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domenica 19 aprile 2015

LETTERA DA UN PROFESSORE

Tema: LA BUONA ScuOLA

Cosa ne pensa un professore fuori sede della "buona" riforma, mentre a Roma si protesta, nell'attesa dello sciopero del 5 maggio prossimo? Specifico, a scanso di equivoci: il professore non sono io.

Siamo tutti qui a sperare che l’ormai tanto decantato DDL “buona scuola” possa essere varato in tempi brevi, in modo da poter attuare tutte le assunzioni promesse per settembre 2015, ma comunque successivamente alle operazioni di mobilità. Una via che ad oggi appare il futuro più probabile e che eliminerebbe, quasi per sempre e di fatto, la possibilità di rientrare nella provincia di residenza e/o di origine per chi è in attesa da anni, ma che nel corso della propria carriera scolastica mai ha potuto beneficiare, nell'organico riservato ai trasferimenti, di questo doveroso ampliamento che NON SI PUÒ PERMETTERE VENGA ATTUATO A “BOCCE FERME”!

In altre parole, secondo il normale buon senso, non credo sarebbe accettabile nessun aumento dell’organico riservato alle nuove assunzioni, se di tale aumento non possano, almeno in parte, beneficiare in via preventiva  i docenti che sono già di ruolo e a tempo indeterminato da più di un anno scolastico.

Occorre, infatti, far notare come tale questione non sia per niente di “lana caprina” se è vero che siamo alle porte del NUOVO FEUDALESIMO SCOLASTICO, dove per poter ottenere un trasferimento bisognerà entrare nelle grazie di un Dirigente Scolastico che nemmeno si conosce e che dovrebbe scegliere sulla base di un curriculum, del  quale sono largamente opinabili scelte e preferenze, in un mondo in cui le clientele e il nepotismo non erano ANCORA entrati.

Eccoci tutti catapultati in un mondo dove un Dirigente, che non si è ancora ben capito come sarà valutato e da chi, sarà il Dio Onnipotente della scuola. Tutta nelle sue mani sarà la possibilità di scegliere chi gli fa più comodo, con buona pace della libertà di insegnamento. Siamo oltre le Baronie universitarie, che almeno prevedono dei giochi di potere tra fazioni contrapposte ad equilibrare un sistema distorto. Siamo nell’epoca di un uomo solo al comando che deciderà delle sorti dei suoi sottoposti, I DOCENTI! Potranno facilmente entrare nella scuola, in tal modo, la politica, le logiche clientelari, la criminalità organizzata e tutto quello che la nostra fervida fantasia di popolo italiano avrà l’ardire di immaginare.

Ci rendiamo realmente conto di tutto quello che potrà generare una simile “Riforma”? Crediamo i nostri dirigenti scolastici in grado di gestire un tale potere senza subire le eventuali conseguenze di un fallimento? Come normalmente farebbe un manager privato o un imprenditore che rischia il proprio capitale. Dove andrebbe a finire la continuità didattica se un professore diventasse improvvisamente inviso al dirigente di turno? Mi si risponderà che un professore amato dai suoi studenti non potrà mai essere cacciato nemmeno dal più miope dei dirigenti. Ma quando un insegnante riesce ad essere realmente importante per la vita di un ragazzo? Quando prova ad essere integgerrimo, severo ed esigente? Oppure quando risulta tranquillo, accomodante e remissivo? E chi per alcune famiglie e molti ragazzi, “viziati” da una società oziosa, è più facile amare il primo od il secondo prototipo appena descritti? Cosa succederebbe se un professore non fosse disposto a promuovere chi è vicino a qualcuno di veramente importante agli occhi del sommo dirigente? E la politica, resterebbe fuori la porta di questo “fortino inespugnabile”?

TROPPE DOMANDE E POCHE RISPOSTE IN QUEST’IDEA DI FUTURO CHE CI SI VUOL PROPORRE, IL TUTTO NASCOSTO DIETRO L’ANNUNCIO DI ASSUNZIONE DI PIÙ DI 100.000 NUOVI INSEGNANTI DA “SCHIAVIZZARE”: CHAPEAU!

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