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sabato 30 giugno 2012

LA BELLEZZA

Ho visto la bellezza sulle sponde del lago di Manzoni. Ho visto vegetazione e case che si sposavano agli occhi del viandante e ho cercato di capire quanto valesse, usando i parametri del freddo mercato, quel patrimonio immobiliare.
Il lago di Como: veduta aerea

Ho visto i fiori, ordinati nelle più variopinte forme, e ho sentito l'odore delle acque. Ho respirato a fondo l'aria calda di un mese estivo sulle sponde del lago: ho pensato se qualcuno fosse in grado di dirmi quanto potesse valere, in euro, quel respiro profondo.


Argegno: ristorante la Piazzetta
Ho poi confrontato il rozzo dire di gente adusa al comando con quella delicata bellezza. E ho capito quanto quelle acque fossero lontane dalla scriteriata logica dei figli di valli lontane, dove il colore del soldo ha preso il posto delle tenui sfumature del verde dei monti.

Bellagio
E dove il cemento e le brutture e quegli orridi progetti di morte hanno sopraffatto la fauna nei fiumi, il sicuro volo nell'aria, il placido scorrere del tempo sui monti e la tranquilla vita nei campi. E più mi avvicinavo alla natia vallata, più la bellezza di quei luoghi si allontanava. Scompariva, infine, ai piedi del mostro nostrano. 
Affiorava, tuttavia, la speranza che un giorno i miei conterranei avrebbero capito il valore inestimabile di un territorio integro, popolato da gente sana dedita alla cura dell'utile, del buono e del bello.     

domenica 24 giugno 2012

Occupazione della Sicignano-Lagonegro: 23 giugno 2012

Un manipolo di persone coraggiose che marciano (vedi video), sfidando il caldo, tra due automobili dei Carabinieri, verso i binari della ferrovia... una bella giornata di protesta "soft" (e intelligente, a mio avviso) a difesa del territorio nella valle dove Carlo Pisacane perse la vita per rendere manifesta al mondo la volontà di ricerca - da parte dei Trecento - di un riscatto sociale per le classi più deboli. 


Davanti al Tribunale, sabato 23 giugno 2012, ore 8:30 circa.


Un grazie alle forze dell'ordine che ci hanno accompagnato, in auto e a piedi, nel tragitto dal Tribunale di Sala Consilina fino ai binari della ferrovia Sicignano-Lagonegro (vedi anche articolo di Cono D'Elia), oggi abbandonata al proprio destino.


Sui binari della Sicignano-Lagonegro, tra i rovi che popolano la
ferrovia, per testimoniare l'abbandono del territorio al proprio destino


Riporto, di seguito, un significativo comunicato della sede CODACONS del Vallo di Diano del 20 giugno 2012 a firma del dott. Rocco Panetta.





LOTTIAMO “SENZA SE E SENZA MA” CONTRO LA CHIUSURA DEL TRIBUNALE.

ALLO STESSO TEMPO, TUTTAVIA, NON NASCONDIAMO (NEMMENO A NOI STESSI) LA REALTÀ DEI FATTI.

L’occupazione della linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro, il prossimo 23 Giugno, a poche centinaia di metri dalla sede del Tribunale di Sala Consilina, vuole dimostrare, in maniera evidente, la situazione di abbandono in cui versa tutto il territorio del Vallo di Diano. La linea è CHIUSA dal 1 Aprile 1987 per l’esecuzione dei lavori di elettrificazione della linea Battipaglia-Potenza-Metaponto che, infatti,è stata riaperta al traffico ferroviario solo nel 1993, anche a seguito di un’indagine della Magistratura di Potenza.

I Parlamentari  della Campania, eletti dal 1994 ad oggi, si sono, sostanzialmente, disinteressati della questione. Un’interrogazione parlamentare contro la costruzione di un secondo svincolo autostradale a Sala Consilina e per la riapertura della linea ferroviaria fu presentata, nel 2003, dalla Sen. Anna DONATI (Verdi) di Faenza (FC) ed un’altra, nel 2008, per la riapertura della linea, dall’On. Gianni MANCUSO (PdL) di Novara. L’On. Tino IANNUZZI (PD) di Salerno, invece, ha ritenuto prioritario sollecitare la costruzione (26 Milioni di euro) del secondo svincolo autostradale a Sala Consilina.

Nella malaugurata ipotesi che si concretizzi la soppressione del Tribunale di Sala  Consilina, concordiamo con quanto affermato dal Presidente del Tribunale salese, Sergio ROBUSTELLA, ossia che questo territorio faccia capo al Tribunale di Lagonegro, distante circa 30 km, piuttosto che a Salerno o Vallo della Lucania. Visto che l’esistenza di un collegamento  ferroviario, quello tra Melfi e Potenza, sulla linea Foggia-Potenza per il cui riammodernamento si spenderanno 200 Milioni di euro, è stato tra gli elementi considerati per proporre l’accorpamento del Tribunale melfitano a quello di Potenza, diventa, a questo punto, INDISPENSABILE la riapertura al traffico ferroviario della linea Sicignano-Lagonegro, che collega tutto il Vallo di Diano con il Tribunale lucano.

Diventa, altresì, URGENTE, la realizzazione del raccordo ferroviario diretto, lungo 1800 metri e già progettato nel passato, tra le linee Sicignano-Lagonegro e Sicignano-Potenza, evitando di raggiungere la stazione di Sicignano, per realizzare collegamenti più veloci  tra il territorio del Tribunale lagonegrese e la sede della Corte d’Appello a Potenza. Inoltre i ragazzi del Vallo di Diano potranno, finalmente, rispondere correttamente, alla pari di tutti i loro coetanei, ad un test INVALSI per gli esami di terza media, come quello di quest’anno che riguardava un biglietto ferroviario di TRENITALIA che, invece, non  hanno mai visto non avendo MAI viaggiato in TRENO.
Il Responsabile Settore Trasporti
Dott. Rocco  Panetta

domenica 10 giugno 2012

Omaggio a "LA TERRA CHE VOGLIAMO"


Un blog che cita un altro blog (LA TERRA CHE VOGLIAMO)? E perché no?
Un post che riporta un altro post (Il treno che non passa più)? E perché no?
Ho chiesto all'autrice di questo brano il permesso di riportare il suo scritto sul mio blog personale, per rendere omaggio alla sensibilità con la quale l'autrice stessa ha affrontato il problema della Sicignano-Lagonegro. Questa pubblicazione per me costituisce anche un'occasione per riproporre ai nostri concittadini il tema già trattato della linea ferroviaria chiusa al traffico nel 1987. 
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Ogni sabato mattina, a Polla si tiene il mercato settimanale. Oggi come trent’anni fa. Ed una mattina di trent’anni fa, mio nonno organizzò il nostro primo viaggio in treno da Padula a Polla per andare al mercato.
La stazione di Padula è in periferia del paese. Scendemmo con il pullman alle 7,30, il treno sarebbe partito alle 8.15 e ci fermammo a fare colazione. Mio nonno Minuccio salutò il capostazione, un signore che stava facendo le pulizie e l’altro della biglietteria, tutti padulesi e amici del nonno.Padula-Polla, 30 km, un tratto breve. Ma era prevista la fermata ad ogni paese ed ad ogni paese saliva gente che andava al mercato di Polla. Era una occasione per conoscersi. Alcuni andavano invece ad insegnare a Salerno e salivano con valigie e libri sotto il braccio. Io li guardavo tutti e cercavo di leggere i loro pensieri, guardavo il nonno e sorridevo. Non avevo paura ma ero agitata. Era il mio primo viaggio in treno: ci fermammo a Sala Consilina ad Atena Lucana, infine scendemmo a Polla.
Del mercato mi interessava ben poco e non vedevo l’ora di riprendere il treno, che fu puntuale alle 12,30.
Avevo la percezione di sentirmi libera e pensavo a quando sarei diventata grande.Avrei avuto la possibilità di andare in stazione da sola per prendere il treno. Pensavo all’Università, immaginavo di andare a Salerno con gli amici, solo per fare una passeggiata sul lungomare.Pensavo agli zii che abitano a Verona, potevo arrivarci tranquillamente da Padula in treno. Mi sentivo libera già a dodici anni, pensando alla comodità del treno, poco lontano da casa …
Ci furono altri sabato di viaggi al mercato di Polla con il nonno e poi alcune volte addirittura con gli amici.
Poi qualcuno decise per me e per i miei amici, per mio nonno, per il capostazione, per il signore delle pulizie e per il bigliettaio. Qualcuno decise senza troppo pensare a tutti noi e lo decise soprattutto senza pensare ai miei sogni e al mio paese, né a quello di Polla, Sala Consilina, Atena Lucana.
Qualcuno decise che la ferrovia dalle nostre parti non serviva più, non rendeva economicamente e le spese per mantenerla erano troppe. Decise senza ricordare i sacrifici che avevano fatto negli anni coloro che, credendoci, avevano venduto i propri terreni per la “civilizzazione” del proprio territorio. Decise senza memoria, ma lo decise con delicatezza e sensibilità, promettendoci che sarebbe stata una decisione provvisoria, durevole solo poco tempo, giusto il tempo di intervenire con lavori di manutenzione e ammodernamento: chiusa al traffico, sia merci che passeggeri, nel 1987, per 18 mesi ci dissero, per lavori di rinnovamento ed elettrificazione della linea Battipaglia – Potenza, un’interruzione momentanea.
I giornali locali ne parlarono poco, i politici del momento, scordandosi degli amici del passato, non se la sentirono di intervenire, erano forse troppo occupati a fare altro.
Ci fu solo un grande plauso da parte delle compagnie dei trasporti pubblici, che attivarono subito un servizio sostitutivo per non lasciarci soli e farci sentire meno abbandonati, anche se nel frattempo facevano i conti nelle loro tasche.
Doveva essere una cosa provvisoria … e sono passati 25 anni. La mia stazione mette angoscia ogni mattina, quando, passando, la intravedo tra erba alta e speranze ormai lontane.Spesso mi fermo a guardarla e sento il fischio del treno che non arriva più.
Ora a Sala Consilina abbiamo un terminal bus dove arrivano e partono pullman che ci portano lontano, ci portano magari a prendere un treno che non passa più di qui. La tristezza ci immobilizza sul finestrino e gli occhi si posano sulle nostre stazioni abbandonate, mentre i nostri figli le studiano già come archeologia industriale, ne fanno mostre fotografiche e percorsi di memoria.
Ma io mi ricordo ancora di mio nonno che quell’anno non andò a votare e ai politici raccontò di me e dei miei sogni spezzati.
Ma loro già percorrevano le nostre strade con un’autista in auto blu e della ferrovia se ne ricordano solo ogni cinque anni,puntualmente.
L’indirizzo politico dei nostri rappresentanti era forse volto alla tutela delle aziende di autotrasporto? Magari per interessi personali o per garantire qualche posto di lavoro alla propria base elettorale, o forse c’erano altri interessi ancora più ignobili che dovevano essere tutelati?
Forse mio nonno avrebbe, dall’alto della sua saggezza e dei suoi anni, dato una risposta che a noi sfugge, ma mio nonno non c’è più e non tornerà, così come la ferrovia!
Luigina Martello

sabato 2 giugno 2012

Costituente per la Civiltà del Sole in Campania

Ho l'onore di proporre questo illuminante scritto di Antonio D'Acunto sul mio blog personale.

Per maggiori informazioni sulle iniziative della Costituente della Civiltà del Sole, si può consultare il contenuto del gruppo Facebook Una legge...alla luce del sole





La Civiltà del Sole e la Civiltà del Petrolio
di Antonio D’Acunto


A Napoli e nella sua regione è in atto una esperienza bellissima, sempre più  appassionante e coinvolgente sotto ogni aspetto: il percorso per la approvazione di una legge di iniziativa  popolare, quella sulla cultura e diffusione della energia solare in Campania.  La iniziativa per i suoi contenuti e per  la intrinseca caratteristica di movimento e di partecipazione sicuramente è partita bene sin dall’inizio del suo cammino, ma è divenuta dirompente,  quando l’abbiamo coniugata ad un Pensiero Generale di Civiltà: la Civiltà del Sole. La natura di questa eccezionale nuova forza trascinatrice,  in un percorso già definito per i contenuti - la relazione e l’articolato della legge - e per gli obbiettivi - la raccolta delle firme necessarie e l’approvazione di essa in consiglio regionale - sta sicuramente nell’assunzione, anche fortemente simbolica, della Identità di Civiltà del Sole quale antitesi di Civiltà del Petrolio, ovvero molto più correttamente  delle Fonti Fossili e del Nucleare, anche se continuerò ad usare, per quello che è stato nell’immaginario collettivo il “Petrolio”, la prima formulazione. Naturalmente spesso sono state evidenziate le caratteristiche e le conseguenze profondamente diverse del soddisfacimento del fabbisogno energetico da fonte fossile o da fonte rinnovabile,  per cui l’energia del Sole viene  vista come la fonte che sostituisce le fonti fossili, lasciando immutate cultura, società, sistema economico e produttivo,  mondiali e locali.; meno profondamente si è discusso della profonda diversità, giustamente per molti aspetti antitesi, dei modelli di Civiltà che comportano o, meglio dire, possono comportare.  Ed è ciò che in piccolo, se vista a livello nazionale e mondiale, ma di grande valenza sul piano del significato si sta verificando  con la esperienza della legge popolare, accolta inizialmente come via tecnico-istituzionale per fornire anche in Campania energia alternativa al “Petrolio e al Nucleare” e poi intesa, certo anche con questa funzione, ma soprattutto  come strada per  una nuova Civiltà, una Superiore Civiltà nel lungo cammino della Umanità.
Emerge subito l’immenso Valore Universale che sostiene incrollabilmente questa mia affermazione: la Solidarietà, possibile e necessaria  nella Umanità di oggi e verso le Generazioni  Future, verso la Natura e la Sua Biodiversità.
Sottraendola  totalmente ed  irreversibilmente alle  Generazioni  Future, La Civiltà del Petrolio ha consumato, in solo duecento anni, - ma forse meglio in meno di un secolo - l’infinita energia donata dal Sole, che la Terra in cento milioni di anni (poco più, poco meno), al massimo del Suo splendore di Vita, aveva accumulato e preziosamente conservato e tutelato per milioni di anni. La Civiltà del Petrolio è stata in tal senso chiaramente rapinatrice verso le Generazioni Future, come mai nessuna altra Civiltà precedente lo fosse mai stato. Ogni esplorazione, ogni ricerca, ogni nuova tecnologia per l’approvvigionamento di energia fossile non è stata finalizzata, né poteva assolutamente esserlo, al benessere del Futuro della Umanità; totalmente al contrario, è andata contro le generazioni future, giacché ha accresciuto la capacità di sottrarre risorse dal Pianeta, di impoverirlo, e sempre di più anche nelle sue parti più recondite, nel profondo della terra, dei mari, fino alle incontaminate calotte polari. Troppo spesso sfugge la universalità dell’impoverimento del Pianeta di oggi rispetto a quello che ci hanno consegnato i nostri genitori ed ancor di più i nostri nonni ed i nonni dei nostri  nonni.
La Civiltà del Sole al contrario parla costantemente in misura sempre più alta, più  elevata alle generazioni successive; ad esse non sottrae risorse – il Sole conserva e vive  la sua identità e la sua infinita bontà e potenza per  un tempo illimitato indipendentemente da ciò  che l’Uomo fa –  e,  qui sta un punto fondamentale, ogni nuova esperienza, ricerca o tecnologia di captazione della radiazione e di efficienza accresce le possibilità delle generazioni successive, dando grande positività per il futuro ad ogni nuovo investimento, ad ogni Lavoro in tale direzione.  La Civiltà del Sole crea un percorso illimitato e crescente di Solidarietà con quelle ad esse successive; veramente i protagonisti di una generazione  possono  dire  ciò che oggi si dice,  facendo l’opposto quando appunto si cancellano irreversibilmente risorse: lo facciamo anche per i nostri figli!
 La Civiltà del Petrolio è stata e naturalmente tuttora  lo è  anche violenta  nemica del Pianeta fino al rischio di soffocarne il respiro; quel respiro naturale generato dal fondamentale  equilibrio  delle essenze dell’atmosfera, che ne consentono i processi  vitali e la temperatura “corporea”.  Un  equilibrio delicato - identificato dal clima - dei gas serra,  tra quelli assorbiti e trasformati in Vita nel meravigliosi processi clorofilliani od anche disciolti nei mari, e nelle altre acque, quando cadono sulla terra o discendono impetuosi percorsi, e quelli emessi  dalla respirazione della Vita, animale e vegetale,  della Terra e del Mare, o da maestose eruzioni o tante altre espressioni naturali. Poteva essere diversamente? Potevano esistere tecniche o filosofie produttive che impedissero ciò? Assolutamente No! perché  Cento - Duecento Milioni di anni di Anidride Carbonica,  divenuta Carbonio organico prima sotto forma di Vita e poi fossilizzato, sono stati  scaricati nell’atmosfera in un tempo uno- due  milioni  di volte più piccolo; questa è la scala  che lega l’assorbimento di Carbonio nelle ere geologiche della formazione delle forme viventi e  generatrici  delle energie fossili alla sua riimmissione nell’atmosfera. Le immense foreste o le sconfinate praterie,  gli impenetrabili loro spazi come i loro  altissimi alberi o i nani arbusti,  le infinite forme di vita che le popolavano, tutto ciò e molto altro ancora,  la Natura li aveva gelosamente conservati e protetti per destinarli  tutti ad una decina di generazioni dell’Uomo e per subire Essa stessa, tanta violenza e danni? Sicuramente di No! Nel meraviglioso Parco Nazionale del Pollino, vi sarebbe oggi un Tesoro Eccezionale, costituito dalla miniera di lignite del Mercure, con una incomparabile memoria di Vita, fatta dai resti (fossili) di  innumerevoli specie animali e vegetali oggi estinti, dal Mammuthus meridionalis vestinus (l’elefante meridionale) allo Stephanorhinus  hundsheimensis (un bel  rinoceronte di media taglia) dai  dinosauri a  prime forme di equus,  e cervi e bovidi e …. di quel tempo lontano.  La miniera si è formata in centinaia di migliaia  di anni,  forse anche milioni;  è servita a dare un pizzico di energia (due gruppi da 75 MW) per …cinque anni dal 1966 al 1970. Perché tra infiniti possibili testimonianze ho scelto il Mercure? Per un omaggio alla bellezza unica del Pollino, per il bel lavoro dell’OLA – Organizzazione Lucana Ambientalista e perché su di esso…. è stato direttamente impegnato l’attuale  Sindaco di Napoli  Luigi De Magistris con una bella ed efficace interrogazione al Parlamento Europeo contro il rischio, tuttora presente, di una ulteriore aggressione al Parco con la riconversione a biomassa della centrale già a lignite e a nafta!
La civiltà del Sole non solo non crea gas serra ma è anche la sola possibile cura contro i catastrofici  surriscaldamento del Pianeta e le mutazioni climatiche; il Pianeta ritrova la sua Salute, se ad Esso gli restituiamo la sua Bellezza; la Salute del Pianeta nasce dalla sua Bellezza ovvero dalle foreste, dai boschi, dai prati verdi, dai campi e dai  dolci declivi curati con amore per una sana alimentazione, dai giardini e dai balconi fioriti: i  raggi del Sole trasformano ogni spazio di verde che salviamo o che rigeneriamo in naturale farmaco per la cura dell’avvelenamento da eccesso di anidride carbonica, che così rinasce in nuova Vita. Più si afferma la Civiltà del Sole, più si allontana il rischio del collasso mortale del Pianeta e più Esso  ridiventa meravigliosamente Bello.
Per la Filosofia che l’ha legata per tanti anni alla idea di  disponibilità infinita ed a basso costo e che tuttora la lega agli abnormi squilibri rispetto alla naturale disponibilità, la Civiltà del Petrolio ha sostituito ai bisogni reali, positivi, materiali ed immateriali, per la ricerca del benessere e della felicità dell’Uomo, la Ideologia del Consumismo, della Crescita, dello Spreco, dell’Usa e Getta. È evidente che tutto ciò va in crisi strutturale, ovvero in crisi di sostenibilità, quando ci si trova di fronte da una parte alla non disponibilità della risorsa e dall’altra alla impossibilità di ricezione da parte del Sistema Finito Pianeta – Atmosfera (intesa naturalmente fino al vuoto spaziale) di scarichi crescenti. Nella Società di oggi,  la Ideologia della Crescita è sicuramente il fronte più  vissuto,  più radicato, più esteso, più difficile da sostituire con la Cultura, possiamo dire già Epicurea, dei Bisogni. La ideologia della Crescita si è propagata e tuttora si propaga  in ogni parte del Mondo e Popoli che potrebbero essere felici con la identità naturale dei loro Paesi cercano di copiare gli attuali modelli della crescita, anche oggi che è in crisi; gli immani sacrifici che vengono fatti da tanti immigrati mirano spesso a copiare e riprodurre modelli similari. 
Do naturalmente per scontato che negare il Consumismo e parlare di soddisfacimento di Bisogni  non significa voler proporre o portare ad un Mondo di Povertà, ma ad un Mondo nuovo di Giustizia Sociale ed Economica, di Ridistribuzione equa delle risorse e di  Solidarietà. La Civiltà del Sole  è in tal senso la Via Nuova e Necessaria per questo Ordine Nuovo del Mondo.
La Civiltà del Petrolio è stata difatti, e non poteva essere diversamente, Civiltà di Imperialismo Economico, inteso soprattutto come Dominio di un Impero di Capitali  finalizzato all’ attivazione di forze produttive per l’accaparramento delle risorse di determinati Paesi per riportarle nei Paesi dominanti e funzionali alla moltiplicazione continua e sempre più crescente del capitale stesso e del potere economico e politico internazionale che lo sostiene;  la immane movimentazione del petrolio e delle altre fonti fossili – chi è in grado di calcolare e di immaginare quante montagne alte come l’Everest sono state trasportate dalle terre dove si è prodotto  (no!, non mi piace “Paesi  Produttori”  perché non sono stati i Paesi  a produrre) ai Paesi (qui va bene) consumatori? - è in realtà la storia di questa espropriazione in cambio di carta straccia, i petrodollari come si diceva una volta,  o di immani aggressioni al territorio od anche e molto spesso di   armamenti di ogni natura per le più micidiali, orrende guerre, spesso fratricide. Senza oscurantismo ideologico e falsi infingimenti va detto che  sia  pure con  “formulazione e per obbiettivi diversi”  un imperialismo di “Capitali  di Stato” è avvenuto rispetto al petrolio ed alle altre fonti fossili  anche per le esperienze socialiste come l’URSS e la Cina; ed anche qui dobbiamo dire che non poteva essere diversamente proprio perché tali esperienze si sono rapportate allo stesso modello, non economico, ma produttivo, naturalmente con le stesse conseguenze sulla Natura, sulla Biodiversità, sul Clima, sul Territorio.
Il Sole dona invece i suoi raggi a tutto il Pianeta e lo fa in rapporto alla Vita delle singole sue parti ovvero ogni sua parte ha creato la Vita in rapporto a ciò che il Sole le ha donato. Nella Civiltà del Sole  non può  che essere questo il Primo Principio di ogni modello di Società, estirpando ogni radicamento di espropriazione, fortissimamente presente: non c’è forse già da parte dei potentissimi imperi economici, la grande pensata di impianti di immane potenza “solare”,  superiore a qualsiasi immaginazione, da realizzare ad esempio negli incontaminati deserti per continuare a livello ancora più elevato il modello energetico della Civiltà del petrolio?

La  Civiltà del Petrolio è dunque tutta “negativa” o ha introdotto anche essa Pensiero e Valori nuovi rispetto al cammino della Umanità?  Sarebbe stata possibile una Società del Sole come oggi la si può immaginare e prospettare senza il passaggio della Civiltà del Petrolio? Sono domande non certo retoriche perché le risposte non sono affatto scontate ed univocamente determinate e prospettano, nella loro diversità, la diversità del  futuro che va a realizzarsi.
Dalla Civiltà del Petrolio nasce innanzitutto  Il Pensiero, tutto nuovo,  della  consapevolezza della limitatezza del Pianeta, delle sue risorse e della sua capacità recettiva. Il biblico “crescete e moltiplicatevi” implica un Pianeta infinito: la Civiltà del Petrolio nella esaltazione massima di tale postulato lo mette alla fine in crisi radicale come mai avvenuto precedentemente e pone la esigenza epocale di ripensare  la parola crescere in rapporto al resto della Vita del Pianeta Stesso e cioè della Biodiversità e della ricerca di un nuovo equilibrio tra le specie viventi, tra la Natura propria del Pianeta e la Seconda Natura, quella dell’Uomo come la chiama Marx. Nella Civiltà del Sole, il territorio, lo spazio fisico del Pianeta resta “filosoficamente, perché ad essa connaturale” finito e limitato e perciò prezioso, non consumabile a dismisura, in Comunione Sacra con il resto della Vita. Questa della Sacra Comunione è una delle questioni fondamentali che la Umanità ha oggi all’avvio della Civiltà del Sole e nel prosieguo del Suo cammino. La Civiltà del  Sole, l’abbiamo già detto, parla in misura sempre più alta, più elevata alle generazioni successive;  ma la Civiltà del Sole, anche in futuro, non può cancellare o allontanarsi dal messaggio fondamentale che la Civiltà del Petrolio, nella sua estrema contraddizione, le lascia della Sacra Comunione dentro la Natura con il resto della Vita. Dentro ancora questo messaggio della Civiltà del Petrolio La Civiltà del Sole è conseguentemente negazione del consumismo, dello spreco, dell’usa e getta e pone gli  “habitat”, gli l”ecosistema di vita” per l’Uomo come per tutti gli altri Esseri viventi nel rispetto della materia  e della chiusura del cerchio del suo utilizzo.
Ma l’eredità più positiva, più esaltante che la Civiltà del Sole ha dalla Civiltà del Petrolio è  l’infinito insieme di coscienze individuali e collettive, le forze politiche, le Associazioni, i Movimenti, i Comitati, i Gruppi, le Reti, che in Italia e in ogni parte del Mondo hanno la consapevolezza della necessità e della possibilità della Sua realizzazione e l’entusiasmo e la passione per farlo. Tutte le Civiltà precedenti la Civiltà del Petrolio sono state  in realtà Civiltà costruite sulla utilizzazione della energia solare; ma la Civiltà del Petrolio, con gli impetuosi, certo fortemente contradditori, processi attivati, con le immense lotte di emancipazione, di giustizia, di libertà, con la esplosione della scienza ma soprattutto dei suoi problemi e limiti, ha costituito una  rottura radicale rispetto al passato per cui la nuova Civiltà che va a prefigurarsi dopo quella del petrolio non è solo il ritorno alla fonte energetica solare naturalmente nelle sue diverse espressioni e ad un livello e a modalità di impiego consentitele dalle conoscenze, dalle tecniche, dai processi produttivi e dalla stessa economia della Civiltà del Petrolio, ma esprime una  nuova Universalità di Valori, di Idealità, di Cultura, di Politica, di Lavoro, di Produzione e di  Economia che non può non nascere che dalla Ecologia; ed è per tali contenuti che  Essa non può che essere nominata  La Civiltà del Sole.

Napoli 26 maggio 2012

Antonio D’Acunto
della Costituente della Civiltà del Sole