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lunedì 1 agosto 2011

AVVOLTOI

Pensavamo di aver fatto, negli ultimi decenni, dei grossi passi in avanti dal punto di vista sociale. Le lotte dei lavoratori hanno portato ad una più ampia estensione dei diritti e le associazioni di categoria hanno fatto compiere importanti progressi, dal punto di vista legislativo, in vari contesti attinenti anche all'ambiente e al consumo.

 Dobbiamo, tuttavia, ancora confrontarci con una dilagante (non fisiologica, si badi bene!) corruzione, con una crescente ingiustizia sociale, con una sempre più soffocante situazione economica per i lavoratori, con una situazione ambientale precaria in molte regioni, con una criminalità sempre più organizzata e aggressiva, con classi sociali privilegiate sempre più dedite al nepotismo, anche a danno delle istituzioni.

In ultimo, dobbiamo confrontarci con una classe politica apparentemente slegata da queste ed altre pressanti istanze sociali, perché dedita, nella maggior parte dei casi, ad alchimie di potere che poco hanno a che fare con le attuali necessità dell'individuo e della collettività.

Dedico allora questi versi estemporanei al volo degli avvoltoi. Questi animali sono visti come rapaci che non sanno staccarsi dalle loro prede e le presidiano in volo, con lo sguardo, anche dopo aver consumato il macabro pranzo. Questi versi nascono dal considerare quanto sta accadendo oggi in Italia e quanta fatica alcuni facciano a staccarsi dal loro lauto pasto.   


AVVOLTOI

Volteggeranno infine su nuovi spazi
oppure resteranno ancora, tenacemente,
a fissar dall'alto con lo sguardo i resti
che sollievo han dato all'eterna fame?

Volteggeranno allora sopra altre carcasse
di più grasse creature che sembran create
apposta da un fattore iniquo per saziare 
l'ingordigia smodata di predatori in volo?



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