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domenica 9 giugno 2019

Ossimori politici nel Vallo di Diano

Considerazioni a margine dei risultati delle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo

Ci sarebbe bisogno di un’analisi politica approfondita per poter spiegare perché un partito che ha fatto del secessionismo e dell’anti-meridionalismo la propria bandiera possa oggi risultare la compagine politica più votata nei seguenti paesi del Vallo di Diano:

Atena Lucana, Buonabitacolo, Padula, Polla, Sala Consilina, San Pietro al Tanagro, San Rufo, Sanza, Sassano, Teggiano.

 Non sappiamo e non possiamo azzardare alcuna ipotesi, ma questi risultati devono farci riflettere. Tralasciamo pure il caso di Sassano, anche se questo paese è retto da una lista unica di ispirazione di centro-sinistra che potrebbe invocare, naturalmente, la distanza da questo risultato (ma gli elettori non sono gli stessi che hanno votato per la lista unica?). Tralasciamo inoltre, non tanto perché non siano dati importanti, il caso dei paesi dove non si è votato per i rinnovi dei consigli comunali, per concentrarci solo sul caso di Sala Consilina, dove, come a San Pietro al Tanagro e San Rufo, si è votato anche per le amministrative. 

Quali sono le percentuali nel paese più popoloso del Vallo di Diano? Eccole.

SALA CONSILINA – ELEZIONI EUROPEE
67,22%           affluenza
7.929               votanti
367                  schede bianche
186                  schede nulle
0                      schede contestate

LEGA SALVINI PREMIER
Voti 2.319        31,41%

MOVIMENTO 5 STELLE
Voti 1.558        21,11%

FORZA ITALIA
Voti 1.190        16,12%

PARTITO DEMOCRATICO
Voti 1.021        13,83%

FRATELLI D'ITALIA
Voti 608           8,24%

+EUROPA - ITALIA IN COMUNE - PDE ITALIA
Voti 215           2,91%

LA SINISTRA
Voti 119           1,61%

EUROPA VERDE
Voti 106           1,44%

PARTITO COMUNISTA
Voti 79 1,07%

PARTITO ANIMALISTA
Voti 68 0,92%

POPOLO DELLA FAMIGLIA - ALTERNATIVA POPOLARE
Voti 40 0,54%

CASAPOUND ITALIA - DESTRE UNITE
Voti 19 0,26%

POPOLARI PER L'ITALIA
Voti 16 0,22%

FORZA NUOVA
Voti 13 0,18%

PARTITO PIRATA
Voti 11 0,15%

Il partito che è stato la negazione della questione meridionale, in quanto per anni ha operato per una forte decentralizzazione delle risorse provenienti dalle regioni settentrionali, erodendo progressivamente la quota di solidarietà destinata alle regioni del Mezzogiorno, adesso risulta essere la prima compagine a Sala Consilina. Per lo stesso principio che vale a Sassano, quindi, gli elettori della Lega potrebbero essersi distribuiti in tutte e tre le liste che hanno dato vita alla competizione in campo amministrativo, i cui risultati sono riportati sotto. Il Partito Democratico, al quale si ispirano sia Cavallone, sia Cartolano, risulta essere una sparuta minoranza a Sala Consilina. A questo partito, tuttavia, riesce un gran colpo: si aggiudica la maggioranza e una buona fetta della minoranza in Consiglio Comunale. Come sia potuto succedere tutto ciò, sarebbe difficile da spiegare. Intanto, notiamo anche come sia le schede bianche sia le nulle hanno conosciuto una flessione nel passaggio dalle elezioni europee a quelle comunali, così come dai dati riportati sotto.      

SALA CONSILINA - ELEZIONI COMUNALI
64,30%           affluenza
7.921               votanti
70                    schede bianche
160                  schede nulle
0                      schede contestate

CAVALLONE FRANCESCO
Voti 3.697        48,04%
LISTA                           VOTI     PERCENTUALE
SALA VIVA                    3.697   48,04%


CARTOLANO DOMENICO
Voti 3.293        42,79%
LISTA                           VOTI     PERCENTUALE
SALESI                         3.293   42,79%


CARRAZZA ALESSANDRO
Voti 705           9,16%
LISTA                           VOTI     PERCENTUALE
EVOLUZIONE SALA       705      9,16%


L’accorato appello di Giulio Pica, affinché si potesse dibattere pubblicamente, durante la campagna elettorale, sui temi inerenti le politiche europee, non ha trovato sponda in nessuna lista. Sarebbe forse stato troppo rischioso, per ciascuna compagine locale, contrariare la predisposizione al voto di oltre 2300 cittadini? Questi effetti sono stati ben monitorati nel passato, perché lo stesso consenso oggi tributato al novello Alberto da Giussano veniva precedentemente dato al cavaliere di Arcore. Nulla di nuovo sotto il sole, quindi? Qualcosa di nuovo adesso c’è. Infatti, il partito del presidente-imprenditore non ha mai propugnato (in pubblico) idee anti-meridionaliste. Vero è anche che, durante il ventennio berlusconiano, non si sono registrati passi in avanti nella risoluzione della questione meridionale. In concomitanza con questo periodo, poi, il Vallo di Diano ha conosciuto una rapida involuzione socio-economica. Pertanto, tutta la fiducia concessa alla compagine dell’ex presidente del consiglio si è quasi dissolta, favorendo l’ascesa locale del partito di un più giovane ed efficace comunicatore multi-mediatico. Di contro, esistono caratteristiche locali molto simili tra il partito di Arcore e il partito di Alberto da Giussano. Nessun operatore socio-politico locale (o quasi nessuno) è stato in grado di rivendicare il consenso attribuito, per soli effetti mediatici, prima al partito di Arcore e poi al partito di Alberto da Giussano. Altra storia è il caso del Movimento Cinque Stelle, laddove si è tentata un’attribuzione locale dell’immenso patrimonio di voti immediatamente dopo le ultime elezioni politiche: i fatti sono ben (tristemente) noti a tutti. Pertanto, questo consenso “liquido”, attribuito alle due compagine che fanno riferimento al Nord, sembra avere una consistenza propria della volatilità delle idee in un’epoca in cui la memoria è una pratica difficile. Difficile per i giovani, troppo ansiosi di mettere le mani sul futuro, ma difficile anche per chi questo futuro l’ha definitivamente compromesso con scelte che non si confanno alla realtà locale. 
L’appello di Giulio Pica è quindi sempre attuale: una classe politico-amministrativa che si rispetti deve saper comprendere e interpretare il consenso politico che promana dalle urne. Ed è qui che l’ossimoro politico si realizza: un’amministrazione di centro-sinistra dovrebbe comprendere e interpretare il consenso attribuito alle compagini che guardano al Nord come modello, dimenticando che il Sud ha bisogno di risorse, investimenti e idee. Evidentemente, questi stessi processi cognitivi sono talmente distanti dalla realtà amministrativa che sarebbe forse anche inutile cercare di intessere un dialogo politico di alto profilo a livello locale. Così Alberto da Giussano e non Carlo Pisacane potrà ben diventare un punto di riferimento per il Vallo che verrà.