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venerdì 26 giugno 2015

DIRITTO DI PAROLA E AGGRESSIONI VERBALI

Non era mai successo, prima della data del 26 giugno 2015, di ricevere parole poco commendevoli sulle intenzioni riposte nella scrittura dei nostri comunicati. Ma tralasciamo le aggressioni verbali a cui siamo da ultimi soggetti, nostro malgrado, e veniamo alla questione vera e propria.

Abbiamo scritto il comunicato sulla questione del Palazzo Bellavista in Sala Consilina, cortesemente chiamati a intervenire. Lo abbiamo fatto sulla base delle informazioni a nostra disposizione, ossia, il verbale della delibera n. 62 del 28-11-2014 (http://www.salaconsilina.gov.it/wp-content/uploads/2014/12/c62-2014-11-28-62c.pdf).  In questa delibera si afferma testualmente che "Il SINDACO ribadisce che la destinazione dell’immobile sara’ destinato a Sportello per l’immigrazione". Pertanto, risulta chiaro (almeno dalle carte) l'intento dell'Amministrazione Comunale. Si sarebbe potuto impugnare la delibera davanti a un Tribunale Amministrativo entro i 60 giorni dalla pubblicazione sull’Albo pretorio per chiederne l’immediata sospensione degli effetti, proprio sulla base del Regolamento condominiale (non sono un legale per avere certezza dell’esito – in quanto insegno fisica).


In tutta questa vicenda l'approssimazione è talmente palese – nonostante alcuni tentativi fatti per poter sanare la situazione in Consiglio Comunale - che viene da chiedersi se sia proprio la nostra associazione, che parla sulla base di informazioni certe, a essere la causa del disagio che le famiglie giustamente temono come conseguenza di questi stessi atti amministrativi. Se fossimo stati chiamati prima – molto prima - a esprimere un nostro parere, avremmo senz’altro consigliato un ricorso al Tribunale Amministrativo nei termini previsti dalla legge. 

E’ però innegabile dire che avremmo preferito che l’Amministrazione venisse indotta, in Consiglio, da dati inoppugnabili a non prendere quella decisione. Così non è stato. Non eravamo in Consiglio per comprendere le dinamiche e perciò dobbiamo confidare nella bontà degli atti amministrativi. Dopo quella discutibile delibera molto tempo è trascorso invano. Adesso che la questione ci è stata prospettata, crediamo che sarà una lunga lotta, se l’Amministrazione non farà un passo indietro. In questi casi, tuttavia, tornare sui propri passi sembra quasi doveroso. Noi faremo la nostra parte, se chiamati a farlo. Continueremo a operare per la verità, in ogni caso, non facendoci tacitare da atti intimidatori di sorta.

sabato 20 giugno 2015

PULIAMO IL FIUME

Il Settore Agricoltura del Codacons Vallo di Diano insieme a giovani imprenditori agricoli e altri volontari ha organizzato, sabato 20 giugno 2015, un incontro pomeridiano per ripulire il canale "Lamarrone" a Teggiano per ridare dignità a una parte del territorio. Una sorta di impegno per la cura dei beni comuni, insomma. L'iniziativa di Salvatore Gasparro, responsabile del Settore Agricoltura della sede Codacons locale, è stata seguita con attenzione da una testata giornalistica e dall'amministrazione comunale.


Una sponda del canale Lamarrone come appariva qualche
giorno prima del 20 giugno 2015.

Si mostrano alcune foto, prima di fare qualche considerazione.

Il canale Lamarrone come appariva sabato
20 giugno 2015 alle ore 16.30.


Salvatore Gasparro all'opera.
Altre attività di pulizia. 

Ripescaggio dal ponte.

Un dettaglio di quanto tirato
fuori dal canale.

La prima considerazione è quanto detestabile siano atti di questo tipo. E mentre da più parti si odono voci della necessità della videosorveglianza (ma volete monitorare anche la campagna?) io credo che la battaglia dei rifiuti bisogna vincerla innanzitutto sul piano culturale e poi su quello organizzativo. La risposta che Salvatore Gasparro e tanti altri volontari hanno dato al problema dell'abbandono dei rifiuti è esemplare. Tutti hanno voluto dire: "Sappiate che noi siamo vigili e non vi lasceremo deturpare impunemente il nostro territorio". 

Io mi spingerei ancora più in là della tutela e direi che bisogna far comprendere che questi beni ambientali sono preziosi e che molti ce li invidiano. Inoltre, dobbiamo saper valorizzare, in tutti i modi possibili, quello che abbiamo avuto in eredità dai nostri padri. Infatti, fintanto non giungeremo a ciò, non potremo dire di aver fatto tutto il possibile per armonizzare il nostro patrimonio ambientale con il sistema socio-economico del comprensorio. Intanto, però, quello che è successo il 20 giugno 2015 "è solo un inizio", così come dice Salvatore Gasparro. Non disperiamo.

domenica 14 giugno 2015

Chernobyl 2015

Ore 9.30 del 12 giugno 2015, Tribunale di Salerno. "Quarta" prima udienza dibattimentale del processo Chernobyl. Si attende la Corte che non sarà presente nella sua composizione usuale per un impedimento del Presidente. Molto probabilmente il processo subirà un altro rinvio per la mancanza del plenum del collegio giudicante. Transenne per separare il pubblico dall'aula. Non bastavano i tramezzi in legno, sobrio arredo dell'aula stessa. Ci sono anche le transenne in acciaio, brutte a vedersi. Strana percezione: i cittadini sembrano essere doppiamente recintati come soggetti potenzialmente pericolosi. Come non capirne le ragioni. 


In aula alcuni avvocati delle parti civili. Le associazioni Federconsumatori, Legambiente, Coldiretti, Codacons Campania sono rappresentate. Il Ministero dell'Ambiente è rappresentato in aula, insieme ad altre istituzioni, enti locali, comitati. Molti della difesa. Particolare menzione della costante presenza dell'avvocato Alfonso Penna, che si è costituito per il Comune di Sassano, va fatta. Si avviano gli altri processi in calendario. Forse il processo Chernobyl sarà ultimo nella lista. Come non capirne le ragioni.  



Ricordiamo le date.  La prima udienza avrebbe dovuto svolgersi il 9 aprile 2014 a Salerno a seguito del secondo rinvio a giudizio (il primo a Santa Maria Capua Vetere, il secondo a Salerno, in un processo che non vuole partire e che, forse, non deve partire) delle 38 persone implicate nei fatti riportati nei numerosi faldoni delle indagini svolte dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere nel periodo che va dal gennaio 2006 a giugno del 2007. Rinviata una prima volta, per difetto di notifiche, al 17 dicembre 2014. Quel giorno eravamo in aula e ascoltavamo, con nostra grande sorpresa, che vi erano ancora difetti in alcune notifiche. Il tutto si rinviava all'8 aprile 2015: un anno andato in fumo. L'8 aprile 2015 ancora sussisteva una mancata notifica degli atti a un singolo imputato. Si rinviava così alla data odierna, 12 giugno 2015. Ed oggi si rinvia ancora all'11 novembre 2015. La prescrizione del reato di disastro ambientale viene comodamente attesa per l'anno 2019. Che verrà, se la freccia del tempo non verrà invertita.


La legge è uguale per tutti. Un'utile iscrizione nelle aule dei
tribunali italiani.
Ma come si perviene al rinvio odiernoSi procede prima all'appello dei presenti. Molti imputati in aula, nella parte adiacente al tavolo della Corte. Assente del tutto la stampa, nella parte riservata ai cittadini pericolosi. Il giudice che funge da Presidente concede la parola agli avvocati della difesa. Alcuni avvocati difensori, non riconoscendo la fondatezza del reato di disastro ambientale, chiedono la prescrizione di tutti i reati. A un profano sembrerebbe che l'udienza si tenga solo per effettuare la declaratoria dell'estinzione dei reati per prescrizione. Unico reato sopravvissuto alla prescrizione è proprio il disastro ambientale. Ma alcuni imputati sembrano non voler accettare la prescrizione per ottenere l'assoluzione con formula piena. Si vedrà, tuttavia, alla prossima udienza, dopo il deposito delle memorie, cosa che può essere fatta entro il 10 ottobre 2015 (ore 10) un mese prima dell'udienza dell'11 novembre. Chissà se la stampa nazionale si degnerà di comprendere quello che sta succedendo sotto gli occhi dei cittadini increduli. 


Alcuni avvocati della difesa ancora contestano la costituzione di parte civile di associazioni e Comuni, un mantra che continua dalla "prima" prima udienza e che non avrà fine fintanto che non si entrerà nel vivo del processo. Intanto, in un modo del tutto informale apprendiamo che un imputato sta procedendo ad analizzare i propri terreni a proprie spese, sembrerebbe su autorizzazione del tribunale, in presenza dell'ARPAC e del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri. L'avvocato Antonio De Paola chiede alla Corte la revoca del sequestro dei terreni agricoli siti in agro di San Rufo e Teggiano di proprietà del padre di uno degli imputati, suo assistito. L'avvocato Matteo Marchetti, costituitosi per l'associazione Codacons Campania, si oppone alla revoca del sequestro.


Prendendo la parola, il pubblico Ministero, in risposta ai dubbi sulla fondatezza del reato di disastro ambientale ribadisce che è chiara la contestazione del disastro doloso, in quanto negli atti è possibile leggere quanto segue: "tutti contribuendo dolosamente a determinare un disastro doloso ambientale cagionato dalle condotte criminose dei componenti della citata organizzazione criminale, i quali partecipando al sodalizio criminoso in modo continuativo e permanente ed apportando il proprio materiale contributo cagionavano dolosamente un disastro ambientale a causa dello spandimento ed illegittimo smaltimento dei rifiuti". 



Il Presidente supplente, infine, rinvia l'udienza all'11 novembre 2015, visto che nel Tribunale di Salerno bisogna trattare processi con imputati detenuti: sarà la "quinta" prima udienza in cui, forse, si deciderà dell'ammissione, quali parti civili, delle associazione e comitati, degli enti locali, della Provincia di Salerno, della Regione Campania e del Ministero dell'Ambiente. Al cittadino non resta che fare i conti: restano ancora pochissimi anni al 2019. Sono trascorsi già otto anni dal giugno 2007.

giovedì 4 giugno 2015

Elezioni 2015


Un esercito pacifico di 383 cittadini si è mosso.


Bisogna adesso pronunciare 382 volte la parola "grazie". 


Il 383esimo, l'ultimo, pur non nascondendo un po' di amarezza, ha solo la certezza di aver fatto il proprio meglio nel pieno rispetto delle leggi della Repubblica Italiana (non poca cosa in questo contesto di illegalità diffusa tollerata a vari livelli). 

Non incluso nei due caravanserragli, ha cercato di dare una descrizione veritiera del presente e di tracciare un possibile percorso per il futuro con una campagna elettorale sobria, priva di slogan preconfezionati, vissuta prevalentemente nelle piazze. 

Le competenze acquisite nel passato in campo professionale e sociale e la sua stessa collocazione politica lo pongono al di fuori del novero dei "procacciatori di voti" per liste senza base ideale. La decisione di testimoniare un impegno politico, in continuità con quanto fatto nel passato, è stata molto sofferta. Alla stessa si è giunti in tanti con la consapevolezza delle difficoltà dovute alla crisi socio-economica che sta lacerando la parte più debole del tessuto sociale. Senza la presunzione di poter risolvere tutti i complessi problemi del territorio, ha umilmente proposto attività di servizio per la collettività. 

L'esercito pacifico è destinato a crescere.