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sabato 28 gennaio 2012

TRAFFICO SU GOMMA E NON


Il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, ha recentemente definito l’emergenza dei TIR “il risultato del grande deficit infrastrutturale del nostro Paese, perchè il fatto che oltre l’85% delle merci in Italia viaggi su gomma, mette l’Italia in una condizione di grande vulnerabilità, come stanno dimostrando gli eventi di queste ore”.

Siamo intervenuti sul tema del trasporto su gomma varie volte come associazione, anche grazie al competente apporto del dott. Rocco Panetta. Ci siamo fatti promotori di un appello, sottoscritto sia su cartaceo, sia via web all'indirizzo URL seguente http://www.petitiononline.com/ferrovia/ .


Ecco il testo dell’appello. 

APPELLO PER IL RIPRISTINO DELLA LINEA FERROVIARIA 
SICIGNANO-LAGONEGRO

I sottoscrittori di questo appello, stanchi delle vane promesse para-politiche fatte in questi lunghi venti anni di assenza dei treni (1987-2007), richiedono con forza che l’UNICA linea ferroviaria in Italia chiusa al traffico, la Sicignano-Lagonegro, lunga 77 Km, che serve un territorio a cavallo tra due regioni, la Campania e la Basilicata, con circa 100.000 abitanti, venga finalmente riaperta. I sottoscrittori sono consapevoli del fatto che il Reggimento Genio Ferrovieri dell’Esercito Italiano ha ripristinato, in Bosnia e in Kosovo, regioni in passato teatro di guerra, linee ferroviarie simili alla nostra. I medesimi, quindi, chiedono che si possa finalmente ripristinare, con la linea ferroviaria, la fiducia dei cittadini, che pur non avendo, fortunatamente, subito le conseguenze nefaste di una guerra, si vedono privati, in tempo di pace, del diritto a viaggiare su un mezzo di trasporto moderno, ecologico, veloce e sicuro: il TRENO.
  

 E dopo la storica nevicata del febbraio 2005, ecco che cosa successe nel dicembre 2007, a proposito di trasporto su gomma.

SEDE CODACONS DI SALA CONSILINA

COMUNICATO del 16-12-07


Un estratto del comunicato del 16 dicembre 2007 a firma del dott. Rocco Panetta, Responsabile Settore Trasporti della sede locale.

Il dott. Rocco Panetta
Una patina di GHIACCIO è bastata per ISOLARE SALA CONSILINA e, di conseguenza, il VALLO di DIANO, dal resto del mondo, per alcune ore, sabato 15 dicembre mattina. I mezzi di comunicazione di massa (Radio, TV, Internet, Fax della Protezione Civile) forse sono sconosciuti agli Amministratori del Comune di Sala Consilina. Tuttavia, sarebbe più semplice dire che non si affacciano mai alle finestre delle loro case, né escono mai da esse, non possiedono termometri per l’esterno, ed hanno una memoria talmente labile da non ricordare cosa  è accaduto nel Febbraio 2005 nella nostra zona (una nevicata storica). Solo così si spiega il fatto che sabato mattina la SS 19, nel tratto che va da contrada S.Antonio a Trinità era ridotto ad una sola LASTRA di GHIACCIO, lunga chilometri. Il risultato può essere sintetizzato da un episodio di cui siamo stati testimoni oculari. Un autobus del Servizio Sostitutivo FS, munito di catene,è partito da Lagonegro, è riuscito a transitare lungo i tornanti del Valico del Fortino, Casalbuono, Montesano Scalo, Padula Scalo, ma arrivato a 50 metri dall’incrocio in località S. Antonio di Sala Consilina, si è dovuto fermare ai margini della SS 19. Più avanti la strada era un campo di pattinaggio sul ghiaccio. E’ giunta, alle 9,15 circa, una Panda della Polizia Municipale, con due vigili e due operai comunali che hanno sparso, A MANO, del sale sulla carreggiata. Il traffico era bloccato da ore, sul posto era presente una pattuglia della Guardia di Finanza. 


Concludo questo post senza alcun commento.

domenica 22 gennaio 2012

Autobus


In questi giorni giungono segnali da più parti circa la qualità del servizio di autotrasporto pubblico locale. Da quanto viene affermato da alcuni utenti, infatti, alcune linee di autobus, in occasione delle festività natalizie, non hanno praticato alcun tipo di riduzione dell’abbonamento mensile per gli studenti nei mesi di dicembre e di gennaio. Alcuni genitori hanno fatto presente che è stato pagato l’abbonamento mensile a prezzo pieno, nonostante  i propri figli abbiano usufruito del servizio di trasporto - effettuato esclusivamente per servire l'utenza studentesca - per un periodo ridotto nel mese di dicembre e che, nell’attuale mese di gennaio, abbiano avuto oltre una settimana di riposo dagli studi. In moltissimi casi, addirittura, in tratti extra-urbani (ossia, fuori dai centri abitati), i nostri studenti sono costretti a viaggiare in piedi, con rischio per la loro sicurezza e contro le regole del Codice della Strada.

In questi momenti difficili per le famiglie, tutti i segnali volti alla riduzione dei costi dei servizi (soprattutto quelli non ricevuti dall’utente) è un buon segnale. Eppure, alle famiglie bisognerebbe consigliare di usufruire, in questi casi, laddove le ditte di autotrasporto pubblico lo prevedano, degli abbonamenti per un numero di settimane congruo con il periodo di utilizzo del servizio. La situazione delle nostre contrade è questa, purtroppo. Nella vallata, infatti, non esiste una vera rete di trasporto pubblico, anche a causa dell’assenza del servizio ferroviario. Inoltre, una vera razionalizzazione dei collegamenti non sembra prossima all’attuazione, perché la classe dirigente locale sembra abbia smarrito la capacità di progettare il futuro di queste terre, essendo in tutt’altri affari e in tutt’altre faccende coinvolta.

Sarebbe pertanto opportuno che l’Assessore ai Trasporti della Provincia di Salerno riveda, finalmente, il modo in cui il servizio di trasporto pubblico viene effettuato nel nostro comprensorio. Si faccia inoltre attenzione al fatto che il numero di abbonamenti non superi il numero di posti a sedere, per una questione di sicurezza (sembra poco?). Su questo l’Assessore dovrebbe controllare, quindi, che la capacità dei mezzi sia congrua con gli abbonamenti emessi sulla tratta. Ci sembra che una razionalizzazione del servizio, sia quello dedicato agli studenti, sia quello dedicato all’utente generico, debba avvenire - in piena sicurezza - nell’interesse del cittadino, in nome dell’economicità, dell’efficienza e dell’efficacia del servizio stesso. Ma non tra qualche decennio, si spera.

Molte associazioni locali sono pronte a dare un contributo per rivedere al ribasso - per una mera questione di equità - le tariffe di transito sul territorio. Infatti, sarebbe necessario che gli ambiti tariffari locali rispecchiassero, in qualche modo, il bassissimo livello di fruibilità del servizio di trasporto pubblico, dato dall'assenza della ferrovia e dalla scarsa capacità di mobilità del cittadino da un paese all'altro della vallata. Un volta la politica si faceva prospettando uno sviluppo sociale ed economico di un comprensorio, ognuno secondo la propria visione del mondo. Oggi vi è bisogno che la politica dia un segnale di risveglio, perché non si debba pensare che l’unico sviluppo futuro che sta a cuore a qualche signorotto locale sia quello della poltrona su cui sedersi o su cui far sedere qualche fedele gregario.

sabato 14 gennaio 2012

Le cose che nessuno mai vi dirà


Ci sono cose che nessuno mai vi dirà, non tanto per pudore, ma per convenienza. Pertanto, se un giorno delle festività natalizie  vedeste nella buca delle lettere una strana bolletta a quattro cifre, di qualche migliaia di euro, allora sareste certi che nessuno vi dirà come mai questo sia potuto succedere. Ma cosa sta succedendo in questi anni?

Sta succedendo che le istituzioni sono diventate sorde ai bisogni del cittadino e molto sensibili al richiamo delle cricche. Infatti, solo così si possono spiegare le inusitate commistioni di interessi e le assidue frequentazioni tra controllati e controllori, tra guardie e ladri, tra sceriffi e indiani. In mezzo a queste cricche del malaffare ci sta il cittadino, di cui nessuno ormai più si cura, se non nel momento del voto, per quella fatidica x sulla scheda nella casella giusta e sul nome giusto. Il cittadino, tuttavia, è sempre al centro dell’attenzione di tante imprese che erogano servizi pubblici. Guai se il cittadino non paga una bolletta dell’acqua! In questo caso arrivano minacciose lettere contenenti queste precise parole:

    … Le facciamo altresì presente che in caso di mancato riscontro entro 45 giorni dal ricevimento della presente, dovremo procedere, nostro malgrado, alla sospensione del servizio di erogazione dell’acqua potabile ai sensi del D.P.C.M. 29-04-99 e della Carta dei Servizi ed intraprendere le debite azioni per il recupero del credito.

Ma cosa dice il D.P.C.M. 29-04-99? Questo decreto individua lo schema generale di riferimento per la predisposizione della carta del servizio idrico integrato che potrebbe essere impugnato “politicamente”o in modo giudiziario - peccato che nessuno se ne faccia carico – almeno nella parte che prevede la possibilità di sospendere il servizio idrico per morosità.   

Morosità
In caso di morosità è prevista la sospensione del servizio.
I gestori indicano i mezzi con i quali è preavvisato l’utente di tale sospensione e le modalità per
evitare la sospensione stessa. Tale preavviso non potrà comunque essere inferiore a 20 giorni e
dovrà essere accompagnato dal duplicato della fattura non pagata.
I gestori comunicano le modalità ed i tempi per il ripristino della fornitura, che dovrà avvenire
entro due giorni lavorativi dal pagamento ovvero a seguito di intervento dell’Autorità competente.
In quest’ultimo caso, è facoltà del gestore porre in atto mezzi di limitazione della portata e della
pressione di fornitura, comunicati in forma scritta all’utente.
I gestori individuano procedure specifiche per i casi di erronea azione per morosità.
In nessun caso è addebitabile all’utente subentrante la morosità pregressa.

Ci sembra che tale paragrafo del D.P.C.M. non avrebbe vita semplice davanti alla Corte Costituzionale, in quanto il distacco dell'acqua non può in nessun modo aver luogo, essendo l'acqua un bene primario oltre che un diritto costituzionalmente garantito. Si pensi, ad esempio, al diritto alla salute (art. 32 della Carta Costituzionale). Si deve aggiungere anche che il distacco non può avvenire totalmente; semmai la società potrà diminuire la portata, garantendo comunque il bisogno quotidiano.


Noi combattiamo le nostre “piccole battaglie” quotidiane per la tutela dei diritti del cittadino, che da ultimo, si vede arrivare a casa bollette a quattro cifre. E lottiamo così:

COMUNICATO SEDE CODACONS VALLO DI DIANO 
30-12-2011

Dopo la sentenza n. 176/11 del Giudice di Pace di Sala Consilina sul caro-bolletta dell’acqua distribuita dalla ditta CONSAC S. p. A di Vallo della Lucania riceviamo, grazie alla pubblicazione della notizia, segnalazioni anche di bollette a quattro cifre. È il caso di un cittadino di Vallo della Lucania, il quale, complimentandosi per le nostre azioni a difesa dei diritti degli utenti, ci segnala una bolletta (che riportiamo in un allegato) di ben 3875,22 EUR. Ad ascoltare il cittadino di Vallo della Lucania, sembra di ripercorrere, indietro nel tempo, quanto raccontato da un utente del Vallo di Diano in una raccomandata n. 0527, spedita al CONSAC nel lontano 14 giugno 1988 (in un precedente comunicato la data era stata posticipata di dieci anni per errore). In questa missiva si lamentava una frequenza biennale della lettura del contatore e si rilevava quanto segue: “la seconda eccedenza in mc risulta essere più onerosa della prima eccedenza del 100% (il doppio), ritendendo che l’importo delle fatture a conguaglio non viene equamente distribuito nel corso degli anni, venendosi così a verificare l’inconveniente (per l’utente) di dover pagare una somma di danaro non corrispondente al suo effettivo consumo, si chiede che le eccedenze vengano distribuite equamente nei trimestri precedenti alla fattura a conguaglio in modo da evitare l’accumulo di svariati mc sotto la voce “II eccedenza””. In pratica, se la ditta CONSAC S. p. A. di Vallo della Lucania manda bollette leggere per un anno o più, il cittadino non deve esultare, perché, a conguaglio, se non viene effettuata la cosiddetta “spalmatura” della lettura (in genere unica) su tutto l’arco dell’anno, allora il rischio è che la bolletta finale arrivi molto più “pesante”. La ditta CONSAC S. p.A. di Vallo della Lucania nel 1988 rispondeva, in pratica, che tutto era regolare (ehm!).
Nel caso del ricorso dell’utente difeso da un legale CODACONS (Avv. Silvana Viola)  della nostra sede, nella sentenza n. 176/11 emessa dal Giudice di Pace si legge: “il sistema di fatturazione adottato dal consorzio convenuto era irregolare in quanto le somme richieste erano calcolate con il criterio delle eccedenze, che consiste nell’applicare tariffe maggiori per ogni soglia di consumo superiore al limite stabilito per il trimestre”.
Un bolletta dell'acqua recapitata ad una famiglia di Sassano
Nel caso dell’utente di Vallo della Lucania – per quanto illustratoci – si è avuto un lungo periodo di bollette “leggere”, fino a ricevere nella cassetta delle lettere una sostanziosa bolletta con scadenza a ridosso del Natale 2011, quasi come fosse un bel regalo (3875,22 EUR è una bella cifra!). Non siamo tuttavia sicuri del fatto che i due ultimi casi (accaduti in ordine temporale) possano essere simili. Ci interessa però riflettere su questi avvenimenti e invitare la Società per Azioni CONSAC a battere un colpo per cercare di farci comprendere come si possa, a fronte di precedenti emissioni di bollette a due cifre (non superiori ai 20 EUR), arrivare poi ad emettere una fattura a ben quattro cifre per un’abitazione, a quanto ci dice l’utente, disabitata e di poco più di 50 mq. Ci interesserebbe capire come vanno queste cose; tutto qua. E ciò dovrebbe essere di interesse anche per i politici e per le istituzioni locali; ma in questo nostro Paese, purtroppo, dell’acqua (anche di quella versata nel pianto) dei cittadini sembra ci si interessi molto poco da ultimo. Quando lo si fa, è per ottenere “risultati politici” importanti, cedendo intere reti comunali alle stesse società per azioni che a ridosso del Santo Natale regalano bollette agli utenti come quella riportata in allegato.

domenica 8 gennaio 2012

La lettera di Michelino alla Befana





Alcune persone hanno fatto come Michelino, scrivendo al Garante in questi termini. 

ANNO NUOVO: LA SEDE CODACONS DEL VALLO DI DIANO INIZIA LE SUE ATTIVITÀ CON L’INVIO DELLA SEGNALAZIONE ALL’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) SUL TRASFERIMENTO DELLA RETE IDRICA DI SALA CONSILINA AL CONSAC S. p. A.


Oggi, nel primo giorno feriale dell’anno 2012, la nostra sede ha inviato all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato il verbale di deliberazione dell’assemblea dell’Autorità di Ambito Sele del 15-03-2011 e la delibera n. 30 del Consiglio Comunale di Sala Consilina del 02-12-2011, con la quale l’Amministrazione salese ha trasferito la gestione della rete idrica al CONSAC S. p. A. di Vallo della Lucania.

Nella missiva di accompagnamento si è ricordato che l’Assemblea dell’Autorità di Ambito Sele, ha affidato - ai sensi dell’art. 23 bis comma 3 del D. L. 112/2008, articolo abrogato dal referendum sull’acqua pubblica,  la gestione del servizio idrico integrato nell’ambito dell’area del Parco del Cilento (sic!) alla società CONSAC S. p. A. nonostante parere negativo dell’AGCM e delle riserve espresse, in sede assembleare, dal Dirigente Tecnico dell’Ente, che ha affermato: “io ho già segnalato che la procedura è irrituale… ho anche elaborato una proposta deliberativa che non è quella che ha dato lettura il presidente…”. In effetti il tecnico ha lamentato il fatto che CONSAC S. p. A. non possiede uno Statuto adeguato a permettere questo allargamento delle competenza su altri comuni. Infatti, citando questi aspetti della questione, egli ha sostenuto quanto segue: “… nel momento in cui si contrattualizza con questi elementi siamo assolutamente tacciabili da parte dell’autorità garante di diciamo inadempienza rispetto a dei principi dell’affidamento in house con tutte le conseguenze di legge e di responsabilità personali e dell’ammnistrazione”.

È stato anche fatto notare che il sindaco di Sala Consilina, Gaetano Ferrari, consigliere di amministrazione dell’ATO 4, oltre a rappresentare Sala Consilina nella suddetta assemblea, ha avuto al suo attivo ben otto deleghe da parte dei sindaci dei seguenti paesi del Vallo di Diano: Atena Lucana, Buonabitacolo, Casalbuono, Pertosa, Salvitelle, San Rufo, Sanza, Sassano.

Per quanto concerne una delle preoccupazioni della sede CODACONS locale, dal verbale dell’assemblea ATO Sele si parla esplicitamente di gradualità della crescita dei livelli tariffari rispetto a quelli attualmente in uso. Sulla base di questa preoccupazione (non di poco conto in questo momento di crisi) si è chiesto all’AGCM di voler controllare la legittimità degli atti amministrativi trasmessi. 

mercoledì 4 gennaio 2012

La storia di Avo, Slavo e Ferrante


Investitura di Ferrante
Arrivare alla fine della storia sarà difficile, ma utile per comprendere il presente. Questa favola non ha la pretesa, tuttavia, di raccontare fatti, ma solo leggende, che corrono sulla bocca delle persone. È la storia di Avo, Slavo e Ferrante. Avo era un uomo potente della Valle della Lupa, confinante con la Valle del Diacono e con la Valle dell’Eternità. Slavo, figlio di Avo, era destinato ad ereditare le ricchezze del padre e il predominio sulla Valle della Lupa. Ferrante, una volta cavaliere errante, si era definitivamente stabilito nella Valle del Diacono, chiamata così per via di un religioso locale che aveva servito alla corte del Papa. Per mantenere una posizione dominante sulla Valle del Diacono, Ferrante aveva stretto amicizia sia con Avo e Slavo, sia con la vicinissima e ricchissima Valle dell’Eternità, così detta per via della possibilità di replicare, magicamente e in modo infinito, un’infinità di manufatti. In quest’ultima vallata regnava il Conte Lano. Tutti questi reggenti avevano stretto un patto tra loro per la sopravvivenza delle rispettive dinastie.


Slavo sul suo cavallo
La Valle del Diacono era ricca di cibo e di acqua ed il commercio era florido, prima che arrivasse Ferrante. Gli abitanti erano liberi e coltivavano i campi e commerciavano i beni prodotti. I popolani e i signori di una vasta area del circondario, molto al di là della Valle della Lupa e di quella dell’Eternità, si recavano nella Valle del Diacono per acquistare le merci che i commercianti offrivano al locale mercato settimanale. Ma il patto di amicizia prevedeva che molte ricchezze della Valle del Diacono venissero cedute ai regnanti della Valle della Lupa, pena la decadenza del dominio che il cavaliere Ferrante si era conquistato sfidando a singolar tenzone il paladino Anselmo, già reduce da crociate in Terra Santa sotto le insegne della casata di Avo e Slavo e poi passato a servire il duca di Ceppalonia. L’inimicizia tra il Ferrante e il paladino Anselmo dovette recedere col tempo.  Infatti, la pressione del casato di Avo si fece sentire più volte per poter promuovere la concordia tra gli uomini di queste tre valli. Avo e Slavo avevano capito che solo attraverso la concordia tra tutti i potenti di queste vallate una parte delle ricchezze delle terre del Conte Lano e di Ferrante sarebbe confluita nella meno ricca Valle della Lupa. E così, ad alcuni uomini del prode Anselmo furono fatte promesse di terre e ricchezze nella Valle del Diacono.

Vittorio Gassman nel film di Mario
Monicelli "L'armata Brancaleone"

Col tempo, tuttavia, mentre questi potenti signori conducevano una vita agiata, senza più guerre o duelli tra loro, il popolo della Valle del Diacono finì per menare vita grama: gabelle sempre più alte; scorribande periodiche e indisturbate dei giannizzeri di Avo e Slavo tra il contado, senza che nemmeno il prode Anselmo levasse più un dito; confinamento del mercato in un’area angusta; assegnazione di benefici e onoreficenze solo ad amici e parenti; oppressione della povera gente da parte dei gendarmi. 

E fu così che una terra baciata dalla fortuna divenne un infelice feudo della Valle della Lupa. E perciò in questa favola non possiamo scrivere la rituale frase del lieto fine “… e vissero tutti felici e contenti”. Scriveremo, invece, una frase consona a questo periodo di sobrietà: “… sopravvissero in pochi, tutti servi e perdenti“.