Uno scritto, di sei anni fa circa, è stato dedicato ai quei fari di luce che illuminano il nostro difficile cammino in questa vallata. Nello stesso scritto si può cogliere, oggi, la sofferenza con la quale si aspettava il dipanarsi dell'attuale terribile crisi sociale ed economica. In questi momenti di dolore per molti, sarebbe bene rileggere le parole di Robert Kennedy su alcuni concetti che dovremmo fare nostri per poter continuare a sperare in un futuro migliore. Sulla base di questi aspetti politici fondamentali possiamo cominciare a ragionare, per trovare intese per un progresso che sia veramente tale. Infatti, su accordi sottobanco o su interessi incrociati non costruiremo mai un futuro degno di essere vissuto.
Rachel Carson al suo microscopio. |
Discorso di Robert Kennedy, 18 marzo 1968, Università del Kansas
"Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale
soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare
senza fine beni terreni.
Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né
i successi del paese sulla base del prodotto nazionale lordo (PIL).
Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la
pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre
autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.
Una ristampa di un libello recentemente ritrovato a Padula (vedi post) |
Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre
porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende
programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti
ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili
e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione
della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa
per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si
ricostruiscono i bassifondi popolari.
Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie,
della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago.
Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori
familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici
dipendenti.
Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti
fra di noi. Il Pil non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la
nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la
devozione al nostro paese.
Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna
di essere vissuta. Può dirci tutto sull'America, ma non se possiamo
essere orgogliosi di essere Americani."
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