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domenica 13 maggio 2012

Green Economy


Nei prossimi anni il picco [1] della produzione petrolifera potrebbe essere raggiunto. Dopo questo evento i prezzi dei carburanti fossili saranno destinati a salire, senza più inversione di tendenza.  Pertanto, è lecito oggi interrogarsi sul futuro del modello di sviluppo industriale fondato sull’ulteriore sfruttamento dei residui giacimenti di carbone, petrolio o gas naturale. Lo si è fatto a Sant'Arsenio, grazie al contributo di alcuni giovani (a cui vanno i nostri complimenti per l'iniziativa).
Dal punto di vista ambientale, la continua immissione nell'atmosfera dei prodotti di scarto della combustione degli idrocarburi fossili induce un’alterazione della qualità della nostra atmosfera, producendo varie forme di inquinamento e mutazioni climatiche locali e globali. Inoltre, eventuali ulteriori sviluppi industriali di aree non urbanizzate e l’eventuale futura estrazione di petrolio o gas da giacimenti non ancora sfruttati potrebbero essere considerati in contrapposizione con le istanze che provengono da una parte della società sensibile agli equilibri ecologici delle aree in questione.

Pur tuttavia, il grado di dipendenza della nostra società da questi tipi di combustibili per il trasporto e per l’uso industriale e domestico, impongono una corretta valutazione della possibilità di realizzare, nel breve periodo, una transizione ad un modello produttivo fondato sulle energie rinnovabili. L’energia solare, nella sua accezione più completa, potrà dare un decisivo contributo al passaggio da una società tecnologica post-industriale, con produzione di energia attraverso l’utilizzo di combustibili fossili, ad una società eco-tecnologica, in cui la produzione di energia non è affidata solo a grosse centrali localizzate in aree industriali, ma è distribuita su tutto l’ecumene. In questo modo, ogni abitazione, ogni fabbrica, ogni scuola e, in breve, ogni punto di produzione di beni e servizi, sarà un luogo dove localmente si consumerà energia (in modo efficiente) e, al contempo, si produrrà energia rinnovabile, il cui flusso o il cui stoccaggio locale verrà regolato attraverso l’utilizzo estensivo delle cosiddette “smart grid”. Queste reti intelligenti funzioneranno sulla base del flusso di informazioni raccolte da sensori distribuiti sulla rete elettrica nello stesso modo in cui gli attuali “software” di rete regolano il flusso dell’informazione su “internet”.
Un'immagine dal convegno sulla "green economy"
organizzato dall'associazione Monte Pruno Giovani a
Sant'Arsenio (SA)  [la foto è di G. Stabile].
L’energia solare da sola [2] può soddisfare, e di gran lunga, il fabbisogno energetico dell’intera Umanità. Si dovranno quindi spronare le giovani generazioni, senza indulgere nella predizione di future condizioni ambientali catastrofiche, a dare fiducia all'intelligenza dell’uomo che, nel tempo e con il contributo di tutti, saprà trovare la soluzione al problema energetico ed ambientale, proseguendo sulla strada dello sviluppo della tecnica e delle tecnologie. Questo processo di “decarbonizzazione” del sistema produttivo, ottenuto attraverso il progressivo abbandono delle fonti energetiche inquinanti a favore dell’utilizzo delle fonti rinnovabili, è attualmente in atto nelle nazioni più progredite e alcune esperienze locali, anche in Italia, stanno dando i primi risultati positivi. 

Quale comunità locale potremmo allora coltivare la piccola ambizione di seguire, se non anticipare, questi sviluppi globali, rendendo possibile, localmente, una “rete intelligente” fatta di persone e di mezzi per la produzione, l’utilizzo e lo stoccaggio di energie rinnovabili. In questo ipotizzabile (e auspicabile) processo virtuoso saranno proprio le giovani generazioni a dare un loro decisivo contributo di idee e di buone pratiche per la realizzazione di un “futuro sostenibile” locale e globale.


[1] Il picco della produzione si avrà quando la metà delle risorse petrolifere sarà stata estratta dal sottosuolo.

[2] M. Z. Jacobson and M. A. Delucchi, A path to sustainable energy by 2030, Scientific American, Vol. 301, N. 5 (2009), pagg. 58-65.

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