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lunedì 2 maggio 2011

Il boschetto paleo-palustre di Sassano e il fiume Tanagro

Il boschetto paleo-palustre di Sassano nella foto del blog è incastonato tra due affluenti del Tanagro e costituisce l'ultima testimonianza della natura paludosa del Vallo di Diano antecedente alla bonifica. In esso si conservavano, prima di un intervento infrastrutturale finanziato con fondi pubblici che lo sta trasformando in "zona industriale", le specie arboree e faunistiche autoctone.

Nell'interrogazione parlamentare a risposta scritta, presentata dall'On. Leoluca Orlando e dall'On. Aniello Formisano, un resoconto più puntuale sullo stato del fiume Tanagro e della vallata.

Per completezza dell'informazione dobbiamo dire che, dopo l'interrogazione parlamentare, i lavori di ripristino degli argini del fiume Tanagro, rotti in più punti a causa delle esondazioni del novembre 2010, sono finalmente iniziati.


Foto scattata poco prima della rottura degli argini del fiume
Tanagro (09-11-2010)

Gli effetti di una delle tante esondazioni dopo la rottura degli
argini del fiume (in questa foto si riporta lo stato delle
campagne del giorno 17-11-2010)
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Seduta n. 451 del 23/3/2011
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

LEOLUCA ORLANDO e ANIELLO FORMISANO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. –

Per sapere - premesso che:

l'alluvione dei giorni 8, 9 e 10 novembre del 2010, dovuta all'esondazione del fiume Tanagro nel Vallo di Diano, in provincia di Salerno, ha prodotto notevoli danni all'agricoltura, al territorio rurale e alle abitazioni civili. Alcune famiglie, che abitano nelle campagne ricadenti nel comprensorio, in prossimità delle rotture degli argini del fiume che attraversa longitudinalmente tutta la vallata, sono state soccorse dal locale comando dei carabinieri e dai vigili del fuoco con professionalità e abnegazione;

da allora, poco o nulla è stato fatto per rimuovere le cause dei continui allagamenti in pianura. In particolare, poco o nulla è stato fatto per riparare gli argini del fiume Tanagro, ormai scomparsi in più punti, tanto che, alle nuove piogge le acque fuoriescono liberamente dal fiume e invadono le abitazioni situate in campagna. La situazione è stata, peraltro, bene esposta sulla stampa locale, con interviste alla gente del luogo e agli amministratori locali. A circa quattro mesi dall'evento, questo continuo stato di emergenza sta seriamente danneggiando le famiglie che vivono del lavoro dei campi. L'angoscia in cui vivono gli agricoltori a ogni pioggia è palpabile: questi cittadini non solo sono preoccupati per l'attività principale che dà loro sostentamento, ma temono per la loro stessa incolumità. A fronte di questa situazione drammatica, quello che colpisce è l'inerzia delle istituzioni a prevenire questi eventi e a far fronte all'emergenza, cosa che certamente non è sfuggita ai cittadini del Vallo di Diano;

contrariamente alla vocazione agricola del territorio, inoltre, insediamenti produttivi crescono nella piana anche in siti di elevato pregio paesistico. Due esempi di zone industriali sorte, a circa cinque chilometri una dall'altra, in «siti di particolare pregio ambientale», così come definiti dalla «Carta di destinazione d'uso del territorio», adottata nel 2003 dalla comunità montana del Vallo di Diano: il «boschetto paleo-palustre» in località Cappuccini in Sassano e «l'areale della cicogna». Il primo sito è incastonato tra due affluenti del Tanagro e costituisce l'ultima testimonianza della natura paludosa della vallata antecedente alla bonifica. In esso si conservavano, prima dell'intervento infrastrutturale finanziato con fondi pubblici, le specie arboree e faunistiche autoctone; il secondo sito ospita il nido della cicogna bianca, che dal 1996 nidifica presso un incantevole tratto del Tanagro, adibito adesso ad area PIP;

gli enti pubblici, dal loro canto, da un lato affermano l'elevata valenza agricola e ambientale che la pianura riveste, dall'altro prontamente utilizzano i finanziamenti pubblici per infrastrutturare luoghi che andrebbero invece valorizzati per il loro intrinseco pregio paesistico. E ciò, nonostante la legge regionale n. 17 del 1998 della regione Campania che recita: «I Comuni orientano i loro piani regolatori alle indicazioni della carta di destinazione d'uso del territorio elaborata dalla Comunità Montana;

il fiume Tanagro, risorsa idrica e ambientale d'inestimabile valore, costituisce una tappa obbligata per le specie avicole migratorie. Per questa ragione, alcune associazioni ambientaliste (VAS Campania, CODACONS Sala Consilina, ATAPS-FIPSAS, WWF Campania, Associazione Risorse di Santa Marina, LIPU) chiesero, in data 15 dicembre 2005, al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e alla regione Campania l'istituzione urgente di una zona di protezione speciale a norma della direttiva Uccelli del 2 aprile 1979. La regione Campania, per mezzo dell'assessorato alle politiche ambientali, propose, in data 15 dicembre 2005, sulla base della richiesta, in una riunione con i rappresentanti degli enti locali, una prima perimetrazione, che interessava i comuni di Sala Consilina, San Rufo, Sassano e Teggiano. Da allora, gli enti locali, nonostante fossero stati sollecitati dalla sede CODACONS locale in data 22 settembre 2006, non hanno mai presentato la perimetrazione dell'area per l'istituzione di una ZPS, mentre hanno lasciato libero il passo all'aggressione del cemento, nonostante gli obblighi previsti dalla legge regionale n. 17 del 1998;

gli interventi, compatibili con l'ambiente, per il rafforzamento delle sponde del fiume Tanagro sono stati insufficienti a prevenire le continue tracimazioni di questi giorni: ad ogni pioggia le acque del fiume sono fuoriuscite dagli argini invadendo i terreni agricoli ed i pianterreni delle abitazioni nelle località Sant'Agata e San Giovanni facendo registrare preoccupanti allagamenti, e i residenti delle zone Sant'Agata e San Giovanni che non vogliono continuare a vivere con il timore di essere sorpresi dalle acque del fiume Tanagro, denunciano che questa è la nona tracimazione dal 10 novembre -:

quali iniziative di competenza si intendano intraprendere e quali provvedimenti si intendano adottare per tutelare i legittimi diritti dei coltivatori diretti del Vallo di Diano;

se siano a conoscenza di iniziative dirette a istituire una ZPS lungo le sponde del fiume Tanagro;

se non si ritenga opportuno e urgente assumere le iniziative di competenza dirette a preservare l'integrità territoriale della vallata.

(4-11325)

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