Powered By Blogger

sabato 28 gennaio 2012

TRAFFICO SU GOMMA E NON


Il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, ha recentemente definito l’emergenza dei TIR “il risultato del grande deficit infrastrutturale del nostro Paese, perchè il fatto che oltre l’85% delle merci in Italia viaggi su gomma, mette l’Italia in una condizione di grande vulnerabilità, come stanno dimostrando gli eventi di queste ore”.

Siamo intervenuti sul tema del trasporto su gomma varie volte come associazione, anche grazie al competente apporto del dott. Rocco Panetta. Ci siamo fatti promotori di un appello, sottoscritto sia su cartaceo, sia via web all'indirizzo URL seguente http://www.petitiononline.com/ferrovia/ .


Ecco il testo dell’appello. 

APPELLO PER IL RIPRISTINO DELLA LINEA FERROVIARIA 
SICIGNANO-LAGONEGRO

I sottoscrittori di questo appello, stanchi delle vane promesse para-politiche fatte in questi lunghi venti anni di assenza dei treni (1987-2007), richiedono con forza che l’UNICA linea ferroviaria in Italia chiusa al traffico, la Sicignano-Lagonegro, lunga 77 Km, che serve un territorio a cavallo tra due regioni, la Campania e la Basilicata, con circa 100.000 abitanti, venga finalmente riaperta. I sottoscrittori sono consapevoli del fatto che il Reggimento Genio Ferrovieri dell’Esercito Italiano ha ripristinato, in Bosnia e in Kosovo, regioni in passato teatro di guerra, linee ferroviarie simili alla nostra. I medesimi, quindi, chiedono che si possa finalmente ripristinare, con la linea ferroviaria, la fiducia dei cittadini, che pur non avendo, fortunatamente, subito le conseguenze nefaste di una guerra, si vedono privati, in tempo di pace, del diritto a viaggiare su un mezzo di trasporto moderno, ecologico, veloce e sicuro: il TRENO.
  

 E dopo la storica nevicata del febbraio 2005, ecco che cosa successe nel dicembre 2007, a proposito di trasporto su gomma.

SEDE CODACONS DI SALA CONSILINA

COMUNICATO del 16-12-07


Un estratto del comunicato del 16 dicembre 2007 a firma del dott. Rocco Panetta, Responsabile Settore Trasporti della sede locale.

Il dott. Rocco Panetta
Una patina di GHIACCIO è bastata per ISOLARE SALA CONSILINA e, di conseguenza, il VALLO di DIANO, dal resto del mondo, per alcune ore, sabato 15 dicembre mattina. I mezzi di comunicazione di massa (Radio, TV, Internet, Fax della Protezione Civile) forse sono sconosciuti agli Amministratori del Comune di Sala Consilina. Tuttavia, sarebbe più semplice dire che non si affacciano mai alle finestre delle loro case, né escono mai da esse, non possiedono termometri per l’esterno, ed hanno una memoria talmente labile da non ricordare cosa  è accaduto nel Febbraio 2005 nella nostra zona (una nevicata storica). Solo così si spiega il fatto che sabato mattina la SS 19, nel tratto che va da contrada S.Antonio a Trinità era ridotto ad una sola LASTRA di GHIACCIO, lunga chilometri. Il risultato può essere sintetizzato da un episodio di cui siamo stati testimoni oculari. Un autobus del Servizio Sostitutivo FS, munito di catene,è partito da Lagonegro, è riuscito a transitare lungo i tornanti del Valico del Fortino, Casalbuono, Montesano Scalo, Padula Scalo, ma arrivato a 50 metri dall’incrocio in località S. Antonio di Sala Consilina, si è dovuto fermare ai margini della SS 19. Più avanti la strada era un campo di pattinaggio sul ghiaccio. E’ giunta, alle 9,15 circa, una Panda della Polizia Municipale, con due vigili e due operai comunali che hanno sparso, A MANO, del sale sulla carreggiata. Il traffico era bloccato da ore, sul posto era presente una pattuglia della Guardia di Finanza. 


Concludo questo post senza alcun commento.

domenica 22 gennaio 2012

Autobus


In questi giorni giungono segnali da più parti circa la qualità del servizio di autotrasporto pubblico locale. Da quanto viene affermato da alcuni utenti, infatti, alcune linee di autobus, in occasione delle festività natalizie, non hanno praticato alcun tipo di riduzione dell’abbonamento mensile per gli studenti nei mesi di dicembre e di gennaio. Alcuni genitori hanno fatto presente che è stato pagato l’abbonamento mensile a prezzo pieno, nonostante  i propri figli abbiano usufruito del servizio di trasporto - effettuato esclusivamente per servire l'utenza studentesca - per un periodo ridotto nel mese di dicembre e che, nell’attuale mese di gennaio, abbiano avuto oltre una settimana di riposo dagli studi. In moltissimi casi, addirittura, in tratti extra-urbani (ossia, fuori dai centri abitati), i nostri studenti sono costretti a viaggiare in piedi, con rischio per la loro sicurezza e contro le regole del Codice della Strada.

In questi momenti difficili per le famiglie, tutti i segnali volti alla riduzione dei costi dei servizi (soprattutto quelli non ricevuti dall’utente) è un buon segnale. Eppure, alle famiglie bisognerebbe consigliare di usufruire, in questi casi, laddove le ditte di autotrasporto pubblico lo prevedano, degli abbonamenti per un numero di settimane congruo con il periodo di utilizzo del servizio. La situazione delle nostre contrade è questa, purtroppo. Nella vallata, infatti, non esiste una vera rete di trasporto pubblico, anche a causa dell’assenza del servizio ferroviario. Inoltre, una vera razionalizzazione dei collegamenti non sembra prossima all’attuazione, perché la classe dirigente locale sembra abbia smarrito la capacità di progettare il futuro di queste terre, essendo in tutt’altri affari e in tutt’altre faccende coinvolta.

Sarebbe pertanto opportuno che l’Assessore ai Trasporti della Provincia di Salerno riveda, finalmente, il modo in cui il servizio di trasporto pubblico viene effettuato nel nostro comprensorio. Si faccia inoltre attenzione al fatto che il numero di abbonamenti non superi il numero di posti a sedere, per una questione di sicurezza (sembra poco?). Su questo l’Assessore dovrebbe controllare, quindi, che la capacità dei mezzi sia congrua con gli abbonamenti emessi sulla tratta. Ci sembra che una razionalizzazione del servizio, sia quello dedicato agli studenti, sia quello dedicato all’utente generico, debba avvenire - in piena sicurezza - nell’interesse del cittadino, in nome dell’economicità, dell’efficienza e dell’efficacia del servizio stesso. Ma non tra qualche decennio, si spera.

Molte associazioni locali sono pronte a dare un contributo per rivedere al ribasso - per una mera questione di equità - le tariffe di transito sul territorio. Infatti, sarebbe necessario che gli ambiti tariffari locali rispecchiassero, in qualche modo, il bassissimo livello di fruibilità del servizio di trasporto pubblico, dato dall'assenza della ferrovia e dalla scarsa capacità di mobilità del cittadino da un paese all'altro della vallata. Un volta la politica si faceva prospettando uno sviluppo sociale ed economico di un comprensorio, ognuno secondo la propria visione del mondo. Oggi vi è bisogno che la politica dia un segnale di risveglio, perché non si debba pensare che l’unico sviluppo futuro che sta a cuore a qualche signorotto locale sia quello della poltrona su cui sedersi o su cui far sedere qualche fedele gregario.

sabato 14 gennaio 2012

Le cose che nessuno mai vi dirà


Ci sono cose che nessuno mai vi dirà, non tanto per pudore, ma per convenienza. Pertanto, se un giorno delle festività natalizie  vedeste nella buca delle lettere una strana bolletta a quattro cifre, di qualche migliaia di euro, allora sareste certi che nessuno vi dirà come mai questo sia potuto succedere. Ma cosa sta succedendo in questi anni?

Sta succedendo che le istituzioni sono diventate sorde ai bisogni del cittadino e molto sensibili al richiamo delle cricche. Infatti, solo così si possono spiegare le inusitate commistioni di interessi e le assidue frequentazioni tra controllati e controllori, tra guardie e ladri, tra sceriffi e indiani. In mezzo a queste cricche del malaffare ci sta il cittadino, di cui nessuno ormai più si cura, se non nel momento del voto, per quella fatidica x sulla scheda nella casella giusta e sul nome giusto. Il cittadino, tuttavia, è sempre al centro dell’attenzione di tante imprese che erogano servizi pubblici. Guai se il cittadino non paga una bolletta dell’acqua! In questo caso arrivano minacciose lettere contenenti queste precise parole:

    … Le facciamo altresì presente che in caso di mancato riscontro entro 45 giorni dal ricevimento della presente, dovremo procedere, nostro malgrado, alla sospensione del servizio di erogazione dell’acqua potabile ai sensi del D.P.C.M. 29-04-99 e della Carta dei Servizi ed intraprendere le debite azioni per il recupero del credito.

Ma cosa dice il D.P.C.M. 29-04-99? Questo decreto individua lo schema generale di riferimento per la predisposizione della carta del servizio idrico integrato che potrebbe essere impugnato “politicamente”o in modo giudiziario - peccato che nessuno se ne faccia carico – almeno nella parte che prevede la possibilità di sospendere il servizio idrico per morosità.   

Morosità
In caso di morosità è prevista la sospensione del servizio.
I gestori indicano i mezzi con i quali è preavvisato l’utente di tale sospensione e le modalità per
evitare la sospensione stessa. Tale preavviso non potrà comunque essere inferiore a 20 giorni e
dovrà essere accompagnato dal duplicato della fattura non pagata.
I gestori comunicano le modalità ed i tempi per il ripristino della fornitura, che dovrà avvenire
entro due giorni lavorativi dal pagamento ovvero a seguito di intervento dell’Autorità competente.
In quest’ultimo caso, è facoltà del gestore porre in atto mezzi di limitazione della portata e della
pressione di fornitura, comunicati in forma scritta all’utente.
I gestori individuano procedure specifiche per i casi di erronea azione per morosità.
In nessun caso è addebitabile all’utente subentrante la morosità pregressa.

Ci sembra che tale paragrafo del D.P.C.M. non avrebbe vita semplice davanti alla Corte Costituzionale, in quanto il distacco dell'acqua non può in nessun modo aver luogo, essendo l'acqua un bene primario oltre che un diritto costituzionalmente garantito. Si pensi, ad esempio, al diritto alla salute (art. 32 della Carta Costituzionale). Si deve aggiungere anche che il distacco non può avvenire totalmente; semmai la società potrà diminuire la portata, garantendo comunque il bisogno quotidiano.


Noi combattiamo le nostre “piccole battaglie” quotidiane per la tutela dei diritti del cittadino, che da ultimo, si vede arrivare a casa bollette a quattro cifre. E lottiamo così:

COMUNICATO SEDE CODACONS VALLO DI DIANO 
30-12-2011

Dopo la sentenza n. 176/11 del Giudice di Pace di Sala Consilina sul caro-bolletta dell’acqua distribuita dalla ditta CONSAC S. p. A di Vallo della Lucania riceviamo, grazie alla pubblicazione della notizia, segnalazioni anche di bollette a quattro cifre. È il caso di un cittadino di Vallo della Lucania, il quale, complimentandosi per le nostre azioni a difesa dei diritti degli utenti, ci segnala una bolletta (che riportiamo in un allegato) di ben 3875,22 EUR. Ad ascoltare il cittadino di Vallo della Lucania, sembra di ripercorrere, indietro nel tempo, quanto raccontato da un utente del Vallo di Diano in una raccomandata n. 0527, spedita al CONSAC nel lontano 14 giugno 1988 (in un precedente comunicato la data era stata posticipata di dieci anni per errore). In questa missiva si lamentava una frequenza biennale della lettura del contatore e si rilevava quanto segue: “la seconda eccedenza in mc risulta essere più onerosa della prima eccedenza del 100% (il doppio), ritendendo che l’importo delle fatture a conguaglio non viene equamente distribuito nel corso degli anni, venendosi così a verificare l’inconveniente (per l’utente) di dover pagare una somma di danaro non corrispondente al suo effettivo consumo, si chiede che le eccedenze vengano distribuite equamente nei trimestri precedenti alla fattura a conguaglio in modo da evitare l’accumulo di svariati mc sotto la voce “II eccedenza””. In pratica, se la ditta CONSAC S. p. A. di Vallo della Lucania manda bollette leggere per un anno o più, il cittadino non deve esultare, perché, a conguaglio, se non viene effettuata la cosiddetta “spalmatura” della lettura (in genere unica) su tutto l’arco dell’anno, allora il rischio è che la bolletta finale arrivi molto più “pesante”. La ditta CONSAC S. p.A. di Vallo della Lucania nel 1988 rispondeva, in pratica, che tutto era regolare (ehm!).
Nel caso del ricorso dell’utente difeso da un legale CODACONS (Avv. Silvana Viola)  della nostra sede, nella sentenza n. 176/11 emessa dal Giudice di Pace si legge: “il sistema di fatturazione adottato dal consorzio convenuto era irregolare in quanto le somme richieste erano calcolate con il criterio delle eccedenze, che consiste nell’applicare tariffe maggiori per ogni soglia di consumo superiore al limite stabilito per il trimestre”.
Un bolletta dell'acqua recapitata ad una famiglia di Sassano
Nel caso dell’utente di Vallo della Lucania – per quanto illustratoci – si è avuto un lungo periodo di bollette “leggere”, fino a ricevere nella cassetta delle lettere una sostanziosa bolletta con scadenza a ridosso del Natale 2011, quasi come fosse un bel regalo (3875,22 EUR è una bella cifra!). Non siamo tuttavia sicuri del fatto che i due ultimi casi (accaduti in ordine temporale) possano essere simili. Ci interessa però riflettere su questi avvenimenti e invitare la Società per Azioni CONSAC a battere un colpo per cercare di farci comprendere come si possa, a fronte di precedenti emissioni di bollette a due cifre (non superiori ai 20 EUR), arrivare poi ad emettere una fattura a ben quattro cifre per un’abitazione, a quanto ci dice l’utente, disabitata e di poco più di 50 mq. Ci interesserebbe capire come vanno queste cose; tutto qua. E ciò dovrebbe essere di interesse anche per i politici e per le istituzioni locali; ma in questo nostro Paese, purtroppo, dell’acqua (anche di quella versata nel pianto) dei cittadini sembra ci si interessi molto poco da ultimo. Quando lo si fa, è per ottenere “risultati politici” importanti, cedendo intere reti comunali alle stesse società per azioni che a ridosso del Santo Natale regalano bollette agli utenti come quella riportata in allegato.

domenica 8 gennaio 2012

La lettera di Michelino alla Befana





Alcune persone hanno fatto come Michelino, scrivendo al Garante in questi termini. 

ANNO NUOVO: LA SEDE CODACONS DEL VALLO DI DIANO INIZIA LE SUE ATTIVITÀ CON L’INVIO DELLA SEGNALAZIONE ALL’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) SUL TRASFERIMENTO DELLA RETE IDRICA DI SALA CONSILINA AL CONSAC S. p. A.


Oggi, nel primo giorno feriale dell’anno 2012, la nostra sede ha inviato all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato il verbale di deliberazione dell’assemblea dell’Autorità di Ambito Sele del 15-03-2011 e la delibera n. 30 del Consiglio Comunale di Sala Consilina del 02-12-2011, con la quale l’Amministrazione salese ha trasferito la gestione della rete idrica al CONSAC S. p. A. di Vallo della Lucania.

Nella missiva di accompagnamento si è ricordato che l’Assemblea dell’Autorità di Ambito Sele, ha affidato - ai sensi dell’art. 23 bis comma 3 del D. L. 112/2008, articolo abrogato dal referendum sull’acqua pubblica,  la gestione del servizio idrico integrato nell’ambito dell’area del Parco del Cilento (sic!) alla società CONSAC S. p. A. nonostante parere negativo dell’AGCM e delle riserve espresse, in sede assembleare, dal Dirigente Tecnico dell’Ente, che ha affermato: “io ho già segnalato che la procedura è irrituale… ho anche elaborato una proposta deliberativa che non è quella che ha dato lettura il presidente…”. In effetti il tecnico ha lamentato il fatto che CONSAC S. p. A. non possiede uno Statuto adeguato a permettere questo allargamento delle competenza su altri comuni. Infatti, citando questi aspetti della questione, egli ha sostenuto quanto segue: “… nel momento in cui si contrattualizza con questi elementi siamo assolutamente tacciabili da parte dell’autorità garante di diciamo inadempienza rispetto a dei principi dell’affidamento in house con tutte le conseguenze di legge e di responsabilità personali e dell’ammnistrazione”.

È stato anche fatto notare che il sindaco di Sala Consilina, Gaetano Ferrari, consigliere di amministrazione dell’ATO 4, oltre a rappresentare Sala Consilina nella suddetta assemblea, ha avuto al suo attivo ben otto deleghe da parte dei sindaci dei seguenti paesi del Vallo di Diano: Atena Lucana, Buonabitacolo, Casalbuono, Pertosa, Salvitelle, San Rufo, Sanza, Sassano.

Per quanto concerne una delle preoccupazioni della sede CODACONS locale, dal verbale dell’assemblea ATO Sele si parla esplicitamente di gradualità della crescita dei livelli tariffari rispetto a quelli attualmente in uso. Sulla base di questa preoccupazione (non di poco conto in questo momento di crisi) si è chiesto all’AGCM di voler controllare la legittimità degli atti amministrativi trasmessi. 

mercoledì 4 gennaio 2012

La storia di Avo, Slavo e Ferrante


Investitura di Ferrante
Arrivare alla fine della storia sarà difficile, ma utile per comprendere il presente. Questa favola non ha la pretesa, tuttavia, di raccontare fatti, ma solo leggende, che corrono sulla bocca delle persone. È la storia di Avo, Slavo e Ferrante. Avo era un uomo potente della Valle della Lupa, confinante con la Valle del Diacono e con la Valle dell’Eternità. Slavo, figlio di Avo, era destinato ad ereditare le ricchezze del padre e il predominio sulla Valle della Lupa. Ferrante, una volta cavaliere errante, si era definitivamente stabilito nella Valle del Diacono, chiamata così per via di un religioso locale che aveva servito alla corte del Papa. Per mantenere una posizione dominante sulla Valle del Diacono, Ferrante aveva stretto amicizia sia con Avo e Slavo, sia con la vicinissima e ricchissima Valle dell’Eternità, così detta per via della possibilità di replicare, magicamente e in modo infinito, un’infinità di manufatti. In quest’ultima vallata regnava il Conte Lano. Tutti questi reggenti avevano stretto un patto tra loro per la sopravvivenza delle rispettive dinastie.


Slavo sul suo cavallo
La Valle del Diacono era ricca di cibo e di acqua ed il commercio era florido, prima che arrivasse Ferrante. Gli abitanti erano liberi e coltivavano i campi e commerciavano i beni prodotti. I popolani e i signori di una vasta area del circondario, molto al di là della Valle della Lupa e di quella dell’Eternità, si recavano nella Valle del Diacono per acquistare le merci che i commercianti offrivano al locale mercato settimanale. Ma il patto di amicizia prevedeva che molte ricchezze della Valle del Diacono venissero cedute ai regnanti della Valle della Lupa, pena la decadenza del dominio che il cavaliere Ferrante si era conquistato sfidando a singolar tenzone il paladino Anselmo, già reduce da crociate in Terra Santa sotto le insegne della casata di Avo e Slavo e poi passato a servire il duca di Ceppalonia. L’inimicizia tra il Ferrante e il paladino Anselmo dovette recedere col tempo.  Infatti, la pressione del casato di Avo si fece sentire più volte per poter promuovere la concordia tra gli uomini di queste tre valli. Avo e Slavo avevano capito che solo attraverso la concordia tra tutti i potenti di queste vallate una parte delle ricchezze delle terre del Conte Lano e di Ferrante sarebbe confluita nella meno ricca Valle della Lupa. E così, ad alcuni uomini del prode Anselmo furono fatte promesse di terre e ricchezze nella Valle del Diacono.

Vittorio Gassman nel film di Mario
Monicelli "L'armata Brancaleone"

Col tempo, tuttavia, mentre questi potenti signori conducevano una vita agiata, senza più guerre o duelli tra loro, il popolo della Valle del Diacono finì per menare vita grama: gabelle sempre più alte; scorribande periodiche e indisturbate dei giannizzeri di Avo e Slavo tra il contado, senza che nemmeno il prode Anselmo levasse più un dito; confinamento del mercato in un’area angusta; assegnazione di benefici e onoreficenze solo ad amici e parenti; oppressione della povera gente da parte dei gendarmi. 

E fu così che una terra baciata dalla fortuna divenne un infelice feudo della Valle della Lupa. E perciò in questa favola non possiamo scrivere la rituale frase del lieto fine “… e vissero tutti felici e contenti”. Scriveremo, invece, una frase consona a questo periodo di sobrietà: “… sopravvissero in pochi, tutti servi e perdenti“. 

sabato 24 dicembre 2011

La lettera di Michelino a Babbo Natale


Strana lettera di Michelino a Babbo Natale. Certo, se ne va di mezzo la bicicletta, allora è comprensibile la sua preoccupazione. Ritorneremo alla lettera di Michelino alla fine di questo scritto.

Vediamo, adesso, qual è stata la preoccupazione di un signore di Sassano nel lontano 1988 (per un refuso la data è stata trascritta male in un comunicato stampa della sede CODACONS del Vallo di Diano) proprio a proposito del caro-bolletta che rischia di non far recapitare la bicicletta a Michelino. Ecco il testo parziale della raccomandata n. 0527, spedita da un ufficio postale del Vallo di Diano il 14 giugno 1988. In questa missiva si lamentava una frequenza biennale della lettura del contatore e si rilevava quanto segue: “la seconda eccedenza in mc risulta essere più onerosa della prima eccedenza del 100% (il doppio), ritendendo che l’importo delle fatture a conguaglio non viene equamente distribuito nel corso degli anni, venendosi così a verificare l’inconveniente (per l’utente) di dover pagare una somma di danaro non corrispondente al suo effettivo consumo, si chiede che le eccedenze vengano distribuite equamente nei trimestri precedenti alla fattura a conguaglio in modo da evitare l’accumulo di svariati mc sotto la voce “II eccedenza””. In pratica, se negli anni '80 la ditta CONSAC (adesso S. p. A.) di Vallo della Lucania mandava bollette leggere per un anno intero, il cittadino non avrebbe dovuto esultare, perché, a conguaglio, se non veniva effettuata la cosiddetta “spalmatura” della lettura (in genere unica) su tutto l’arco dell’anno, allora il rischio era che l'ultima bolletta arrivasse molto più “pesante” e che l'utente pagasse di più del dovuto. La ditta CONSAC (adesso S. p. A.) di Vallo della Lucania rispondeva che tutto era regolare (ehm!). Questo succedeva nel 1988. E che cosa accade ai giorni nostri?


Con la sentenza n. 176/11 del Giudice di Pace di Sala Consilina, apprendiamo che la ditta CONSAC S. p. A. di Vallo della Lucania è stata condannata al pagamento delle spese della lite per un importo pari a 850,00 EUR, che è stato pienamente accolto il ricorso dell’utente difeso da un legale CODACONS della sede del Vallo di Diano; ossia, sono state annullate due fatture, una di 288,13 EUR, una di 49, 50 EUR, nonché una penale richiesta dalla ditta CONSAC S. p. A. di Vallo della Lucania. Ma vediamo in dettaglio che cosa si contestava alla ditta CONSAC S. p. A. di Vallo della Lucania. 

Così come si legge nella sentenza n. 176/11: “il sistema di fatturazione adottato dal consorzio convenuto era irregolare in quanto le somme richieste erano calcolate con il criterio delle eccedenze, che consiste nell’applicare tariffe maggiori per ogni soglia di consumo superiore al limite stabilito per il trimestre”.

 E vediamo che cosa dice il Giudice dice su quanto esposto:  “Dal regolamento … si evince che il sistema della cosiddetta “spalmatura”, ossia della regolare tariffazione per il consumo effettuato nei quattro trimestri dell’anno solare, si applica quando la società è in grado di procedere alla rilevazione dei consumi in tutto il periodo di tempo anzidetto. Nel caso di specie la convenuta [CONSAC S.p.A. di Vallo della Lucania, n.d.r.], nonostante il contatore fosse posto all’esterno, non ha provveduto alla rilevazione di detti consumi secondo i criteri previsti… Si fa inoltre rilevare che tali contestazioni sono state fatte rilevare anche con apposito reclamo che la Consac non ha ritenuto di dover tenere in considerazione“. 

Il Giudice conclude che “la domanda come proposta dall’attore è fondata in fatto ed in diritto e merita, pertanto, pieno accoglimento”.

Ecco, il Giudice di Pace è stato giusto nel giudicare questa situazione, secondo il mio parere. Per il signore, ormai deceduto, che aveva chiesto invano un più equo pagamento, non c'è stata giustizia, anche perché l'istituto del Giudice di Pace era di là da venire. Una conquista della modernità, potremmo dire (anche perché, col passare del tempo, il numero di contenziosi aumentava vorticosamente - chissà perché!).

Tutto come il 1988, insomma. Ma dal 1988 ad oggi, quante fatture in conguaglio sono state emesse con questi stessi metodi? E quanti soldi, impropriamente, sono defluiti dalle tasche dei cittadini? Chi lo sa! Ci sarà qualcuno che potrebbe capire queste cose? Forse esisterà un altro Giudice, forse a Berlino, che potrà prendere in considerazione quelle parole sagge dell’utente (ormai deceduto) del lontano 1988 e del cittadino che ha promosso il ricorso di recente? Vedremo. 

Ecco una ragione (ma solo una!) per la quale la sede CODACONS del Vallo di Diano appoggia, attraverso un gruppo di sostegno esterno, il Comitato ACQUA BENE COMUNE di Sala Consilina. Da ultimo, infatti, l'amministrazione di Sala Consilina ha deciso di cedere al CONSAC S. p. A. di Vallo della Lucania la gestione della rete idrica integrata del Comune. Si vedano, a tal proposito, due post precedenti: ABC e ACQUA_NOSTRA. Se il Comitato ABC di Sala Consilina riuscirà a far abrogare questo "scellerato" atto amministrativo attraverso un Referendum locale (tra l'altro previsto dallo Statuto del Comune) allora Michelino sarà esaudito da Babbo Natale e la bicicletta sarà salva. Ed per questo che diciamo "in bocca al lupo" ai cittadini di Sala Consilina. Aiutiamo tutti Babbo Natale, perché Michelino possa avere il suo dono preferito anche per quest'anno.

giovedì 8 dicembre 2011

Tu chiamali se vuoi "adeguamenti". Per noi sono sempre aumenti


Per recuperare la memoria di quello che è stato fatto in questi anni sul versante della Tassa sui Rifiuti Solidi Urbani (TARSU), riportiamo un minimo di rassegna stampa che riguarda il nostro Vallo di Diano. Sulla questione, che adesso arrovella l'opinione pubblica, anche in previsione di prossimi annunciati aumenti, si sapeva già tutto nel 2008, quando Altrodiano pubblicava questo importante articolo. In questo pezzo si fa vedere in dettaglio come è stato gestito lo smaltimento dei rifiuti nel Vallo di Diano. 


Leggiamo insieme e poi leggiamo le  battaglie (inutili, purtroppo) contro gli aumenti, che imperversano in questo settore, mentre le istituzioni non sono riuscite ancora a fare chiarezza su alcuni punti sollevati dall'articolo, tra i quali il viaggio di piacere col "ferryboat" della monnezza in Sicilia. Noi abbiamo fatto la nostra parte (e ancora la facciamo). A voi auguro buona lettura.

27 giugno 2008
La tassa sui rifiuti, la cosiddetta Tarsu, è in aumento e lo sarà ancor di più a partire dal prossimo anno

A Caggiano la tassa sui rifiuti si aggira intorno ai 65 centesimi per metro quadro, a San Rufo si arriva agli 80 centesimi, a Teggiano costa 90 centesimi, a Sala Consilina si paga un euro per metro quadro. Per continuare con le cifre, a Padula la tassa è attualmente di 80 centesimi per metro quadro, ma si prevedono aumenti di 20 centesimi circa. Anche a Casalbuono la tassa vale 80 centesimi per metro quadro per un costo complessivo di gestione di 100mila euro, ma anche qui il sindaco Attilio Romano prevede un aumento.

A Polla l’aumento è di circa 25 centesimi e si è passati, così, ad una tassa di 1 euro e 25 centesimi per metro quadro e una spesa complessiva di gestione di 700 mila euro. Solo ad Atena Lucana si registra una tassa bassissima: 52 centesimi per metro quadro a fronte della migliore raccolta differenziata della provincia di Salerno.



Ma a che cosa serve la tassa sui rifiuti? Ovviamente a pagare il ciclo di smaltimento. La tassa copre i costi del personale per la raccolta differenziata, i trasporti e il carburante, i mezzi e le attrezzature, le operazioni di smaltimento, il conferimento in discarica. Se questi costi aumentano, aumenta anche la tassa.

Ma alcuni modi per risparmiare esistono. Il ciclo dei rifiuti prevede prima di tutto la raccolta differenziata, con la quale si recupera l’umido organico, la plastica, la carta, il cartone e il vetro. L’umido deve essere recuperato negli impianti di compostaggio e da esso si ricava il compost. Carta, plastica e vetro vengono riciclati e i comuni ricevono dei benefici in danaro in relazione alle quantità recuperate di questi materiali. Più recuperi, più guadagni. Tutto quello che invece è indifferenziato va nei cosiddetti impianti per ex Cdr che trasformano l’indifferenziato in materiale da poter bruciare nei termovalorizzatori, da cui si ricava energia elettrica. Nei Cdr si producono anche scarti chiamati Fos e sovvalli che vanno in discarica.



Ovviamente, se gli impianti sono distanti aumentano i costi di trasporto. In regione Campania, per esempio, nessun impianto di compostaggio funziona. Per cui i rifiuti prendono la strada della  Sicilia. Nel Vallo di Diano da chi è gestito tutto il ciclo di smaltimento? Dal Consorzio di Bacino Sa 3 che nasce dal vecchio Consorzio degli 11 Comuni cosiddetti “depressi” e che, oltre alla gestione dei rifiuti, può occuparsi di sport, turismo, arte e cultura, svariati servizi comunali e attività produttive. Per anni a capo della struttura c’è stato Enrico Zambrotti. Dopo le dimissioni di quest’ultimo, nella primavera del 2006, successivamente ad una sentenza di condanna in primo grado per fatti risalenti alla sua presidenza in Comunità montana, il Consiglio di amministrazione non ha mai deliberato alcun sostituto, per cui la prima carica attualmente è rappresentata dal vice presidente Giuseppe Marmo, ex sindaco di San Rufo.



I Comuni partecipanti nel Consorzio sono 45. Ogni comune ha un numero di quote determinate nell’atto della sua costituzione. In totale, si tratta di mille quote divise per 45 comuni e per tre settori specifici: rifiuti, sport e attività produttive. La legge sui rifiuti obbliga la partecipazione e, dunque, l’acquisto delle quote nel settore rifiuti. Per gli altri settori la scelta è facoltativa. Chi ha più quote conta di più, poiché in assemblea la maggioranza è rappresentata dal maggior numero di quote. Quando fu costituito il Consorzio, gli 11 comuni che già facevano parte del precedente consorzio dei Comuni depressi avevano già un capitale versato e, dunque, più quote. Sono loro in realtà che continuano ad avere la maggioranza. Ma il Consorzio di bacino Sa 3 gestisce la raccolta porta a porta con una società controllata, la Ergon S.p.a. “Il Consorzio non ha affidato ad una società con un bando di gara la raccolta porta a porta, ma ha scelto di entrarci direttamente- spiega Domenico Mazza, assessore di Teggiano. Noi non condividiamo, ma pensiamo che un Comune debba fare un’offerta e un bando di gara per la gestione. Chi vince gestisce nel pieno della trasparenza”. 



Le quote di adesione che vanno al Consorzio non vengono pagate per i servizi di raccolta. I servizi, invece, vanno pagati sulla base di una convenzione che il Comune stipula con il Consorzio e i servizi vengono eseguiti dalla Ergon. La Ergon, cioè, agisce tramite il Consorzio Sa 3 che, a sua volta, stipula le convenzioni con i Comuni. Nel Piano regionale dei rifiuti si specifica che l’unico Consorzio di bacino ad aver superato la soglia del 35 per cento di raccolta differenziata è stato proprio quello di San Rufo. Il primo in assoluto insomma. Eppure c’è ancora tanta confusione nella gestione del ciclo dei rifiuti. Basta considerare che tra i 45 comuni del Consorzio Sa 3 esistono tante tipologie di raccolta e trasporti dei rifiuti. Ci sono i Comuni che gestiscono direttamente la raccolta come Atena e Padula;  altri che l’hanno affidata alla sola Ergon come Casalbuono, Monte San Giacomo, Montesano sulla Marcellana, Sassano, Polla. Altri comuni che la gestiscono sia direttamente che insieme con la Ergon, come Caggiano o Buonabitacolo; altri ancora che si sono affidati solo al Consorzio, come Pertosa o Sala Consilina; altri che, invece, utilizzano sia il Comune che il Consorzio come i comuni degli Alburni e parte del Tanagro; altri, infine, che utilizzano società private quali la General Enterprise e cooperative comunali o altri soggetti terzi. È il caso del comune di Teggiano e di molti comuni del Bussento e del Golfo di Policastro. Insomma, il Consorzio nasce per gestire in forma associata la raccolta dei rifiuti dei comuni per abbattere i costi. Poi, invece, accade che ogni comune scelga la formula più conveniente in forma personalizzata. Tutto questo naturalmente produce due effetti: da un lato fa perdere il principio dell’abbattimento dei costi e dall’altro produce una concorrenza tra società di raccolta, per cui sembrerebbe normale che il servizio venga offerto in maniera diversa da comune a comune con differenza di trattamento.



La Ergon e i costi eccessivi. 

Diversi comuni considerano eccessivi i costi della Ergon spa. Il Comune di S.Arsenio è stato il primo a decidere di sospendere il rapporto di gestione dei servizi di raccolta con il Consorzio e dunque con la Ergon, perché il servizio era ritenuto troppo oneroso. Il ricorso al Tar presentato dal Consorzio non è stato accolto e così Sant’Arsenio è passato alla gestione comunale.
I dati dicono che il risparmio per i primi mesi è stato del 40 per cento rispetto alla Ergon. I risparmi si sono ottenuti per il minor costo degli addetti al servizio di raccolta e delle attrezzature. Altro dato interessante è il fatto che, con la gestione comunale, Sant’Arsenio ha recuperato in sei mesi il 30 per cento in più tra plastica, carta e vetro. Ogni comune, se recupera questi materiali, riceve del danaro cosiddetto “di ristoro”, per cui il comune ha incassato il 30 per cento in più. Tuttavia, nonostante ciò, dal 1 giugno S’Arsenio è tornato con la gestione Consorzio-Ergon che sembra abbia fatto una offerta notevolmente economica: 70 mila euro annui, utilizzando il personale del Comune. Dunque, un risparmio è possibile almeno per chi ha gli operai comunali. Per chi, invece, ha voluto assumere tramite la Ergon 6 o 7 operai, le cose vanno peggio.



La stessa offerta pari a 70 mila euro, il Consorzio l’aveva fatta al Comune di San Rufo, dopo che la sindaca Giovanna Benvenga aveva rifiutato l’offerta precedente di 134 mila euro e sospeso il servizio con la Ergon per costi eccessivi. Ne è conseguito un altro ricorso al Tar, questa volta vinto dal Consorzio. Eppure il Comune di San Rufo oggi gestisce autonomamente il servizio con una riduzione dei costi di circa il 40 per cento.

A tal proposito, Enrico Zambrotti, amministratore delegato della Ergon S.p.a., spiega: “Se la gestione passa attraverso gli operai comunali si risparmia, perché il contratto collettivo è diverso da quello che regola gli operai della Ergon che si attengono al contratto di Federambiente e che comporta una spesa in più all’anno di circa 10 euro per ogni operaio. Inoltre, i costi comunali non sono del tutto classificabili in maniera specifica, possono essere spalmati sul bilancio e dunque non necessariamente riportati con la spesa sui rifiuti. Del resto, se andiamo a vedere i Comuni, Atena Lucana che gestisce la raccolta con una cooperativa, a mio parere, vìola lo Statuto dei lavoratori e la legge sui rifiuti”. Un’accusa dura, respinta ovviamente dal sindaco Sergio Annunziata, uno dei principali oppositori alla gestione del Consorzio. “Chi mi conosce sa che non opero, violando la legge. La questione è diversa. Ho scelto di utilizzare, secondo il miglior modo possibile, gli operai e i mezzi. Perché avere parecchi operai o mezzi ed attrezzature se bisogna utilizzarli solo per un determinato monte ore al giorno? Bisogna ottimizzare le risorse e rendere efficienti i servizi”. 

Eppure, per diversi sindaci, i costi della Ergon restano eccessivi. Soprattutto quelli relativi all’ammortamento dei mezzi.

Per esempio, per chi affida il servizio di raccolta alla Ergon, il costo annuale di gestione di uno scarrabile è di 552 euro. Lo scarrabile comprato ex novo vale 3690 euro. Sullo scarrabile il Comune paga alla Ergon 460 euro ogni anno di ammortamento per un periodo di 8 anni, cioè pari al valore ex novo dello scarrabile, ma ovviamente al Comune non resterà lo scarrabile, qualora potesse essere ancora utilizzato. Il metodo è lo stesso per tutto. Ci sono alcuni Comuni, come Polla, che stanno valutando tale costrizione. “Sarebbe più economico comprare direttamente lo scarrabile o i gasoloni, piuttosto che affittarli dalla Ergon” specifica il sindaco di Polla, Massimo Loviso. “A noi è capitato che i mezzi venissero sostituiti con appena 52 chilometri”, aggiunge il sindaco di San Rufo, Gianna Benvenga. Eppure per Zambrotti l’ammortamento è necessario, anche perché “la Ergon ha speso 3 milioni di euro per acquistare i mezzi e le attrezzature”.



E poi ci sono le spese per l’impianto di compostaggio e la discarica di Costa Cucchiara di Polla. Diversi sindaci, come Gaetano Ferrari di Sala Consilina e Sergio Annunziata di Atena Lucana, considerano la gestione del compostaggio e della discarica fallimenti del Consorzio: “Il blocco dell’impianto di compostaggio di Polla, dovuto a varie questioni, costringe oggi i comuni a sversare l’umido in Sicilia con un costo di 200 euro a tonnellata, anziché 70 euro. Aver fatto delle scelte prima del blocco e avviare la realizzazione di un nuovo impianto, come sta accadendo adesso grazie alla nostra volontà- spiegano Annunziata e Ferrari -  avrebbe comportato costi minori per i comuni.

Secondo Enrico Zambrotti l’impianto di compostaggio nasce già con caratteristiche di progettazione negativa. A ciò si sono aggiunte le proteste dei commercianti, la volontà del Comune di Polla prima e del Commissariato poi di spostarlo presso la discarica di Polla, oltre alle esigenze di adeguamento dell’impianto. Ma in un’intervista su YouTube, l’assessore regionale all’Ambiente Walter Ganapini, l’1 giugno scorso, ha dichiarato che l’impianto di compostaggio di Polla è perfetto. Il Codacons di Sala Consilina ha sollevato alcuni dubbi sull’opportunità di realizzare un altro impianto di compostaggio tra Sala Consilina ed Atena Lucana e sul perché continuare a mandare l'immondizia in Sicilia se l'impianto di Polla potrebbe essere utilizzato come spiega Ganapini. Uno spreco di danaro, insomma, che intercorre già da alcuni anni. L’impianto, difatti, fu bloccato quando il Commissariato depositò in esso 1.700 tonnellate di fos, scarti che possono essere smaltiti solo in discarica. Da qui, un’ordinanza del Comune di Polla di non utilizzare l’impianto fino al trasferimento del  fos in altri luoghi. Ciò non è mai avvenuto, per cui il Commissariato continua a pagare 67mila euro mensili al Consorzio di bacino Sa3 per il ristoro del fos. Una situazione che, qualche mese fa, ha portato i comuni di Atena Lucana e Sala Consilina a proporre la realizzazione di un nuovo impianto, mentre quello di Polla, sembra, resterà inutilizzato.



E poi c’è la discarica che, nonostante la presenza di 3 milioni di euro per la bonifica, non è ancora stata bonificata ed i costi per la gestione annuale sono ancora pari a 500mila euro circa: 148mila euro per il trasporto del percolato, 200mila per lo smaltimento, 18mila per il noleggio delle macchine e 48mila euro per l’ammortamento. Di recente è stato finanziato dalla Regione Campania il progetto di messa in sicurezza della discarica con 2 milioni 157mila euro, ma sembra che i lavori non potranno essere appaltati se prima non sarà rimosso il compost, per un costo di 1 milione di euro. “Eppure- spiega Ferrari- i costi per la bonifica noi li abbiamo già pagati. Per scaricare nella discarica, i Comuni dovevano pagare una tassa che comprendeva anche i costi della bonifica. E adesso, invece, il Consorzio ci chiede di contribuire ulteriormente attraverso l’aumento delle quote consortili che sono state raddoppiate”.
I debiti sono dei Comuni. “In realtà, l’aumento delle quote -specifica Zambrotti, consulente economico del Consorzio - è determinato dal fatto che la gestione del Consorzio è in perdita, ha cioè dei debiti, seppure si tratta di indebitamento corrente, non straordinario o bancario”. 



Il Consorzio, in effetti, ha maturato una serie di debiti costituiti da mutui passivi, debiti verso fornitori, verso banche e verso imprese controllate, seppur minimi, e una quantità di debiti rilevante che non è specificata nel bilancio se non con la voce “altri debiti”. Anche i crediti sono rilevanti soprattutto verso i Comuni, soci e clienti che, come si specifica in una relazione di bilancio di previsione per il 2007, scaricano le loro criticità di cassa sul Consorzio.



I costi delle società controllate. 

Il 14 aprile scorso il Sindaco di Sala Consilina Gaetano Ferrari ha inviato una missiva al Consorzio in cui si chiedeva il compenso previsto per il direttore generale, il ruolo di Enrico Zambrotti, le consulenze dell’ente, chi fossero i consiglieri di amministrazione nelle società controllate e anche i costi sostenuti. “I costi del Consorzio sono eccessivi anche per la presenza inutile di società controllate” afferma Ferrari. Il Consorzio di Bacino, oltre ai rifiuti, svolge anche altri ruoli relativi allo sport, al turismo, a servizi comunali e ha costituito tre società controllate: la Ergon spa, la Meta spa e la MetanoGas spa, con altrettanti consigli di amministrazione, amministratori delegati e consigli dei revisori. Costi eccessivi secondo Ferrari, ma necessari e ridotti al massimo rispetto alla normativa nazionale, secondo il Consorzio. Le uniche 2 consulenze richieste dal Consorzio ammontano a 19 mila euro circa. I consiglieri della Ergon percepiscono 200 euro netti al mese, quelli del Consorzio, 600 euro mensili.
Il futuro. Il 28 aprile scorso, sul Burc della Regione Campania è stata pubblicata una legge che cancella i Consorzi. Sembra, ma non è ancora chiaro, che gli enti spariranno entro novembre 2008 e le competenze passeranno alle Province. Passano alla Provincia anche i debiti e i crediti del Consorzio, ma esse non sono del tutto d’accordo nell’accollarsi i servizi. Probabilmente saranno costituite altre grosse società pubbliche, oppure le competenze saranno trasferite tutte al Consorzio Siis che si appresta a gestire tutto quello che concerne i servizi idrici in Provincia.   



La tariffa sui rifiuti aumenterà. In ogni caso, quel che sembra certo è che la tassa sui rifiuti è in aumento ovunque, ma lo sarà ancora di più dal prossimo anno. Se oggi i Comuni con i soldi dei cittadini coprono il 65 per cento della spesa complessiva dei rifiuti, nel 2009 i comuni avranno l’obbligo di pagare il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti al 100 per cento con la sola tariffa sui cittadini.
Fonte:www.altrodiano.it


REGIONE CAMPANIA
7 gennaio 2003 da 'la Città'
A Sassano ancora polemiche sui tributi
Stangata sulla tassa rifiuti Il Codacons adesso diffida l'amministrazione comunale
 
Salvatore Medici
 
Sassano. Inviata la diffida sull'aumento delle tasse della raccolta dei rifiuti urbani da parte del Codacons, all'ufficio tributi del Comune di Sassano. E, per conoscenza, la lettera è stata spedita anche all'attenzione della Procura della Repubblica di Sala Consilina, chiedendo la verifica di una procedura che secondo l'associazione dei consumatori è illegittima. La riunione, tenutasi sabato scorso a Sassano, presso il bar Abruzzese, tra il rappresentante del Codacons Roberto De Luca, i cittadini di Sassano e il Comitato Pro Acqua è servita a fare il punto della situazione in merito ai tributi sull'acqua e sui rifiuti. Dopo aver ottenuto il riconoscimento dell'aumento ingiustificato del 91,10% delle bollette dell'acqua, che secondo l'ufficio tributi è stato determinato da un errore materiale di meccanizzazione, la vertenza e la protesta si sono spostate sulle tasse dei rifiuti. Anche se, per quanto riguarda l'acqua, il Codacons ha chiesto che le somme in esubero già versate dai cittadini siano restituite di ufficio dal Comune, e non solo dopo una richiesta fatta dal cittadino in forma scritta. Inoltre, dato «l'eccezionale errore fatto», la vicenda è stata comunicata e fatta presente anche al Prefetto di Salerno. Per quel che riguarda i rifiuti, la contestazione si basa sulla retroattività della tassa. L'aumento del 23,70 per cento, infatti è stato imposto dall'Ufficio tributi, in seguito a una delibera di giunta del marzo 2002, a partire dal gennaio 2001, che adeguava quindi l'aumento anche per i mesi precedenti alla delibera. Un procedimento retroattivo che secondo il Codacons è illegittimo. La prima azione per scongiurare tale procedimento è stata appunto la lettera di diffida dell'aumento, spedita al Comune e per conoscenza alla Procura della Repubblica. Presentando l'atto comunale come discostante dalla legge vigente, il Codacons si è appellato all'articolo 11 del codice civile sulla natura delle leggi e sulla non retroattività legislativa. Una vicenda che quindi non contesta l'aumento in avvenire delle tasse, un dato del resto assodato anche in altri comuni, come Polla o Teggiano, dove gli aumenti oscillano tra il 40 e il 50 per cento. Una vicenda che tuttavia attende la risposta del sindaco Gaetano Arenare, per chiarire le procedure ed eventuali correzioni nell'interpretazione della delibera.



REGIONE CAMPANIA
13 agosto 2003 da 'la Città'
 Nel Diano stangata sulla Tarsu
Il Codacons mostra i dati Chieste verifiche al Prefetto

Elia Rinaldi

SASSANO. Scattano gli aumenti dell'acqua e dei rifiuti nel Vallo di Diano. A lanciare l'allarme è il Codacons di Sala Consilina che ieri ha diffuso i tassi di incremento del costo dell'acqua e della Tarsu del Comune di Sassano, mentre altre indagini sulla tassa rifiuti, avviate dalla sede locale del Codacons anche a Teggiano, Buonabitacolo e Padula, presto saranno in grado di fornire una mappa dettagliata dei rincari in molti comuni della zona. Ma il responsabile locale del Codacons, Roberto De Luca, anticipa già che, «a partire dal 2000, nell'ambito del Consorzio Bacino Sa/3 si è registrato un incremento medio annuo della tassa sui rifiuti solidi urbani del 30 per cento». Un rincaro eccessivo, secondo il Codacons, che ha già chiesto l'intervento e la verifica da parte del Prefetto: «Il tasso di incremento della tariffa è ben al di sopra dell'indice di inflazione di molti comuni del Vallo di Diano, come dimostra l'indice di inflazione (2.7% annuo) del Comune di Sassano ». A proposito di Sassano, il Codacons riferisce che «nella delibera di Giunta del 19 marzo 2002 venivano rilevati due errori materiali a danno degli utenti: un aumento del 91,10% del prezzo dell'acqua per il primo trimestre 2002 (definito errore di meccanizzazione) e un aumento (retroattivo così come si leggeva nella delibera) del 23,7% della tassa sui rifiuti solidi urbani. Nel frattempo, però, il 20 marzo 2001 la Tarsu era già aumentata del 25,148%. Insomma, un aumento del 55% circa rispetto all'anno 2000, tenendo conto dell'effetto cumulativo degli aumenti successivi. Come se non bastasse, riappaiono nelle bollette degli addizionali non meglio specificati, in misura del 15%. Per cui l'aumento complessivo in due anni ha raggiunto quasi il 70%». Ma come se non bastasse il Codacons avverte che «negli avvisi di pagamento dell'Etr, relativi alla tassa sui rifiuti solidi urbani dello scorso anno, si sono verificate due anomalie: in primo luogo, l'Etr ha rateizzato l'importo in sole due rate, rispettivamente con scadenza 30 settembre 2003 e 30 novembre 2003, mentre il regolamento Comunale prevede la rateizzazione dell'importo dovuto in quattro rate. In secondo luogo, la raccolta differenziata, in vigore a Sassano dal 15 aprile 2002, non ha garantito, a conti fatti, un abbattimento dei costi finali del servizio». Tempi duri, per i contribuenti valdianesi, colpiti dall'enneesima stangata tributaria. Il Codacons ha dunque chiesto al Prefetto di valutare attentamente questa vicenda, tenendo anche in conto altre gravi situazioni segnalate nel passato.



REGIONE CAMPANIA
2 ottobre 2003 da 'la Città'
 L'associazione vuole un'indagine su tutti i centri che ricadono nell'ambito di competenza del Bacino Sa 3
 Tassa sui rifiuti: tanti aumenti sospetti
 
Sala, il Codacons ha chiesto l'intervento immediato del prefetto

Elia Rinaldi

SALA CONSILINA. Il Codacons di Sala Consilina - dopo le prime indagini sugli aumenti della tassa sui rifiuti in alcuni Comuni del Diano - ha chiesto al Prefetto di estendere i controlli a tutti i Comuni del Bacino Sa/3 e nel contempo di risalire alle cause degli aumenti. Sotto accusa anche le decisioni prese dal Consorzio Centro Sportivo Meridionale (Bacino Sa/3) circa lo smaltimento dei rifiuti. Spetterà al Prefetto, dunque, indagare sulle cause degli aumenti della Tarsu nei Comuni del Vallo di Diano e «ristabilire controllo ed equità negli enti dove non esistano presupposti minimi per la corretta gestione», ha detto il responsabile del Codacons di Sala Consilina, Roberto De Luca. Ha ricordato che nella nota inviata al Prefetto le indagini finora condotte dal Codacons hanno registrato un aumento della tassa sui rifiuti solidi urbani a Sassano del 25, 148 per cento nel 2001 e del 23, 7 per cento l'anno successivo. Sempre nel 2002 a Padula, invece, l'aumento è stato del 33,3%, a Buonabitacolo del 75,6% e a Teggiano dell'80%. Aumenti che secondo De luca «mettono il cittadino in una situazione di disagio economico, aggravata dall'economia non proprio florida del Vallo di Diano e della particolare congiuntura che stiamo attraversando». Inoltre De Luca ha chiesto al Prefetto di valutare le decisioni del Consorzio bacino Sa/3 circa lo smistamento dei rifiuti. Peraltro alcuni dei comuni indagati dal Codacons fanno parte dell'ente presieduto da Enrico Zambrotti. Teggiano e Padula, non a caso, nella scorsa primavera furono alcuni dei comuni che minacciarono di staccarsi dal consorzio per formare dei ''soggetti di cooperazione'', che avrebbero dovuto coordinare l'intero ciclo della raccolta rifiuti. Contro la decisione dei quattro comuni, naturalmente, il presidente del consorzio che decise di ricorrere al Tar contro un provvedimento giudicato illegittimo. La stessa ordinanza, inoltre, aprì una crisi politico Ð istituzionale all'interno del consorzio che culminò con le dimissioni di Zambrotti. Poi rieletto nuovamente a luglio dall'assemblea del Consorzio di bacino Sa 3 all'unanimità presidente dell'ente. Nella stessa occasione anche i quattro comuni dissidenti decisero di rientrare all'interno del consorzio, definendo un piano di interventi per la gestione efficace dell'ente. Ma i dati sulla differenziata del primo semestre di quest'anno nella provincia di Salerno non lasciano dubbi: il Consorzio di bacino Sa /3 è il primo dei bacini della provincia nella raccolta differenziata dei rifiuti. Quest'anno, con il 76,5 per cento di raccolta differenziata dei rifiuti Padula si è classificata al primo posto, fra tutti i comuni della provincia di Salerno, nel concorso ''Comune riciclone''. Non solo, ma Padula vanta anche il primato di raccolta rispetto ai dati del 2001. Oltre all'importante riconoscimento, Padula ha ricevuto un premio in euro «che sarà impiegato nell'ambito degli interventi finalizzati alla tutela dell'ambiente», hanno assicurato l'assessore Giuseppe Comuniello e del sindaco Giovanni Alliegro. Inoltre, il risultato ottenuto dal Comune di Padula riserva una sorpresa ai contribuenti: con l'imminente applicazione della tariffa unica provinciale per i rifiuti, saranno applicate sensibili riduzioni della tariffa per i comuni, in funzione delle percentuali realizzate con la raccolta differenziata. Buone notizie per Padula. Per gli altri comuni bisognerà attendere la verifica da parte del Prefetto. 

REGIONE CAMPANIA
REGIONE CAMPANIA
19 ottobre 2003 da 'la Città' 

Sassano, il Prefetto indaga sulla Tarsu 
Dopo le numerose segnalazioni del Codacons Laudanna ha chiesto chiarimenti al comune

Salvatore Medici

Sassano. Il Prefetto di Salerno avvia una indagine conoscitiva sull'aumento delle tasse dei rifiuti a Sassano, dopo le segnalazioni, le indagini e le richieste fatte dal Codacons del Vallo di Diano. Nello specifico la Prefettura ha spedito una missiva al comune di Sassano e all'Etr, l'ente gestore dei tributi, e per conoscenza al Codacons stesso nella quale si chiedono notizie e documenti in merito, al fine di valutare meglio la questione. «Si trasmette, per le valutazioni di competenza, l'unita nota del Codacons in data 7 agosto decorso, concernente l'oggetto. Si resta in attesa di notizie al riguardo». Secondo i dati raccolti dall'associazione, l'ente comunale, con due successive delibere di giunta, avrebbe decretato l'aumento della TARSU, una prima volta nel marzo 2001 del 25,148% e una seconda volta nel marzo del 2002, del 23,70%. Lo stesso ente, nella delibera del marzo 2002 faceva corrispondere l'aumento del 23,70% anche all'anno 2001 in modo retroattivo, cosa che sarebbe stata dettata da un errore materiale. Nella nota del Codacons si legge che l'Etr ha emesso avvisi di pagamento relativi a suddetti tributi. Gli avvisi, in cui risultavano tariffe addizionali del 15%, erano accompagnati da soli due bollettini con scadenza 30 settembre 2003 e 30 novembre 2003, «contrariamente Ð dice il responsabile del Codacons Vallo, Roberto De Luca Ð a quanto previsto dal regolamento comunale, nel quale si legge che la rateizzazione dell'importo avviene su quattro rate». Da qui la richiesta di far luce sulla questione. «L'effetto euro, associato a rincari selvaggi, ha contratto fortemente il potere d'acquisto del salario di un lavoratore medio. Quello che adesso proviene dal Prefetto ci sembra un primo positivo segnale per cercare di ristabilire un corretto rapporto tra un ente gestore, che ha aumentato una tariffa in un momento nevralgico per l'intera nazione, e il consumatore Ð aggiunge De Luca Ð speriamo che l'intervento sia decisivo e risolutivo, perché non siano sempre e soltanto i bilanci familiari a dover rimpinguare le casse esauste ora di questo ora di quell'ente gestore». Intanto, come più volte scritto, il Codacons ha chiesto verifiche e accertamenti anche per quel che riguarda l'aumento della Tassa rifiuti in altro comuni, quali Buonabitacolo, Teggiano e Padula. 



REGIONE CAMPANIA
10 febbraio 2004 da 'la Città' 
Il Codacons a quattro comuni
 Gli aumenti Tarsu sarebbero illegittimi Chiesto il rimborso

Salvatore Medici

Sassano. Il Codacons del Vallo di Diano chiede i rimborsi d'ufficio delle cifre aggiuntive che sono state illegittimamente richieste agli utenti da parte di alcuni comuni del comprensorio e relative alla tassa sulla raccolta dei rifiuti (Tarsu). La specifica richiesta nasce da una precisa constatazione da parte dell'associazione a tutela dei consumatori. Quella cioè che i comuni di Teggiano, Sassano, Buonabitacolo e Padula non hanno dimostrato di avere inviato a tempo debito, al ministero dell'economia e delle finanze le delibere sull'aumento della Tarsu. L'invio, previsto dalla legge entro 30 giorni dalla data di deliberazione, è necessario affinché il ministero possa, entro sei mesi, controllare la legittimità delle tariffe. Il Codacons, che ha scritto al ministero e al Prefetto di Salerno, aveva inviato ai quattro comuni una richiesta di accesso agli atti per la legge sulla trasparenza. E' emerso che il comune di Sassano ha inviato l'informativa solo dopo aver ricevuto la richiesta dell'associazione e dopo alcuni anni dalla delibera, precisamente il 10 dicembre scorso; che il comune di Teggiano ha inviato l'informativa al ministero dell'ambiente e non a quello delle finanze; e che Padula e Buonabitacolo non hanno risposto alla richiesta di accesso agli atti. «In questi due casi si prefigura una grave omissione. In assenza dei controlli di legittimità Ð spiega Roberto De Luca, responsabile Codacons nel Vallo Ð non possiamo considerare gli aumenti legittimi e pertanto chiediamo il rimborso delle somme in eccesso». 

REGIONE CAMPANIA
1 maggio 2004 da 'la Città' 
in quattro comuni 
Il Codacons in Procura

Salvatore Medici

Sala Consilina. Il caso degli aumenti della tassa sui rifiuti a Padula, Sassano, Buonabitacolo e Teggiano finisce alla Procura della Repubblica di Sala Consilina su iniziativa del Codacons. L'associazione ha presentato una denuncia in cui si chiede di accertare le responsabilità per la mancata segnalazione da parte dei 4 Comuni al ministero dell'Economia e delle Finanze, delle delibere che hanno deciso l'aumento della Tarsu. L'invio delle delibere sulle variazioni tariffarie, previsto dalla legge entro 30 giorni dalla data di deliberazione, è necessario affinché il ministero possa entro sei mesi controllare la legittimità delle tariffe imposte. «Non è però questo l'iter che si è effettivamente seguito nei 4 Comuni - sostiene il Codacons - . Tali Comuni, infatti, hanno applicato un consistente aumento tariffario dei rifiuti, senza preventivamente informare l'organo preposto al controllo di legittimità. Per tale ragione il deliberare un aumento di tale tassa senza rispettare l'iter di legittimità espressamente previsto dal legislatore a tutela dei cittadini, configura un grave sopruso commesso dagli organi preposti all'imposizione dei tributi locali. Risulta evidente come l'imposizione di un incremento tributario illegittimo, integri, contemporaneamente, sia un ingiusto profitto per l'ente impositore sia un ingiusto danno per il cittadino pagante». Il Codacons direttamente dalla sede nazionale di Roma ha quindi chiesto per vie legali di accertare se si è in presenza di un abuso di atti di ufficio con danno ai cittadini. Il Comune di Sassano avrebbe inviato una informativa al ministero solo dopo la richiesta dell'associazione e dopo alcuni anni dalle delibere, il Comune di Teggiano ha inviato un'informativa al ministero dell'Ambiente, mentre i Comuni di Padula e Buonabitacolo a tutt'oggi non hanno risposto alla denuncia fatta dal Codacons. Secondo le indagini del Codacons di Sala Consilina, l'aumento della Tarsu nelle abitazioni private per quanto riguarda le tariffe minime, a Sassano nel 2001 è stato del 25 % circa e nel 2002 del 23,7%. Padula ha registrato nel 2002 un aumento del 33,3% passando da una tariffa di 900 lire a metro quadro, a una di 1.180 delle vecchie lire. Buonabitacolo nell'aprile del 2002 ha deliberato un aumento del 75,6% passando da 600 lire del 1995 ad una tariffa di 1.394 delle vecchie lire del 2002. Infine a Teggiano nel 2002 si è registrato un aumento dell' 80%. Quello che viene contestato tuttavia non è la somma pro capite a metro quadro, che può essere più o meno uguale agli altri Comuni, quanto l'aumento sconsiderato per arrivare a tali somme. Nel Vallo le tariffe più basse sono a Casalbuono con 720 lire al metro quadro e Atena Lucana con circa 900 lire. Per quanto riguarda i Comuni più grandi, Sala Consilina ha una tassa di 1.300 lire circa, mentre Polla si attesta più o meno sullo stesso valore. 




ARCHIVIO LA CITTÀ DI SALERNO DEL 2007: Padula, Tarsu più salata
Lucia Giallorenzo



Caselle in Pittari: aumento Tarsu, interviene il Codacons
12 Febbraio 2010 

Con questo comunicato vorremmo complimentarci con la compagine dell’opposizione del Consiglio comunale di Caselle in Pittari per l’iniziativa intrapresa a contrasto degli aumenti della Tassa sui Rifiuti Solidi Urbani (Tarsu). Infatti, il 6 febbraio 2010 è stata scritta, dall’opposizione e dalla stessa Amministrazione comunale, una bella pagina di democrazia partecipata in questo paese: numerosi cittadini sono intervenuti all’incontro pubblico in cui il sottoscritto era stato invitato in qualità di responsabile della sede locale del Codacons. A seguito della decisione del Consiglio comunale di Caselle in Pittari, presa a maggioranza, con la votazione contraria dell’opposizione, di approvare, lo scorso mese di ottobre 2009, una delibera (che a noi appare illegittima, trattandosi di un aumento retroattivo della Tarsu dell’86,07% per lo stesso anno 2009) la minoranza ha indetto un’assemblea pubblica per discutere della questione insieme alla cittadinanza e alla Giunta comunale. Durante l’incontro si è sviluppato un dibattito serrato sulle problematiche locali legate alla gestione dei rifiuti e su temi generali circa la necessità di potenziamento della raccolta differenziata. A nostro avviso, tuttavia, questo confronto andava aperto già da tempo dall’Amministrazione, senza aspettare la lodevole iniziativa della minoranza. Eppure, meglio tardi che mai. Ilcapogruppo della minoranza, Bruno Speranza, ha responsabilmente affrontato sia la questione della gestione della raccolta dei rifiuti, sia l’improvviso e sostanzioso aumento della Tarsu. Il Sindaco di Caselle ha avuto modo di prendere la parola più volte e di controbattere ai rilievi di Bruno Speranza e di altri relatori della minoranza. Il tutto in clima di civile confronto sui temi di interesse generale. Anche il sottoscritto è intervenuto, facendo presente che aveva appreso con sorpresa di questa tardiva decisione del Consiglio comunale sul sostanzioso aumento della Tarsu, che non pochi disagi avrà procurato, a giudicare dalle testimonianze raccolte in sala, ai cittadini di Caselle in Pittari che hanno visto la tariffa schizzare a livelli abbastanza alti nella classifica dei Comuni del Cilento e Vallo di Diano. Solo per fare un confronto, consideriamo il Comune di Sassano. Mentre un abitante di quest’ultimo paese paga 1,20 Eur ogni metro quadrato di superficie abitativa più un 15% di addizionale provinciale, per un totale di 1,38 Eur, un abitante di Caselle in Pittari dovrebbe pagare, stando alla delibera dello scorso ottobre (con strana validità retroattiva), 1,62 Eur più un 15% di addizionale provinciale, per un totale di 1,86 Eur ogni metro quadrato di superficie abitativa. E’ stato chiesto dalla minoranza un tavolo tecnico per affrontare e risolvere le questioni inerenti questi aumenti e per cercare di contenere i costi di gestione del servizio della raccolta dei rifiuti, per non gravare troppo pesantemente sulle tasche del cittadino che è già chiamato, oggi, ad affrontare una crisi economica di vaste proporzioni. Si spera, adesso, che la Giunta comunale, alla quale arriverà una nostra formale richiesta di accesso agli atti, voglia tener conto del responsabile invito della minoranza e cercare di venire incontro alle esigenze dei cittadini di Caselle in Pittari.
Il Responsabile della sede
Dott. Roberto De Luca