domenica 23 giugno 2013
Una speranza
Nel blog dedicato al Tribunale di Sala Consilina si è evidenziata la valenza, anche culturale, di un presidio di legalità sul territorio. Abbiamo avuto la conferma di ciò quando si è riaccesa la speranza che il prossimo 5 luglio, durante una Camera di Consiglio, si potrà fare un passo in avanti nella la ricerca della verità sulla questione dello smaltimento illecito di rifiuti nel Vallo di Diano, argomento trattato in altri post precedenti (La nostra Chernobyl e Atti pubblici).
Di seguito si riporta la nostra opposizione alla richiesta di archiviazione.
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Grano contaminato nei terreni Niente analisi e sequestro parziale
RispondiElimina09 dicembre 2007 — LA CITTA' DI SALERNO - pagina 26 sezione: Nazionale
• San Pietro al Tanagro. I terreni sequestrati nell’ambito dell’inchiesta Chernobyl, avviata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, sullo smaltimento di fanghi provenienti dal trattamento dei rifiuti, attendono ancora le analisi del grano ormai cresciuto.
• Finora, infatti, dei terreni interessati a Teggiano, San Pietro al Tanagro, San Rufo e Sant’Arsenio sono state prodotte solo le analisi di parte, cioè dei proprietari dei terreni, tuttora indagati, che danno un esito positivo. Ma c’è di più. A quanto sembra seppure la Procura, nell’indicazione dei terreni da mettere a bonifica, abbia indicato un terreno di 12mila metri quadri, il Noe ne ha sequestrato 4.000. Ma in quel terreno, dal giorno del sequestro il grano è cresciuto, e se il grano presente nei 4.000 metri quadri sequestrati resta ancora lì, l’altro cresciuto negli 8mila metri quadri restanti, da qualche settimana è stato raccolto. Cosa accadrebbe se, quando le analisi saranno compiute sul grano, risultasse la presenza di sostanze cancerogene. I dati vengono da una inchiesta, mandata in onda nella serata di ieri, dall’emittente televisiva Italia Due di Sant’Arsenio. La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha notificato il 20 agosto 2007 ai Comuni interessati una segnalazione avente per oggetto "l’obbligo di interventi a fine di bonifica e messa in sicurezza dei siti contaminati".
• Ma a quanto pare i comuni non hanno ancora bonificato nulla o meglio si sono informati sulle competenze. Il Comune di Teggiano ha prima chiesto e poi accertato mediante la Pocura che i terreni contestati in realtà non fossero nel proprio territorio. Il Comune di San Pietro ha accertato che il terreno coinvolto non era stato analizzato e ha chiesto alla Regione Campania di farlo. La Regione ha rimandato la palla all’organo scientifico dell’Arpac per fare le analisi dei terreni. Il Comune ha avvertito la Procura e gli altri organi competenti ma secondo il Comune, gli amministratori al momento non possono fare nulla, poiché i terreni sono sequestrati.
• Una soluzione, questa, scelta anche da Sant’Arsenio e San Rufo. Il comune di Sant’Arsenio ha chiesto l’esatto confine dei terreni anche perché gli inquisiti non risultavano proprietari dei terreni ma coltivatori. Insomma, la preoccupazione primaria non è quella di analizzare i terreni e renderli sicuri ma capire se i terreni sono nel proprio territorio, come se l’inquinamento si fermasse ai confini comunali.
• A San Pietro al Tanagro, inoltre, all’inizio di settembre quattro consiglieri di opposizione di Rinnovamento democratico hanno chiesto la costituzione dell’ente come parte civile nel "processo Chernobyl". Il consiglio non è stato ancora convocati, anche se il sindaco di San Pietro assicura che il Comune, appena saprà di più, si attiverà legalmente.
Salvatore Medici
•29/10/2011 – Operazione “Cernobyl”: Il Codacons invita i sindaci di Sant’Arsenio, Teggiano, San Rufo e San Pietro al Tanagro a bonificare i terreni
RispondiEliminaIl Codacons del Vallo di Diano invita i sindaci di Sant’Arsenio, Teggiano, San Rufo e San Pietro al Tanagro di bonificare i terreni in cui, secondo l’inchiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, sono stati sversati ancora imprecisate quantità di rifiuti speciali. “Abbiamo finalmente identificato i terreni del Vallo di Diano nei quali sono stati sversati rifiuti speciali – si legge nel comunicato del Codacons Vallo di Diano a firma del suo presidente Roberto De Luca – Nel decreto del GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che dispone, su richiesta del Sostituto Procuratore Donato Ceglie, il rinvio a giudizio dei 38 indagati nell’inchiesta Chernobyl, si legge:
“… i rifiuti liquidi provenienti da gran parte delle navi attraccate o comunque ormeggiate presso il porto di Napoli in virtù di contratto intervenuto tra l’Autorità Portuale di Napoli ed il citato Legale Rappresentate della Società Gruppo Riunito Sbarco “Ceneri”, servendosi stabilmente tutti degli impianti Naturambiente S.r.l., SO.RI.ECO. S.r.l. e FRA.MA. S.r.l, all’interno dei quali i rifiuti speciali venivano trasportati e immediatamente ne fuoriuscivano in assenza di lavorazione o depotenziamento della carica inquinante per essere successivamente abbandonati su terreni agricoli e fondi o terreni siti nei comuni di:
località Tempa Cardone del comune di San Pietro al Tanagro (SA) dell’ estensione di circa 12.000 m/2 (coordinate GPS Alt.456 – N 40’27’350″ – EO 15’31’056″)
località Buco Vecchio del comune di Teggiano (SA) dell’ estensione di circa 10.000 m/2 (coordinate GPS Alt.459 – N 40’25’062″ – EO 15’30’783″)
località Sanizzi del comune di S. Arsenio (SA) dell’ estensione di circa 10.000 e 5.000 m/2 (si tratta di due aree agricole separate da una strada sterrata; (coordinate GPS Alt.452 – N 40°26’602″ – EO 15’31’843″),
località Via Larga del comune di San Rufo (SA) dell’ estensione di circa 4.000 m/2 (coordinate GPS Alt.450 – N 40025’906″ – EO 15032’130″
“È interesse di tutti i cittadini del Vallo di Diano – continua il comunicato del Codacons – che si proceda, adesso che sono stati individuati esattamente i terreni, alla loro bonifica.
Si invitano dunque i Sindaci dei paesi interessati, responsabili della salute dei cittadini sul loro territorio, a procedere rapidamente alla bonifica completa dei terreni dettagliatamente indicati sopra. Risulta infatti che, con comunicazione del 17-08-07, la Procura di Santa Maria Capua Vetere abbia già richiesto alle Amministrazioni competenti la bonifica dei terreni, “attesa l’estrema pericolosità derivante dalle attività criminali accertate in tema, in particolare, di smaltimento illecito di rifiuti”.
”In verità sono passati già ben quattro anni ed ancora non è stato registrato nessun intervento, nello specifico, da parte dei 4 comuni interessati.
Per il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere si tratta di “un disastro doloso ambientale cagionato dalle condotte criminose dei componenti della citata organizzazione criminale, i quali partecipando al sodalizio criminoso in modo continuativo e permanente ed apportando il proprio materiale contributo cagionavano dolosamente un disastro ambientale a causa dello spandimento ed illegittimo smaltimento dei rifiuti”.
- http://www.ondanews.it -
Ed ecco un commento di un membro (pentito) del clan dei Casalesi, Carmine Schiavone, sulla vicenda rifiuti.
RispondiEliminahttp://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/08/31/schiavone-so-dove-sono-rifiuti-tossici-in-campania-non-bonificano-perche-costa-troppo/243151/
In questa intervista il cittadino rimane disorientato. Si confondono, infatti, ruoli e funzioni, in un turbinio di denunce di fatti gravi e di ipotetiche gravi omissioni. Che il Cielo ci assista!
Naturalmente, questa intervista non è relativa all'inchiesta Chernobyl, ma si riferisce, come si nota dal racconto, alla genesi del business dei rifiuti e alla conduzione dello stesso in Campania.
Elimina«Terra dei Fuochi» anche nel Salernitano:
RispondiEliminarifiuti tossici tra Vallo Diano e Piana del Sele
Nel 2006 sotterrate nei terreni agricoli tonnellate di materiale
Il Tribunale ordinò le bonifiche: non sono state mai eseguite
SALERNO - Nessuno è immune in Campania ai veleni sotterrati dalla camorra e alle sostanze tossiche sparse tra i terreni agricoli con il compiacimento di proprietari farabutti. E anche la provincia di Salerno ha la sua “Terra dei Fuochi”. Dove molti, troppi hanno dimenticato. Di agire e di dar seguito alle bonifiche intimate da un Tribunale. Eppure sono passati soltanto sette anni da quel provvedimento - firmato dal pm Donato Ceglie della Procura di Santa Maria Capua Vetere, il magistrato che da anni lotta contro le ecomafie – che smascherava un giro di malaffare e sostanze tossiche che dalla terra dei Casalesi conduceva alla Piana del Sele e al Vallo di Diano. Gli inquirenti l’avevano chiamata “operazione Chernobyl”, perché quei rifiuti avevano un potenziale tossico micidiale.
L'AFFARE - Erano 980mila tonnellate, scomparse tra il 2006 e il 2007 tra il Casertano, la provincia di Salerno e la zona di Foggia. Erano fanghi derivanti da trattamento di lavaggio di impianti industriali, reflui di produzioni chimiche, materiali di scarto contaminati. Che prima, grazie ad alcune aziende compiacenti, era stato spacciato per fertilizzante agricolo e compost. Poi, quando cominciarono i controlli serrati, il gruppo criminale passò alla seconda fase del progetto di smaltimento: grosse buche scavate nei terreni dove venivano interrati i rifiuti. In Campania furono arrestate 38 persone, sedici soltanto nella provincia di Salerno tra l’Agronocerino e la Piana del Sele. Furono poste sotto sequestro diverse aziende e bloccati 37 autoarticolati. I guadagni del gruppo criminale erano stati, in un solo anno, di 7,5 milioni di euro.
VERIFICHE - I carabinieri del Noe, supportati dalle analisi effettuate dall’Arpac, dimostrarono che in maniera sistematica erano stati interrati rifiuti tossici in tutto il comprensorio del Vallo di Diano e la Valle del Sele. Alcuni dei campioni analizzati dimostrarono che nei terreni era stato rinvenuto “cromo esavalente”: una delle sostanze tossiche con maggiore effetto cancerogeno. Un prodotto derivante dalla lavorazione di fonderie e industrie dove vengono utilizzati composti chimiche per leghe con acciaio o ferro.
Felice Naddeo
09 ottobre 2013 (modifica il 10 ottobre 2013)
CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/salerno/notizie/cronaca/2013/9-ottobre-2013/terra-fuochi-anche-salernitanorifiuti-tossici-vallo-diano-piana-sele-2223451627821.shtml