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venerdì 14 ottobre 2011

INQUINAMENTO AMBIENTALE E TUMORI

UN PROBLEMA PURTROPPO DI ATTUALITÀ: COSA NE PENSAVA, NEL 1997, IL DOTT. PAPPAFICO


Ringrazio UNO TV perché pubblica periodicamente, sulla mia bacheca di Facebook, notizie d’interesse per l’associazione che localmente rappresento. In una di queste notizie, quella relativa al signor Valentino Giovanni di Sala Consilina (video UNO TV), ho purtroppo dovuto constatare un’amara verità: tutti noi abitanti di questa vallata siamo potenzialmente esposti a rischi di salute non banali. In particolare, il sospetto che questo cittadino nutre circa la sua malattia potrebbe essere fondato.  Il signor Valentino, infatti, crede di aver contratto una malattia tumorale a causa del consumo di prodotti vegetali coltivati su terreni inquinati dagli scarichi del depuratore di San Giovanni in Sala Consilina. Naturalmente faccio gli auguri di pronta guarigione al Sig. Valentino, sperando di poter presto fargli visita, se la mia presenza sarà a lui gradita.

Sala Consilina all'alba (da Wikipedia)
Partiamo dall’analisi del problema per gradi, cominciando a considerare la questione prima su scala regionale. La nostra vallata, come più volte ho avuto modo di raccontare, è stata presa d’assalto a più riprese da cricche di malfattori, così come inchieste condotte in altre parti d’Italia hanno confermato. L’ultima inchiesta, in ordine di tempo, denominata Chernobyl e condotta dal dott. Donato Ceglie della Procura di Santa Maria Capua Vetere, ha portato a svariati arresti in seguito ad accurate intercettazioni ambientali. Terreni collocati nei comuni di San Pietro al Tanagro, Sant’Arsenio, San Rufo e Teggiano sono stati messi sotto sequestro, perché in essi erano state sversate sostanze dannose alla salute. La Procura di Santa Maria Capua Vetere aveva anche sollecitato le amministrazioni dei comuni interessati dagli sversamenti a effettuare la bonifica dei terreni posti sotto sequestro. In quell’occasione gli esponenti istituzionali preposti alla tutela dell’ambiente e alla salvaguardia dell’integrità del territorio avrebbero dovuto annunciare la loro partecipazione nel processo, che inizierà a breve, in qualità di parte civile. Essi, invece, hanno osservato un silenzio fin troppo assordante per motivi che oggi si sussurrano, ma non si confessano apertamente. La risposta logica a tutto ciò, tuttavia, va cercata nel saggio “Ecomafia” di Antonio Cianciullo ed Enrico Fontana [1] o nelle parole di Saviano, che nel suo libro “Gomorra” ha analizzato l’intera vicenda dello smaltimento illecito dei rifiuti e degli interessi della camorra nel business dell’immondizia in Campania: non sarebbe stato possibile un disastro di dimensioni così grandi senza il coinvolgimento diretto e consapevole di alcuni esponenti istituzionali, a vari livelli. Adesso sta alla magistratura cercare i responsabili di un disastro di dimensioni che, forse, nemmeno osiamo immaginare.

Sala Consilina (da Wikipedia)
Per quanto riguarda la questione dell’inquinamento dei terreni da liquami reflui su scala locale, vorrei qui riportare parte di uno scritto, apparso su Le pagine di Erò, mensile a diffusione locale, nel luglio del 1997 nella sezione Speciale Ambiente, a firma del dott. Pappafico Eugenio, ex dirigente igienistico. Così come affermato dal dott. Pappafico, lo scritto prendeva spunto da un mio precedente articolo apparso sullo stesso periodico proprio sulla questione del depuratore di San Giovanni in Sala Consilina.


INQUINAMENTO AMBIENTALE E… TUMORI
Dall’articolo di R. De Luca, pubblicato nel numero precedente, una disamina del degrado ambientale dei nostri fiumi e l’inoperosità dei nostri amministratori
Argomento di allarmante attualità. Mi spinge a scriverne, quale ex-addetto ai lavori, notoriamente boicottato e frenato da intuibili autorità politiche negli anni trascorsi (1957-1993), un recente articolo del prof. De Luca sugli sconcertanti episodi in quello segnalati sull’ultimo numero di questo periodico.
Il De Luca non si meravigli: tutti sanno come si opera da noi; non è segreto soprattutto dove l’omertà è costume! Ce lo rivelano anche certi ambienti che ritenevamo esenti: “la Sapienza” di Roma, la “Sanitopoli” milanese, la Sanità campana, ecc..
L’inquinamento sarebbe evitabile ma alle condizioni di una seria politica del disinquinamento non affidata alla gestione politico-affaristica né ai manutengoli o alle lobbies ben note del puro profitto sulla pelle dei cittadini.
….
I “depuratori” comunali? Altra causa ben nota di inquinamento e si finge di non capire quanto danno (anche ovviamente cancerogeno) i liquami effluiti incontrollatamente nei terreni apportino alle falde freatiche superficiali e profonde ed alle coltivazioni i cui prodotti giungono sui nostri mercati con buona pace dell’umana alimentazione … ed animale (bovina-ovina, ecc.).
... 


Da quanto riportato dal dott. Pappafico si arguisce che il problema è sì culturale, ma anche politico-amministrativo. Infatti, io credo che in questi lunghi anni si sia sottovalutato quanto scritto, con estrema competenza, dall’ex-dirigente igienistico nel 1997. Tuttavia, quello che io oggi “follemente” credo (e “follemente” credevo anni fa) ha poca valenza. Oggi dobbiamo fronteggiare un’aggressività sempre più spiccata di mallattie legate all’inquinamento ambientale. Maggiore valenza, tuttavia, avrebbe avuto un’attenzione più puntuale - qualche anno fa - da parte delle istituzioni locali preposte alla salvaguardia dell’ambiente su questi fenomeni (alcuni scoperti grazie all’intervento della Procura di Santa Maria Capua Vetere - CE).



 [1]  Antonio Cianciullo, Enrico Fontana, “Ecomafia” (Editori Riuniti, 1995) .

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