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sabato 30 aprile 2011

LA CIVILTA' DEL SOLE

Si stanno raccogliendo le firme per una legge di iniziativa popolare
sulla cultura e la diffusione dell'energia solare in Campania.

Il testo completo della legge è reperibile nel sito indicato in fondo a
questo breve stralcio della relazione introduttiva.

Chi volesse aderire può visitare la pagina del gruppo Facebook: "Una
legge...alla luce del sole", di cui Ermete Ferraro è l'Amministratore.


Legge regionale d'iniziativa popolare sulla cultura e la diffusione dell’Energia Solare in Campania

Con la presente legge, la Regione Campania, sceglie il suo territorio come fonte fondamentale per soddisfare le sue necessità energetiche, così come fa per ogni altra sua necessità ed attività, dalla casa alla scuola, dalla mobilità al lavoro, dalla cultura alla sanità: Napoli e la Campania, particolarmente favorite dalla natura per la loro collocazione nel Pianeta, intendono così raccogliere il prezioso frutto dato in dono a tutta l’Umanità e ad ogni altra forma e specie vivente: l’energia vitale del Sole.

L’energia del sole non produce emissioni inquinanti o di gas serra; è un'energia libera, non intermediata, vincolata e condizionata dall'instaurazione e dal mantenimento di rapporti commerciali o dalla stabilità delle relazioni internazionali; assicura la sua disponibilità per miliardi di anni e gratuitamente, mentre i prezzi di combustibili fossili e uranio sono variabili e presumibilmente destinati ad un andamento crescente col ridursi delle riserve totali e il progressivo esaurimento di quelle economicamente e tecnicamente più convenienti da sfruttare. L’energia solare non richiede trasporto né preprocessamento; non produce -come nel caso del nucleare - scorie per il cui smaltimento occorre la disponibilità di altri siti; la sua utilizzazione si fonda su un processo produttivo semplice e scevro da rischi legati a errori umani o malfunzionamenti.
L’energia solare è intrinsecamente innocua per gli abitanti nei dintorni, e non si presta ad attentati terroristici per la natura "diffusa" e "scalabile" della modalità di produzione. L’energia solare porta ad un costo finale del chilowattora e di ogni altra energia da essa derivata molto più economico rispetto a tutte le altre fonti.

L’energia solare attiverà il più grande processo occupazionale della storia per la riconversione della identità e della qualità della produzione e del modello di vita.

giovedì 28 aprile 2011

Sul surriscaldamento globale




Riporto quanto affermato da Jeremy Rifkin sul surriscaldamento
globale.
Il surriscaldamento globale è il saldo di un conto al quale abbiamo
attinto a piene mani per due secoli, bruciando carbone,
petrolio e gas. Un saldo che stiamo pagando in termini
di entropia. Abbiamo saccheggiato l’eredità del Giurassico;
abbiamo sfruttato il carbone, il petrolio e il gas e ora, semplicemente,
nell’atmosfera c’è troppa anidride carbonica. E tutta
questa anidride carbonica, insieme al metano e all’ossido di
azoto, intrappola nell’atmosfera il calore che la terra irraggia,
avendolo assorbito dalla radiazione solare. Il calore non riesce
più a disperdersi. Tutto qui, nella sua semplicità e drammaticità.*

Ancora una volta incontriamo l'utilizzo di carburanti fossili
come causa di un fenomeno non propriamente benefico per il
pianeta Terra: il surriscaldamento globale.

Tale fenomeno sta alla base dei cambiamenti climatici, di cui da
ultimo la comunità scientifica si sta interessando in modo sistematico**.
Definiamolo un effetto collaterale del nostro modello di sviluppo.
Uno dei tanti problemi, ai quali bisognerà dare una risposta concreta.

* http://www.greenspirit.it/eventi/Economia.pdf

** Si veda, come esempio, la rivista scientifica International Journal of Global Warning
http://www.inderscience.com/browse/index.php?journalID=331&year=2011&vol=3&issue=1/2

lunedì 25 aprile 2011

Cosa dice Jeremy Rifkin sulla nuova rivoluzione?

Poche parole, per capire quanto dobbiamo alle idee di Jeremy Rifkin*.

"Lasciatemi suggerire cosa dovremmo davvero fare: dovremmo creare una nuova rivoluzione industriale, la Terza Rivoluzione Industriale**. E la Terza Rivoluzione Industriale ci porta dalle energie derivanti dai combustibili fossili del XIX e XX secolo, alla distribuzione delle energie rinnovabili del XXI secolo. Il sole splende ovunque nel mondo, ogni giorno. Ogni giorno, il vento soffia su tutto il pianeta. Tutti noi abbiamo fonti di calore nel sottosuolo, che possono essere trasformate in energia. Se viviamo in aree rurali possiamo riutilizzare gli scarti agricoli e forestali. Se viviamo in regioni costiere possiamo sfruttare il moto ondoso. Abbiamo i rifiuti che possono essere trasformati in energia, così come le cascate possono generare energia idroelettrica. Il pianeta ha energia sufficiente per sostenere la vita per milioni e milioni di anni a venire.La domanda è se queste nuove generazioni avranno il desiderio e la volontà di conseguire questa nuova rivoluzione industriale".


*JEREMY RIFKIN economista statunitense è nato a Denver, Colorado, nel 1943. E’ presidente della Foundation on Economic Trends di Washington che studia l’impatto economico, socio - ambientale e culturale delle nuove tecnologie nell’economia globale.
** Per una brevissima descrizione delle idee contenute nel libro "ECONOMIA ALL'IDROGENO", illuminante saggio di Jeremy Rifkin, consultare il sito http://www.greenspirit.it/eventi/Economia.pdf

domenica 24 aprile 2011

Eran trecento ...

A volte è necessario l'esempio che funga da miccia per una
necessaria rivoluzione sociale e politica. E' quindi opportuno,
secondo Pisacane, impegnarsi fisicamente e attivamente
nell'impresa rivoluzionaria, nonostante gli esiti possano essere
quelli raccontati da Mercantini nella sua famosa ode dedicata ai
Trecento.

La Spigolatrice di Sapri
(Luigi Mercantini)


Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!

Me ne andavo un mattino a spigolare
quando ho visto una barca in mezzo al mare:
era una barca che andava a vapore,
e alzava una bandiera tricolore.
All’isola di Ponza si è fermata,
è stata un poco e poi si è ritornata;
s’è ritornata ed è venuta a terra;
sceser con l’armi, e noi non fecer guerra.

Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!

Sceser con l’armi, e a noi non fecer guerra,
ma s’inchinaron per baciar la terra.
Ad uno ad uno li guardai nel viso:
tutti avevano una lacrima e un sorriso.
Li disser ladri usciti dalle tane:
ma non portaron via nemmeno un pane;
e li sentii mandare un solo grido:
Siam venuti a morir pel nostro lido.

Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!

Con gli occhi azzurri e coi capelli d’oro
un giovin camminava innanzi a loro.
Mi feci ardita, e, presol per la mano,
gli chiesi: – dove vai, bel capitano? -
Guardommi e mi rispose: – O mia sorella,
vado a morir per la mia patria bella. -
Io mi sentii tremare tutto il core,
né potei dirgli: – V’aiuti ‘l Signore! -

Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!

Quel giorno mi scordai di spigolare,
e dietro a loro mi misi ad andare:
due volte si scontraron con li gendarmi,
e l’una e l’altra li spogliar dell’armi.
Ma quando fur della Certosa ai muri,
s’udiron a suonar trombe e tamburi,
e tra ‘l fumo e gli spari e le scintille
piombaron loro addosso più di mille.

Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!

Eran trecento non voller fuggire,
parean tremila e vollero morire;
ma vollero morir col ferro in mano,
e avanti a lor correa sangue il piano;
fun che pugnar vid’io per lor pregai,
ma un tratto venni men, né più guardai;
io non vedeva più fra mezzo a loro
quegli occhi azzurri e quei capelli d’oro.

Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!

martedì 19 aprile 2011

Cosa fare in concreto? - produzione di idrogeno -

Un fisico italiano, Giuseppe Domenico Botto, sapeva già nel 1833 che l’elettrolisi (la produzione dell’idrogeno a uno dei due elettrodi immersi in una soluzione elettrolitica, per mezzo della quale avviene passaggio di corrente da un elettrodo all’altro) può avvenire sfruttando qualsiasi fonte di calore [1]. Dobbiamo allora necessariamente bruciare gas o petrolio per produrre idrogeno? No, possiamo semplicemente utilizzare la centrale nucleare chiamata Sole. Il cerchio si chiude e un mestiere del futuro sarà anche quello di contribuire a realizzare la rivoluzione industriale di cui si parlava nel post precedente.

 


[1] R. De Luca, S. Ganci, P. Zozzaro Revisiting an idea of G. D. Botto: a solar thermoelectric generator”, Eur. J. Phys. 29, 1295-1300 (2008).

domenica 17 aprile 2011

Quale rivoluzione?

Una nuova rivoluzione industriale (e culturale) è indispensabile per cambiare, in modo definitivo, l’attuale sistema di produzione e di utilizzo dell’energia. Per raggiungere lo stadio di sostenibilità dei consumi, infatti, bisognerà innanzitutto considerare lo sfruttamento indiscriminato delle risorse del sottosuolo come un modello di sviluppo obsoleto e dannoso per l’ecosistema. Questa rivoluzione deve avvenire in modo pervasivo nella società, a cominciare dall’ambito domestico e industriale, fino al campo dei trasporti pubblici e privati. 

Sarebbe quindi utile che la politica, quella sana e disinteressata, non quella legata alle cricche degli affari, guidasse in modo saggio questo processo rivoluzionario, che tenderà a rimpiazzare, negli anni, l’utilizzo dei carburanti fossili con le fonti di energia rinnovabili, così come predetto da Jeremy Rifkin. In questa prospettiva un economista o uno scienziato dovrebbe rispondere al seguente interrogativo: «Esiste davvero la possibilità che una fonte energetica pulita fornisca una quantità di energia sufficiente al fabbisogno attuale (e a quello futuro) dell’intera Umanità?». La risposta affermativa andrebbe così costruita.

 Il fabbisogno energetico attuale, che si stima essere pari all’energia prodotta da 16.000 centrali da un GigaWatt (un milione di kWatt) l’una, per un  totale di 16 TeraWatt (16 miliardi di kWatt), potrebbe essere soddisfatto da un’unica centrale nucleare. Per la gioia di tutti, questa centrale è lontana dai giardini di ognuno di noi ed è in funzione, in modo continuo di giorno e di notte, da circa cinque miliardi di anni senza aver mai conosciuto un singolo episodio di malfunzionamento. Molti scienziati ci garantiscono che essa continuerà a funzionare, senza la necessità di intervenire per ripararla, almeno per altri cinque miliardi di anni. Tuttavia, mentre alcune specie viventi sul pianeta Terra, come ad esempio le piante, sono capaci di fondare il loro ciclo vitale sull’energia di questa centrale, il genere umano non ha ancora saputo sviluppare un sistema così ricercato nello sfruttamento dell’energia che da essa promana.

È chiaro, quindi, che la centrale nucleare della quale stiamo parlando è il Sole. Una centrale a fusione, non a fissione, tuttavia, in cui gli atomi di idrogeno vengono fusi in elio con un rilascio di energia radiante. Se facessimo un semplice calcolo dell’energia trasferita dal Sole alla superficie terrestre, non considerando la parte ricoperta dalle acque, una stima pessimistica ci porterebbe a considerare una figura ben 700 volte superiore alla quantità di energia di cui potremmo aver bisogno nel 2030 (ad esempio) per vivere una vita altrettanto confortevole quanto quella che alcuni terrestri (non tutti, purtroppo) stanno attualmente vivendo.