Ha lasciato il testamento di una vita fatta di lavoro e
volontariato e, ultimamente, di precariato, in quelle sottolineature sull'opuscolo
sulla Costituzione Italiana che recita, al suo primo articolo, che l’Italia (si
immagina quella bella) è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Si dice,
nello stesso opuscolo, che la sovranità appartiene al popolo; poi, a pensarci
bene, dopo le “porcate” fatte sulla legge elettorale, non più tanto.
Questa Italia bella se ne sta andando: lascia per
sempre il destino della propria Patria in mano a gente più rotta all'intrallazzo,
alla furbizia, all'arrivismo condito d’ignoranza, al tradimento, al vilipendio
delle idee, alla crassa soddisfazione delle proprie voglie, alla volgare ostentazione
della ricchezza, alla crapula, alla sosta senza fine davanti alla “lanterna
magica” casalinga, all'abbandono della lettura, all'evasione, alla corruzione,
alla criminosa organizzazione per soggiogare il prossimo.
Della bella Italia avremo sempre più bisogno, proprio perché la Casta sta tentando di spolpare quello che resta dei nostri beni.
Pezzi delle nostre terre, pezzi dei nostri averi, pezzi della nostra Storia
immolati sull'altare della cattiva politica, che tutto permea, tutto corrompe,
tutto divora. Il nostro ambiente, la nostra salute, i nostri figli e nipoti
sono stati dati in pasto ad una classe dirigente che, ancora oggi, imperterrita,
sta tentando di perpetuarsi attraverso “nuove” sigle e “nuove” idee.
Naturalmente, l'idea della Casta è sempre una: rimanere nella cabina di comando per
continuare a corrompere e a divorare quello che resta della nostra bella Italia.
Ma come non riconoscerli quando, nascosti dietro una
figura di comodo, dirottano soldi pubblici sulle loro imprese. Come non
accorgersi che, quando si chiudono a branco, stanno fiutando un nuovo affare.
Come non capire che sono famelici come lupi, spietati come iene, attenti come
falchi, rapidi come avvoltoi nel lanciarsi sulle prede. E proprio per queste belle
proprietà si propongono, di volta in volta, ora qua ora là, per farsi scegliere
da un’Italia ingenua. I loschi affari che portano avanti, a volte anche fatti di morte e
sofferenza per gli altri, hanno bisogno della loro permanenza nelle cabine del
comando. E noi a mandarceli in quelle cabine… mentre la bella Italia se ne sta
andando; un pezzo per non tornare mai più.
[1] Tributo a Giuseppe Burgarella, lavoratore precario suicida
nel giorno 3 febbraio dell’anno 2013. In un intervento pubblico Giuseppe aveva
detto: “Dobbiamo suicidarci tutti per fare
capire quanto grave sia la crisi che stiamo vivendo?”. Notizia tratta da Il Fatto Quotidiano.
Si riporta questa triste notizia che ci arriva da Buonabitacolo. Con queste righe vorrei esprimere tutta la mia solidarietà alla famiglia del compianto conterraneo.
RispondiEliminaBuonabitacolo: un 48enne si toglie la vita, dramma in paese ed in tutto il Vallo di Diano
14-02-2013
Comunità sconvolta dalla notizia del suicidio di un 48enne avvenuta alle prime ore di questa mattina. Un gesto insano che al momento non trova spiegazioni.
Al momento non si conoscono i motivi che hanno portato il 48enne C.C. di Buonabitacolo, attualmente operaio, a compiere questa mattina l’insano gesto. L’uomo, conosciuto da tutti e stimato per la sua estrema tranquillità e disponibilità era sposato e padre di una ragazza di 15anni. Sul posto gli investigatori della Stazione carabinieri di Buonabitacolo che hanno attivato la Procura della Repubblica di Sala Consilina. Assolutamente sconvolto il sindaco Beniamino Curcio che non trova le parole per definire il dramma e la tragedia che ha colpito la piccola comunità del Vallo di Diano.
tratto da: www.quasimezzogiorno.it