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sabato 14 aprile 2012

Legalità, informazione e futuro sostenibile.


In questi giorni difficili è opportuno misurare le parole, per senso di responsabilità e per sincero rispetto nei confronti di coloro i quali, mentre noi stiamo qui a discutere del futuro della nostra vallata, stanno seriamente temendo per il futuro delle loro famiglie. A tutte le persone in difficoltà in questo tempo di profonda crisi, che non è solo economica, ma sociale e politica insieme, è rivolto il nostro primo pensiero.


Facendomi ora portavoce di tutti coloro i quali hanno dato vita alla lista dell’Italia dei Valori in campagna elettorale nel 2009 per rivendicare la diversità di questo partito anche a livello locale - lasciatemi ringraziare voi che siete intervenuti ad un evento che si aspettava da tempo. Nel 2009 è stato lanciato un seme, che adesso abbiamo tutti noi il dovere di far germogliare.


Campagna elettorale 2009. A sinistra il Sen. Belisario,
al centro il candidato Idv alle elezioni del Parlamento Europeo, Aldo Michele Radice

Un grazie quindi al Sen. Di Nardo, al vice-coordinatore regionale Luciano Ceriello, al consigliere provinciale Carlo Guadagno e al direttore di Orizzonti Nuovi Orlando Vella. La loro presenza è per noi di conforto, perché le esigenze del Vallo di Diano, che sta attraversando un periodo di regressione su vari fronti, possano essere tenute in conto nei luoghi decisionali a vari livelli, perché oggi più che mai abbiamo bisogno della politica e, soprattutto, della buona politica. Perché la buona politica serve a promuovere la giustizia sociale, ad armonizzare le risorse ambientali con le esigenze urbanistiche e produttive, a smussare le tensioni e a evitare il collasso di un intero modello socio-economico. Laddove la non-politica, o quella clientelare e corrotta, è capace solo di creare quei disastri sociali di cui oggi siamo, purtroppo, testimoni.


E veniamo al tema dell’incontro. Esprimendo l’intento di dare questo titolo all’evento, ho raccolto delle perplessità. Mi è stato detto che questi tre concetti, legalità, informazione e futuro sostenibile, potrebbero sembrare tra loro troppo distanti. Eppure, risuonano sempre alla mia mente le parole di Mons. Riboldi che, parlando a Policastro Bussentino nel 2001, ebbe a dire che: “Non esiste sviluppo senza legalità”. Pertanto, sostituendo la parola “sviluppo” con “futuro sostenibile”, potremmo ben dire che la legalità è una condizione necessaria (e ahinoi non sufficiente!) per il futuro delle generazioni che erediteranno queste terre. E noi oggi vorremmo per loro un “futuro sostenibile” dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.

Abbiamo così trovato un legame logico stretto tra legalità e futuro sostenibile. Ma perché menzionare l’informazione? Proprio in questi giorni, se lanciamo uno sguardo alla vallata sottostante, dalla posizione privilegiata di questo paese, possiamo intuire i moti dell’animo di chi ci ha lasciato testimonianza scritta degli “Splendori sul Vallo”. E come non riconoscere a questa vallata tutte le potenzialità di accogliere una vita al contempo sana, agiata e piena dal punto di vista culturale. Eppure, oltre a riconoscere le bellezze intrinseche, e a preservarle e valorizzarle, non possiamo non notare alcune verità scomode. E forse proprio l’avere per troppo lungo tempo sottaciuto queste verità, abbiamo dovuto subire il mancato decollo socio-economico della vallata e la parziale deturpazione dei suoi beni ambientali. Ed è così che anche l’informazione, quella sana, corretta e tesa al progresso collettivo, deve necessariamente entrare a far parte di quel progetto di rilancio del nostro Vallo di Diano.

Parlando di legalità, di informazione e di futuro sostenibile, quindi, non posso non menzionare, nell’ordine, il rischio della soppressione del Tribunale di Sala Consilina, non posso non esprimere solidarietà a quegli operatori dell’informazione locale che oggi sono in difficoltà, non posso, infine, non notare che questa vallata è sotto assedio da parte delle compagnie petrolifere per i suoi giacimenti di carburanti fossili.

Considerando proprio quest’ultimo aspetto, vorrei dire che mai si era vista una sensibilità così spiccata verso i beni ambientali del nostro territorio, che potrebbe essere bene trasformato in un luogo florido se solo si puntasse più decisamente sulle indiscusse potenzialità nel campo dell’agricoltura, dell’artigianto e del commercio.  Questa sensibilità ambientale è stata ostentata anche da parte di chi, nel passato, ha operato scelte amministrative sbagliate, come quella, ad esempio, di lasciar sorgere zone industriali in siti di pregio ambientale, riconosciuti tali dalla Carta di destinazione d’uso del territorio, approvata dalla Comunità Montana nel 2003. La tardiva sensibilità ambientale di alcuni amministratori locali non ha impedito, tuttavia, che un’estensione del nostro territorio pari a 41 mila mq divenisse ricettacolo di rifiuti nocivi per la salute, così come appurato dall’inchiesta Chernobyl condotta dall Procura di Santa Maria Capua Vetere. La stessa Procura sammaritana ha sventato un altro rischio: la costruzione di un inceneritore proprio al centro del Vallo di Diano. Alcuni amministratori locali avevano già dato il loro lasciapassare all’affare, se così lo possiamo definire. Tuttavia, l’affare non è andato in porto (ma non è detta ancora l’ultima parola, che spetta al TAR adito da alcuni associati della sede CODACONS locale) proprio perché la stessa Procura ha aperto un’inchiesta sull’intreccio politico-affaristico legato alla costruzione di questi impianti in Campania.


Tra le voci che oggi si levano sul tema vorrei però far rilevare due esempi tra quelle sinceramente convinte della inalienabilità dei beni ambientali di questa vallata. Il primo esempio è costituito dalla coraggiosa testimonianza, da parte di una signora di Padula, sui rischi sanitari a cui siamo esposti come abitanti della vallata. Il secondo, sempre sullo stesso blog “La Terra che vogliamo”, è un documentato resoconto sulle vicissitudini alle quali i beni ambientali del Vallo di Diano sono stati esposti nell’ultimo decennio. Inoltre dobbiamo menzionare l’impegno costante di chi, all’interno della nostra compagine politica, sta localmente tentando di operare un cambiamento culturale orientato all’utilizzo delle energie alternative. Dobbiamo ancora riconoscere la testimonianza costante delle voci che lottano per il ripristino della linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro, inattiva dal 1987. Dobbiamo menzionare la voce di chi non ha più voce nel ripetere che il sistema sanitario locale va razionalizzato sì, ma reso anche fruibile da una popolazione di circa settantamila abitanti, che ha bisogno di cure come ne hanno bisogno i cittadini di una città di pari popolazione. Dobbiamo infine dire che le amministrazioni di una vallata ricca d’acqua hanno tutto il diritto (e anche il dovere) di organizzare localmente un’azienda speciale di diritto pubblico per la gestione idrica, anziché affidare questo bene di importanza primaria ad una società per azioni di Vallo della Lucania. A Sala Consilina, la prossima settimana, il Consiglio Comunale è chiamato ad esprimersi sull’ammissibilità di due quesiti referendari presentati dal Comitato Acqua Bene Comune (ABC) sulla gestione della rete idrica, affidata ad una S.p.A. nel dicembre scorso. Il nostro auspicio è che questi quesiti possano essere ammessi e che la decisione possa passare al vaglio della popolazione salese.

Con l’augurio che questa compagine politica possa dare un contributo decisivo al progresso della Nazione e al benessere di questa vallata, prima di cedere la parola, nell’ordine, a: Orlando Vella, Carlo Guadagno, Luciano Ceriello, sen. Aniello di Nardo, pregherei chi volesse intervenire nel breve dibattito successivo, a far presente tale intenzione prima della fine del penultimo intervento. Grazie della vostra attenzione e buon lavoro a tutti i relatori.

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