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domenica 27 luglio 2014

Ingiustizia sarà fatta


Il tempo corre veloce e così ci troviamo a meno di un mese e mezzo da quel termine ultimo del 13 settembre 2014, dopo il quale nulla si potrà più fare per la riapertura del Tribunale di Sala Consilina, trasferito a Lagonegro nella struttura che vediamo nelle prime tre foto (senza didascalia) di circa due anni fa. 

Ricordo con amarezza la fine dell'agosto scorso: allertato da due legali del posto, cercai di accorrere, per quello che potevo fare, a dare una mano per concertare le ultime possibili azioni di contrasto a quel disegno scellerato messo in atto dalle "larghe intese" romane, benedette anche dal voto locale. Due donne, in modo disinteressato (non avevano e non hanno mire "politiche"), suonavano il campanello d'allarme ad un Vallo assopito nella calura agostana. 

Alcuni associati, delusi da come erano andate le cose negli anni precedenti in quelle stesse aule, per alcune eclatanti vicende, decisero di non partecipare. Dopotutto, la nostra precedente "chiamata alle armi", con la manifestazione sulla ferrovia abbandonata, non fu compresa fino in fondo da molti. Si capì subito che c'era una regia "larga" - ma con un unico intento - a pilotare quella scellerata decisione romana. 

Un momento dell'occupazione simbolica dei binari della
ferrovia Sicignano-Lagonegro (23-06-2012)



Il Tribunale di Sala Consilina
Quella simbolica occupazione dei binari doveva essere un'occasione per far rinascere, nel nostro territorio, un senso di appartenenza e un moto di ribellione contro tutte le ingiustizie. Se è lecito il parallelo, Carlo Pisacane morì anche per causa nostra: non comprendemmo fino in fondo la portata storico-politica di quell'evento. Una sorta di nemesi storica adesso si sta abbattendo su questa terra che avrebbe potuto assumere il ruolo di capitale della prima rivoluzione democratica in Italia. 


Avvocati sul tetto in segno di protesta
Il tempo corre veloce e i cittadini non serbano più speranze e non hanno più notizie concrete dell'agire politico, oggi. Semmai ve ne sia. Forse qualcuno ancora tesse nell'ombra (come ha sempre fatto a danno di tutti) una trama ormai sdrucita? 

Eppure, uno spiraglio di luce aveva attraversato il buio di questa valle in febbraio, quando quelle stesse donne ospitarono il Sen. Buemi, membro della Commissione Giustizia al Senato. Una partecipata e animata assemblea sembrò allontanare i timori di una definitiva chiusura del presidio giudiziario. Ma i poteri aggregati delle "larghe intese" sono diventati, nel tempo, coriacei e difficili da scardinare. E così oggi ricordiamo con mestizia quei giorni, senza necessariamente perdere le speranze e senza riporre - ancora - le armi. Ma all'orizzonte vediamo un esercito votato alla disfatta contro legioni bene addestrate e ben dirette da generali adusi alle vittorie. 

 P.S. Si legga attentamente in quale modo è stato affrontato il problema prima del 13 settembre 2013 dalla classe politico-amministrativa locale. Questi documenti pubblici, che fecero la loro apparizione in copia solo a ridosso del 13 settembre scorso, sono molto importanti da conoscere.


Documento datato 27 dicembre 2011: in pieno clima di concordia natalizia, senza dare
notizia alla stampa (o forse qualcuno sapeva?), veniva stilata questa bella letterina alla Befana.

 



La delibera di Giunta del febbraio del 2012, in cui si ratifica quell'accordo che abbiamo scherzosamente
definito "letterina alla Befana" (portato in allegato alla delibera stessa).

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