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venerdì 14 ottobre 2011

INQUINAMENTO AMBIENTALE E TUMORI

UN PROBLEMA PURTROPPO DI ATTUALITÀ: COSA NE PENSAVA, NEL 1997, IL DOTT. PAPPAFICO


Ringrazio UNO TV perché pubblica periodicamente, sulla mia bacheca di Facebook, notizie d’interesse per l’associazione che localmente rappresento. In una di queste notizie, quella relativa al signor Valentino Giovanni di Sala Consilina (video UNO TV), ho purtroppo dovuto constatare un’amara verità: tutti noi abitanti di questa vallata siamo potenzialmente esposti a rischi di salute non banali. In particolare, il sospetto che questo cittadino nutre circa la sua malattia potrebbe essere fondato.  Il signor Valentino, infatti, crede di aver contratto una malattia tumorale a causa del consumo di prodotti vegetali coltivati su terreni inquinati dagli scarichi del depuratore di San Giovanni in Sala Consilina. Naturalmente faccio gli auguri di pronta guarigione al Sig. Valentino, sperando di poter presto fargli visita, se la mia presenza sarà a lui gradita.

Sala Consilina all'alba (da Wikipedia)
Partiamo dall’analisi del problema per gradi, cominciando a considerare la questione prima su scala regionale. La nostra vallata, come più volte ho avuto modo di raccontare, è stata presa d’assalto a più riprese da cricche di malfattori, così come inchieste condotte in altre parti d’Italia hanno confermato. L’ultima inchiesta, in ordine di tempo, denominata Chernobyl e condotta dal dott. Donato Ceglie della Procura di Santa Maria Capua Vetere, ha portato a svariati arresti in seguito ad accurate intercettazioni ambientali. Terreni collocati nei comuni di San Pietro al Tanagro, Sant’Arsenio, San Rufo e Teggiano sono stati messi sotto sequestro, perché in essi erano state sversate sostanze dannose alla salute. La Procura di Santa Maria Capua Vetere aveva anche sollecitato le amministrazioni dei comuni interessati dagli sversamenti a effettuare la bonifica dei terreni posti sotto sequestro. In quell’occasione gli esponenti istituzionali preposti alla tutela dell’ambiente e alla salvaguardia dell’integrità del territorio avrebbero dovuto annunciare la loro partecipazione nel processo, che inizierà a breve, in qualità di parte civile. Essi, invece, hanno osservato un silenzio fin troppo assordante per motivi che oggi si sussurrano, ma non si confessano apertamente. La risposta logica a tutto ciò, tuttavia, va cercata nel saggio “Ecomafia” di Antonio Cianciullo ed Enrico Fontana [1] o nelle parole di Saviano, che nel suo libro “Gomorra” ha analizzato l’intera vicenda dello smaltimento illecito dei rifiuti e degli interessi della camorra nel business dell’immondizia in Campania: non sarebbe stato possibile un disastro di dimensioni così grandi senza il coinvolgimento diretto e consapevole di alcuni esponenti istituzionali, a vari livelli. Adesso sta alla magistratura cercare i responsabili di un disastro di dimensioni che, forse, nemmeno osiamo immaginare.

Sala Consilina (da Wikipedia)
Per quanto riguarda la questione dell’inquinamento dei terreni da liquami reflui su scala locale, vorrei qui riportare parte di uno scritto, apparso su Le pagine di Erò, mensile a diffusione locale, nel luglio del 1997 nella sezione Speciale Ambiente, a firma del dott. Pappafico Eugenio, ex dirigente igienistico. Così come affermato dal dott. Pappafico, lo scritto prendeva spunto da un mio precedente articolo apparso sullo stesso periodico proprio sulla questione del depuratore di San Giovanni in Sala Consilina.


INQUINAMENTO AMBIENTALE E… TUMORI
Dall’articolo di R. De Luca, pubblicato nel numero precedente, una disamina del degrado ambientale dei nostri fiumi e l’inoperosità dei nostri amministratori
Argomento di allarmante attualità. Mi spinge a scriverne, quale ex-addetto ai lavori, notoriamente boicottato e frenato da intuibili autorità politiche negli anni trascorsi (1957-1993), un recente articolo del prof. De Luca sugli sconcertanti episodi in quello segnalati sull’ultimo numero di questo periodico.
Il De Luca non si meravigli: tutti sanno come si opera da noi; non è segreto soprattutto dove l’omertà è costume! Ce lo rivelano anche certi ambienti che ritenevamo esenti: “la Sapienza” di Roma, la “Sanitopoli” milanese, la Sanità campana, ecc..
L’inquinamento sarebbe evitabile ma alle condizioni di una seria politica del disinquinamento non affidata alla gestione politico-affaristica né ai manutengoli o alle lobbies ben note del puro profitto sulla pelle dei cittadini.
….
I “depuratori” comunali? Altra causa ben nota di inquinamento e si finge di non capire quanto danno (anche ovviamente cancerogeno) i liquami effluiti incontrollatamente nei terreni apportino alle falde freatiche superficiali e profonde ed alle coltivazioni i cui prodotti giungono sui nostri mercati con buona pace dell’umana alimentazione … ed animale (bovina-ovina, ecc.).
... 


Da quanto riportato dal dott. Pappafico si arguisce che il problema è sì culturale, ma anche politico-amministrativo. Infatti, io credo che in questi lunghi anni si sia sottovalutato quanto scritto, con estrema competenza, dall’ex-dirigente igienistico nel 1997. Tuttavia, quello che io oggi “follemente” credo (e “follemente” credevo anni fa) ha poca valenza. Oggi dobbiamo fronteggiare un’aggressività sempre più spiccata di mallattie legate all’inquinamento ambientale. Maggiore valenza, tuttavia, avrebbe avuto un’attenzione più puntuale - qualche anno fa - da parte delle istituzioni locali preposte alla salvaguardia dell’ambiente su questi fenomeni (alcuni scoperti grazie all’intervento della Procura di Santa Maria Capua Vetere - CE).



 [1]  Antonio Cianciullo, Enrico Fontana, “Ecomafia” (Editori Riuniti, 1995) .

sabato 8 ottobre 2011

Alberi

La quercia tagliata in località
Quattro Querce a Sala Consilina.
Dopo il taglio, si dovrebbe
proporre una modifica della
toponomastica.

Nel marzo del 2009 un triste presagio: una quercia di grosse dimensioni veniva tagliata in località "Quattro Querce" a Sala Consilina (vedi link sul fatto: querce). Su questo evento e su altri episodi strani accaduti in questa cittadina, relativamente al taglio indiscriminato di alberi, si può leggere anche un dettagliato esposto alla Procura della Repubblica di Sala Consilina (due associazioni locali si sono fatte promotrici dell'iniziativa giudiziaria).





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Ill.mo Sig. PROCURATORE
Procura della Repubblica
Tribunale di Sala Consilina (SA)

ESPOSTO-DENUNCIA

I sottoscritti ... omissis ...

espongono alla S. V. quanto segue.

In data  19-03-2009 un notiziario dell’emittente locale 105 TV trasmetteva la notizia di taglio di alberi in Sala Consilina in base alle segnalazioni di alcuni dei sottoscritti. Tale taglio è stato effettuato a danno di vari pini in perfetto stato nei pressi delle Scuole Elementari di Sala Consilina, in parte in suolo pubblico, in parte in suolo privato. Si rilevavano, inoltre, sempre da parte dei sottoscritti, altri danneggiamenti al verde urbano, probabilmente dovuti a potature estreme a danno di alberi di alto fusto lungo via Mezzacapo nei pressi della sede del Comune di Sala Consilina e via Matteotti. Infine, nei pressi dello svincolo autostradale, in una stradina interna, parallela alla SS19 e posta sulla sinistra di essa (andando in direzione Nord) costeggiata da querce, è stata abbattuta una quercia secolare che, alla data del 19-03-2009 era ancora giacente ai bordi della strada.    

Si chiede

che i presunti reati su esposti vengano perseguiti e, se del caso, puniti. In particolare, si chiede di accertare se questi atti “violenti” erano davvero necessari. Si chiede inoltre di verificare da quale relazione di esperto agronomo o perito agrario sia scaturita l’eventuale provvedimento sindacale che ha permesso il taglio e le potature a capitozzatura del verde pubblico e da quali permessi specifici sia stato reso possibile l’abbattimento della quercia secolare..

Sala Consilina, 02 aprile 2009
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La denuncia fu archiviata. Intanto, una penna amaramente scriveva questo componimento.  


QUERCIA MORENTE


 Al suolo abbandonata l'alta quercia
non più sostegno di agili giacigli
stava, morente,  senza che persona 
desse conforto al povero suo legno.

Ai piedi di quel tronco un giorno vide
scorrere al fiume la fanghiglia e sola
possente e fiera senza alcuna tema
resse dritta delle procelle ai lampi.

L'oscura mano, ahimè, un dì ti tolse
dal mondo vegetale e  la tua vita
spezzò crudele con le tue radici.

Ahi quanto triste è la tua amara sorte
e quanto assurda  è questa nostra vita
che sempre più mi appare mesta gita.   




E oggi si tagliano gli alberi in piazza Umberto I

Due querce, non conoscendo bene
il codice della strada, invadono
la carreggiata in località Quattro
Querce a Sala Consilina.
Il grave e inusitato evento è stato denunciato alla stampa (forse non alla Procura della Repubblica, tuttavia) da un consigliere della minoranza del Consiglio Comunale di Sala Consilina (vedi servizio su Italia 2: sparisce-un-albero). In effetti, nottetempo, è sparito un albero di magnolia nella centralissima piazza Umberto I di Sala Consilina. Al suo posto un'ordinata colata di cemento. E si grida all'atto vandalico, giustamente. A questa conclusione si giunge perché questi vandali sono così ben educati (un ossimoro?) da tagliare l'albero, ripulire la piazza e versare del cemento, modellandolo bene, nello stesso posto dove vegetava la pianta. Un segno dei tempi, questo. I vandali che diventano educati (si fa per dire, naturalmente!).   




Commenti finali

In passato ho fatto appello alle istituzioni locali e ai cittadini perché si avesse cura del nostro territorio, che ha ancora buone potenzialità di vedere realizzato uno sviluppo compatibile con le risorse ambientali residue. Scrivevo, infatti, che bisognava cominciare a pensare all’ambiente anche come a un’occasione economica. Pensavo, in effetti, che la bellissima veduta della vallata, osservata dall’alto, non potesse essere svenduta per un piatto di lenticchie, costruendo nella piana capannoni a buon mercato, magari rincorrendo finanziamenti pubblici; sostenevo che la salubrità dei nostri luoghi non potesse essere messa a rischio per una manciata di euro che qualcuno ci offre per i nostri bellissimi terreni agricoli. Soprattutto se i capannoni vengono posti in improbabili "zone industriali" costruite in siti di elevato pregio ambientale (vedi il boschetto paleo-palustre di Sassano e l'areale della cicogna di Teggiano: ciascun sito ospita un'area PIP). A chi vuole comprare i nostri terreni agricoli per fare un uso improprio degli stessi (vedi inchiesta Chernobyl condotta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, con la quale siamo venuti a conoscenza che il nostro territorio era meta di pellegrinaggio degli adepti dell'ecomafia), dobbiamo essere capaci di gridare forte: NO, IO NON VENDO A TE.


In passato ho chiesto che si incentivasse la creazione di imprese di piscicoltura per ripopolare i nostri fiumi con specie autoctone. Con la presenza controllata di tali specie ittiche nei corsi principali e con l’allevamento in alcuni corsi artificiali secondari (ce ne sono a bizzeffe!) si sarebbe potuto non solo creare un tipo di economia unica nel suo genere, ma si sarebbero invogliati coloro i quali praticano pesca sportiva a venire a trascorrere piacevoli giornate nei pressi dei nostri corsi d’acqua, ripuliti con tecniche sostenibili, non incendiando le sterpaglie e nemmeno ricorrendo a mezzi meccanici, come di solito si fa. Del flusso turistico di qualità che così si sarebbe creato ne avrebbero tratto vantaggio gli operatori turistici del posto. Tuttavia, bene ha fatto un'associazione locale a preservare le specie ittiche locali in un acquario a Sala Consilina. Forse gli ambientalisti del luogo, avendo notato che localmente nulla si può fare per fermare il degrado dei corsi d'acqua, hanno pensato che si potesse almeno rendere animali da museo le tinche, le carpe, gli ottimi gamberi di fiume e i piccoli triotti, che popolavano numerosi i fiumi della vallata. 


Adesso provo solo un profondo senso di scoramento. Se qualcuno osa tagliare indisturbato un albero in piazza Umberto I a Sala Consilina senza che si sollevino voci indignate (per l'atto in sè e non per altro), allora vuol dire che avrò scritto delle parole che non hanno mai raggiunto il cuore e la mente dei miei conterranei. Quegli alberi nell'asfalto sono poi l'idea che una certa classe dirigente ha del nostro territorio: asfalto e cemento dappertutto, persino sulle piste di atletica dei campi di calcio, una volta costruite in terra battuta. Ma essi possono tutto e agiscono indisturbati, perché appartengono alla classe eletta e forse hanno buone conoscenze nelle stanze giuste (e non solo in quelle!). A noi, semplici cittadini, che non vorremmo mai frequentare - qualora ve ne fossero - le logge trasversali dei para-massoni infiltrati nelle istituzioni,  non resta che sperare che un domani vi siano persone minimamente più illuminate a decidere delle sorti del nostro martoriato comprensorio.

venerdì 30 settembre 2011

L’intrinseca complessità di alcuni sistemi

Nei sistemi biologici non particolarmente semplici la complessità dell’interazione tra l'insieme delle cellule che costituiscono il corpo (il sistema stesso) è tale da rendere vano qualsiasi tentativo di descrizione analitica esatta della risposta di tutte le cellule ad uno stimolo esterno. Di una singola particella - non troppo piccola - sottoposta alla forza di gravità, tuttavia, sappiamo dare una descrizione dettagliata, utilizzando leggi fisiche deterministiche. Galileo, infatti, ebbe modo di provare che la relazione che intercorre tra l’altezza del rilascio e il tempo di caduta di un grave è di tipo quadratico, se si trascura la forza resistente, data dall’aria, sulla particella.


Parimenti, il comportamento di corpi sociali costituiti da un numero elevato di persone (mettiamo qualche decina di milioni d’individui pensanti) potrebbe essere difficilmente prevedibile in modo dettagliato. Eppure, anche in assenza di strumenti analitico-matematici che permettano la descrizione puntuale del sistema, a volte si possono prevedere alcune risposte in media che possono indicare, ad esempio, lo stato di salute del sistema biologico o di quello sociale considerato.


Per fare un esempio molto semplice, se considerassimo l’innesto di un elevato numero di agenti parassitari su di un sistema biologico inizialmente sano, potrebbe essere abbastanza naturale prevedere che il grado di salute di questo sistema degradi col tempo fino allo stato irreversibile finale: la morte. Alla stessa conclusione si potrebbe giungere se il numero di esseri parassitari non fosse particolarmente elevato, tenendo conto, tuttavia, di una specifica aggressività dei pochi agenti innestati.


Il parallelo con un corpo sociale inizialmente sano è immediato. E, tuttavia, in quest’ultimo caso, il tracollo sociale è decretato o dal collasso dell’impianto di regole sul quale si reggevano i rapporti sociali della collettività di individui, oppure dal caos delle interazioni tra i singoli elementi del sistema. In genere, dopo un periodo di transizione anche turbolento (per usare un eufemismo), le regole sociali vengono ristabilite per un intrinseco e inalienabile desiderio dell’Umanità: la pace tra gli uomini.


Nel primo caso, si giunge a un nuovo punto di equilibrio mediante l’adozione di un nuovo modello sociale, che comporta un complesso di nuove regole di interazione tra i soggetti. Paradossalmente, questo è il caso più improbabile, proprio perché più difficile da realizzare in assenza di visioni alternative della missione sociale di ogni singola breve vita. Possiamo perciò connotare questo evento come una “rivoluzione”. Nel secondo caso, invece, è più semplice intervenire con la rimozione della causa scatenante il caotico tracollo della società, favorendo una lenta ripresa delle corrette interazioni tra gli individui sulla base di regole preesistenti. Sempre che non si superi il “punto di non ritorno”, che non s’innestino strani fenomeni di individuazione “di parte” delle cause dei malanni sociali, e che non si determini un preventivo deterioramento effettivo delle regole che dovrebbero permettere la risalita della china.


Quelle stesse regole che dovrebbero essere tanto più sentite quanto più ristretto è il loro ambito di applicazione, per scongiurare possibili vicinanze e commistioni di interessi tra controllati e controllori, ad esempio. Ancor più se esiste un rischio concreto che le varie cricche professionali, che localmente si appropriano, senza senso dell’etica, di privilegi e funzioni (anche pubbliche), possano, col loro dissennato modo di operare, recare danno alle persone socialmente più deboli.


Memori della storia del burattino Pinocchio che incappa nella giustizia del paese di Acchiappacitrulli, ci auguriamo che qualcuno procuri di essere molto cauto nell’applicazione delle ferree regole sociali nei confronti di coloro i quali appartengono a categorie disagiate. Sarebbe giusto, d’altro canto, adottare uno stretto controllo sull’operato degli amministratori pubblici, soprattutto quando essi, forti delle loro trentennali carriere, ostentano un’inusitata iattanza nei loro affari nepotistici e davanti a teleschermi e microfoni. Mostrarsi forti con i deboli è più semplice, tuttavia, soprattutto quando si intrattengono rapporti (anche conviviali) con chi localmente detiene il potere amministrativo. Per continuare il parallelo con i sistemi biologici, sarebbe come se gli anticorpi facessero a gara con le cellule tumorali nel diffondere il cancro in un essere vivente.


La domanda che mi pongo, infine, è la seguente: faremo finta di non capire che è proprio in questo modo che una società va irrimediabilmente in malora, oppure vorremo industriarci tutti a rendere più giusta e vivibile la nostra collettività in questo difficile (per alcuni!) momento storico?      

sabato 24 settembre 2011

SULL'IPPOVIA DEL VALLO DI DIANO

UNO TV giustamente allarga il campo di interesse sulla questione della linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro, intervistando Rosario Nicola Luisi [vedi link: intervista LUISI], esponente locale del PDL, che ha a lungo parlato della proposta dell'ippovia formulata dall'associazione di promozione turistica CilenVallo. 

Le prime ippovie (tracciati sui quali
correvano carrozze trainate da cavalli.
Buona idea quella dell'ippovia, realizzabile - a mio modesto parere - anche senza la distruzione di un'infrastruttura "verde", quale la linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro, oggi già esistente. Questo intervento vuole quindi essere a sostegno dell'idea di Luisi. Tuttavia, non vorrei nemmeno abbandonare la speranza che un giorno la tratta ferrata possa tornare a vedere il treno correre sui binari. Buona idea l'ippovia, soprattutto perché si ha a disposizione tutto il tratto rettilineo del Tanagro nella vallata, da Polla a Padula e oltre.

Ippovia sul delta del Po.
Sono rimasto alquanto colpito (ma non certo sorpreso) per la competenza, nel campo dei trasporti su gomma, mostrata da Luisi. La consapevolezza dello stesso esponente locale del PDL sulla necessità di infrastrutture per il rilancio dell'economia locale (anche se Luisi, affrontando il tema dello sviluppo del territorio, ha parlato quasi esclusivamente di commercio) è da ammirare. Ho anche notato però una certa insistenza sul concetto dell'eliminazione della ferrovia e una concentrazione dell'attenzione del politico locale sulla viabilità autostradale. La "domanda che sorge spontanea" è la seguente: non è che qualche mentore nazionale stia facendo scuola su come si faccia politica anche a livello locale? Si comprende bene, infatti, che qualche politico oggi in auge intenda la politica anche come tutela dei propri interessi e di quelli degli amici (tutti "criccanti" e contenti). Tuttavia, non penso che questo sia il caso di un giovane intelligente come Luisi. Il riconoscimento va attribuito alla persona, infatti, al di là dello schieramento politico; anche perché, a guardar bene, non è che dall'altro lato della barricata ci siano questi grandi fari di sapienza amministrativa.



Eppure, tra le iperboli circa l'autostrada SA-RC, ve ne è una che risalta agli occhi: "Oggi, per arrivare a Salerno ci vogliono 25 minuti" - afferma Luisi. Vediamo allora, con un semplice calcolo, quale è la velocità media di percorrenza da Sala Consilina a Salerno sotto questa ipotesi. Il calcolo è semplice e non prevede alcun riferimento alla fisica delle particelle, che necessariamente bisognerebbe fare nel commentare le recenti novità che arrivano dal CERN di Ginevra sulla velocità del neutrino [vedi link: neutrino].
Breve tratto di un'ippovia.
Consideriamo di poter viaggiare su di una linea immaginaria (nessuna curva, nessun intoppo) a velocità costante V0 da Sala Consilina a Salerno. Possiamo trovare la velocità media semplicemente calcolando il rapporto tra lo spazio percorso Ds e il tempo impiegato Dt (qui devo fare sfoggio di qualche nozioncina di fisica - ahimè!). La distanza tra Sala Consilina e il capoluogo di provincia è pari a 73,7 Km circa (in linea d'aria, appunto). Luisi afferma, nell'intervista rilasciata a UNO TV, che Dt = 25 min = 25/60 hr. Bene. Allora, la velocità V0  sarà Ds /Dt = 177 Km/hr circa, cosa che non è in linea con i dettami del codice della strada. Tenendo conto di un percorso non proprio rettilineo, quella figura deve essere aumentata (a causa di un incremento del numeratore Ds). Si arriverebbe così quasi a 190 Km/hr.

 Il consiglio da dare a Rosario Nicola Luisi è quindi o di rivedere queste iperboli automobilistiche, oppure di considerare i limiti di velocità imposti dal codice della strada, per non dare l'impressione che i politici - di qualsiasi schieramento essi siano – possano essere tacciati del solito vezzo di derogare dalle leggi della Repubblica Italiana. Questo sentimento, infatti, alimenterebbe solo l'antipolitica, mentre abbiamo tanto bisogno di buona politica in questo territorio, alla quale certamente Luisi potrà dare il suo contributo in futuro.

E l'augurio da fare a Rosario Nicola Luisi è quello di impegnarsi per il suo progetto di ippovia, che noi speriamo possa essere presto realizzato, senza che esso necessariamente preveda la distruzione di un'infrastruttura esistente. Aspettiamo poi che egli colga lo spirito del tempo (vedi vari gruppi su Facebook e interviste ad alcuni amministratori della sua stessa parte politica [intervista RINALDI]) e si impegni politicamente anche per il ripristino della linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro, per non perdere il "treno della politica", negando di fatto, con la strana idea di distruzione dei binari (alle cui conseguenze sul piano legale forse non avrà pensato), un diritto richiesto oggi a gran voce da molti cittadini del Vallo di Diano.

lunedì 19 settembre 2011

AUTOCERTIFICAZIONE DI UN FALLIMENTO POLITICO


Una sorgente d'acqua sulfurea che sgorga nel
bel mezzo di un'isola ecologica (già macello
comunale). A questo inaspettato dono nessuno
ha prestato attenzione (post sulla sorgente).
Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza e la criminalità, impone ai politici il buon governo.  Giuseppe Fava (giornalista assassinato dalla mafia a Catania nel 1984)



Può succedere che un paese autocertifichi, attraverso i suoi amministratori, il fallimento di un trentennio di gestione della cosa pubblica. Può succedere ed è successo, attraverso un volantino distribuito nelle cassette postali dei cittadini di Sassano. Per la gravità delle cose raccontate (se vere) una destinazione più appropriata avrebbe potuto essere, tuttavia, quella della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sala Consilina per richiedere accertamenti di eventuali reati. Perché delle due l’una: o quello che si dice corrisponde esattamente al vero, oppure la vera “azione di diffamazione e di grosse menzogne” non sono gli oppositori (parola grossa!) a farla. Il volantino è firmato dai consiglieri della maggioranza, dagli assessori, dal sindaco e dal vicesindaco; pertanto, si dovrebbe presumere che il contenuto sia attendibile nelle cifre e nelle vicende raccontate ai cittadini, ma che forse dovrebbero essere raccontate, più appropriatamente, ad un magistrato. O forse si fa ricorso alla giustizia solo quando sono i semplici cittadini ad operare o a scrivere?


La struttura di cemento, definita
"ecomostro", nel centro storico di
Sassano.
Il titolo dello scritto, recante il simbolo della lista di maggioranza “Cambiare si può”, è il seguente: “Lavoriamo per il futuro del paese (da circa un anno) e per cancellare gli errori del passato (30 anni)”. Il trentennio fallimentare, certificato anche da chi adesso amministra ed è stato parte attiva, nel passato, sia come membro della classe dirigente del paese, sia direttamente come amministratore, sia come sostenitore diretto o indiretto della lista unica del quinquennio 2005-2010, dove l’unica opposizione era qualche voce critica esterna all’amministrazione, è stato raccontato forse solo in parte. Eppure, le stesse voci critiche - che oggi si vogliono inopportunamente zittire - avevano più volte lamentato, ben prima del 2005 (quando vi fu un unanime assalto al valore della partecipazione plurale e democratica alla cosa pubblica per favorire una certa "operazione politica"), l’effetto non proprio benefico di qualche azione amministrativa approvata anche dall’attuale vicesindaco e da qualche attuale amministratore. Se ne rammenti uno per tutti: i rincari della tassa sui rifiuti solidi urbani (TARSU). All’epoca denunciammo pubblicamente una strana commistione dei ruoli (oggi autocertificata!), mentre altri o sedevano in consigli di amministrazione double-face o occupavano ruoli amministrativi triple-face o, più semplicemente, approvavano l’operato “politico” (ehm!) senza fiatare. Oggi, si apprende sulla stampa, che l’Antimafia starebbe indagando su questioni legate alla Ergon, S. p. A., azienda partecipata citata nel volantino. Forse si sarebbe potuto evitare questa fatica alla già affaticata magistratura, se qualcuno avesse avuto senso civico e avesse parlato in pubblico, non riferendo solo mezze verità nei bar (appunto!). Per non parlare dei servizi sociali, o dei finanziamenti recuperati anche grazie a “buoni rapporti personali”. Eh già! E di questo qualcuno se ne fa pure vanto? Infine, per non ripetere quanto scritto in grassetto, ovvero che la passata (ma anche in parte presente) amministrazione avrebbe agito per “nascondere o ridurre il debito reale del Comune di Sassano poiché molta parte della spesa pubblica sostenuta non era stata finanziata con entrate certe od [sic!] attendibili”. Prima di sottoscrivere questa autodenuncia, si è letto che cosa dice il codice penale in merito alle approvazioni di bilanci "poco veritieri"?


Per quanto detto, tutto quello che si dice nel volantino è riferibile, in tutto o in parte, direttamente o indirettamente, anche a chi lo ha firmato. In questo modo, il fallimento (politico) è autocertificato.




Articolo nel quale si ipotizza l'interessamento dell'antimafia
a questioni legate allo smaltimento dei rifiuti e alla società
partecipata ERGON S.p.A. 
E la cosa più sconcertante di tutte è quell’auto-definizione della manifestazione della Valle delle Orchidee (festa della “pasta e fasuli”) nella quale - si dice nel volantino - “Sassano veniva fatto conoscere come “il Paese di Bengodi” dove gli amici degli amici venivano da altri luoghi solo per mangiare e bere gratis”. Sembra quasi di vederli questi azzimati amministratori (non facciamo discriminazioni di sorta, per carità!) mettersi in fila per ricevere gli amici nella gradevole località montana all’interno del Parco Nazionale. A totale carico del contribuente, adesso si viene a sapere (e non è dato conoscere con quale modalità di spesa). Quelle stesse voci critiche avevano segnalato la presenza di strutture di ospitalità diffusa sul territorio (che nel volantino si definiscono, in modo altrettanto divertente “bed and breakfast” fantasmi). E una delle voci critiche aveva ipotizzato, in pubblici scritti, che queste manifestazioni venivano messe in piedi - adesso si sa con un esborso di danaro pubblico di oltre 400mila EUR in cinque anni - per incentivare una forma immatura di turismo nel nostro territorio (tanto immatura che i calciatori che hanno partecipato alla seconda inaugurazione dello stadio comunale S. Giovanni sono stati ospitati in alberghi di paesi circostanti). Adesso si arguisce - per quello che si legge e viene autocertificato nel volantino - che alcune strutture ricettive "bed and breakfast" quasi non esistono (ossia, più propriamente, hanno la stessa consistenza degli spettri delle nostre più tetre fantasie). E proprio mentre si autocertifica l’inconsistenza di strutture ricettive sul territorio, si avvalora la tesi che quella “mostruosa creatura” definita ecomostro (una struttura in cemento di sette piani che avrebbe dovuto fungere da nuova sede comunale) sia sorta anche per volontà di una parte di questa amministrazione. E, se a noi fosse concesso di fare ricorso alla logica, quella struttura dovrebbe costituire oggi, per i cittadini di Sassano, un monumento (quanto solido, a proposito?) alla credibilità politico-amministrativa (quanto solida anch'essa?) di coloro i quali, nell’attuale amministrazione, l’hanno voluta.

Gli stessi cittadini, a conclusione dello scritto che contiene (ma anche non contiene, vista la notevole – quanto voluta? – omissione sul fatto che la zona PIP è costruita su di un sito di particolare pregio ambientale e che una parte di essa è sotto sequestro per intervento della Magistratura) tante amenità autocertificate, sono avvisati da questa attuale (ma anche da una parte di quella passata!) amministrazione: dalle prossime settimane avvieremo un’azione di confronto e di ascolto nelle varie zone del Paese. Infatti, un avviso di garanzia è già arrivato nella cassetta postale di un cittadino critico. Aspetteremo i prossimi, per un confronto più serrato nelle sedi che l’amministrazione riterrà più opportune ai propri scopi, perché noi siamo solo semplici cittadini, non eterni amministratori (passati, presenti e futuri!) deputati al benessere (ma anche al malessere - autocertificato, a volte) di un’intera collettività e alla scelta delle sedi dove poter dibattere liberamente (l’avverbio è messo là tanto per dire, naturalmente). Intanto ci è giunta notizia che nella Villa comunale di Silla, dove il Cavarelli ha cominciato di nuovo a presentare i fenomeni di schiuma sulla sua superficie (vedi Cavarelli), vi è stato di recente un incontro sulle politiche sociali a Sassano (qualche recente intervista rilasciata a UNO TV da un cittadino sassanese potrà confermarne la consistenza: intervistaUNOTV) e un dibattito sulla salvaguardia ambientale, appunto. Proprio nel luogo dove si dovrebbe chiudere il plesso scolastico per ragioni precauzionali, se non si riuscirà a capire nell’immediato che cosa sia quella schiuma (veleno assoluto, dice qualcuno) che periodicamente – e specialmente nella notte e nelle prime ore del mattino - si avvista sul corso d’acqua che lambisce l’edificio delle scuole materne ed elementari.   

domenica 4 settembre 2011

Signori, la mousse è servita

Il prof. Domenico De Masi(1), durante il breve periodo di presidenza dell’Ente Parco, ha provveduto a dare una descrizione della realtà sociale del Cilento molto cruda, ma allo stesso tempo molto vicina al vero, citando dati precisi che si riferiscono, tuttavia, solo all’area cilentana. L’analisi dello studioso, prestato alle istituzioni pubbliche, è apparsa su La Repubblica di Napoli del 29-07-08. Apprezziamo quanto è stato scritto con coraggio e professionalità sul Cilento dal prof. De Masi. E proprio per una certa continuità territoriale tra il Cilento ed il Vallo di Diano credo sia possibile ribadire alcuni concetti particolarmente illuminanti, contenuti nell’articolo dell’ex presidente del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
Mousse al cioccolato

“In mezzo, tra cittadino e Stato, vi è una mousse politica prevalentemente screditata, unita e divisa da interessi contingenti, sradicata da qualunque ideologia, senza piani precisi per il futuro”.




Come non riconoscere questa sostanza gelatinosa anche nel nostro territorio. Col tempo, la credibilità istituzionale della mousse è andata man mano scemando, anche se l’appeal che essa esercita sul cittadino medio si è accresciuto, per via della gestione diretta del potere locale, diventata, con gli anni, una sorta di investitura a vita. Il termine gastronomico non è scelto a caso. La mousse va intesa sia nel senso della sua consistenza fisica, sia nell’assenza di una sua propria connotazione politica.


“Questa mousse ha sperperato gli aiuti pubblici impiegandoli in imprese insensate; ha devastato il territorio con una speculazione demenziale, parimenti efferata nei centri costieri e in quelli interni; ha assicurato al Cilento un reddito pari alla metà di quello veneto; ha creato un patrimonio edilizio fatto per il 36 per cento di case vuote; ha desertificato un paesaggio collinare che copre con le sue imprevedibili bellezze il 67 per cento dell’intero territorio; ha invaso le zone balneari con un turismo massificato che riesce a saturare i posti letto solo per il 26 per cento”.

Capo Palinuro
Sono i disastri che abbiamo anche noi sotto i nostri occhi: una vallata completamente distrutta nel suo insieme da un inquinamento selvaggio, da capannoni orribili e dall’abbandono delle pratiche virtuose dell’agricoltura tradizionale. Un disastro portato avanti dai Robin Hood alla rovescia che non sono mai paghi di accumulare risorse e potere, lasciando un intero comprensorio nell’abbandono più completo. Una mousse che non sa e non vuole programmare il nostro futuro e non riesce proprio a capire una cosa semplice: non c’è opportunità di sviluppo senza una rete integrata dei trasporti locali e senza mettere a punto una strategia compatibile con le vocazioni del territorio. Infatti, se i capannoni pubblicitari o le zone industriali fantasma costruite in campagna o, peggio, nei siti di pregio ambientale della nostra vallata possono procurare, attraverso i finanziamenti pubblici, un arricchimento temporaneo di alcuni soggetti, essi, nel lungo periodo, attraverso lo snaturamento di queste zone, renderanno questa vallata impresentabile, distruggendo definitivamente quello che è il nostro bene di maggior rilievo: le risorse ambientali. Per porre rimedio a queste devastazioni ci vorranno anni, se non decenni. E’ bastato qualche lustro a questa mousse per depredare il territorio con la connivenza di chi si è mostrato sereno davanti a tali scempi e ha abbozzato uno sguardo truce contro chi voleva fermare le ruspe con cingolati anche in piena zona 1 del Parco Nazionale, a 1100 metri sul livello del mare.


“E’ dunque persa ogni battaglia di modernizzazione? Tutt’altro! Il Cilento rappresenta l’area campana con i maggior potenziale di sviluppo. Le sue coste, benché mortificate dalla speculazione rapace, riservano ancora tesori di bellezze incontaminate, disponibili per un turismo di alta qualità. Il suo associazionismo culturale mette ancora a disposizione del territorio una “università invisibile” che fa del Cilento l’area più intellettualizzata della regione. La sua rete di imprenditori e di professionisti, esasperata dal prezzo finora pagato al clientelismo miope, è impaziente di novità e di trasparenza. Tutto è pronto, dunque, per un salto del Cilento dal torpore rurale allo sviluppo postindustriale”.


Veduta del Vallo di Diano in una zona
sgombra da orribili capannoni
Come non apprezzare l’analisi fatta da De Masi e, soprattutto, non abbracciare la stessa speranza di una futura rinascita anche per il Vallo di Diano. E’ importante, però, dare voce anche a queste “università invisibili” del nostro territorio e non solo a quelle asservite, per il solito piatto di lenticchie, all’imperatore, al re, al satrapo, al tiranno di turno. Alcuni giullari di corte, intanto, sembrano stiano già celebrando (ruolo in verità a loro poco consono!) le esequie per la linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro, mentre continuano a cantare, imperterriti, le gloriose gesta della mousse politica locale.






mercoledì 31 agosto 2011

Sicignano-Lagonegro: la corrispondenza con Mons. Angelo Spinillo

Pubblichiamo, di seguito, il carteggio tra la sede Codacons del Vallo di Diano (all'epoca di Sala Consilina) e il Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro, Mons. Angelo Spinillo.

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RISPOSTA DI MONS. SPINILLO ALLA NOSTRA PRIMA MISSIVA (pubblicata nel post precedente)

Egregio Sig. Roberto De Luca          
                                                                                      Responsabile Sede CODACONS
                                                                   C.so V. Emanuele 30
                                                                             84036 SALA CONSILINA

                                                                               Egregio Sig. Rocco Panetta
                                                                                   Responsabile Settore Trasporti
CODACONS – SALA CONSILINA  


Carissimi Amici, Responsabili e Membri del CODACONS,

devo anzitutto scusarmi per non aver dato immediatamente risposta alla lettera aperta, inviatami per posta elettronica e poi pubblicata lo scorso 29 febbraio sulla stampa locale, dai Responsabili del Codacons di Sala Consilina in merito alla necessità di sostenere la proposta di un rapido ripristino della tratta ferroviaria Sicignano-Lagonegro.

Mons. Angelo Spinillo, relatore ad un
convegno.
Preso dalla preparazione delle celebrazioni pasquali, non sono riuscito a dare una risposta in tempi accettabili. Ma direi una bugia se dicessi che la colpa del ritardo nel rispondere a quella sollecitazione sia tutta e solo negli impegni propri di questo periodo festivo. Devo, infatti, dire che ho avuto, ed ho, difficoltà a capire in quale direzione potrei muovermi o cosa, oltre una qualche forma di sensibilizzazione, io potrei efficacemente fare per raggiungere l’obiettivo che è stato proposto. La seconda difficoltà, che mi sta più a cuore, consiste nel fatto che non credo ad una correlazione tra i pur numerosi episodi di autolesionismo o di degrado per la dipendenza da sostanze stupefacenti o da alcool, che sta segnando negativamente il nostro territorio, e l’assenza di un collegamento ferroviario con i centri più importanti della provincia. In verità già nel settembre dell’anno 2002, in occasione dell’annuale convegno della nostra Diocesi, parlai di queste due forme di preoccupante disagio personale e sociale di tanti  cittadini del nostro territorio. In quell’anno il nostro territorio diocesano, che comprende anche il Golfo di Policastro, registrò, purtroppo, circa 20 suicidi. La cosa non poteva lasciarci indifferenti, come continua a chiederci attenzione anche se poi fortunatamente, negli anni successivi, il numero di tali eventi non ha raggiunto più quel picco.Ugualmente non ci lascia indifferenti, anzi ci preoccupa ogni giorno di più, l’aumento di uso di sostanze stupefacenti e l’abuso di alcolici. Ci preoccupa perché porta in sé il segno di una grande incapacità di vivere il reale, di apprezzare la vita quotidiana ed impegnarsi in essa ed a favore di essa. E’ un dramma che fa trasparire scarsa attenzione alla verità ed alla ricchezza del proprio essere per montarsi in una falsa, e tragicamente deludente, visione di sé e del mondo.

Da cosa dipende tutto ciò? Dalla mancanza di mezzi di comunicazione? Non credo.

In verità nella mia memoria sono rimaste sempre piacevolmente impresse, come credo in tutti gli allora studenti universitari, le simpatiche chiacchierate e gli incontri più o meno vivaci che si sviluppavano nelle ore di attesa sui marciapiedi delle stazioni o negli scomparti della mitica Littorina, magari prendendo spunto dalla pagina del giornale che il vicino di sedile stava leggendo, dagli studi che si andavano compiendo, dai problemi e dalle speranze da realizzare nel lavoro, da qualche presenza un po’ originale o da un piccolo inconveniente, che non mancava mai tra i passeggeri del treno, e di cui si discuteva e spesso si sorrideva bonariamente tutti insieme sentendosi coinvolti in una specie di complicità che generava anche amicizia. Ciò che, poi proprio mi affascinava erano i panorami di questa nostra meravigliosa terra, sicuramente arricchiti dalla cura che gli stessi ferrovieri usavano nel gestire gli spazi delle nostre stazioni, e che, visti dal finestrino del treno, con la libertà del semplice passeggero, in ogni stagione sembravano offrire novità da guardare e di cui ancora poter parlare notandone particolari e varietà di forme.    

Paradossalmente, però, oggi qualcuno ha detto che i tanti suicidi che abbiamo dovuto  registrare, possono dipendere anche dalla conformazione di un territorio come il nostro che pare pesantemente segnato dai monti che chiudono la Valle in un orizzonte assai limitato e, perciò, causa di depressione psicologica. Paradossalmente, ancora, molti legano proprio alla facilità di certe comunicazioni la diffusione di modelli di comportamento non adatti alla crescita positiva del nostro popolo che risulta poi come sganciato dalla genuina semplicità e dalla concretezza dei valori che (sembra!) abbiano arricchito la vita di tempi ormai passati e lontani. Io non sono tra questi e non credo a queste analisi assai superficiali. Io auspico che le possibilità di comunicazione siano sempre più ampie ed efficaci, come desidererei tanto che anche dal finestrino di un treno in corsa (non troppo veloce!) e tra il chiacchierio della gente che occupa gli scompartimenti si possa tornare a guardare e ad ammirare la vita. Purtroppo, però, come anche Lei ha citato, rilevo e lamento nella nostra gente una grossa difficoltà a comunicare, quasi una chiusura ad un dialogo vero e vivo, capace di condividere speranze e sentimenti, idee e progetti per camminare verso il futuro.

Ribadisco, come il Dott. Panetta ha voluto gentilmente citare del mio pensiero, la necessità di “creare degli spazi di incontro e di confronto civile”, ma questo è chiesto a chi ha la responsabilità della vita pubblica e sociale del territorio non meno che a ciascuno di noi cittadini. Infatti credo che oggi (per quanto ci sia sempre da migliorare, ed una ferrovia potrebbe essere un miglioramento) non mancano tanto i mezzi per la comunicazione ed il movimento delle persone, quanto la volontà, il desiderio, o peggio, qualche volta i contenuti di pensieri e di sentimenti da condividere con altri. Viviamo una sorta di sfiducia nella parola, nella sua verità e nella sua efficacia, e siamo come chiusi in delusioni che non accolgono quanto altri potrebbero comunicarci. In questo senso, allora, tutti siamo chiamati a creare spazi di dialogo e di condivisione in cui ci sia possibilità di esprimersi con serenità e si viva la fiducia che l’altro non è lì come un nemico che usa la parola per ingannare e dominare, ma come un autentico compagno di viaggio capace di cercare con noi l’orientamento o la destinazione giusta e anche di aiutare a portare un bagaglio più pesante.

In questo ha sicuramente una grande importanza la politica e chi si presenta responsabilmente a parlare dell’organizzazione e dello sviluppo della vita della società, ma ha anche uguale importanza chi nella realtà delle nostre comunità civili può cercare di aprire e sviluppare occasioni e momenti di dialogo intensi e sereni nella comune ricerca del bene e della verità, aiutandone la conoscenza e condividendone la speranza e la bellezza.
La galleria Timpone sulla Sicignano-Lagonegro

In conclusione: mi impegnerò a parlare dell’opportunità di rimettere in funzione la tratta ferroviaria Sicignano-Lagonegro? Se ne avrò qualche volta l’occasione lo farò. Non mi sento di assicurare che cercherò l’occasione, perché, con tutti i vantaggi che pure potrebbe portare al territorio, non ritengo questa la più efficace soluzione alle esigenze di cui abbiamo parlato. Devo dare atto ed esprimere gratitudine a Voi impegnati nel Codacons, come pure nel Comitato-pendolari, di tenere desta l’attenzione sulla questione e sulla possibilità di sviluppare positivamente migliori opportunità per il trasporto pubblico. Mi associo certamente a questo impegno. Onestamente devo dire anche che l’interesse mio e della Chiesa al bene dei cittadini non si ferma alla rivendicazione del poter usufruire di un particolare servizio, ma vuole aprirsi alla ricerca di attenzioni più intensamente proiettate allo sviluppo del cammino dell’uomo nella verità, ed a fare tutti partecipi di un vivo dialogo nel bene.

Sono certo di trovare, ora, io un alleato in Voi e nei membri del comitato, mentre mi dichiaro a disposizione, per quanto so e posso, per collaborare ad ogni iniziativa di crescita e sviluppo per la vita della nostra gente.

Con viva cordialità e con sensi di profonda stima, presento a tutti il mio saluto e la mia amicizia.


                                                                                  + Angelo Spinillo

                                                                                           Vescovo di Teggiano-Policastro

     Teggiano 26 marzo 2008


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NOSTRA CORDIALE REPLICA ALLA RISPOSTA DI MONS. SPINILLO

Sulla risposta del Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro, Mons. Angelo Spinillo, alla lettera aperta del 29 Febbraio, 2008. Nostro ringraziamento e ulteriore commento.
Eccellenza,
innanzitutto La ringraziamo per aver voluto dare risposta alla nostra missiva dello scorso 29 Febbraio con la Sua del 26 Marzo 2006.
Dalla Sua risposta ci sembra di apprendere che Ella non pensa che vi siano correlazioni tra i fenomeni di autolesionismo nel Vallo di Diano e l’assenza dei mezzi di trasporto su ferro. Rispettiamo la Sua opinione. Ci permettiamo solo di precisare che tali correlazioni sono state individuate, da quello che abbiamo appreso su La Repubblica di Napoli, in uno studio di dieci anni fa dal prof. Maj della Seconda Università di Napoli. Noi ci siamo solo limitati a trasferire a Lei, perché conoscevamo il Suo impegno relativamente ad alcuni temi di carattere sociale, le conclusioni di questo studio. La logica conclusione della Sua lettera, data la premessa di sopra, è che un Suo ipotetico impegno, volto a sollecitare la riapertura della Sicignano-Lagonegro, non avrebbe effetto alcuno sul fenomeno dei suicidi che si registrano, con tragica frequenza, nel nostro comprensorio. Ella, pur tuttavia, avendone l’occasione, che non cercherà (a quanto sembra di capire), potrebbe anche dire qualcosa a favore della riapertura della linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro.
Il dott. Rocco Panetta, Responsabile
Trasporti della sede CODACONS
del Vallo di Diano.
Nonostante il Suo scetticismo, relativamente alla piena valenza socio-culturale di questa infrastruttura, noi vogliamo ringraziarLa, perché ha accettato un confronto con un’Associazione che sta cercando, tra mille difficoltà e nel silenzio assordante delle istituzioni, di tutelare, per quanto possibile, l’ambiente (bene comune) e che sta portando avanti discorsi di carattere collettivo. Certo, l’attesa di una risposta da parte Sua non è stata breve, ma alfine la risposta vi è stata, e questo ci servirà senz’altro da stimolo per continuare ad agire nella direzione intrapresa. E proprio in questa direzione si innesta la nostra convinta battaglia sulla riapertura della Sicignano-Lagonegro, che non è mera ostentazione di impegno sociale, ma profondo sentire. Secondo noi, infatti, tale linea è necessaria, al di là delle ragioni espresse dal prof. Maj, anche per altri seri motivi, che attengono alla sfera dei bisogni delle persone deboli e svantaggiate, il cui benessere a Lei sicuramente sta molto a cuore.
Parliamo infatti del diritto alla mobilità dei disabili e degli ammalati, di fatto negato dai mezzi di trasporto su gomma privi degli accorgimenti necessari per rendere possibile e accogliente la loro presenza a bordo, e meno improba la loro fatica nel momento della salita e della discesa dal mezzo. I non vedenti, i sordi e chi è costretto a muoversi con una sedia a rotelle potrebbero viaggiare, oggi, non sulla “Littorina” ma sul “Minuetto”, treno carrozzato da Giugiaro, senza barriere architettoniche, con avvisatori acustici e luminosi per le fermate, tasti in braille, posto per la sedia a rotelle, toilette per i disabili, aria condizionata, prese per computer e telefonini, videosorveglianza. Si potrebbe viaggiare comodi e sicuri, alla velocità di 130 km/ora tra Polla e Montesano S/M. Gli ammalati italiani vanno in pellegrinaggio a Lourdes in treno, non con l’autobus, da sempre. Papa Giovanni Paolo II per recarsi ad Assisi con un mezzo alternativo all’elicottero ha usato il treno, non l’autobus. Se l’attuale Pontefice volesse usare questo stesso mezzo per visitare la nostra Diocesi, dovrebbe fermarsi a Sicignano. Parafrasando Carlo Levi, potremmo dire che: ”Cristo si è fermato a Sicignano”. E, siccome Ella ha voluto, nella Sua risposta, parlare del Suo tempo piacevolmente trascorso a viaggiare, durante gli studi universitari, sulla “Littorina”, vorremmo raccontarLe che cosa adesso significa un viaggio in autobus per uno studente universitario del luogo.
Premettiamo che di ciò che andremo a dire ne abbiamo prova diretta. Immaginiamo allora che uno studente universitario voglia oggi salire su un autobus a Sala Consilina, diciamo, per recarsi a Fisciano, dove è collocata la struttura di un Ateneo molto frequentato dai nostri ragazzi. Lo studente sale allora sull’autobus, in genere non propriamente nuovissimo (nemmeno le Littorine lo erano, è vero!), con la certezza di tempi di percorrenza non propriamente brevi: due ore circa, se tutto va bene. Le ragioni per tempi di percorrenza così alti sono comprensibili: servizi effettuati in coincidenza con altri e “giri turistici” del Vallo per percorsi che si snodano nei vari centri storici: risultato, il tratto Sala Consilina – Polla a volte si percorre in mezz’ora. Se si voleva una corsa “non troppo veloce” la si è trovata. Va peggio agli studenti del versante opposto, che visitano anche la Sua Teggiano, con tutti i tornanti annessi, prima di approdare a Polla per il trasbordo. Gli studenti nell’autobus in genere ascoltano musica dalle loro cuffie; e così sia la possibilità di studio, sia la possibilità di incontro e di dialogo vengono pressoché annullate. Non c’è nemmeno spazio per visioni romantiche del viaggio, ma solo fastidio, forse, per la costrizione di giovani membra in posti angusti.
Questo stato di cose, e ci riferiamo soprattutto al servizio dei trasporti locali per la fascia sociale dei disabili, non è noto ai più ed è forse bene che non lo sia: in questo modo tutte le persone normo-dotate saranno un po’ più tranquille con la loro coscienza, che non verrà turbata dal mesto giacere delle rotaie sul nostro territorio, dalla lunga assenza dei treni (il 1° Aprile saranno ventuno anni!) e dalla presenza ingombrante di autobus inquinanti in giro per i nostri paesi.
 Naturalmente, Eccellenza, ci farà sempre piacere ricevere da Lei qualsiasi commento e qualsiasi nota su quanto da noi riportato. Speriamo di non averLe arrecato eccessivo disturbo con questa  nuova missiva, che ci auguriamo vorrà considerare come una prova della nostra stima nella Sua missione.

Cordiali saluti,

dott. Rocco Panetta
Responsabile Settore Trasporti
sede CODACONS di Sala Consilina

dott. Roberto De Luca
Responsabile sede CODACONS di Sala Consilina
Sala Consilina, 31 Marzo 2008 

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RISPOSTA DI MONS. SPINILLO ALLA NOSTRA SECONDA MISSIVA


Egregio Sig. Roberto De Luca          
                                                                                      Responsabile Sede CODACONS
                                                                   C.so V. Emanuele 30
                                                                             84036 SALA CONSILINA


                                                                               Egregio Sig. Rocco Panetta
                                                                                    Responsabile Settore Trasporti
 CODACONS – SALA CONSILINA   

Carissimi amici,

ho preso visione della vostra comunicazione a seguito del mio scritto e delle mie perplessità circa un possibile collegamento tra le situazioni di disagio personale della gente del nostro Vallo e l’assenza di un collegamento ferroviario conseguente alla soppressione della linea Sicignano-Lagonegro.

Ovviamente non contesto, anzi faccio mia e riconosco, la validità delle motivazioni da voi riportate per chiedere un rapido ripristino della tratta ferroviaria di cui discutiamo. In ciò che proponete ci sono tante verità di situazioni non agevoli della vita dei nostri paesi su cui opportunamente dovremmo tutti portare la nostra attenzione.

Ribadisco che quello su cui avevate chiesto il mio interessamento, pur supportato da studi e ricerche di livello universitario, non mi sembra il più realistico. Sicuramente, però, ci sono altre motivazioni sulle quali potremmo discutere e sperare di far crescere un consenso ed un’attenzione da parte di chi ha direttamente responsabilità nella gestione della vita sociale.

Augurandovi ogni bene e, come ho detto, rimanendo a disposizione per tutto quanto possa realmente sostenere, con voi e con tutti i nostri concittadini, per la promozione del bene comune, cordialmente vi saluto. 

                                                              + Angelo Spinillo   

Teggiano  3 aprile 2008