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mercoledì 31 agosto 2011

Sicignano-Lagonegro: la corrispondenza con Mons. Angelo Spinillo

Pubblichiamo, di seguito, il carteggio tra la sede Codacons del Vallo di Diano (all'epoca di Sala Consilina) e il Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro, Mons. Angelo Spinillo.

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RISPOSTA DI MONS. SPINILLO ALLA NOSTRA PRIMA MISSIVA (pubblicata nel post precedente)

Egregio Sig. Roberto De Luca          
                                                                                      Responsabile Sede CODACONS
                                                                   C.so V. Emanuele 30
                                                                             84036 SALA CONSILINA

                                                                               Egregio Sig. Rocco Panetta
                                                                                   Responsabile Settore Trasporti
CODACONS – SALA CONSILINA  


Carissimi Amici, Responsabili e Membri del CODACONS,

devo anzitutto scusarmi per non aver dato immediatamente risposta alla lettera aperta, inviatami per posta elettronica e poi pubblicata lo scorso 29 febbraio sulla stampa locale, dai Responsabili del Codacons di Sala Consilina in merito alla necessità di sostenere la proposta di un rapido ripristino della tratta ferroviaria Sicignano-Lagonegro.

Mons. Angelo Spinillo, relatore ad un
convegno.
Preso dalla preparazione delle celebrazioni pasquali, non sono riuscito a dare una risposta in tempi accettabili. Ma direi una bugia se dicessi che la colpa del ritardo nel rispondere a quella sollecitazione sia tutta e solo negli impegni propri di questo periodo festivo. Devo, infatti, dire che ho avuto, ed ho, difficoltà a capire in quale direzione potrei muovermi o cosa, oltre una qualche forma di sensibilizzazione, io potrei efficacemente fare per raggiungere l’obiettivo che è stato proposto. La seconda difficoltà, che mi sta più a cuore, consiste nel fatto che non credo ad una correlazione tra i pur numerosi episodi di autolesionismo o di degrado per la dipendenza da sostanze stupefacenti o da alcool, che sta segnando negativamente il nostro territorio, e l’assenza di un collegamento ferroviario con i centri più importanti della provincia. In verità già nel settembre dell’anno 2002, in occasione dell’annuale convegno della nostra Diocesi, parlai di queste due forme di preoccupante disagio personale e sociale di tanti  cittadini del nostro territorio. In quell’anno il nostro territorio diocesano, che comprende anche il Golfo di Policastro, registrò, purtroppo, circa 20 suicidi. La cosa non poteva lasciarci indifferenti, come continua a chiederci attenzione anche se poi fortunatamente, negli anni successivi, il numero di tali eventi non ha raggiunto più quel picco.Ugualmente non ci lascia indifferenti, anzi ci preoccupa ogni giorno di più, l’aumento di uso di sostanze stupefacenti e l’abuso di alcolici. Ci preoccupa perché porta in sé il segno di una grande incapacità di vivere il reale, di apprezzare la vita quotidiana ed impegnarsi in essa ed a favore di essa. E’ un dramma che fa trasparire scarsa attenzione alla verità ed alla ricchezza del proprio essere per montarsi in una falsa, e tragicamente deludente, visione di sé e del mondo.

Da cosa dipende tutto ciò? Dalla mancanza di mezzi di comunicazione? Non credo.

In verità nella mia memoria sono rimaste sempre piacevolmente impresse, come credo in tutti gli allora studenti universitari, le simpatiche chiacchierate e gli incontri più o meno vivaci che si sviluppavano nelle ore di attesa sui marciapiedi delle stazioni o negli scomparti della mitica Littorina, magari prendendo spunto dalla pagina del giornale che il vicino di sedile stava leggendo, dagli studi che si andavano compiendo, dai problemi e dalle speranze da realizzare nel lavoro, da qualche presenza un po’ originale o da un piccolo inconveniente, che non mancava mai tra i passeggeri del treno, e di cui si discuteva e spesso si sorrideva bonariamente tutti insieme sentendosi coinvolti in una specie di complicità che generava anche amicizia. Ciò che, poi proprio mi affascinava erano i panorami di questa nostra meravigliosa terra, sicuramente arricchiti dalla cura che gli stessi ferrovieri usavano nel gestire gli spazi delle nostre stazioni, e che, visti dal finestrino del treno, con la libertà del semplice passeggero, in ogni stagione sembravano offrire novità da guardare e di cui ancora poter parlare notandone particolari e varietà di forme.    

Paradossalmente, però, oggi qualcuno ha detto che i tanti suicidi che abbiamo dovuto  registrare, possono dipendere anche dalla conformazione di un territorio come il nostro che pare pesantemente segnato dai monti che chiudono la Valle in un orizzonte assai limitato e, perciò, causa di depressione psicologica. Paradossalmente, ancora, molti legano proprio alla facilità di certe comunicazioni la diffusione di modelli di comportamento non adatti alla crescita positiva del nostro popolo che risulta poi come sganciato dalla genuina semplicità e dalla concretezza dei valori che (sembra!) abbiano arricchito la vita di tempi ormai passati e lontani. Io non sono tra questi e non credo a queste analisi assai superficiali. Io auspico che le possibilità di comunicazione siano sempre più ampie ed efficaci, come desidererei tanto che anche dal finestrino di un treno in corsa (non troppo veloce!) e tra il chiacchierio della gente che occupa gli scompartimenti si possa tornare a guardare e ad ammirare la vita. Purtroppo, però, come anche Lei ha citato, rilevo e lamento nella nostra gente una grossa difficoltà a comunicare, quasi una chiusura ad un dialogo vero e vivo, capace di condividere speranze e sentimenti, idee e progetti per camminare verso il futuro.

Ribadisco, come il Dott. Panetta ha voluto gentilmente citare del mio pensiero, la necessità di “creare degli spazi di incontro e di confronto civile”, ma questo è chiesto a chi ha la responsabilità della vita pubblica e sociale del territorio non meno che a ciascuno di noi cittadini. Infatti credo che oggi (per quanto ci sia sempre da migliorare, ed una ferrovia potrebbe essere un miglioramento) non mancano tanto i mezzi per la comunicazione ed il movimento delle persone, quanto la volontà, il desiderio, o peggio, qualche volta i contenuti di pensieri e di sentimenti da condividere con altri. Viviamo una sorta di sfiducia nella parola, nella sua verità e nella sua efficacia, e siamo come chiusi in delusioni che non accolgono quanto altri potrebbero comunicarci. In questo senso, allora, tutti siamo chiamati a creare spazi di dialogo e di condivisione in cui ci sia possibilità di esprimersi con serenità e si viva la fiducia che l’altro non è lì come un nemico che usa la parola per ingannare e dominare, ma come un autentico compagno di viaggio capace di cercare con noi l’orientamento o la destinazione giusta e anche di aiutare a portare un bagaglio più pesante.

In questo ha sicuramente una grande importanza la politica e chi si presenta responsabilmente a parlare dell’organizzazione e dello sviluppo della vita della società, ma ha anche uguale importanza chi nella realtà delle nostre comunità civili può cercare di aprire e sviluppare occasioni e momenti di dialogo intensi e sereni nella comune ricerca del bene e della verità, aiutandone la conoscenza e condividendone la speranza e la bellezza.
La galleria Timpone sulla Sicignano-Lagonegro

In conclusione: mi impegnerò a parlare dell’opportunità di rimettere in funzione la tratta ferroviaria Sicignano-Lagonegro? Se ne avrò qualche volta l’occasione lo farò. Non mi sento di assicurare che cercherò l’occasione, perché, con tutti i vantaggi che pure potrebbe portare al territorio, non ritengo questa la più efficace soluzione alle esigenze di cui abbiamo parlato. Devo dare atto ed esprimere gratitudine a Voi impegnati nel Codacons, come pure nel Comitato-pendolari, di tenere desta l’attenzione sulla questione e sulla possibilità di sviluppare positivamente migliori opportunità per il trasporto pubblico. Mi associo certamente a questo impegno. Onestamente devo dire anche che l’interesse mio e della Chiesa al bene dei cittadini non si ferma alla rivendicazione del poter usufruire di un particolare servizio, ma vuole aprirsi alla ricerca di attenzioni più intensamente proiettate allo sviluppo del cammino dell’uomo nella verità, ed a fare tutti partecipi di un vivo dialogo nel bene.

Sono certo di trovare, ora, io un alleato in Voi e nei membri del comitato, mentre mi dichiaro a disposizione, per quanto so e posso, per collaborare ad ogni iniziativa di crescita e sviluppo per la vita della nostra gente.

Con viva cordialità e con sensi di profonda stima, presento a tutti il mio saluto e la mia amicizia.


                                                                                  + Angelo Spinillo

                                                                                           Vescovo di Teggiano-Policastro

     Teggiano 26 marzo 2008


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NOSTRA CORDIALE REPLICA ALLA RISPOSTA DI MONS. SPINILLO

Sulla risposta del Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro, Mons. Angelo Spinillo, alla lettera aperta del 29 Febbraio, 2008. Nostro ringraziamento e ulteriore commento.
Eccellenza,
innanzitutto La ringraziamo per aver voluto dare risposta alla nostra missiva dello scorso 29 Febbraio con la Sua del 26 Marzo 2006.
Dalla Sua risposta ci sembra di apprendere che Ella non pensa che vi siano correlazioni tra i fenomeni di autolesionismo nel Vallo di Diano e l’assenza dei mezzi di trasporto su ferro. Rispettiamo la Sua opinione. Ci permettiamo solo di precisare che tali correlazioni sono state individuate, da quello che abbiamo appreso su La Repubblica di Napoli, in uno studio di dieci anni fa dal prof. Maj della Seconda Università di Napoli. Noi ci siamo solo limitati a trasferire a Lei, perché conoscevamo il Suo impegno relativamente ad alcuni temi di carattere sociale, le conclusioni di questo studio. La logica conclusione della Sua lettera, data la premessa di sopra, è che un Suo ipotetico impegno, volto a sollecitare la riapertura della Sicignano-Lagonegro, non avrebbe effetto alcuno sul fenomeno dei suicidi che si registrano, con tragica frequenza, nel nostro comprensorio. Ella, pur tuttavia, avendone l’occasione, che non cercherà (a quanto sembra di capire), potrebbe anche dire qualcosa a favore della riapertura della linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro.
Il dott. Rocco Panetta, Responsabile
Trasporti della sede CODACONS
del Vallo di Diano.
Nonostante il Suo scetticismo, relativamente alla piena valenza socio-culturale di questa infrastruttura, noi vogliamo ringraziarLa, perché ha accettato un confronto con un’Associazione che sta cercando, tra mille difficoltà e nel silenzio assordante delle istituzioni, di tutelare, per quanto possibile, l’ambiente (bene comune) e che sta portando avanti discorsi di carattere collettivo. Certo, l’attesa di una risposta da parte Sua non è stata breve, ma alfine la risposta vi è stata, e questo ci servirà senz’altro da stimolo per continuare ad agire nella direzione intrapresa. E proprio in questa direzione si innesta la nostra convinta battaglia sulla riapertura della Sicignano-Lagonegro, che non è mera ostentazione di impegno sociale, ma profondo sentire. Secondo noi, infatti, tale linea è necessaria, al di là delle ragioni espresse dal prof. Maj, anche per altri seri motivi, che attengono alla sfera dei bisogni delle persone deboli e svantaggiate, il cui benessere a Lei sicuramente sta molto a cuore.
Parliamo infatti del diritto alla mobilità dei disabili e degli ammalati, di fatto negato dai mezzi di trasporto su gomma privi degli accorgimenti necessari per rendere possibile e accogliente la loro presenza a bordo, e meno improba la loro fatica nel momento della salita e della discesa dal mezzo. I non vedenti, i sordi e chi è costretto a muoversi con una sedia a rotelle potrebbero viaggiare, oggi, non sulla “Littorina” ma sul “Minuetto”, treno carrozzato da Giugiaro, senza barriere architettoniche, con avvisatori acustici e luminosi per le fermate, tasti in braille, posto per la sedia a rotelle, toilette per i disabili, aria condizionata, prese per computer e telefonini, videosorveglianza. Si potrebbe viaggiare comodi e sicuri, alla velocità di 130 km/ora tra Polla e Montesano S/M. Gli ammalati italiani vanno in pellegrinaggio a Lourdes in treno, non con l’autobus, da sempre. Papa Giovanni Paolo II per recarsi ad Assisi con un mezzo alternativo all’elicottero ha usato il treno, non l’autobus. Se l’attuale Pontefice volesse usare questo stesso mezzo per visitare la nostra Diocesi, dovrebbe fermarsi a Sicignano. Parafrasando Carlo Levi, potremmo dire che: ”Cristo si è fermato a Sicignano”. E, siccome Ella ha voluto, nella Sua risposta, parlare del Suo tempo piacevolmente trascorso a viaggiare, durante gli studi universitari, sulla “Littorina”, vorremmo raccontarLe che cosa adesso significa un viaggio in autobus per uno studente universitario del luogo.
Premettiamo che di ciò che andremo a dire ne abbiamo prova diretta. Immaginiamo allora che uno studente universitario voglia oggi salire su un autobus a Sala Consilina, diciamo, per recarsi a Fisciano, dove è collocata la struttura di un Ateneo molto frequentato dai nostri ragazzi. Lo studente sale allora sull’autobus, in genere non propriamente nuovissimo (nemmeno le Littorine lo erano, è vero!), con la certezza di tempi di percorrenza non propriamente brevi: due ore circa, se tutto va bene. Le ragioni per tempi di percorrenza così alti sono comprensibili: servizi effettuati in coincidenza con altri e “giri turistici” del Vallo per percorsi che si snodano nei vari centri storici: risultato, il tratto Sala Consilina – Polla a volte si percorre in mezz’ora. Se si voleva una corsa “non troppo veloce” la si è trovata. Va peggio agli studenti del versante opposto, che visitano anche la Sua Teggiano, con tutti i tornanti annessi, prima di approdare a Polla per il trasbordo. Gli studenti nell’autobus in genere ascoltano musica dalle loro cuffie; e così sia la possibilità di studio, sia la possibilità di incontro e di dialogo vengono pressoché annullate. Non c’è nemmeno spazio per visioni romantiche del viaggio, ma solo fastidio, forse, per la costrizione di giovani membra in posti angusti.
Questo stato di cose, e ci riferiamo soprattutto al servizio dei trasporti locali per la fascia sociale dei disabili, non è noto ai più ed è forse bene che non lo sia: in questo modo tutte le persone normo-dotate saranno un po’ più tranquille con la loro coscienza, che non verrà turbata dal mesto giacere delle rotaie sul nostro territorio, dalla lunga assenza dei treni (il 1° Aprile saranno ventuno anni!) e dalla presenza ingombrante di autobus inquinanti in giro per i nostri paesi.
 Naturalmente, Eccellenza, ci farà sempre piacere ricevere da Lei qualsiasi commento e qualsiasi nota su quanto da noi riportato. Speriamo di non averLe arrecato eccessivo disturbo con questa  nuova missiva, che ci auguriamo vorrà considerare come una prova della nostra stima nella Sua missione.

Cordiali saluti,

dott. Rocco Panetta
Responsabile Settore Trasporti
sede CODACONS di Sala Consilina

dott. Roberto De Luca
Responsabile sede CODACONS di Sala Consilina
Sala Consilina, 31 Marzo 2008 

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RISPOSTA DI MONS. SPINILLO ALLA NOSTRA SECONDA MISSIVA


Egregio Sig. Roberto De Luca          
                                                                                      Responsabile Sede CODACONS
                                                                   C.so V. Emanuele 30
                                                                             84036 SALA CONSILINA


                                                                               Egregio Sig. Rocco Panetta
                                                                                    Responsabile Settore Trasporti
 CODACONS – SALA CONSILINA   

Carissimi amici,

ho preso visione della vostra comunicazione a seguito del mio scritto e delle mie perplessità circa un possibile collegamento tra le situazioni di disagio personale della gente del nostro Vallo e l’assenza di un collegamento ferroviario conseguente alla soppressione della linea Sicignano-Lagonegro.

Ovviamente non contesto, anzi faccio mia e riconosco, la validità delle motivazioni da voi riportate per chiedere un rapido ripristino della tratta ferroviaria di cui discutiamo. In ciò che proponete ci sono tante verità di situazioni non agevoli della vita dei nostri paesi su cui opportunamente dovremmo tutti portare la nostra attenzione.

Ribadisco che quello su cui avevate chiesto il mio interessamento, pur supportato da studi e ricerche di livello universitario, non mi sembra il più realistico. Sicuramente, però, ci sono altre motivazioni sulle quali potremmo discutere e sperare di far crescere un consenso ed un’attenzione da parte di chi ha direttamente responsabilità nella gestione della vita sociale.

Augurandovi ogni bene e, come ho detto, rimanendo a disposizione per tutto quanto possa realmente sostenere, con voi e con tutti i nostri concittadini, per la promozione del bene comune, cordialmente vi saluto. 

                                                              + Angelo Spinillo   

Teggiano  3 aprile 2008

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