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venerdì 19 agosto 2011

REQUIEM PER IL CAVARELLI

Cavarelli - griglia in località "la Botte". Si noti
lo strato di materia oleosa sul pelo dell'acqua 
(foto del marzo 2008).
La stampa si è interessata, nel corso del tempo, ai fenomeni di morie di pesci nelle acque dei canali del Vallo di Diano. Basti solo leggere cosa scriveva su La Città del 19 luglio 2007, a pag. 36, Salvatore Medici, un noto operatore dell’informazione del luogo, che tempo fa ha condotto una dettagliata inchiesta sull’inquinamento da rifiuti delle nostre campagne: “Ancora pesci morti nelle acque del Vallo di Diano. Questa volta il canale interessato è il lagno Termine, affluente del fiume Tanagro nella piana tra Sala Consilina e Teggiano, nelle vicinanze del sito dove è ubicato il traliccio che ospita la cicogna bianca: una zona che da alcuni anni è al centro dell’attenzione per l’evento costituito dall’arrivo della coppia di cicogna e dalla nascita dei piccoli; una zona, insomma, da considerare simbolica e dunque da proteggere, ma che invece non è per nulla tutelata…Gli episodi si ripetono nel tempo: prima a Silla di Sassano, poi tra Sassano e Teggiano, poco tempo fa tra San Pietro al Tanagro e Sant’Arsenio fino a Polla e ieri tra Teggiano e Sala Consilina. La presenza di pesci morti è la spia più evidente. I corsi d’acqua che attraversano il comprensorio del Vallo di Diano sembrano essere continuamente minacciati e con essi l’intero ecosistema”. Quindi, il problema esiste e dovrebbe essere affrontato non solo dal lato socio-culturale della questione, ma anche politico. Altre segnalazioni, infatti, sono di recente giunte alla sede CODACONS del Vallo di Diano circa una moria di pesci avvenuta nel territorio a confine tra Sassano e Sala Consilina, nel silenzio assordante che ormai ha avvolto questo tema, a luglio 2011 in un fiume collegato con il fiume Cavarelli nel loro punto di intersezione chiamato "la Botte" a Silla di Sassano. Eppure, sembrava che le cose stessero migliorando e che i fenomeni, descritti nelle foto scattate nel periodo 2007-2008, stessero scomparendo. Una persona di Silla, sentendomi rincuorato sullo stato del fiume, mi ha detto in confidenza: "Ma che dici? Quell'acqua è veleno assoluto. Veleno assoluto". Dovrà forse avere le sue ragioni, se mi dice ciò. In verità non si vede un pesce nel Cavarelli da anni.
  
Schiuma sul pelo dell'acqua del Cavarelli
nei pressi del plesso della Scuola
Elementare di Silla di Sassano
(foto del 2007)
E mentre ci si chiede se esista una vera strategia di sviluppo del territorio o se essa sia unicamente affidata all’improvvisazione degli amministratori locali, la maggior parte dei quali non brilla di certo per sensibilità ambientale e per capacità progettuale, ecco che una visione politica di più ampio respiro ci giunge dal compianto Gerardo Ritorto, astro nascente della classe dirigente valdianese degli anni ’70, tragicamente scomparso proprio mentre stava completando il suo “cursus honorum”. L’allora assessore regionale ebbe ad affermare che “bisogna incominciare ad affrontare e risolvere i nodi sociali ed economici a livello comprensoriale”. A questi nodi noi oggi aggiungiamo anche quelli ambientali, che non sono affatto disgiunti dai precedenti. E allora non possiamo non domandarci quale potrebbe essere una possibile soluzione al problema ambientale attuale. Proviamo perciò a dare una risposta. Se la tutela ambientale fosse una delle priorità nell’agenda della politica del Vallo (ma così attualmente non sembra) e se essa potesse ancora costituire un traino per l’intera economia del comprensorio, grazie all’adozione di opportune politiche legate alle attività produttive sostenibili di qualità, alla valorizzazione del patrimonio naturale e culturale locale, allora saremmo già sulla buona strada.
Sostanza rossastra fuoriscita da uno
sbocco nel Cavarelli, all'altezza del
Parco di Silla (foto del giugno 2008).
Si pensi, ad esempio, a come questi corsi d’acqua potrebbero essere sfruttati per allevamenti ittici. Vedo già qualche ambientalista lungimirante storcere il naso, mentre sono fermamente convinto che questa attività non solo preserverebbe le specie ittiche autoctone nei fiumi, perché l’allevamento avrebbe bisogno di acqua pulita, ma potrebbero occupare, vista la grande disponibilità di corsi d’acqua, uno spazio avulso dai restanti tracciati fluviali, per evitare la miscibilità delle specie ittiche (autoctone e non). Un’alternativa potrebbe poi essere costituita dall’allevamento di specie ittiche nostrane con metodi naturali. Infine, se venissero periodicamente organizzate gare di pesca sportiva per invogliare, anche localmente, tale attività ludica, si darebbe respiro all’indotto della ricezione turistica del posto. Purtroppo, mentre il raggiungimento di questi obiettivi si fa sempre più pressante, anche a fronte delle emergenze, locali e globali, che l’Umanità è chiamata ad affrontare da subito, alcuni danarosi quanto impietosi furbi stanno selvaggiamente cementificando e devastando il Vallo di Diano con un danno irreversibile alle colture, all’ecosistema locale e all’estetica della vallata. Il sacco della vallata non verrà fermato fintanto che la politica non aprirà gli occhi su quanto sta accadendo. E mentre aspettiamo che qualcuno si svegli, non possiamo che riportare il pietoso canto di requiem per il Cavarelli scritto nel 2008.

REQUIEM PER IL CAVARELLI
(dodecasillabi in rima)
Roberto De Luca

All’ultimo serpe, dal milite scorto,
la bava del putrido letto s’avvolge
e tremiti irosi, ancora da morto,
la vittima ignara al cielo rivolge.

E l’ultimo segno di vita scompare
coi pesci e le verdi dimore di insetti.
La schiuma da presso alle piante riappare:
disegna sull’acque dei cerchi perfetti,

a volte tangenti, a volte distanti,
recanti vestigia di alchemici danni.
I bimbi nel parco con urla festanti
raccolgon nell’aria futuri malanni.

I vecchi proverbi solevano dire
che a volte non basta voler maledire,
e certo non basta mostrare l’affanno
se infestan la piana le orde del danno.

Eppure se dici al gendarme di ronda
che chiara e lampante v’è bava alla sponda,
costui non appare per nulla allarmato
e sempre contento lo vedi e azzimato.

Per tutte le cose che noi abbiam detto
per tutte le urla che c’eran nel petto
v’è certo qualcuno che all’ombra del dolo
dirà: il Cavarelli? è morto da solo!

2 commenti:

  1. E se qualcuno avesse dato ascolto all'ode scritta anni fa, allora qualche corso d'acqua si sarebbe salvato. Ecco quello che accade oggi.
    http://www.unotvweb.it/unonews/index.php?option=com_content&view=article&id=1152%3Asassano-moria-di-pesci-in-un-affluente-del-tanagro-cittadini-preoccupati&catid=52%3Acronaca&Itemid=72

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  2. 16.08.2014 ore 8.00. Allertate le forze dell'ordine. Fenomeno della schiuma ancora presente.

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