manifesto. Aggiungo qualche considerazione, cercando di rispondere effettivamente alla domanda del giornalista, che non può conoscere - me ne rendo conto - tutti i retroscena della scorsa tornata elettorale, alla quale ho partecipato come candidato a Sindaco della Lista n. 1, Italia dei Valori.
Premetto che non sono mai stato comunista. Da oggi mi professerò tale, proprio per i riferimenti allo "sterminio" di sopra.
E passo a rispondere alla domanda del giornalista con le stesse parole che utilizzammo in campagna elettorale nel 2009. Queste.
Una terza lista a Sala Consilina? Intanto diciamo che quella dell’IdV è la
prima lista a Sala Consilina (la
Lista n. 1, appunto!). E adesso analizziamo
il modo in cui si sono formate le altre due liste (la seconda e la terza).
Si partiva da uno scenario di quattro schieramenti (qualcuno diceva
troppi): Lista Colucci (che “guardava a destra”, con un accattivante simbolo
già pronto); la lista capeggiata da Ferrari, formata da una parte dell’amministrazione
uscente; la lista capeggiata da Paladino (che intanto aveva incassato
l’appoggio ufficiale di una parte del PD) e quella del centrodestra, con un
candidato a sindaco incerto. Si sono avute poi le fusioni Colucci-Ferrari e
Paladino-centrodestra per fare blocco comune e per rendere più probabile ai
sopravvissuti la scalata al potere. Nei giorni di intenso lavorio e di accordi
tra queste liste, la Lista N.1 dell’IdV si è
andata concretizzando, seppure con una chiara connotazione minoritaria.
Si immagini, adesso, lo scenario politico che si avrebbe se non fosse
presente la Lista N. 1: un sistema a matrioska. In un caso
i protagonisti della vecchia politica inglobano i nuovi rigurgiti di
cambiamento che promanavano dal centrodestra, nell’altro caso l’amministrazione
attuale fagocita la matrioska che l’aveva generata. In entrambi i casi le
operazioni di fusione sono politicamente eterogenee, producendo sia malcontento
nelle file del centrodestra, sia un certo sconcerto e disorientamento tra gli elettori
di entrambi gli schieramenti. E, matrioska nella matrioska, le due liste
sembrano la rigenerazione del passato (altro che!). La lista dell’IdV ha invece
fatto una netta scelta politica: un simbolo che possa essere garante delle
istanze di trasparenza e legalità della pubblica amministrazione e di
solidarietà nei confronti delle classi sociali più disagiate. Un simbolo che
possa dare la speranza di rinnovamento non solo nei personaggi, ma anche nei
metodi; un simbolo che guardi al futuro con speranza, confidando nell’apporto
delle idee di tutti e, in primo luogo, di quelle delle giovani generazioni.
Se la Lista N. 1 è in campo, essa è presente con pari
dignità politica rispetto alle altre due. Già da adesso diciamo che vogliamo
mettere sul tavolo della discussione molte novità, alcune futuribili, altre
immediatamente applicabili, delle quali è bene cominciare a parlare qui e
subito. La democrazia è anche questo: lavoro duro e trasparente, solidarietà
piena nei confronti delle classi sociali più disagiate, attenzione verso i
giovani e verso le loro esigenze di crescita culturale e sociale, lotta durissima
e convinta alla disoccupazione attraverso il sostegno alle politiche
socio-economiche più idonee per il territorio.
In una parola, la Lista N. 1, è un “laboratorio-progetto di idee per
Sala Consilina e il Vallo di Diano”, senza per questo voler nascondere le
difficoltà che si possono incontrare durante il cammino. L’Italia dei Valori
può rappresentare una speranza di un futuro più roseo per le nostre terre, di
una rottura definitiva con i freni socio-politici che hanno da un lato
imbrigliato lo sviluppo sostenibile del comprensorio, dall’altro svenduto le
nostre prerogative territoriali a potentati di varia natura, facendo accrescere
i privilegi di pochi a discapito dei diritti di molti.
Il Comitato Elettorale della LISTA N. 1
(Di Pietro – Italia dei Valori)
E solo per trarre le conclusioni dalla metafora della matrioska, vorrei aggiungere che la vera ragione per la quale ci sono stati apparentamenti "strani" nell'una e nell'altra lista a noi avverse (Lista N. 2 e Lista N. 3) è da ricercare nel raggiungimento del fine ultimo: lo scettro del comando. E vorrei concludere con un'ultima domanda. Ma a cosa è servito avere questo "mazzariello" in mano, quando i problemi ai quali doveva far fronte l'attuale amministrazione sono ancora oggi in gran parte irrisolti e altri sono sopraggiunti, proprio a causa di decisioni improvvide o gravi omissioni (e mi riferisco soprattutto alla cessione del servizio idrico integrato e alla mancata adozione di un piano di rilancio dell'economia locale)?
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