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domenica 27 aprile 2014

Chi lascia, chi raddoppia

Non poteva e non doveva esserci una settima lista a Sala Consilina. Ma quanta tristezza nel veder proliferare il numero di candidati in questa tornata elettorale. Appelli fatti, fino all'ultimo, per far recedere alcuni dalla volontà di frazionamento. Aprirsi al confronto e al dialogo, in questo momento, sarebbe stato infatti salutare per il paese.


Non poteva e non doveva esserci (soprattutto per i soliti noti) la lista Salachesarà a Sala Consilina. Il simbolo era quello in figura. Ma gli eventi del Tribunale, le mancate dimissioni dei sindaci della vallata e la terribile crisi socio-economica che stiamo vivendo hanno consigliato di non ripetere l'esperienza di cinque anni fa già a partire dal dicembre scorso (si veda lo scritto "Che Sala sarà"). Nel 2009 lo scenario era ben diverso: due liste fotocopia si contendevano il potere (per il potere). Una lista "a vocazione minoritaria" si presentava per portare nuove idee, soprattutto per iniziare un percorso di rinnovamento della classe dirigente locale. Quell'esperienza è stata osteggiata sul nascere, già nel 2009. Ne comprendiamo le ragioni. Oggi non posso trattenere la mia amarezza nel vedere la proliferazione di sigle e di nomi.



Nel 2009 è stato molto difficile, infatti, coinvolgere le persone nel nostro progetto. Questo il programma in sintesi, agli atti del Comune:

I)   Valorizzazione delle risorse sociali ed economiche del territorio;
II)  Salvaguardia dell’ambiente;
III) Trasparenza amministrativa;
IV)  Rispetto della legalità;
V)   Tutela dei diritti dei cittadini, a partire dalle fasce
      socio-economiche più disagiate.

Per raggiungere tali obiettivi, ci si proponeva quanto segue:

1) Istituzione di un comitato di saggi per l’individuazione di possibili percorsi professionali o imprenditoriali ai quali indirizzare i giovani nella fase di formazione e post-formazione;
2)  Istituzione della figura del difensore civico.
3)  Messa in rete di tutti gli atti amministrativi, comprese le trascrizioni dei verbali delle sedute della Giunta e del Consiglio Comunale, in modo da avvicinare l’amministrazione al cittadino;
4)  Istituzione di un gruppo di lavoro tecnico-scientifico atto ad individuare, sulla base della reale vocazione commerciale, agricola e turistica del territorio, una possibile soluzione sia all’annoso problema urbanistico legato al centro storico di Sala Consilina, sia all’urgente problema della salvaguardia ambientale della fascia pedemontana e di quella in pianura. Le relazioni di tale gruppo di lavoro dovranno costituire il punto di partenza per una discussione politica su questi problemi, che dovranno successivamente essere approfonditi in Consiglio Comunale per l’approvazione definitiva, entro un anno dall’inizio della legislatura, di un nuovo assetto urbanistico (PUC), scevro dalle manipolazioni politico-affaristiche del passato;
5)  Implementazione di misure atte a garantire il corretto svolgimento delle attività sociali e lavorative nel paese, attraverso la vigilanza dell’intero territorio e un nuovo ed efficace piano di viabilità. 

Oggi, invece, dopo la fine di un predominio decennale del sindaco e del suo vice, uno stuolo di pretendenti al trono. E di oppositori. Ne trovo tra quelli che avevano sostenuto il sindaco e il proprio vice; ne trovo tanti. Nell'azione silente di lotta per l'ambiente, per la democrazia, per la legalità, abbiamo avuto pochi compagni e molte defezioni. C'è anche un'altra amarezza. Coloro i quali hanno avuto ascolto nel 2009, non hanno voluto dare ascolto ai consigli di unire tutte le residue forze sociali sane del paese per dare vita ad un unico, grande schieramento che potesse proporsi come alternativa al ventennio trascorso. Non hanno nemmeno sentito il bisogno di confrontarsi in modo serrato con chi, strenuamente e coerentemente, ha cercato di contrastare le illogiche scelte politico-amministrative fatte non solo a Sala Consilina, ma in tutto il territorio valdianese.

Adesso più che mai avremmo dovuto riconsiderare temi quali l'acqua, i servizi, una nuova organizzazione sanitaria. Adesso più che mai avremmo dovuto dare fiducia a persone di buona volontà che avessero voluto e potuto tirare questa vallata fuori dalla palude attuale. Abbiamo invece visto prevalere una smania di protagonismo mai sperimentata prima. Cinque anni fa abbiamo fatto un atto di coraggio nel dare ai cittadini la possibilità di una scelta democratica diversa da quella che si proponeva. Oggi un atto di responsabilità nei confronti degli stessi cittadini che, forse, non meritavano lo scenario poco edificante di un raddoppio del numero delle liste.

E mi piace concludere questo scritto amaro, ricordando quanto detto cinque anni fa ad un giovane, oggi candidato in una lista capeggiata dal dott. Colucci Giuseppe (già sindaco nei dieci anni precedenti al decennio di reggenza di Ferrari). Oggi si potrebbero scrivere le stesse cose, a ruoli invertiti, dopo che cinque anni non solo sono trascorsi invano, ma hanno portato a una forte regressione socio-economica e culturale dell'intero comprensorio.   
     

Daniele Pugliese cittadino di Sala Consilina scrive una lettera aperta ai candidati sindaco di Sala Consilina

15-05-2009

Daniele Pugliese giovane cittadino di Sala Consilina scrive una lettera aperta ai candidati sindaco di Sala Consilina, un testo di speranza in cui afferma: “Durante questi anni ho sempre lottato affinchè i cittadini di Sala iniziassero ad impegnarsi per cercare di dare un contributo concreto per la propria città. Non ho mai voluto inviare messaggi ai nostri politici locali, non perché non ne sentissi il bisogno,ma perché ritengo che sia il cittadino a giocare il ruolo più importante e non il  politico. Con questa lettera, però, voglio lanciare un messaggio a tutti i candidati alle prossime elezioni comunali. Voglio precisare che non si tratta di nessuna polemica, ma soltanto di un pensiero espresso da un semplice cittadino e diretto a  chi governerà la mia città. Spero che questa lotta miri a  raggiungere un unico obiettivo: conquistare la possibilità di cambiare la vita del nostro paese. Mi auspico,dunque,che non si tratti di una lotta finalizzata alla realizzazione di interessi personali ossia che lo scopo dei candidati non sia quello di spianarsi la strada per i propri affari. Spero che noi giovani verremo presi concretamente in considerazione e  che non saremo sfruttati, manipolati e poi lasciati al nostro destino. Bisognerebbe non attuare  una politica fondata su un simile principio: puntare sui giovani…mirare…sparare. I giovani sono il cuore del Paese e bisogna puntare su di loro con progetti reali. Spero che , nel corso di questa campagna elettorale che – vi rammendo-dura solo pochi giorni,siate in grado di convincere noi tutti che queste nuove ed “insolite” unioni non sfocino in odio o divorzi subito dopo la salita al Comune.  Spero che i centri di unione costruiti in questi anni, come ad esempio villa comunale, centro polifunzionale, campo sportivo, possano diventare veri e propri poli culturali e di incontro che diano ai giovani salesi la possibilità di trovare lavoro e trascorrere del tempo libero in modo diverso. Tra la popolazione è assai diffusa la delusione, eppure io mi auguro che la gente vada a votare e che scelga tra i candidati chi davvero possa cambiare il nostro Paese, mosso non dalle proprie mire personali,ma da un interesse sincero  di fare e dare il meglio. Non andare a votare non ha senso, ma semplicemente ci allontana ancora di più dalla vita politica del nostro Paese.  Vorrei fare un in bocca al lupo a tutti i candidati. Che vinca il migliore ossia colui che sia in grado di continuare a lavorare INSIEME AI CITTADINI  affinchè  Sala diventi sempre più bella, accogliente per tutte le classi di età e fonte di possibilità  per noi giovani. E per finire spero di cuore che tutte questi semplici e banali richieste da me avanzate, e che credo rappresentino il pensiero di un po’  tutti i cittadini, diventino un GRAZIE”.


Risposta alla lettera di Daniele Pugliese, giovane cittadino di Sala Consilina

18-05-2009

Caro Daniele,

la tua lettera aperta a tutti i candidati, da te idealmente indirizzata solo al vincitore (ahimè!), mi ha sinceramente colpito.
Sembra di capire che tu desideri un cambiamento a Sala Consilina, affinché si possa progredire nel rispetto delle nostre tradizioni. Desideri che il nostro paese (sì, idealmente anche mio) si trasformi in modo da poter essere un luogo pienamente godibile da parte dei giovani. Desideri centri di aggregazione sociale veri: fucine di cultura e non meri ritrovi. E come darti torto.
Tra gli impianti sportivi da te menzionati vi è lo stadio di Sala Consilina, oggi adibito anche ad area mercato. Una delle poche voci contrarie (se non l'unica) all'asfalto sulla pista di atletica, originariamente in terra battuta, è stata quella di chi ti scrive adesso questa missiva. Ho compreso la necessità di liberare le strade del paese dalle ingombranti bancarelle, ma non ho condiviso la scelta del luogo scelto per l'area mercato. Ho lanciato un grido di allarme: così si snatura un luogo, lo si rende funzionale ad attività improprie, non attinenti allo sport e alla crescita culturale (perché lo sport è anche cultura). Nessuno ha reagito, se non, forse,  per deridere in cuor proprio le mie invettive, apparse sulla stampa locale. A Vallo della Lucania, che io conosco per aver trascorso un intero mese di un'intensa campagna elettorale nel 2001 come candidato per la Lista Di Pietro al parlamento nel collegio uninominale n. 22, è stata fatta una scelta molto oculata. E' stata individuata un'area mercato che, durante i giorni feriali (a Vallo il mercato settimanale si svolge di domenica), funge anche da parcheggio per le auto. L'area in questione non è molto distante dal centro, cosicché, la domenica, tutta la cittadina di Vallo della Lucania si popola di gente che arriva dai paesi limitrofi.
Sarebbe stato opportuno, allora, fare la stessa cosa anche a Sala Consilina, piuttosto che effettuare l'operazione di cui ti dicevo prima. Tuttavia, nella nostra cittadina, come in altre parti in Italia, si è andata consolidando un'idea utilitaristica della politica. Una sorta di "do ut des" prevale ancora nelle scelte di noi cittadini e, implicitamente, mi duole dirlo, anche nelle tue richieste. Infatti, sembra che tu ti rivolga solo alla maggioranza che si costituirà dopo il voto, invece di pretendere da tutti, una volta eletti, un coinvolgimento diretto per la soluzione dei problemi legati al mondo dei giovani.
Non molto tempo fa sono stato giovane anch'io e ho desiderato le stesse cose di cui tu parli nella tua lettera. Adesso, le stesse cose le desidero per tutti i giovani di Sala Consilina e per le mie figlie. Ma io ho scarse possibilità di essere eletto sindaco di questo paese, essendo la mia candidatura espressione di una lista a vocazione minoritaria. Forse solo per questo tu non dovresti rivolgerti a me, ma a chi si contenderà il primato? Non è così, e perciò io ti rispondo, accettando la sfida che tu lanci.
Se chi vuole arrivare a gestire la cosa pubblica nel nostro paese non si apre ai giovani, caro Daniele, è perché ha ancora bisogno di rivolgersi ai professionisti della politica o ai portatori di voti (la vittoria si conquista con i numeri in democrazia). Questa è la realtà dei fatti. La mia lista, invece, si rivolge direttamente all'elettorato, senza mediazioni familiari o altro. Abbiamo un chiaro programma: portare la politica al servizio dei cittadini. Incontreremo la popolazione nei vari comizi di quartiere, per farci conoscere e per raccogliere opinioni. Porteremo una ventata di novità, così come abbiamo già fatto accogliendo il contributo del MEETUP di Grillo del Vallo di Diano e Cilento.  Porteremo nuove idee, parleremo di futuro, quello per il quale noi stessi stiamo adesso lavorando come operatori culturali.
Tuttavia, questi processi sociali sono necessariamente lenti, soprattutto in realtà in cui le giovani intelligenze non vengono completamente accolte, anche per una certa propensione della classe dirigente a rivolgere lo sguardo alla poltrona e non ai problemi che ognuno di noi vive nella vita di tutti i giorni. Queste innovazioni devono però essere necessariamente spinte da voi giovani, con il nostro aiuto. Ed è per questo che ho molto apprezzato la tua missiva, anche se ho dovuto puntualizzare alcune cose. Se allora vorrai iscriverti al MEETUP di Grillo locale o, semplicemente, verrai a incontrarci nei tanti incontri previsti dalla nostra compagine, ci stringeremo la mano e cominceremo a dialogare. La mia richiesta non sarà il voto per il voto, ma solo la possibilità di essere ascoltato. Se alla fine non ti avrò convinto della bontà delle nostre idee, spero che tu possa trovare altri progetti validi nelle altre due liste. Ma su ciò, caro Daniele, permettimi di nutrire qualche dubbio. Eppure, già nel toccare con mano quanto puntiamo sul rinnovamento della politica con questa nostra iniziativa locale, resterà in te una speranza che qualcosa, finalmente, comincerà a cambiare dall'8 Giugno 2009 (compirò 51 anni quel giorno) in poi.

A presto,
Roberto De Luca


sabato 19 aprile 2014

L'immondizia nel Vallo di Diano - alcune considerazioni

Prima di iniziare a fare alcune considerazioni sull'immondizia nel Vallo di Diano, vorrei esprimere la mia personale solidarietà ai lavoratori di un'impresa (Ergon S. p. A. di San Rufo) che opera nell'ambito della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Questi lavoratori, per quanto si è appreso dalla stampa, non hanno ricevuto compenso per il loro lavoro per alcuni mesi. Pertanto, il nostro Vallo di Diano tutto si rattrista per questi eventi e si chiede il perché di tutto ciò.

Cumuli di immondizia (non più presenti)
nel vecchio sito di trasferenza di Sala
Consilina in località San Giovanni. Un
esempio di come la gestione dei rifiuti
necessitava di più attenzione anche da
parte della pubblica opinione.
Nessuno ha risposte a quanto sta succedendo in questi anni. Eppure, alcune cose erano state dette e, puntualmente, sottovalutate da molti. Alcuni giornalisti hanno tentato, nel passato, di fare chiarezza. Ecco una dettagliata inchiesta condotta dalla testata locale Altrodiano ai tempi della direzione di Elia Rinaldi, uno degli ideatori e redattori del sorprendente blog Controvallo, sapientemente accompagnato da una grafica accattivante (http://robertodeluca.blogspot.it/2011/12/tu-chiamali-se-vuoi-adeguamenti-per-noi.html).

Vorrei però solo richiamare l'attenzione del lettore su alcune vicende troppo velocemente dimenticate di questo territorio. Purtroppo, la cronaca "veloce" impone un apprendimento superficiale delle notizie da propinare al lettore distratto da mille eventi di svariata natura. Eppure, ribadire alcuni concetti e chiarire alcune dinamiche non penso possa far male ai cittadini che si apprestano ad andare alle urne il prossimo 25 maggio.

La storia dell'immondizia nel Vallo di Diano è una storia "nobile", che ha dato all'imprenditoria nazionale nel campo invidiabili competenze e risorse. Infatti, dalle indagini della magistratura inquirente sullo smaltimento illecito dei rifiuti si evince che proprio nel Vallo di Diano esiste un personaggio che ha dato il nome alla famosa inchiesta "Re Mida". Su questi fatti torneremo non appena avremo novità sul processo che si sta svolgendo a Napoli e che tutta la stampa sta completamente e colpevolmente ignorando. Il processo Chernobyl, invece, è in fase di svolgimento a Salerno, ma in questa vicenda il "Re Mida" non è implicato, anche se altri cittadini del Vallo di Diano figurano nell'elenco degli imputati.

E mentre si smaltivano illecitamente i rifiuti nella vallata in 41mila metri quadrati di terreno agricolo, si rinunciava pervicacemente a far funzionare impianti di compostaggio "perfetti", così come venivano definiti da Walter Ganapini. Leggiamo infatti:

La Città di Salerno, domenica, 8 giugno 2008

(articolo tratto dalla rassegna stampa del CODACONS)

Il sito di Polla è perfetto, ma è chiuso

L`assessore Ganapini chiede lo sblocco dell`impianto di compostaggio E i comuni di Sala e di Atena sollecitano un`altra soluzione `` Per l`assessore regionale all`Ambiente Walter Ganapini l`impianto di compostaggio di Polla ``è perfetto``, ma il sito non funziona e i comuni sono costretti a pagare 200 euro a tonnellata per trasportare la frazione umido-organica dei rifiuti in Sicilia. ``Ho trovato gli impianti di Santa Maria Capua Vetere e Polla perfetti, ma gli impianti non funzionano. Una situazione spaventosa a cui bisogna trovare un rimedio``. `` Sono solo alcune parole dell`assessore tecnico ambientale Ganapini dell`intervista apparsa su ``You Tube``, dove si prendono in esame altre situazioni critiche. Nominato qualche mese fa per dare soluzione all`emergenza rifiuti, Canapini ha rilasciato l`intervista il primo giugno scorso. La notizia giunge dopo che il Codacons di Sala Consilina aveva sollevato giá alcuni dubbi sull`opportunitá di realizzare un altro impianto di compostaggio tra Sala Consilina ed Atena e Roberto De Luca del Codacons aggiunge: ``Perché continuare a mandare l`immondizia in Sicilia se l`impianto di Polla potrebbe essere utilizzato come spiega Ganapini. A volte noi non capiamo. Non capiamo il viaggio in mare, tra Scidda e Cariddi, dei container di immondizia. Ma quanto costa? Non capiamo tutti questi quattrini che ci fanno sborsare`` I sindaci di Sala Consilina e di Atena Gaetano, Ferrari e Annunziata, considerano la gestione del compostaggio e della discarica dei fallimenti del Consorzio di Bacino Sa3. `` ``Aver fatto delle scelte prima del blocco avrebbe comportato costi in meno per i comuni``. Enrico Zambrotti spiega che l`impianto di compostaggio nasce giá con caratteristiche di progettazione negativa. A ciò si sono aggiunte le proteste dei commercianti, la volontá del comune di Polla prima e del Commissariato poi di spostarlo presso la discarica di Polla e le esigenze di adeguamento dell`impianto. Ma il motivo per cui l`impianto fu bloccato risale a due anni fa, quando il Commissariato vi sversò 1.700 tonnellate di fos, scarti che possono essere smaltiti solo in discarica. Da qui un`ordinanza del sindaco di Polla Massimo Loviso per non utilizzare l`impianto, se il fos non fosse stato portato in altri luoghi. `` Il trasferimento non c`è mai stato ed il blocco continua, mentre il Commissariato paga 67mila euro al Consorzio di Bacino Sa3 per il ristoro del fos. Una situazione di stallo, per molti versi imbarazzante e difficile da comprendere, che qualche mese fa ha portato i comuni di Atena e Sala Consilina a chiedere un nuovo impianto, mentre quello di Polla sembra sará inutilizzato, nonostante sia perfetto. E` uno dei tanti misteri nella gestione dei rifiuti in Campania che, forse, meriterebbe anche l`attenzione della magistratura.

L'anno successivo proprio Walter Ganapini veniva nel Vallo di Diano a presenziare all'inaugurazione dell'isola ecologica di Sala Consilina. Ecco le considerazioni di allora.  
DIALOGO CON WALTER GANAPINI SUL VIAGGIO DELL'IMMONDIZIA (novembre 2009) 
L’assessore Ganapini ha ribadito a Sala Consilina, nel pubblico incontro organizzato dall’amministrazione locale in occasione dell’inaugurazione dell’isola ecologica lo scorso mercoledì, che non esiste alcuna ragione perché l’impianto di compostaggio "perfetto" di Polla non debba andare in funzione, così come già da lui affermato in un intervista rilasciata su Internet all’indirizzo http://it.youtube.com/watch?v=syJzVR9uzzU.
Incendi che si sviluppavano (e ancora si sviluppano,
stranamente) in alcuni siti del Vallo di Diano,
specialmente quelli più lontani dai centri abitati.
Per dare solo un esempio di quanto accadeva, si
vedano i seguenti link:
http://www.valloweb.com/view_news.php?id_notizia=10226
http://www.valloweb.com/view_news.php?id_notizia=2662
Ma allora, se l'impianto di Polla potrebbe essere utilizzato (e non dubitiamo delle parole di Ganapini) perché tenerlo inattivo e continuare a mandare l'immondizia in Sicilia, così come avviene per la frazione umida prodotta nel Vallo di Diano? A volte noi non capiamo. Non capiamo perché proprio in Sicilia, oltre lo Stretto di Messina. Non capiamo il viaggio in mare, tra Scilla e Cariddi, dei container di immondizia. Ma quanto diamine costa tutto ciò?
L’assessore regionale nell’intervista pubblicata sul web ha parlato anche di "disastro del pubblico erario" nella vicenda della "munnezza" campana. E noi ci chiediamo se non aggiungeremmo disastro al disastro utilizzando altri fondi per costruire ancora altri impianti di compostaggio proprio qui nel Vallo, avendone già uno "perfetto".
Non capiamo il perché di tutti questi quattrini al vento. Non capiamo la logica di alcuni personaggi che, nonostante tutto, ancora capeggiano queste grandi, epiche imprese. Siamo limitati, a volte. Qualcuno ci aiuti a comprendere; almeno per una sola volta, in questa nostra breve esistenza immersa in tutta questa fetida immondizia materiale e morale.
Inutile dire che nessuno ha mai voluto aiutarci a capire e che ancora brancoliamo nel buio dell'incertezza.

Questi fatti, tuttavia, sono stati dimenticati troppo presto, secondo chi scrive. Se avessimo prestato maggiore attenzione a queste dinamiche, forse alcuni errori potevano essere emendati. Ma la giungla locale non permetteva vie di uscita e così abbiamo lasciato che molte situazioni, quella della gestione dell'immondizia tra le altre, prendessero una strana piega. Il risultato è che molti Comuni si sono svenati per coprire i costi dello smaltimento dei rifiuti e molti sono stati costretti ad un innalzamento della Tassa sui Rifiuti Solidi Urbani (TARSU) nel passato, così come raccontato nel post citato sopra. Per citare solo un caso di situazione debitoria nei confronti della ditta Ergon S. p. A. di San Rufo, il consigliere Pietro Caporrino ha inviato un'istanza al Sindaco, reperibile sul gruppo Facebook di Monte San Giacomo e pubblicata a lato, chiedendo se fosse vero che la situazione debitoria del piccolo Comune ai piedi del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni potesse essere quantificata con la somma di circa 259mila EUR, così come si rilevava da notizie di stampa.

Ed ecco la risposta del sindaco di Monte San Giacomo, che è anche presidente della Comunità Montana. In questa risposta notiamo quanto segue. Per prima cosa, la forte discrepanza tra i crediti vantati dall'Ergon S.p.A. di San Rufo e quelli effettivamente riconosciuti dal Comune di Monte San Giacomo (circa un decimo della cifra riportata sopra). Si dice, in verità, che molte fatture dell'Ergon S.p.A. sono state contestate. Si suppone, allora, che queste fatture siano tante, vista la differenza di cifre. Si rileva, poi, la partecipazione di un assessore al CdA dell'Ente Bacino SA/3. Infine, visto che questi atti pubblici vengono pubblicati su Facebook, sembra che il Sindaco non sia molto d'accordo su questo tipo di divulgazione delle notizie che attengono alla vita socio-economica del territorio. A noi, invece, sembra più che opportuno che le pubbliche amministrazioni divengano delle case di vetro, dove i cittadini possano guardare senza filtri quello che viene fatto nel nome e per conto della collettività.  

In passato, alcuni Comuni venivano amministrati dalle stesse persone che si interessavano direttamente della gestione dei rifiuti. E potremmo fare un esempio fantasioso (ma non troppo). In epoche antecedenti al commissariamento del Bacino SA/3, di cui l'Ergon è una S.p.A. controllata, avrei potuto essere eletto sindaco di un paese del Vallo di Diano mentre sedevo nel CdA dell'Ergon o del Bacino SA/3. Avrei addiritttura potuto ricoprire la carica di presidente nell'ambito del CdA, se avessi voluto. In giunta comunale avrei allora deciso gli aumenti della TARSU che poi sarebbero stati registrati in entrata dalla ditta per la quale potevo prestare indisturbato la mia opera. Intanto, in questa stessa ditta avrei potuto assumere del personale senza necessariamente passare attraverso la trafila del concorso pubblico. Se poi non avessi fatto un uso clientelare di queste assunzioni, allora il tutto sarebbe stato ascritto alla mia integrità di persona e di amministratore (non solo di un Comune, ma anche di un CdA).  

In questa vallata, tuttavia, sembra non si possa parlare di questi fatti in chiaro. La politica non si è mai interessata in modo serio di queste vicende e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Per essere eletto nelle amministrazioni pubbliche è probabile che si dovesse dare prova di "affidabilità": nessun cenno di questioni vitali per il territorio e acqua in bocca sugli affari di tutti.

E chissà se il velo che copre queste vicende verrà mai sollevato e se, qualora lo fosse, la stampa ne parlerà. La speranza è che non continueremo per molto tempo a brancolare nel buio dell'incertezza. Pertanto, nonostante l'immondizia (non solo materiale) si sia fatta strada un po' dappertutto in questa vallata, noi continueremo a sperare in un futuro migliore.

domenica 13 aprile 2014

Proposte per il rilancio del comparto agricolo

Si riporta di seguito l'intervento del dott. Salvatore Gasparro al Focus Group per una proposta di piano di sviluppo per il Vallo di Diano.

Si ringrazia il dott. Gasparro per la cortese collaborazione.


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PADULA
FOCUS GROUP del 10-04-2014

RELAZIONE PROPOSITIVA SULLE TEMATICHE
AGRICOLTURA-AMBIENTE-ENERGIA
SISTEMI PRODUTTIVI E LAVORO


Il Relatore delegato da CODACONS (Vallo di Diano)
Dott. Salvatore Gasparro.



Il Codacons, da sempre impegnato nella tutela dei consumatori e dell’ambiente, ritiene che qualsiasi forma di sviluppo innanzitutto debba essere ecocompatibile, pertanto, tutti gli sforzi e le idee dovrebbero concentrarsi nel gettare basi in contemporanea sia per la tutela ambientale che per lo sviluppo economico locale seguendo un ordine logico che vada dall’analisi della vocazione produttiva territoriale a strategie di sviluppo che mantengano inalterato il rapporto ambiente-sviluppo (progresso e sviluppo economico perderebbero la loro efficacia se si riduce la vivibilità del territorio).
Anello di congiunzione tra ambiente è sviluppo economico, data la vocazione territoriale del Vallo di Diano, è svolto dalle attività agricole e zootecniche.
La situazione attuale purtroppo vede questo tipo di attività nel Vallo di Diano bloccata e in continuo regresso per una serie di lacune all’interno della filiera agricola:
a) Assenza di ricambio generazionale;
b) Utilizzo spesso di tecniche colturali e metodologie obsolete ed antieconomiche (con sole poche eccezioni).
c) Assenza di infrastrutture propedeutiche e di supporto alle attività agro-zootecniche ed agroindustriali .

Azioni correttive che si dovrebbero  mettere urgentemente  in campo:

1) La formazione.
L’offerta di formazione in campo agricolo deve partire in primis dal potenziamento della qualità delle scuole superiori dando la giusta IMPORTANZA e DIGNITA’ agli Istituti Professionali di Stato. L’attuale Istituto Professionale di Stato per  L’Agricoltura e L’Ambiente con sede a Sala Consilina deve essere sostenuto e potenziato da tutti gli Enti territoriali che si occupano di agricoltura ed ambiente, deve essere messo nelle condizioni di offrire oltre ad attività didattiche teoriche molte più attività pratiche, si potrebbe persino pensare di avviare una vera e propria “azienda agro-zootecnica” e di trasformazione all’interno dello stesso Istituto i cui proventi potrebbero autofinanziare la didattica e la ricerca stessa.
L’istituto non dovrebbe essere visto come semplice mezzo di didattica, tutt’altro, dovrebbe essere utilizzato anche come strumento di sperimentazione, ricerca e sviluppo di supporto alle varie attività ed aziende agricole, dovrebbe essere supportato dai vari enti territoriali in attività di propagazione e miglioramento genetico delle specie orticole proprie di questo territorio e svolgere in contemporanea ricerca sull’innovazione in campo agronomico. Gli istituti professionali si troverebbero in questo modo a lavorare in sinergia con le varie aziende agricole traendone reciproci vantaggi e soprattutto si verrebbero a creare presupposti per una migliore e più veloce collocazione degli studenti nel futuro mondo del lavoro; in questo modo si crea anche una importante infrastruttura di supporto all’agricoltura locale.

2) Laboratori permanenti di formazione.
Incentivare e sostenere la formazione per gli operatori già impegnati in attività agricole con continui corsi di aggiornamento pratici e teorici.

3)Semplificazione burocratica
Per le aziende agricole già presenti occorre snellire tutti gli aspetti burocratici.

4) Piattaforma Commerciale
La creazione di una piattaforma commerciale (mercato ortofrutticolo e floricolo) necessita come base per convogliare le micro e macro produzioni agricole ed offrire uno strumento indispensabile all’incontro tra domanda ed offerta. Se analizziamo la collocazione geografica del Vallo di Diano, si evince subito la sua importante posizione strategica, crocevia tra Nord, Sud e Basilicata. Tutte le produzioni che dalla Sicilia vanno ai mercati generali del Nord passano sulla Salerno Reggio Calabria pertanto un mercato ortofrutticolo potrebbe servire da base per gli scambi commerciali sia di produzioni extra territoriali che di quelle locali. Il tutto recuperando anche strutture esistenti non utilizzate.

5)Coinvolgere la grande distribuzione
La Grande Distribuzione  insistente sul nostro territorio rappresenta forse il più importante sistema di scambio commerciale al dettaglio, per questo andrebbero avviati da parte dei vari Enti presenti sul territorio una serie di protocolli di intesa per incentivare e promuovere l’introduzione nella catena distributiva delle produzioni agro-zootecniche locali, magari in cambio di sgravi o azioni gratuite di marketing , abbinando a questa azione anche campagne informative per i consumatori per promuovere il consumo stagionale delle varie specie ortofrutticole.

Analisi
Favorire il consumo delle produzioni nello stesso territorio porterebbe dei vantaggi sia economici al territorio con il ricircolo monetario nella stessa zona, sia degli indubbi  vantaggi ecologici limitando il trasporto su gomma a pochi chilometri.
Il tema di questo FOCUS Agricoltura-Ambiente ed Energia per il Codacons possono essere anche tradotti in una sola parola: Biomassa, dove per biomassa qui intendiamo l’organizzazione di tutta la filiera del bio-pellet con il solo utilizzo dell'insieme degli scarti agricoli e forestali, o qualche specifica coltivazione arborea effettuata in terreni non utilizzabili per l'agricoltura o da recuperare sul piano idro-geologico. I nostri paesi sono ricchi di questa materia prima, reperibile sugli argini delle strade, sulle sponde dei fiumi, nei campi in pianura o sui monti circostanti. Non tanto ricchi, tuttavia, per alimentare super-centrali. I vantaggi economici ed occupazionali derivanti sono di facile intuizione, tuttavia bruciando biomassa locale si preserva il territorio anche sotto l’aspetto ecologico poichè gli scarti della combustione ritorneranno all'ambiente e verranno assorbiti di nuovo dalle piante, non producendo così alcun saldo attivo di sostanze di scarto immesse nell'ambiente. Sostituendo dove è possibile la combustione del petrolio in favore della biomassa oltre ai vantaggi ecologici già enunciati si ottiene anche il vantaggio economico della permanenza dei capitali economici nello stesso territorio, capitali attualmente sottratti al territorio che arricchiscono le multinazionali petrolifere (esportiamo capitali importiamo smog).
Come ribadito in più occasioni inquadrando ed avviano questo “progetto di comunità” con la collaborazione di entità locali, pubbliche e private che sfrutta le risorse del nostro Vallo in modo rispettoso dell’ambiente può dare un’occasione di crescita economica del territorio, può inoltre aiutare il recupero di zone agricole abbandonate e la bonifica di siti degradati, contrastando il dissesto idro – geologico ed incoraggiando la creazione di consorzi di agricoltori. In un’ottica di sviluppo e di tutela ambientale e territoriale il Vallo di Diano è chiamato a dare la propria adesione a questa idea di sviluppo sostenibile per realizzare un progetto considerato di grande valore ecologico, economico e sociale.
In ultima analisi sarebbe opportuno affiancare al progetto sulle biomasse un’altra iniziativa di carattere ecologico ed economico, per la risoluzione delle problematiche inerente i rifiuti, almeno per la frazione umida di questi, dotare ogni Comune o gruppi di Comuni confinanti di piccoli centri di compostaggio dimensionandoli in modo da avere il minore impatto ambientale possibile. I vantaggi derivanti sarebbero immediati con la riduzione dei costi per lo smaltimento dei rifiuti, minori distanze da percorrere con la conseguente riduzione di inquinamento ed infine una entrata per i Comuni derivante dai proventi dalla vendita del compostato.




Ringraziamenti:

A nome del sottoscritto e del CODACONS i ringraziamenti per l’invito a questo FOCUS e per aver avuto modo di esprimere e dare un contributo attivo a questo dibattito con alcune idee propositive inerenti le tematiche in discussione e sostenere attivamente  con il proprio contributo questo tavolo di confronto.

domenica 6 aprile 2014

Pulce non c'è

Mi pregio di proporre, sul mio blog personale, un intervento di Giulio Pica sull'eccezionale evento del 05-04-2014: la presentazione del film "Pulce non c'è" al cinema Adriano di Sala Consilina da parte del regista, Giuseppe Bonito.  

Sala Consilina, 05-04-2014
Giulio Pica
In questi giorni, al cinema Adriano di Sala Consilina, si sta proiettando il film "Pulce non c'è", un lavoro davvero eccellente che avrebbe dovuto attirare l'attenzione del grande pubblico, non solo per l'importanza della tematica affrontata, ma anche perché il regista, Giuseppe Bonito, è un giovane cittadino salese che qui è cresciuto, si è formato, ha trascorso tutta l'infanzia e l'adolescenza ed il cui impegno avrebbe dovuto destare un minimo di curiosità nei suoi concittadini.

Giuseppe ha affrontato con delicatezza il classico tema della dialettica dolorosa e problematica che spesso di determina tra famiglia e istituzioni, il clima di contrapposizione che si crea tra le relazioni affettive ed emotive che si instaurano tra genitori e figli fratelli e sorelle, e la freddezza asettica, se non addirittura l'ottusità, con la quale gli organi dello Stato - assistenti, sociali, psicologi, giudici - penetrano nell'ambito familiare al fine di tutelare i soggetti più deboli, finendo il più delle volte, per acuire le loro difficoltà. Per un equivoco, non si sa quanto voluto o quanto incolpevole, il padre di Pulce, la bambina autistica protagonista del film, viene accusato di perpetrare abusi sessuali sulla figlia e, in seguito a ciò, viene inserito nell'ingranaggio infernale della macchina statale che gli sottrae la bambina e lo trascina in un percorso kafkiano costellato da visite interminabili con psicologi ed assistenti sociali, giudici e pubblici ministeri, e disseminato di perquisizioni domiciliari, sequestri ed altre intrusioni nella vita familiare che rischiano di minare l'equilibrio psicologico di un uomo.

Emblematica è, a tal proposito, la scena del film durante la quale il padre ha l'intenzione di tagliarsi le vene ma poi prevalgono in lui la lucidità e la certezza che la verità, alla fine, emergerà. L'immagine delle istituzioni che viene fuori dal film di Giuseppe Bonito non è certo edificante e, del resto, sono numerosissimi i casi reali in cui l'impreparazione e la superficialità di chi opera nei servizi sanitari e nei tribunali hanno prodotto effetti devastanti sugli individui e sulle famiglie. Purtroppo sovente lo Stato, un'istituzione creata dagli uomini anche per tutelare i diritti dei più deboli, finisce per mostrare il suo volto più ottuso e crudele: basti pensare al maestro di Vallo della Lucania lasciato morire legato in un letto di ospedale, alla morte di Stefano Cucchi, al pestaggio del diciottenne Aldovrandi da parte di alcuni poliziotti, per non parlare della "macelleria messicana" messa in atto dai poliziotti della scuola Diaz a Genova durante il G8.

Perciò, restando valida la descrizione che Giuseppe ha fatto della macchina statale e dei guasti che essa può produrre, vorrei però sottolineare il rischio che in un paese come l'Italia fondato sulla retorica della famiglia, si può correre nel mostrare solo un risvolto della medaglia. Se la famiglia è l'ambito degli affetti primari e dell'amore, spesso essa è anche il luogo in cui si perpetrano effettivamente abusi e violenze sui più deboli, i cui mariti e partner violenti percuotono ed uccidono le proprie compagne, in cui le problematiche non risolte degli adulti si ripercuotono sullo sviluppo psicologico dei figli, segnandolo negativamente. In questi casi lo Stato, ovviamente con tutte le attenzioni possibili, non può non intervenire a tutela dei soggetti abusati, svolgendo l'inevitabile ruolo di supplenza che gli è richiesto come soluzione estrema di problemi altrimenti irrisolvibili.

Film bellissimo, quindi, serata di buon cinema ed anche di confronto tra il regista ed i pochi spettatori presenti. Resta comunque l'amara constatazione che la comunità abbia prestato scarsa attenzione ad un proprio concittadino che altrove ha avuto il riscontro che il suo talento merita.


Il problema del Sud e, probabilmente di tutte le realtà di provincia, è che i giovani dotati di talento devono andarsene via per esprimere al meglio le proprie potenzialità, rischiando altrimenti di essere riassorbiti dalla palude di mediocrità e grettezza che avvolge società civile e classi dirigenti.