Ho il piacere di pubblicare, con
il consenso dell’autore, questo scritto sul mio blog personale. Penso che questo
territorio avrà ancora una speranza, fintanto che ci saranno giovani dedicati
al bene comune. Sposo in pieno l’idea di dedicare un museo cittadino alle
attività del giurista De Marsico, affinché l’opera del nostro conterraneo e
quella di altri validi giuristi non vada dispersa, ma resti a disposizione delle future generazioni come
patrimonio culturale locale.
Segnalo la biografia del giurista curata da Giuseppe D'Amico (edizioni "Laveglia & Carlone"). In una recensione di Paolo De Luca al libro si legge "De Marsico, ex dirigente fascista fu epurato dall'università di Roma. Per sette anni rimase lontano dagli ambienti accademici. La totale riammissione, solo nel 1950, fu grazie anche all' appoggio di Mario Berlinguer, padre di Enrico". Altri tempi e, soprattutto, altre tempre...
Segnalo la biografia del giurista curata da Giuseppe D'Amico (edizioni "Laveglia & Carlone"). In una recensione di Paolo De Luca al libro si legge "De Marsico, ex dirigente fascista fu epurato dall'università di Roma. Per sette anni rimase lontano dagli ambienti accademici. La totale riammissione, solo nel 1950, fu grazie anche all' appoggio di Mario Berlinguer, padre di Enrico". Altri tempi e, soprattutto, altre tempre...
Museo Alfredo De
Marsico "di Sala Consilina"
Sala
Consilina, 08/09/2013
Avv.
p. Nicola Colucci
Alfredo De Marsico (da Wikipedia) |
Quando si ha a che fare con le parole una
cosa sola importa: chi comanda, chi è il padrone. Esse sembrano non avere peso
e consistenza, sembrano entità volatili, ma sono in realtà meccanismi complessi
e potenti, il cui uso genera effetti e implica (dovrebbe implicare)
responsabilità. Proprio perché le parole creano la realtà, fanno e disfano le cose, è importante avere
lucida consapevolezza dei sistemi che ne determinano il funzionamento, delle
ragioni che ne producono il medesimo. Ciò che ha destabilizzato lo scafo della
Giustizia a Sala Consilina come in tutto il Vallo del Diano è la lingua del
potere, lingua pericolosa, a volte raggelante, a volte impermeabile
all'interrogazione di settantamila abitanti usurpati della tutela del proprio
territorio da un fenomeno politico lento, progressivo in modo patologico, mal
ricorrente. La situazione patologica attuale comporta la necessità di ribadire
con argomenti - e con forza - ciò che dovrebbe essere ovvio e scontato (cioè,
che i cittadini sono tutti uguali davanti alla legge, e che non si possono
approvare norme finalizzate unicamente alla tutela di un solo individuo o
meglio di un solo territorio). Pertanto, nella remota possibilità che il
Tribunale della Città di Sala Consilina dovesse chiudere in modo definitivo,
dal giorno 13 settembre 2013, si rende noto al lettore del Vallo di Diano che sarà
proposta la nascita di un nuovo Museo a Sala Consilina, quello di Alfredo De
Marsico, Giurista, avvocato e politico italiano (nato a Sala Consilina
nel 1888 e morto a Napoli nel 1985). Professore di diritto e procedura penale
dal 1927, nelle università di Bari, Bologna, Napoli e Roma, diresse con G.
Delitala la “Rivista di diritto e procedura penale”. Nel 1929 è stato relatore
per la riforma del codice penale alla Camera dei deputati. Tra le sue opere ricordiamo: “La rappresentanza nel
diritto processuale penale” (1915); “Coscienza e volontà nella nozione di dolo”
(1930); “Studî di diritto penale” (1930); “Diritto penale, parte generale”
(1936); “Lezioni di diritto processuale penale” (1937); “I delitti contro la
personalità dello Stato” (1937); “Delitti contro il patrimonio” (1951); “Nuovi
studî di diritto penale” (1951). De
Marsico fu eletto deputato alla Camera per la prima volta nel 1924 tra le file
del Listone Mussolini, varò una legge sulla riforma del Codice Penale e
collaborò alla stesura del Codice Rocco.
La struttura di Lagonegro (PZ) che oggi ospita gli uffici di una parte del Tribunale di Sala Consilina. |
Fu rieletto alla Camera nel 1929, e
confermato nel 1934. Nel 1939 divenne consigliere nazionale della Camera dei
Fasci e delle Corporazioni. Dal 1925 al 1942 fece parte della commissione
parlamentare per la riforma dei codici mentre il 6 febbraio 1943, entrò nel Governo
Mussolini in qualità di Ministro di Grazia e Giustizia, subentrando in tale
carica a Dino Grandi. Membro del Gran Consiglio del Fascismo, il 25 luglio del
1943 votò in favore della mozione Grandi che determinò l'arresto di Benito
Mussolini. Condannato a morte, in contumacia nel Processo di Verona del 1944,
durante gli ultimi mesi di guerra risiedette a Salerno, ormai liberata dalle
truppe anglo-americane.
Noi tutti non stiamo solo
regalando a terzi la nostra tutela territoriale,
o la casa di Alfredo De Marsico, ma
stiamo cedendo anche un ampio patrimonio tecnico-informatico, poiché Sala
Consilina è stato il primo Tribunale della Nazione Italiana a dotarsi del
Processo Telematico. L'archivio del Tribunale, inoltre, è fornito di strumenti
robotizzati di cospicuo valore economico. Dal punto di vista strettamente
culturale, possiamo infine affermare che nell'archivio bunker si preservano
antichi scritti giuridici, codici ottocenteschi, antiche sentenze del primo decennio del
novecento epigrafate a mano (in nome di Sua Maestà Vittorio Emanuele Terzo Re
d'Italia), ed a continuare. Patrimonio culturale frutto di sacrificio costante
dei Giuristi Avvocati, del personale custode delle Cancellerie che si sono
susseguiti negli anni ed hanno continuato a preservare questa ricchezza,
affinché si potesse tramandare, dall’Unità d’Italia fino ai giorni nostri, l'importanza
che la nostra comunità ha rivestito negli ultimi secoli.
Un momento di protesta degli avvocati nei giorni immediatamente precedenti alla data del 13 settembre 2013. |
Eppure, si intravede un problema legato al
dibattito che riguarda la cultura e il patrimonio culturale del nostro
territorio: l’ostinazione a parlarne solo in termini economici. Questa ovvietà non ci promette scenari a lieto
fine, ma ci dà, quantomeno, un’idea dello stallo in cui si trova la lotta
che si combatte in nome della cultura e della tutela del territorio Salese
e Valdianese. Possiamo quindi parlare di una prima vera crisi locale dei
beni collettivi che investe, oggi, anche la Giustizia; e ciò non è vero
solo nel nostro territorio. Per orgoglio, prestigio ed economia, il nostro
Tribunale significa tutela, sviluppo e fiducia. E vorrei, a tal proposito, ricordare l'articolo 3 della Costituzione che,
al comma 2, affida alla Repubblica il compito di “rimuovere gli ostacoli di
ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza
dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. Rimuovere
cioè gli ostacoli che impediscono l'esercizio della scelta. Compito della
Repubblica è dunque creare le condizioni perché tutti possano scegliere
liberamente, ricordando - seppur ovviamente - che la facoltà di scelta si nutre
della libertà, anzi delle libertà, intese in una accezione profonda, solidale,
empatica. Libertà dal bisogno, libertà dal sopruso dei criminali e dalla
sopraffazione dei pubblici poteri, libertà dallo sfruttamento (di cui questi
anni ci offrono l'emblema perfetto nelle cosiddette democrazie avanzate come la
nostra), libertà dall'ignoranza, libertà da chi crede di sapere e di conoscere
quando – forse - non è così.
Ciò in cui spero o meglio speriamo - lo
evidenzio forse anche con quanto scritto? – è in “una scappatoia”, che sia da
contenimento alle perdite di ciò che oggi è nostro e che ci ancori alla
speranza che, un giorno, tutto quanto ci sarà tolto ritornerà ancora nostro!