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sabato 4 aprile 2015

Sassano verso il rinnovo del consiglio comunale II

Seconda puntata

Un episodio emblematico, per descrivere come è stata amministrata la cittadina di Sassano – ma non solo - negli ultimi anni. Un paese (e un territorio) ricco d’acqua: la risorsa idrica, quindi, avrebbe potuto essere un punto di forza per l’amministrazione e, di conseguenza, per i cittadini.Soprattutto in seguito alla scoperta di una  sorgente di acqua sulfurea in Via Molinella a Silla.  Eppure, proprio l’acqua diventa un punto debole. E vediamo perché.
 Rassegna stampa del Codacons:
si riporta un articolo apparso su 

“La Città di Salerno”citato sotto.
Lo stato di disagio per l’acqua sporca che è sgorgata per anni dai rubinetti delle case dei cittadini di Sassano, nelle frazioni Silla e Varco, è comprovato da due ordinanze di non potabilità dell’acqua emanate dal sindaco pro-tempore, rag. Arenare Gaetano, una nel 1998, una nel 2002. Questi episodi, tuttavia, non conteranno più e verranno rimossi dalla memoria collettiva ai primi solfeggi di lode negli affollati bar del luogo, forse unici luoghi di aggregazione e di trasmissione della cultura sociale. Il rag. Arenare, già assessore provinciale alla formazione, sindaco di questo paese dagli anni ’80 fino al 2005 e vicesindaco dal 2005 al 2010, ad una trasmissione di Radioacolori di Oliviero Beha ebbe modo di affermare che l’acqua se la beveva (trasgredendo egli stesso, forse, la propria ordinanza). Nelle elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale del 2010 ha capeggiato la lista dell’amministrazione uscente, grazie alla perdita di memoria collettiva di questi eventi e a un buon lavoro di propaganda, che però non gli è bastato per evitare una cocente sconfitta contro la lista dell’ex deputato Tommaso Pellegrino. La nostra sincera opposizione a cominciare proprio da questo episodio è stata come una sorta di flebile controcanto, di certo poco efficace, sia per il luogo poco frequentato (un blog semisconosciuto su una pagina web) sia per il sofisticato e “pericoloso” (per chi scrive) mezzo utilizzato (la scrittura, appunto). E per anni è stata l’unica vera opposizione in questo paese. 



Torniamo alla vicenda dell’acqua sporca. Una prima ordinanza del sindaco, datata 25-11-1998, veniva revocata solo il 24-01-2001, dopo che era stata inviata alla Procura una lettera che chiedeva il ripristino della normalità nel paese. Si potrebbe allora ipotizzare che alcuni dialoghi istituzionali avessero suggerito la revoca. Nulla di male in tutto ciò. Eppure, il problema non era stato rimosso, se non dal punto di vista meramente burocratico. Una seconda ordinanza, datata 19-10-2002, infatti, doveva essere emessa a causa dell’invasione dei rubinetti da liquido fangoso. L’ordinanza veniva poi revocata in data 26-11-2002. Un esempio di azione istituzionale sinergica, si direbbe. Ma il disagio dei cittadini veniva schernito due volte. La prima, mediante l’invio di avvisi di pagamento in cui, per l’acqua sporca, veniva richiesto prezzo pieno. Circa duecento famiglie allora intentano causa al Comune di Sassano e al Consorzio Acquedotti Cilento (CONSAC) che, nel frattempo era intervenuta nella gestione dell’acquedotto. E questo forse anche per lo stato di esasperazione prodotto dalla non potabilità dell’acqua, che assumeva un caratteristico colore rossastro quando si aprivano i rubinetti. La seconda, mediante un sollecito di pagamento da parte del Comune di Sassano proprio alla vigilia delle elezioni provinciali del giugno 2009 (una coincidenza?) e proprio mentre si era in attesa dell’agognata sentenza del procedimento civile N. R. G. 281/03 tra le parti: Arnone Michele + 192 contro il Comune di Sassano (SA) e contro il CONSAC. Dal verdetto salomonico si apprese che l’acqua doveva essere pagata a metà prezzo. L’insolvenza contrattuale presupponeva altro, così come fece notare il giudice Ferdinando Imposimato in una trasmissione di FORUM dedicata alla questione e alla quale presi parte. Ma tant’è: sappiamo quali sono le dinamiche in questi e altri contesti. 
Manifesto di protesta contro
le bollette dell'acqua sporca.
Questa la storia più in dettaglio. A Giugno del 2002 i ruoli del servizio acquedotto riportavano il prezzo pieno per l’acqua sporca erogata dai pozzi di Silla. Le prime bollette, per gli anni 2000, 2001 e per il primo trimestre 2002 arrivavano nelle case dei cittadini l’1 ottobre, con due rate scadute, rispettivamente, ad agosto e a settembre. Le restanti due rate avrebbero dovuto essere pagate entro il Novembre 2002. Viste le vibrate proteste della cittadinanza, l’amministrazione comunale decide di dilazionare il pagamento con rate a scadenza 31 ottobre, 31 dicembre, 28 febbraio e 30 aprile 2002. Intanto, con una delibera di giunta tardiva, datata 3 settembre 2002, protocollata solo il 25 ottobre 2002, si riduce, non si sa per quale tipo di calcolo, del 20% il prezzo dell’acqua sporca per i cittadini che abitavano nell’area servita dai pozzi di Silla. Da qui l’azione giudiziaria di circa duecento famiglie nei confronti del Comune di Sassano e del CONSAC che, nel frattempo, era subentrato nella gestione dell’acquedotto comunale. Alla richiesta di rimborso della spesa per l’acqua minerale fatta al vicesindaco, dott. Cammarano, dai cittadini che non potevano bere l’acqua dei rubinetti, questi rispondeva in sintesi, in una pubblica assemblea, forse personalizzando un po’ il proprio ruolo pubblico: “E vogliamo vedere che, adesso, voi bevete l’acqua minerale ed io ve la pago?”. Simpatica presa di posizione, non c’è che dire!  

Richiesta, da parte dell'amministrazione,
di un contratto ex-novo e di un
versamento di un nuovo anticipo di
consumo in seguito alla cessione
dell’utenza idrica al CONSAC. Questi

documenti dovrebbero essere scalfiti
in una lapide indistruttibile, perché
danno un concreto spaccato dell'agire
amministrativo.
La stessa amministrazione, sindaco il rag. Arenare, vicesindaco il dott. Cammarano, si era già resa artefice di una bella iniziativa non proprio a vantaggio del cittadino, proprio in occasione del passaggio delle consegne della gestione dell’acquedotto dal Comune di Sassano al CONSAC: un’illegittima richiesta, da parte della stessa amministrazione e del CONSAC, di un contratto ex-novo e di un versamento di un nuovo anticipo di consumo in seguito alla cessione dell’utenza avvenuta nell’aprile del 2002 (si veda documento riportato). In quell’occasione è stato il CODACONS a tutelare gli interessi dei cittadini di Sassano, riuscendo a far recedere sia il CONSAC sia l’amministrazione sassanese dai loro illegittimi propositi. Una somma stimata di circa mezzo miliardo delle vecchie lire sarebbe stata ingiustamente incassata dal CONSAC, se quell’operazione fosse andata in porto. E proprio allora scorgemmo le prime prove pratiche di amministrazione unica: l’opposizione non fece una piega alle proteste dei cittadini, che si affidarono al CODACONS e ad un gruppo di volenterosi per poter portare avanti la loro battaglia di civiltà, per ribadire che il Codice Civile (alquanto sconosciuto) non prevede un nuovo contratto e successivo versamento di anticipo di consumo in caso di cessione delle utenze ad altro gestore (si veda anche rassegna stampa del CODACONS in cui si riporta un articolo apparso su “La Città di Salerno”). Nella legislatura successiva la minoranza (da non confondere con "opposizione") confluiva nella maggioranza, dando vita ad una lista unica, così come abbiamo già detto, la sola presentata al vaglio degli elettori nell’anno 2005. Ma qui ci fermiamo per il momento. Daremo uno sguardo più approfondito a quanto successe in quella primavera del 2005 nella prossima puntata.

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