Ho letto di recente un significativo articolo di Salvatore Medici, noto operatore dell’informazione locale per anni, oggi giornalista all’estero (Svizzera), dal titolo "Chernobyil, l´inquinamento nel Vallo e i cittadini. Qualcosa non funziona" (Salvatore Medici).
Salvatore ha avuto modo di svolgere anche dei servizi sull’inchiesta Chernobyl nel 2007 e oggi testimonia così questo suo impegno nel suo già citato articolo:
“… grazie al Codacons mi occupai della vicenda nella trasmissione Altromondo, in onda su Italia Due nell´ottobre del 2007. In quella sede mostrai la documentazione con dispositivo di sequestro, nome e cognome dei proprietari e indicazione geografica dei terreni nonché i metri quadri degli stessi. Spiegai che la Procura di Santa Maria Capua Vetere aveva inviato ai Comuni l´obbligo di intervento, a fini di bonifica e messa in sicurezza dei siti sequestrati.
Telefonai agli uffici comunali di competenza per capirecosa stessero facendo. I Comuni si erano informati delle competenze e come accade spesso, tentavano di rimpallare le responsabilità ad altri organi, penso anche per risparmiare danaro comunale.
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Eloquente immagine del boschetto paleo-palustre oggi |
La preoccupazione dei Comuni insomma non fu quella di verificare la sicurezza dei siti, ma capire se questi si trovassero nel proprio territorio. Come se l´inquinamento si fermasse ai confini comunali.
La chicca però è questa. Il grano del terreno di San Pietro al Tanagro intanto era cresciuto nei terreni sequestrati. Sul foglio di sequestro il terreno misurava 12milametri quadri, ma il nucleo operativo ecologico ne sequestrò 4mila. Così il grano cresciuto nei 4mila metri quadri rimase incolto, l´altro, quello dei restanti metri quadri, a pochi centimetri dalla sezione sequestrata, fu tagliato e probabilmente venduto”.
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Taglio selvaggio di alberi del boschetto paleo-palustre |
Qualcuno già si affretta a dire che la notizia è vecchia e non riveste ormai nessun interesse giornalistico. Qualcuno dice che stiamo solo facendo una campagna allarmistica. Eppure ci siamo limitati a far vedere che cosa era scritto nei pubblici atti della Procura di Santa Maria Capua Vetere relativamente al processo che verrà celebrato a breve, in seguito al rinvio a giudizio di tutti gli indagati coinvolti nell’inchiesta Chernobyl condotta dal Pm Donato Ceglie. La coraggiosa denuncia di Salvatore risuona oggi come un monito grave per tutti noi. Ed è così che ho sentito il dovere di trasmettere il suo articolo alle autorità preposte al controllo del territorio, perché qualcuno sapesse che esistono ancora dei giornalisti capaci di testimoniare la realtà dei fatti. E tra me e me mi son chiesto se fosse solo per questo motivo che ho fatto ciò, oppure per dare un'ennesima prova del mio essere ancora legato alla figura di quel burattino del paese di Acchiappacitrulli, oppure solo per amore di questa vallata e dei suoi abitanti (me compreso).
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