E come in una fiaba, in questi anni bui, dove i furbi e i farabutti sono diventati uomini rispettabili, vi racconto cose che succedevano tanti anni fa. Eravamo nel giugno del 1988 e un consorzio di comuni gestiva il servizio idrico nel Vallo di Diano. Un cittadino, vedendosi ingiustamente addebitato quasi il doppio del costo del consumo idrico, per un evidente meccanismo di cumulo dello stesso nelle fasce tariffarie più esose, scrive la seguente lettera al Consorzio dei Comuni per gli Acquedotti del Cilento.
E la fiaba di questi lunghi anni bui continua con la risposta a quella dignitosa e intelligente lettera.
Il cittadino, evidentemente, si scontrava contro la volontà di perseguire fini diversi da quelli di un equo compenso per la fornitura idrica. Ed ecco il modo in cui si operava.
Si immagini che un utente abbia un consumo annuo di 50 mc e che paghi i primo 40 mc ad una tariffa di 0,50 EUR/mc e i restanti 10 mc a 1,00 EUR/mc. Allora, se la sua bolletta è calcolata sul consumo di un anno, come sotto, l'utente pagherà 30 EUR all'anno e, quindi, 60,00 EUR in due anni. Invece, se il calcolo dell'importo viene fatto sul consumo di due anni, ecco che il costo aumenta a 80,00 EUR per il meccanismo delle eccedenze spiegato sotto.
Per ritornare ai tempi nostri, con la
sentenza n. 176/11 (anno 2011) del Giudice di Pace di Sala Consilina, apprendiamo che la ditta CONSAC S. p. A. di Vallo della
Lucania è stata condannata al pagamento delle spese della lite per un
importo pari a 850,00 EUR, che è stato pienamente accolto il ricorso
dell’utente difeso da un legale CODACONS della nostra sede; ossia, sono state
annullate due fatture, una di 288,13 EUR, una di 49, 50 EUR, nonché una penale
richiesta dalla ditta CONSAC S. p. A. di Vallo della Lucania. Ma vediamo in
dettaglio che cosa si contestava alla ditta CONSAC S. p. A. di Vallo della
Lucania. Così come si legge nella sentenza n. 176/11: “il sistema di fatturazione adottato dal consorzio convenuto era
irregolare in quanto le somme richieste erano calcolate con il criterio delle
eccedenze, che consiste nell’applicare tariffe maggiori per ogni soglia di
consumo superiore al limite stabilito per il trimestre”.
E vediamo che cosa dice il Giudice dice su quanto esposto: “Dal regolamento … si evince che il sistema della cosiddetta “spalmatura”, ossia della regolare tariffazione per il consumo effettuato nei quattro trimestri dell’anno solare, si applica quando la società è in grado di procedere alla rilevazione dei consumi in tutto il periodo di tempo anzidetto. Nel caso di specie la convenuta [CONSAC S.p.A. di Vallo della Lucania, n.d.r.], nonostante il contatore fosse posto all’esterno, non ha provveduto alla rilevazione di detti consumi secondo i criteri previsti… Si fa inoltre rilevare che tali contestazioni sono state fatte rilevare anche con apposito reclamo che la Consac non ha ritenuto di dover tenere in considerazione“. Il Giudice conclude che “la domanda come proposta dall’attore è fondata in fatto ed in diritto e merita, pertanto, pieno accoglimento”.
Nel 1988, tuttavia, non esisteva l'istituto del Giudice di Pace e chissà quante volte le famiglie hanno dovuto pagare in più...
Oggi la storia si ripete in forme leggermente diverse, in seguito agli aumenti deliberati dall'ATO nell'ottobre 2011, secondo il seguente schema.
E vediamo che cosa dice il Giudice dice su quanto esposto: “Dal regolamento … si evince che il sistema della cosiddetta “spalmatura”, ossia della regolare tariffazione per il consumo effettuato nei quattro trimestri dell’anno solare, si applica quando la società è in grado di procedere alla rilevazione dei consumi in tutto il periodo di tempo anzidetto. Nel caso di specie la convenuta [CONSAC S.p.A. di Vallo della Lucania, n.d.r.], nonostante il contatore fosse posto all’esterno, non ha provveduto alla rilevazione di detti consumi secondo i criteri previsti… Si fa inoltre rilevare che tali contestazioni sono state fatte rilevare anche con apposito reclamo che la Consac non ha ritenuto di dover tenere in considerazione“. Il Giudice conclude che “la domanda come proposta dall’attore è fondata in fatto ed in diritto e merita, pertanto, pieno accoglimento”.
Nel 1988, tuttavia, non esisteva l'istituto del Giudice di Pace e chissà quante volte le famiglie hanno dovuto pagare in più...
Oggi la storia si ripete in forme leggermente diverse, in seguito agli aumenti deliberati dall'ATO nell'ottobre 2011, secondo il seguente schema.
Nel 2011 erano
arrivate a casa degli utenti delle bollette per il servizio idrico
particolarmente salate. A Luglio 2010, infatti, da quanto risulta dalle
bollette inviate dalla ditta CONSAC
S.p.A. di Vallo della Lucania da me visionate, scattava un aumento tariffario e un nuovo regime di calcolo sui
consumi idrici. Nel 2012, infine, ci si accorgeva di un ulteriore aumento di “quasi 0.30 EUR sulla tariffa
base”. Allora ho dovuto ricostruire l’iter autorizzativo di questi
aumenti. Mi sono accorto di quanto segue. Nella delibera del 3 novembre 2011 dell’Assemblea ATO “Sele” si
discute dell’efficacia delle delibere precedenti (che autorizzano l’aumento
tariffario).
Secondo quanto leggiamo in questa illuminante delibera, sempre che il nostro
Italiano non ci inganni, l’aumento tariffario avrebbe potuto essere praticato
dalla ditta CONSAC S. p. A. di Vallo della Lucania a partire (a essere
ottimisti!) dal 10 ottobre 2011. E invece... no.
Questi aumenti venivano già praticati dal luglio 2010. Direte, ma sono piccola cosa... un centesimo a metro cubo. Di che ci lamentiamo? Ed ecco spuntare un secondo meccanismo, che definiremo ULTIMO.
Invece di effettuare un cospicuo aumento delle tariffe, allora, si è scelto di seguire un'altra strada: viene ridotta la quantità di liquido prezioso che si paga nelle fasce a tariffa minore, cosicché, nei fatti, si effettua un aumento non banale. Dai calcoli fatti sono ben 170 mc di acqua che vengono sottratti dalle tariffe più basse per essere portati alla tariffa massima. Ed ecco l'arcano delle bollette a quattro cifre intere: un aumento dovuto alla sottrazione del consumo da calcolare a tariffe più basse (definito strozzamento delle fasce tariffarie nella simulazione di sopra, dove si fa vedere l'effetto sul costo per la famiglia che ha lo stesso consumo di quella nell'esempio precedente).
Questo piano tariffario veniva elaborato dalla ditta CONSAC S.p.A. con sede in Vallo della Lucania, applicato per oltre un anno prima della definitiva approvazione (non retroattiva) dell'ATO, che ha confidato, per l'approvazione del novembre 2011, nello studio fatto dalla suddetta ditta. Nel consiglio di amministrazione dell'ATO, in quel tempo, sedeva il Sindaco di Sala Consilina che, pochi mesi dopo aver approvato anch'egli il nuovo piano tariffario, cedeva la gestione del servizio idrico del proprio paese proprio alla ditta CONSAC S. p. A. Lo stesso, quando votava in assemblea, lo faceva anche con deleghe di molti altri sindaci del Vallo di Diano. Quando si parla di servizio al cittadino!
Intanto ascolto Vasco Rossi che canta... "sì, stupendo!"... con tutte le strofe che precedono e che seguono.